Imprigionata e privata della mia bacchetta, mi sentivo persa.
Improvvisamente tutti i miei più felici auspici di trovare Harry e Ron si erano
dissolti nel nulla, lasciando spazio ad una triste impotenza. Se fossi andata
con loro due fin dall’inizio non mi sarei trovata in una situazione del genere
e questa consapevolezza era molto frustrante. Invece ora tutto era stato
complicato, tutto era stato reso più difficile di quanto non dovesse essere in
origine. L’avventatezza di cui avevo accusato due delle persone a me più care
si era rivelata la mia più grande pecca. La circospezione era diventata
impulsività, l’impulsività era diventata lungimiranza. Nonostante questi
pensieri mi dolessero parecchio, ero consapevole che quei lacci non si sarebbero
sciolti da soli e per quanto mi lagnassi era arrivato davvero il momento di
agire e limitare i danni.
Ma nonostante le buonissime intenzioni che mi animavano, era difficile capire
come muovermi. Malfoy e la sua Pansy, palesemente divertiti dalla loro nuova
superiorità, non mi perdevano di vista un secondo… anzi mi irritavano con le
loro parole taglienti. Inoltre si divertivano un mondo a lanciarsi la mia
bacchetta.
“Rallegrati Granger… almeno non morirai vergine!” diceva Pansy
completamente sconquassata dalle risate.
La scena era davvero pietosa e diventava di secondo in secondo peggio. La mia
fidata amica rimbalzava tra le loro mani e senza di essa mi era difficile
escogitare un piano ben preciso…
“Ma l’hai vista??? Appena ha visto il suo Weasleyuccio ha
abbassato la guardia!”
“Sì sì. E non ha opposto la minima resistenza a Fra Potter!!!”
Del resto avevano ragione, ci ero cascata… ma chi non sarebbe caduto in un
tale tranello? Il tutto si è svolto in pochissimi istanti e non ho avuto il
tempo materiale per elaborare il fatto che quello non poteva essere il mio Ron!
Certo, mi ero resa conto del ghigno che solcava il suo bel volto… ma subito
ero stata presa e portata via.
Ma dove potevo essere? Era il terzo piano, da qualche parte al terzo piano.
“Allora… mi uccidete sì o no?”
“Non ci è stato detto di farlo… ma sappi che non esiterei un secondo!”
gridava Draco avanzando minaccioso.
“E allora chi stiamo aspettando? Forse… Voldemort?”
“COME OSI?”
“Ancora con questa vecchia storia?”
“Meriteresti di morire solo per la tua insolenza!”
“Al contrario di voi… IO… non rispetto i criminali!!! E comunque non hai
risposto alla mia domanda… chi stiamo aspettando?”
“Oh Granger, hai impegni per cena?”
DIREI PROPRIO DI Sì!!!
Dietro di lui Ron e Harry tenevano le bacchette tese. Ed io ho visto il mio uomo
rivolgermi uno degli sguardi più profondi di cui sia stato mai capace. La forza
dei suoi occhi era ravvivata dalla rabbia e il suo desiderio di vendetta gli
dava una tempra incandescente. Eppure in quella fiumana di risentimento sono
riuscita a scorgere un tenero sorriso per me, dolce come pochi e più
distruttivo di qualsiasi incantesimo. Questo è il mio Ron, non quella goffa
imitazione che Malfoy ha messo in scena.
“Ah… finalmente!” esclamarono le due serpi.
Ecco che avevo trovato una risposta al quesito. Erano Harry e Ron coloro che
stavamo aspettando. Ennesima trappola di gente vile. Del resto le loro perfide
menti sono incapaci di sostenere una lotta pulita, ricorrono ai più bassi
stratagemmi gongolandosi della propria meschina crudeltà. Così come non hanno
avuto il coraggio di sfidarmi apertamente, adesso intessevano le loro sordide
trame.
“Bè Potter, l’Oscuro Signore è potente. Riconoscilo. E sotto di lui siamo
diventati più forti. Dimmi, Silente ti ha insegnato qualche nuovo trucchetto?”
“Non ho bisogno di trucchetti, Draco. E te ne ho dato più volte
dimostrazione, pronto a rinfrescarti la memoria?”
Non ti so dire quello che è successo dopo, mi sono trovata in mezzo a fasci e
fasci di luce rossa ed io sono stata travolta da uno…
“Schiantesimo, Hermione è tutto ok. Sei stata schiantata. Ma ora è tutto ok”
Riversa sulla fredda pietra, Ronald mi teneva tra le sue braccia. Ripeteva che
tutto era ok, quasi a voler convincere se stesso. I polsi mi dolevano, in fin
dei conti non c’era una sola parte che non mi dolesse. Ma avere il mio amore
pronto a sorreggermi era il più grande conforto che potessi avere. Vedevo
affettazione nei suoi occhi e una piccola lacrima che timidamente scendeva. Lui
subito se l’è tolta dalla guancia arrabbiato e nascondeva gli occhi lucidi
voltandosi. Non avevo mai visto Ron piangere così prima d’ora. Si mordeva le
labbra, eppure la mia vita era salva. Sapeva che uno schiantesimo di certo non
uccide… anche se fa un male cane!
Mi sono messa a sedere, Harry giaceva poco distante… il suo volto era contro
al muro, non riuscivo a vederlo in faccia.
Ad un certo punto io e Ron ci siamo guardati e abbiamo iniziato a parlare
l’uno sull’altro. Stop… dovevamo darci una bella calmata e dirci quello
che dovevamo.
“Sono terribilmente dispiaciuta, ho agito male e non sai quanto me ne
penta!”
“Ma che cosa vuoi che sia uno sbaglio? Io sbaglio di continuo e tu sei sempre
lì!”
“Oh Ron!” quelle semplici parole mi avevano colpita. Dette con ansia,
accondiscendenza, sentivo tanto sollievo in esse. Non ho potuto fare a meno di
baciarlo a lungo, stringendolo a me che a sua volta non mi lasciava più andare,
avvertendo il suo cuore che batteva forte, vinto dall’emozione e poi…
“Ma come hai fatto a trovarmi? E come hai fatto a sapere che ero venuta qui al
ministero?”
“Un gufo della mamma ci ha avvertiti. Non so come ho fatto a trovarti, sapevo
solo che dovevo.”
“Era un trappola…”
“Lo sospettavamo. Ma come vedi quei due non hanno fatto una bella fine…
guarda… hanno preso il tuo posto!”
Girandomi ho visto Pansy e Draco ancora schiantati, legati al mobile con
entrambe le bacchette spezzate dinanzi a loro sul pavimento. Sotto Voldemort non
erano diventati poi così forti!!!
Ad un certo punto Harry scuotendosi un po’ si incammina verso la porta e dice:
“Scusate voi due… io direi di alzarci.”
“Bene… dove andiamo adesso?”