Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Eikochan    14/12/2009    3 recensioni
Il Giglio e le sue amiche. Incontrastate dominatrici della scuola: belle, atletiche, carine e ricche. Tutto quello che si può volere dalla vita? O no?
Peccato che la loro vita perfetta si sgretoli pian piano tra le loro mani. La storia di come riusciranno a far fronte ad amori impossibili, tradimenti, gravidanze indesiderate, la reputazione, l'alcol e le cattive amicizie.
Crescere non è mica una cosa da tutti i giorni, vivere nemmeno! Un'altra fanfiction AU scolastica. Me questa (spero) tratterà temi originali, e diversi dalle altre. Dategli una chance!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Ino Yamanaka, Karin, Shikamaru Nara, Temari
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

PICCOLA NOTA: avverto che in questo capitolo e nella storia più in generale sono presenti un po’ di parolacce. Avverto poiché non tutti le sopportano in una ff. In ogni caso ho cercato di non esagerare.

 

The party.

 

 

La musica a palla che proveniva dal dj che mixava i brani al massimo volume le intontiva le orecchie e la mente: la festa era già iniziata da un’ora ma non tutti erano ancora arrivati. Vide Kankuro e Temari che litigavano a bordo piscina, chissà che aveva combinato sta volta il fratellino della Sabaku. Passò vicino a loro allo scopo di portarsi via Tem in modo da evitare che quei due, con le loro urla che di li a poco sarebbero divampate, rovinassero la festa.
"Gaara non può andare avanti cosi..” Temari sembrava sul punto delle lacrime. E non era un cosa che accadeva cosi spesso.
Alla fine Ino decise di non intromettersi: era una questione di famiglia e tale doveva rimanere.
Scorse dall’altra parte del giardino il fratello Sabaku argomento della discussione. Se ne stava seduto solo sotto un cedro; evidentemente durante l’estate era riuscito, in qualche modo, a farsi fare un tatuaggio: sulla fronte stava per l’appunto tatuato l’ideogramma significante “amore”; strano disegno per un tipo come Gaara. Proprio sotto l’occhio destro aveva un profondo graffio da poco cicatrizzato.
“Ciao..” si sedette accanto a lui, piegando il vestito firmato in modo da non sgualcirlo.
“Mmm..”  grugnì il rosso, in segno di saluto.
“Ti si sei fatto un tatuaggio, alla fine?” gli sorrise, amichevole.
“Si..” loquace come sempre il ragazzo, non c’è che dire.
“E come l’hanno presa Tem e tuo padre?”
“Tem mi ha sbattuto fuori casa per tre giorni urlando che ero un coglione, papà ancora non l’ha visto. E presumo che per un po’ di tempo non lo vedrà.”
E alle parole del ragazzo si rattristo.
Ino conosceva la disastrata situazione della famiglia Sabaku: la madre era morta di parto, dando alla luce Gaara; il padre invece, ricco imprenditore, era sempre in giro per il mondo a soggiornare nelle sue molte ville in compagnia delle sue altrettante amanti e Temari, ben presto, si era presa a carico, senza averne scelta, tutta la famiglia: si comportava come un madre con Kankuro e Gaara, un madre molto incazzosa e irritabile, ma faceva del suo meglio. Gaara invece, che Ino sospettava si rimproverasse della morte della madre, viveva come un teppista peggiore di Temari; non c’era giorno che non riportasse qualche ferita o qualche notte che tornasse ad ore decenti, anzi a volte nemmeno tornava; frequentava gente molto più grande di lui e assolutamente poco raccomandabile. A nulla erano valse le sfuriate, i rimproveri e le lamentele di Temari.. Gaara era tutto sua sorella: orgoglioso, forte, indipendente e totalmente indifferente agli obblighi a cui la gente incessantemente lo obbligava.
“Bè, in ogni caso ti sta davvero bene.” Sorrise guardando la folla, scorgendo all’improvviso una chioma castana che si allontanava nella folla. Balzò in piedi e saluto Gaara “Comunque ci sentiamo, ciao ciao.” E sparì nella folla.

 

̄ ̈'*·~-. ̧ ̧,.-~*' ̄ ̈'*·~-. ̧ ̧,.-~*'

 

Karin prese il Cosmopolitan che il barman le aveva appena passato, strizzandole l’occhio; si girò di scatto muovendo i lunghi capelli.
Ma dove diavolo era finito Deidara?! Si guardò intorno nervosa e vide Neji guardare da lontano la cuginetta Hinata che era caduta proprio tra le braccia del “suo” Naruto, che per tenerla in piedi l’aveva afferrata in un abbraccio stritolante; di certo era meglio che quel baka lasciasse andare Hinata al più presto se voleva tenersi le braccia attaccate al corpo: Neji lo stava guardando gelido, con un’occhiata degna del peggior serial-killer.
All’improvviso, proprio dietro le spalle di Neji, scorse dei famigliari occhioni azzurro cielo: finalmente quel cretino era arrivato!
Finì il cocktail in un lungo sorso e si avviò al centro della pista, dove Deidara cercava di evitare le primine che in preda alle intemperie degli ormoni gli si strisciavano addosso come animali in calore. Arrivò di fronte al ragazzo e scansando via una moretta particolarmente insistente gli si piantò davanti, le mani sui fianchi e l’aria minacciosa negli occhi scuri.
“Alla buon ora Deidara!”
“Minchia. Nemmeno ciao? Sono appena arrivato e già rompi i coglioni!”
“Senti biondino! Abbassa le arie ca..” ma non finì la frase.
Le labbra morbide del ragazzo si erano posate sulle sue in un bacio che diventava di secondo in secondo sempre più travolgente,; restarano cosi, senza prendere aria, finché la rossa non si stacco per riprendere fiato.
“Noi.. dobbiamo parlare” lo guardò, in segno di sfida.
E lo trascinò via, verso la camera di Temari.

 

̄ ̈'*·~-. ̧ ̧,.-~*' ̄ ̈'*·~-. ̧ ̧,.-~*'

 

 

Ino, veloce nella folla, spinse via Hinata che finì, rossa di vergogna, contro Naruto.
Per fortuna i tacchi le alzavano la sua, già alta, statura e in quel modo riusciva a scorgere le teste delle persone: non fù difficile trovare una testa mora con una coda alta somigliante ad un ananas, si stava dirigendo verso una poltroncina in prossimità della piscina; lo raggiunse in trenta secondi e afferandolo per un braccio lo costrinse a girarsi.
“Che cazzo ci fai te qua?” domandò con la voce più velenosa che conosceva.
“Mi ha trascinato qui Choji e poi che ti stupisci? Da’altra parte sono stato invitato anche io alla tua seccante festa.” E tirò fuori dalla tasca un invito rosa, uguale a quelli che avevano scritto loro tre giorni prima.
In un movimento fulmineo di unghie fresche di manicure Ino gli strappò l’invito e lesse: era senza dubbio identico a quello che aveva creato Tem e c’era proprio scritto “Nara Shikamaru” ma la scrittura non era ne di Temari ne di Karin. Chi mai le aveva fatto un affronto del genere? Appena lo avesse saputo.. stropicciò il foglietto con tutta la forza che aveva.
“Bè questo invito non è autentico. Non so chi l’abbia fatto ma non è stato scritto da nessuna delle Flo.” Glielo ridiede, sbattendoglielo contro gli addominali scolpiti. “Quindi ora puoi anche andartene” e fece per girarsi.
“Con molto piacere. Questa festa è davvero una noia.. ah! E attenta a non inciampare nel tuo ego mentre te ne vai”
“E tu attento a non addormentarti per strada.. sarebbe un vero peccato che un serial killer ti usasse come prossima vittima.”
E con un gesto eloquente, che lo invitava ad andare in un preciso posto, si allontanò inghiottita dalla folla.

 

̄ ̈'*·~-. ̧ ̧,.-~*' ̄ ̈'*·~-. ̧ ̧,.-~*'

 

Si avvicinò al fratello, infuriata come mai prima.
“Da questo momento in poi non uscirai più di casa senza il mio permesso, e avrai la possibilità di uscire per conto tuo solamente per andare a scuola!”
L’altro alzò gli occhi azzurri… e spenti.
“Come se potessi realmente impedirmelo…”
“Gaara ti avverto che..” ma quello non l’ascoltava nemmeno più, aveva acchiappato al volo Matsuri e ora se la stava trascinando via dando le spalle alla sorella maggiore.
Temari, il fumo che per poco non le usciva da sotto gli inseparabili codini, si allontanò ancora più arrabbiata di prima. E, procedendo alla carica, come un treno in corsa, andò a cozzare contro un ragazzo dall’aria annoiata e un po’ strafottente.
“Eh che palle! Ma nessuna delle Flo è abbastanza intelligente da guardare dove va?”
Shikamaru si stava rialzando dal pavimento appiccicaticcio su cui era caduto.
“Stai insinuando che sarei stupida?”
“Oh.. io non insinuo niente.” Sorrise, sottointendendo il reale significato delle parole.
“Ah si? E tu insinua questo..” e gli tiro un sinistro in piena faccia, facendogli uscire sangue dal naso.
“Ma sei scema per caso?” parlava sputacchiando il suo stesso sangue.
L’altra, rinsavita dal suo raptus omicida, guardava stupita il sangue che scendeva fiotti.
“Oddio scusa! Ero nervosa e i miei istinti da (ex) teppista hanno avuto la meglio.”
Temari prese un fazzolettino dalla borsa e glielo porse. “Vieni in cucina dai, che ti do una sistemata.”
E senza dire nient’altro lo prese per mano e se lo trascino in cucina.

 

̄ ̈'*·~-. ̧ ̧,.-~*' ̄ ̈'*·~-. ̧ ̧,.-~*'

 

Chiuse con un scatto la porta dietro di se e si girò verso Deidara.
Lacrime salate scendevano dagli occhi, ribelli, non dovevano cadere. Maledizione!
Le lacrime sono roba da poppanti.. e lei non era una poppante. Lei era forte, lei non doveva piangere.
Abbassò gli occhi in modo che la frangia, veloce, andasse a coprirle gli occhi lucidi e ne impedisse la visione a.. lui.
Eppure non era stata abbastanza pronta. Lui aveva visto tutto e ora le stava alzando il mento con le lunghe dita, affusolate ma forti.
“Che cazzo piangi?” la sua voce era.. irritata.
Come poteva essere irritato, lei stava piangendo, per la miseria! Non voleva essere compatita ma non si meritava nemmeno la sua rabbia.
“Sei proprio uno stronzo!”
Ma lui, senza ascoltarla, si butto sulle sue labbra rosse come sangue, rosse come il cuore, rosse come una rosa senza spine. E lei ricambiò, incapace di liberarsi dalla sua ossessione. Non importa quanto una cosa faccia male.. a volte rinunciare ad essa fa ancora più male.
E allora, tra le lacrime che ancora scendevano dagli occhi, e tra la passione che la mano posata sul basso ventre le dava, disse quelle parole che pensava da mesi e che mai era riuscita a dire.
“Ti amo”
Debole sussurro che riuscì a bloccare il ragazzo. Lei alzò lo sguardo mentre lui apriva gli occhi.
La smorfia di.. rabbia? Possibile che fosse rabbia quella che faceva stringere incredibilmente gli occhi del ragazzo in sottili fessure?
Non lo seppe mai.
Ed il biondo ritorno alla sua occupazione, con più foga, più passione. E lei si dedico alla sua droga personale, mentre lo spingeva sul letto.. trovando di nuovo quella forza selvaggia che l’aveva sempre contraddistinta.
Karin non piangeva. E ancora più importante, Karin non doveva amare nessuno.

 

̄ ̈'*·~-. ̧ ̧,.-~*' ̄ ̈'*·~-. ̧ ̧,.-~*'

 

Ino afferrò al volo un cocktail indefinito e borbottando scorse Kiba spaparanzato sulla sdraio vicino al soggiorno.
“Quel Nara maledetto.. me la pagherà o se me la pagherà!”
Sempre borbottando si sedette accanto a lui, accarezzando distrattamente Akamaru.
“Che ti ha fatto Shika?”
“Maledettissimo cretino!” si girò verso Kiba, gli occhi di fuoco. “E’ venuto alla festa con un invito falso e mi ha praticamente detto che sono una viziata, egoista e egocentrica!”
Il moro non resistette e immaginandosi a cosa andava incontro, scoppiò a ridere, nella sua tipica risata che sembra un latrato.
“Grande Shika. Non gliene frega proprio niente delle persone.. se deve dire una cosa, la dice!”
Si disse tra se e sé. Poi un leggero bruciore gli pervase la guancia: Ino gli aveva tirato uno schiaffo secco in piena guancia.
“Mamma mia! Non è mica la prima volta che ti insultano Ino!” Akamaru si alzò sulle zampe leccandogli la guancia rossa. “Come mai ti importa tanto del suo giudizio?”
“Non me ne porta un cavolo del suo giudizio!” e, prendendo un altro cocktail, si allontanò digrignando i denti fra se e sé.

 

̄ ̈'*·~-. ̧ ̧,.-~*' ̄ ̈'*·~-. ̧ ̧,.-~*'

 

“Merda. Che male! Hai un sinistro assassino, bionda!” si teneva il naso dolorante.
“Anni e anni di risse per strada.” Sorrise Temari, appoggiandogli delicatamente il ghiaccio sul naso.(*)
“Comunque tu saresti?”  chiese poi.
“Shikamaru Nara, piacere” e gli porse la mano libera.
La bionda scoppiò a ridere fortissimo. “Allora tu saresti Nara? Quello che Ino non ha voluto a tutti i costi alla festa?” si teneva la pancia.
“Quella strega bionda…” digrignò i denti.
“Ahah.. in ogni caso che ci fai qui?”
“Qualcuno deve avermi mandato un falso invito e il mio migliore amico mi ci ha trascinato..” si strinse nelle spalle.
“Comunque piacere, io sono Temari no Sabaku.” e rispose alla stretta di mano del moro.

 

̄ ̈'*·~-. ̧ ̧,.-~*' ̄ ̈'*·~-. ̧ ̧,.-~*'

 

Kiba stava guardando la sua migliore amica che, con il quinto cocktail in mano, si stava divertendo con il terzo fortunato della serata.
A un certo punto il ragazzo, alto con capelli castani e gli occhi verdi, iniziò a salire con la mano su per la coscia di Ino.
Cosa voleva fare quel bamboccio?!
In trenta secondi, quasi si fosse teletrasportato, fu al fianco del ragazzo che spinse via.
“Cosa credi di fare?” ringhiò, come Akamaru, sempre al suo fianco.
“Eh dai! Non dirmi che non hai mai voluto fare un giro con il Giglio. Sarebbe popolarità assoluta.”
“Io non ho bisogno di ricorrere a stupidi giochetti come approfittarne quando è ubriaca.”
Poi senza un’altra parola la prese per il fianco e la portò via.
Incrociò Shikamaru che gli chiese dove fosse Choji e sbrigativo gli rispose: aveva una “cosa” da portare in salvo.
Conosceva abbastanza bene casa Sabaku e in poco tempo trovò la camera di Kankuro: posò delicatamente Ino sul letto e si sdraio al suo fianco, coprendo se stesso e la ragazza con la coperta.
Ino russava placida accanto al suo petto e lui si rilassò, le bacio la fronte e ascoltando il respiro della ragazza si addormentò. Kankuro non si sarebbe di certo arrabbiato per l’usurpazione della sua camera. O almeno lo sperava.

̄ ̈'*·~-. ̧ ̧,.-~*' ̄ ̈'*·~-. ̧ ̧,.-~*'


Guardò l’orologio della cucina: segnava le tre e un quarto di notte.
“E’ meglio che vada a cercare Choji” disse Shikamaru, avviandosi in salone.
“Vengo con te. Tanto non ho nulla da fare.”
Entrarono insieme nel salone praticamente vuoto, erano andati via quasi tutti e guardandosi in giro non scorse da nessuna parte la vasta mole di Choji, che, con l’aiuto di suo padre, aveva il compito di riportarlo a casa.
Kiba, con al fianco una Ino visibilmente ubriaca, passò li di fianco.
“Choji mi ha detto di dirti che una biondina l’ha invitato nel suo appartamento e che gli dispiace ma è un occasione da non perdere.” Disse sbrigativo, sparendo mezzo secondo dopo.
“Grazie Kiba..” poi si girò sussurrando “Merda.”
La bionda che lo accompagnava, e che aveva degnato l’amica di un solo sguardo, lo guardò divertita.
“Che problema c’è? Stai a dormire qua..” rise.
E alla fine non è che avesse molta scelta, Shikamaru, e cosi accettò l’invito sentendosi profondamente ipocrita; lui che aveva sempre criticato quelle tre sciocche ragazze per la loro stupidità ora si ritrovava ad essere ospitato in camera di una di queste. Bah.. o dormiva con lei o dormiva per strada. Non ebbe indecisioni su quale fosse la scelta migliore: probabilmente era troppo stanco solo per scendere in strada. E cosi si avviò, strisciando i piedi, dietro Temari.
“Questa è camera mia.” Disse l’altra aprendo di poco la porta, e richiudendola subito dopo vedendo cosa stava succedendo dentro.
“Direi che la mia stanza è occupata.. maledetta Karin!” e poi scoppiò a ridere.
Doveva immaginarsela una fine del genere con quei due.. era già tanto che non si fossero dedicati al loro “allenamento fisico” nel bel mezzo del soggiorno.
La camera di Gaara era accanto alla sua ed era, fortunatamente, vuota. Solo che il letto era uno solo.
“Dovremmo dormire insieme.. a quanto pare” disse Shikamaru.
“Bè, sappi che se mi stupri il mio paparino è capace di spillarti anche i bottoni delle mutande!”
E con quella, presumibilmente scherzosa, minaccia si sdraio sul letto con vicino Shikamaru.
Il ragazzo, che aveva la dote innata di addormentarsi dovunque, in meno di un minuto russava già.
Allora alzò gli occhi azzurri verso le labbra dolci del ragazzo, che buffamente erano aperte in una piccola o.
E rise tra se e se, prima di addormentarsi con il profumo agrumato del ragazzo sotto il naso.

̄ ̈'*·~-. ̧ ̧,.-~*' ̄ ̈'*·~-. ̧ ̧,.-~*'

Una piccola scossa le disturbo il sonno. Stinse gli occhi e tentò di tornare a dormire. Ma subito una più forte la costrinse, nolente, ad aprire gli occhi. Deidara la guardava scocciato.
“Ti volevo solo avvisare che ora me ne vado. Domani sera parto.. vado in guerra e tornerò probabilmente fra un anno.”
Lo disse con una leggerezza assurda. Sembrava avesse parlato del tempo invece che del suo futuro.
Deidara faceva parte dell’esercito. Era uno dei migliori soldati esperti in tema di bombe e proprio per questo, gli venivano affidati compiti superiore a quelli degli altri compagni.(1) Karin lo sapeva che prima o poi sarebbe successo, che la guerra lo avrebbe chiamato tra le sue file. Lo guardò, imponendosi e riuscendo, a non piangere.
“Almeno sta notte rimani al mio fianco.” Disse solamente quella frase.
Deidara si guardò intorno, cercando una via di fuga da quella situazione. Non ne trovò.
“Va bene.” E si sdraio di nuovo.
Accanto a lui la rossa fece lo stesso. Poco dopo dormiva.
E in silenzio il biondo si vestì e prese le sue cose, sparendo dalla porta.
Al mattino la rossa si rese conto che non l’avrebbe rivisto per almeno un anno e nascose la testa sotto il cuscino per impedire alla sua debolezza di manifestarsi , capricciosa e inopportuna.

 

 

SPAZIO AUTRICE.

Un nuovo capitolo finito!!
Devo dire che questo mi è piaciuto un sacco scriverlo e che, incredibile per una come me, l’ho finito in un solo pomeriggio.
In questo capitolo ho fatto degli accenni Naru/Hina e Matsu/Gaara, solo per sfizio personale e per rendere un po’ più dettagliata la descrizione della festa. *.*
Ah e spero sia arrivato il concetto delle Flo: un pò più umane di come le abbiamo conosciute fin'ora.

NOTE: (*) hem! Diciamo che non sono pratica di pugni in faccia e non so davvero se il ghiaccio serva a qualcosa o se si metta in questi casi. Prendetelo come una verità che l’autrice sente di possedere ù.u

(1)   Dio! Non sono nemmeno un esperta in guerra e soldati. Prendete per come vengono queste informazioni/supposizioni.. ._.°

 

RISPONDIAMO AI COMMENTI:

o meglio alla mia unica commentatrice.. ç.ç

 

Meg89: intanto grazie davvero dei complimenti sulla scrittura. Mi hanno davvero fatto piacere.. (si del tipo leggo la storia 20 volte prima di pubblicarla ma praticamente sempre mi sfugge qualcosa).
Mi ha fatto piacere soprattutto perché considero la mia scritto un po’ troppo da “sceneggiatura” e mi fa piacere che qualcuno l’apprezzi (:
In secondo luogo la critica sui contenuti: non preoccuparti non mi sono offesa! Ma ci tenevo a precisare che era mia reale intenzione dipingerle come snob, antipatiche, superficiali e somiglianti alle protagoniste dei telefilm americani. Dovevano essere sciocche e frivole perché all’inizio di questa storia loro sono realmente cosi ma durante il corso dell’anno incontreranno nuovi amici e nuove situazione che le porteranno a rivedere il loro carattere sia in bene che in male..  e andranno a scoprire il vero significato delle cose (detto cosi sembra una cosa tipo:”nuovo messia” ma non è questo il senso.. solo che ora come ora sono incapace di esprimermi al meglio).
In ogni caso fammi sapere, se e quando, continuerai la storia se ti farò cambiare idea o rimarrai della tua convinzione.
Thanks per la recensione con le critiche bene accette.


E ooooooooooooooooooora.
Bè, direi: fatemi sapere com’è questo capitolo.
Perché mi sto demoralizzando abbastanza per la mancanza di commenti.
ç.ç

Eiko.

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Eikochan