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Autore: Schwarzweis    16/12/2009    7 recensioni
Questa è una raccolta di FlashFictions e Drabble ispirate da sole parole che saranno i nomi dei capitoli.
Aneddoti folli, seri, divertenti, tristi, filosofici e quant'altro: un metodo comodo per esercitarmi a scrivere e per farvi provare qualcosa.
Dedicata a questa magnifica coppia. Cercherò da ora in poi di aggiornare più spesso.
#42: Sightseeing - [...] Il Sig. Trafalgar Law non aveva mai avuto il piacere di vedere la personalissima nave del Sig. Eustass Kidd. E mai ne aveva sentito il bisogno, specie dopo essersi goduto l'espressione di Kidd mentre guardava esterrefatto il suo alquanto personalissimo sottomarino pirata.
Ma il Sig. Trafalgar Law stava per essere portato di peso - proprio come un sacco di patate, in spalla - sul suo bastimento, fingendo anche una ribellione tanto per non sembrare troppo d'accordo sulla cosa. [...]
Pair: Kidd / Law
Genere: Generale, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Eustass Kidd, Supernova, Trafalgar Law
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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-- Goodbye


'I miei polmoni si rifiutano di funzionare..' Riflettè quasi per fare il punto della situazione, e mosse di nuovo le gambe in un tentativo di nuotare palesemente andato a vuoto, mentre il mare lo trascinava sempre più giù come un peso morto. La vista sfocata, la testa e le orecchie che gli trasmettevano solo quella sensazione di vuoto nel cervello, fastidiosa come un lungo, intenso fischio. 'No.'
Le ossa rotte, le ferite profonde, il sangue che copriva parte del volto e della pelle esposta. 'No. No. No!' Urlò nella sua testa Law, portandosi le mani al collo e scacciando l'idea di lasciarsi andare. Perchè era stanco, si sentiva abbastanza stanco da non riuscire più a muovere un muscolo per combattere la corrente.
Stava per perdere i sensi, lo sentiva. E si chiese perchè nessuno l'aveva ancora raggiunto per trarlo in salvo.
'Non.. devo.' Strinse gli occhi, cercando di convincersi ulteriormente, ma l'idea di riposare lì era così comoda e facile che si era intrufolata tra i suoi pensieri. E tra quei pensieri c'era anche quello di punire i compagni per averlo lasciato morire così pateticamente.
Per averlo lasciato morire con l'ultimo ricordo della mano di Kidd che tentava di afferrarlo, prima della caduta, inutilmente. Con l'ultima cosa che aveva guardato: la sua espressione praticamente terrorizzata nel vederlo sparire tra le onde.

Per quelli che gli sembrarano almeno cinque minuti, smise di pensare completamente: si era svuotato del tutto. Si concentrò su suoni casuali, come il pulsare nel suo petto che somigliava tanto al battito rallentato del suo cuore. E poi sentì delle voci. Non voci, forse qualcos'altro, troppo confuso.

Passarono altri interminabili secondi. Ancora quei suoni così incerti e che disturbarono il suo riposo. Aprì leggermente gli occhi.
E gli sembrò di intravedere qualcosa di altrettanto incerto: vagamente somigliante ad una grossa macchia bianca, lucente, strana.
Il suo corpo decise che era il momento di lasciar perdere una volta per tutte, abbandonandosi in quell'abisso.

***

Tentò un paio di volte prima di riuscire ad aprire le palpebre che sembravano pesargli tonnellate. 'Sono ancora vivo?' Mosse gli occhi per guardare, ma per i primi secondi credette quasi di essere cieco. 'Perchè sono ancora vivo?' Si chiese Law incredulo - abbastanza stupidamente, avrebbe detto - quasi come se fosse stato un bambino alle prese con la puntura di una siringa troppo veloce.
Riconobbe la propria cabina illuminata dal sole ancora in alto nel cielo, ma quando cercò di muovere le mani e le gambe notò che non poteva farlo. Si chiese se non fosse paralizzato, perchè se era così avrebbe davvero preferito morire e spegnersi sott'acqua, inutile come sarebbe potuto essere.
Voltò il capo - anche il cranio era pesante su quel cuscino così freddo - per poi accorgersi che c'era qualcuno con la testa tra le mani ed i gomiti appoggiati sulle lenzuola bianche del letto.

Dopo qualche minuto di pazienti prove, riuscì a muovere la mano destra ed il suo braccio, bendati come molta superficie di tutto il suo corpo.
"Kidd," Lo chiamò, e si accorse che la sua voce era terribilmente bassa, molto più bassa del solito. "Kidd."

E quando si sentì chiamare per nome Kidd alzò lentamente il volto abbastanza disorientato ed assonnato - quello di chi deve aver riflettuto troppo a lungo - con ancora i palmi delle mani a pochi centimetri dalla faccia e dai capelli rossi spettinati.
Il labbro inferiore gli tremolò per un istante mentre i sensi di colpa gli tornavano tutti in mente.
Battè le palpebre almeno tre volte prima di fissare gli occhi blu di Law, credendo di aver visto un fantasma. E in effetti il pirata era di un pallore cadaverico.

"Stronzo," Cominciò Kidd - con un insulto, come da sua abitudine - cercando qualcosa di sensato da dire simile a 'come hai osato fingerti morto per due intere settimane', ma non gli riuscì per niente. Anzi, si sentì bruciare gli occhi, ma probabilmente il vero motivo era che non aveva dormito per niente in quei giorni.
Cercò di soffocare quella sensazione stringendo le lenzuola tra le dita.

La voce di Law si sentì a malapena, flebile e debole allo stesso tempo. Per qualcosa che non si aspettò, per rassicurarlo, forse.
"Lo so. Va tutto bene."







post-it: Mi dispiace per il terribile ritardo. Vi amo tutti per le recensioni. E fatto il Profilo.
  
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