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Autore: Bellis    16/12/2009    1 recensioni
Il celebre investigatore di Baker Street si trova alle prese con un mistero che lo trascinerà nel profondo di torbide acque, un abisso che affonda le sue radici negli oscuri eventi del suo passato. Riuscirà Watson a far luce su un enigma che coinvolge tanto gravemente lo stesso suo amico? Come potrà Mycroft Holmes essere d'aiuto?
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Risposte alle recensioni e Ringraziamenti a fine capitolo, per motivi strettamente funzionali. Chiedo perdono per l'inconveniente.)


Capitolo XVIII - Epilogo


In poco tempo, il mio amico Sherlock Holmes ritornò alla sua familiare attività, che assorbì la sua mente grazie al sano stimolo del lavoro, ed impiegò le sue straordinarie facoltà deduttive e logiche in una rapida successione di casi che, pur essendo di relativamente scarsa importanza, misero a dura prova i suoi ormai collaudati metodi nella risoluzione di elaborati enigmi.

Fu alcune settimane dopo gli amari eventi che ci videro fuggiaschi nei pressi di Maidstone, che ricevemmo nel nostro salotto un inaspettato ospite.

"Ha letto il Morning Post?" inquisì, senza preamboli, James Berning, avanzando a lunghi passi e sventolando il quotidiano di fronte a sè.

Holmes, senza mostrare particolare sorpresa per questo teatrale ingresso, annuì brevemente, con l'ombra di uno strano sorriso ironico che affiorava ai suoi lineamenti aquilini.

"Il Morning Post?" chiesi, confuso, alzandomi dal tavolo della colazione - in effetti non avevo ancora avuto l'occasione di sfogliare i giornali del mattino.

Il giovanotto mi porse un disordinato insieme di fogli strapazzati che una volta dovevano aver formato la rinomata testata giornalistica. Dispiegai le carte, mi avvicinai alla finestra in cerca di luce, e lessi ad alta voce il trafiletto in seconda pagina.

Evasione dalle prigioni di Maidstone [recitava l'articolo]
Il ben noto latifondista Thomas Cardside, benemerito cittadino recentemente imprigionato sotto gravi accuse da parte delle forze di polizia della City, nella giornata di ieri sembra aver dato definitiva prova della propria colpevolezza. Sfruttando la familiarità con una delle guardie carcerarie e l'aiuto di alcuni complici, è riuscito ad allontanarsi dalla sua cella e dallo stesso paese di residenza...

"Tutto ciò è inaudito!" esclamai, indignato. Capivo infatti che non si fosse trattato di familiarità quanto di corruzione, e riflettevo tristemente sul malefico potere che quell'individuo dimostrava di possedere ancora sulla gente di quella città.

Il detective mi osservò per alcuni momenti. "Vada avanti, Watson." mi esortò, sibillino.

Obbedii, riportando lo sguardo sullo scritto.

... Fortunatamente, l'improvviso tentativo di evasione è stato sùbito scoperto, e la procura delegata di Scotland Yard, entrata in azione, ha provveduto all'inseguimento del ricercato. Prontamente ritrovato il fuggitivo, gli agenti hanno impiegato la forza necessaria per consegnare l'evaso nuovamente ai suoi carcerieri. L'ispettore Mulligan ha riferito che Thomas Cardside è deceduto ieri sera, dopo una colluttazione ed uno scontro a fuoco.

Un profondo silenzio seguì il termine della narrazione. Lanciai una rapida occhiata al mio coinquilino, istintivamente cercando di comprendere quale fosse stata la sua reazione a questa brusca conclusione della vicenda - perchè di definitiva conclusione si trattava.

"Non è giusto." sussurrò la voce di Berning, compresa di una indicibile, mesta rassegnazione.

Entrambi lo guardammo; io ero colpito da una tale affermazione, tuttavia non ebbi necessità di chiedere spiegazioni, dal momento che il ragazzo continuò spontaneamente.

"Quell'uomo non ha mai dovuto affrontare un tribunale." mormorò, scuotendo lentamente il capo, "Non ha mai dovuto subìre il disonore della pubblica accusa, non ha mai dovuto rendere conto a nessuno dei suoi misfatti, non ha mai temuto il giudizio dei suoi pari. Non è giusto." sibilò ancora, "Per quarant'anni ha avvelenato tutto ciò che lo circondava, ed ora... ora la verità è morta con lui. Tutto ciò che poteva essere svelato grazie a lui, ora è perduto per sempre. Non è giusto!" ripetè, per la terza volta, fuori di sè.

I suoi occhi incontrarono quelli di Holmes, che lo ascoltava senza accennare ad interromperlo, e solo allora il giovane parve accorgersi della veemenza - non proprio definibile come eccessiva, date le circostanze - dimostrata di fronte ad estranei. Tentò frettolosamente di ricomporsi, cercando di disciplinare il proprio volto nel modo prescritto dalle norme di buon comportamento.

"Ma lei - lei sa già tutto questo, vero, signor Holmes?" accennò, in tono di scuse, col viso di un colore acceso; pareva sull'orlo di una crisi nervosa.

Il mio amico si avvicinò al nostro non preannunziato visitatore, ed accennò al divano, "La invito alla calma, Berning. Sieda, la prego. Ecco, così va meglio. Sono certo che il dottor Watson potrà versarle un bicchiere di brandy."

A questo avevo già provveduto. Il nostro ospite bevve un sorso e parve riacquistare un po' più di tranquillità, anche se quella tensione che lo aveva reso così iperattivo nel momento del suo ingresso rimaneva, latente ed irremovibile.

"Lei è sconvolto; aveva fiducia nella giustizia del mondo civilizzato, della nostra vecchia Inghilterra." constatò l'investigatore, a bassa voce, "Ne è rimasto deluso. Ma non biasimi i devoti magistrati di Sua Maestà, o la giusta legge tuttora in vigore nei suoi territori. Del resto, il faut de la force assurément pour tenir toujours la balance de la justice droite entre tant de gens qui font leurs efforts pour la faire pencher de leur côté [1]. Il francese Re Sole aveva le idee chiare in riguardo."

Berning si limitò a scuotere pianamente il capo, ormai sfiduciato.
"Cosa accadrà ora? Quali terribili accuse attendono mia madre, adesso che nessuna attenuante può essere portata a suo discarico?" era una domanda retorica, ma posta con tale sfumatura di disperazione, che guardai anch'io Holmes con un inconfondibile accento di supplica, come se egli fosse l'unico individuo al mondo capace di sopperire a quella tragica ingiustizia.

"Non tema, ragazzo mio, nulla è perduto!" rispose immediatamente il mio amico, battendo una mano con leggerezza sulle spalle dell'afflitto. "Grazie all'indiretta testimonianza del gentiluomo del quale ha certamente sentito parlare, qualche tempo fa, in questa stessa stanza, è probabile che il procedimento penale si concluderà in modo non particolarmente sfavorevole per la sua famiglia."

Il suo interlocutore assunse d'un tratto una postura decisamente più eretta, "Intende dire che... il suo stratagemma ha funzionato? Siete riusciti a convincere quel nobiluomo a consegnare i documenti in suo possesso che riguardassero Cardside, a strappargli qualche informazione?" azzardò, incredulo.

"Ben più di qualche informazione."

"Il Cielo la protegga!" sussurrò solamente James Berning, rilassandosi con tale subitaneità che avrei pensato di vederlo afflosciarsi al suolo. S'interruppe dopo questa istintiva esclamazione, chiaramente a disagio, ma infine proseguì, senza il nervosismo di prima, come se un indicibile peso si fosse sollevato dal suo cuore, "Io... le sono grato, signor Holmes. Come potrò mai ripagare questo debito?"

Holmes sorrise, sedendo in poltrona di fronte al giovane, "Aspetti almeno che tutto sia finito, prima di pormi una domanda del genere, Berning." ribattè, quietamente; ma la sua sicurezza ed il suo fare deciso lasciava presagire bene a questo proposito.

L'altro lo fissò per un attimo, quindi balzò in piedi, precipitandosi verso l'attaccapanni. "Devo conferire con mia madre - ella sarà distrutta, al pensiero dei recenti avvenimenti." balbettò, prendendo il soprabito ed il cappello che aveva appoggiati lì solo una decina di minuti prima.

Con mio gran stupore, il detective lo seguì, "Le dispiace se la accompagno fino a Tyneside? E' necessario che io sbrighi qualche affare fuori Londra - temo infatti che rimarrò via fino a sera inoltrata."

Mi resi conto, qualche istante dopo aver udito quelle parole, di essermi irrigidito. Ricordavo anche troppo bene cosa fosse accaduto l'ultima volta che Holmes aveva pronunziato una frase simile - era stato l'evento scatenante di una vicenda che si era maleficamente protratta per intere settimane, e che aveva trovato il suo naturale termine solo in quel giorno.

Rivolsi al mio bizzarro camerata uno sguardo di pura e vivida preoccupazione - e mi accorsi che i suoi occhi grigi e penetranti, densi di quell'interesse che qualsiasi scienziato riserverebbe ad un importante esperimento, mi stavano osservando - con un indiscutibile brillìo di divertimento.

"Vede, Watson, speravo di poter girovagare per quei luoghi beneficiando di una maggiore calma, rivedendo nuovamente in essi qualcosa del passato e dei miei ricordi meno recenti. Vorrebbe venire con me, amico mio?"

Repressi a malapena un sospiro, accennando un sorriso, "Ma certo." pazientemente diedi la mia ovvia risposta.

Holmes mi seguì all'esterno dell'appartamento, richiudendo la porta dietro di noi - Berning era già sceso in strada, e stava chiamando a gran voce una carrozza, il cui vetturino, accostando il veicolo al marciapiede, borbottava qualcosa sulla cattiva educazione dei giovani d'oggi. Il buon senso mi diceva che quel viaggio non avrebbe compensato o eliminato dalla nostra memoria la cupa aura di quelli precedenti - ma avrebbe contribuito a rischiarare un paesaggio ancora troppo nebbioso, e avrebbe portato nuova serenità azzurrina in un cielo fortunatamente non molto incline a portare nuovi strali di tempesta.

Sul mio diario non trovo particolari annotazioni su quel giorno passato nella campagna del Sussex, sebbene i paesaggi che contemplai siano ancora vividamente impressi nella mia immaginazione. Leggo invece dal taccuino da viaggio alcuni appunti che contribuiranno forse a definire le poche linee mancanti nella rappresentazione del quadro generale, nel modo in cui esso mi apparve.

Confermando le previsioni del celebre detective di Baker Street, la corte britannica, riunitasi in assemblea dopo un mese per esprimere un verdetto, trovò di grande interesse i documenti procurati dai fratelli Holmes, e furono avviate ulteriori indagini su coloro che si trovarono coinvolti in loschi affari la cui area d'interesse fu accertata estendersi - purtroppo - lungo tutta la contea.

Molti rammenteranno ancora l'illuminante discorso pronunciato di fronte al giudice dal signor Sherlock Holmes; come egli mise in chiaro il marginale - se non inesistente - ruolo di Louise Berning nell'omicidio del marito, in contrapposizione a quello di genitrice devota; come il suo lucido ragionamento influì considerevolmente sul verdetto, riguardo il quale dirò solo che dimostrò parecchia indulgenza da parte del magistrato.


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[1] : Massima francese attribuita a Luigi XIV. Tradotta approssimativamente, "Ci vuole sicuramente molta forza per mantener sempre equilibrata la bilancia della giustizia, fra tanti individui che fanno ogni possibile sforzo per farla pendere dalla loro parte." -- Torna SU

Finalmente ti rispondo, Bebbe! *___* Sono iperfelice che l'ultimo capitolo ti sia piaciuto - e spero che anche questo Epilogo ti sia gradito! Sono onoratissima che tu mi abbia seguita dall'inizio alla fine: spero che tu abbia trovato questo particolarissimo caso interessante, per quanto ingenuo, dal punto di vista didattico... ghgh :P
Sai, mi è venuta in mente una piccola idea, che non so se sviluppare... ma credo che vedrai presto - anche se non molto presto - su questi schermi il tenebroso Enigma del Mosaico di Pietra. Quale Mosaico di Pietra? Eh - questo è ancora un mistero anche per me lo scoprirai a tempo debito! :D

Note dell'Autrice
Allora! E' finita, l'Amara Vicenda.
Se sei giunto fino a qui, Lettore, i miei più vivi complimenti. *__* E la mia gratitudine eterna per aver letto.
Vorrei in particolare ringraziare tre persone:
Jo March, che ha dato consiglio a Watson quando si è imbarcato nelle complicatissime indagini dilettantistiche di questa avventura.
La mia collega Bebbe che mi ha seguita dall'inizio alla fine, e soprattutto ha giocato ben ventitrè partite a scacchi contro Sherlock Holmes, tentando di farlo stare buono e tranquillo nelle prigioni di Scotland Yard quando così prevedeva il copione - mentre io, dopo il primo scacco matto in cinque mosse, avevo già cestinato la scacchiera.
DaTaLoRe (bellissimo nick *___*) che ha letto tutto (grazie *_*) e di tanto in tanto è passata a prendere il the con la signora Hudson e Mycroft Holmes, conversando in stile Vittoriano con loro.

A presto :)
Bellis


   
 
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