Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Vandevoorde    16/12/2009    2 recensioni
Una serata, un gruppo di amici, l’inizio di un racconto che mai porterò a compimento.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
– Sarebbe bello aspettare l’alba...
 
Diverse ore prima...
 
***
 
Era da poco passata la mezzanotte, quando il gruppetto di ragazzi uscì dal locale e mosse qualche passo sul selciato bagnato: aveva smesso di piovere, le nuvole si erano diradate quasi completamente e nel cielo s’intravedevano le stelle. La luna, notò Cristina, riposava fra tutti quegli astri dotati di luce propria e non era mai stata così sola. I lampioni – talmente alti, dritti e fieri da sembrare i padroni incontrastati della città – rischiaravano la strada entro una trentina di metri e si specchiavano nelle pozzanghere; l’aria tremolava in un continuo gioco di riverberi giallastri.
La giovane procedeva abbastanza speditamente, immersa nei propri pensieri. Teneva le mani in tasca. Non fece caso agli amici che camminavano un po’ barcollanti ad un paio di metri da lei, incespicando sul marciapiede. Del resto, non vide neppure che, alla sua destra, Andrea si era avvicinato e aveva poggiato il gomito sul suo braccio; ci fece caso poco dopo, quando scorse il profilo del ragazzo con la coda dell’occhio. Arrossì lievemente e non fece nulla di particolare: continuò, bensì, a passeggiare, cercando di mantenere una velocità costante.
Non voleva che lui capisse che la sua vicinanza la metteva a disagio... gran bel giro di parole, non trovate?
– Ehilà, Andrea! – tuonò all’improvviso Massimo. – Hai sonno?
– Lascialo stare: non vedi che sta male? – ribatté una voce, probabilmente quella di Claudia, alle loro spalle.
– Mamma mia... scusa! Non avessi mai... – iniziò il ragazzo, ma fu prontamente interrotto da Luca:
– Beh, se Andrea si sentisse così male, potrebbe appoggiarsi a Cri... o no?
Un coro di graziose risate seguì quella semplice ipotesi. Le guance della ragazza in questione si tinsero di un colore intenso, rosato, e il muscolo del suo braccio destro s’irrigidì notevolmente sotto la manica del cappotto. Cristina si sentì in dovere di rivolgersi all’amico che le era di fianco. – Stai bene?
Lui teneva lo sguardo fisso davanti a sé. Rispose con un “sì” debole e incerto, senza mai degnarla di un’occhiata.
– Dai, seriamente... stai bene?
Andrea si voltò verso la propria interlocutrice. L’aria fredda della notte s’incuneava tra i suoi capelli e gli sferzava il viso. – Sì – ripeté; stese il braccio sinistro e le circondò le spalle in una sottospecie di abbraccio, portandola delicatamente a sé. – Perché? Ti preoccupi per me? – aggiunse, con un mezzo sorriso.
Cristina era sicura d’aver percepito una nota dolceamara in quelle parole. – Ovviamente! – rispose d’un fiato.
Andrea si era paralizzato. L’avverbio pronunciato in modo talmente sentito; l’avverbio che forse lasciava intendere qualcos’altro: era stato quello a paralizzarlo. Il giovane se ne stette in silenzio per una ventina di secondi, poi ripeté, incredulo:
– “Ovviamente”?
Oh, oh. Cristina trasalì. Capì d’essersi tradita.
Rimase indecisa sul da farsi, e si limitò a sgranare gli occhi come un cerbiatto colto di sorpresa dai fari di un’auto. Notò la stretta del ragazzo solo in quel momento... avrebbe voluto dire qualcosa, ma la sua mente era completamente vuota. – Beh... è chiaro che io sia preoccupata... perché... voglio dire... chiunque si preoccuperebbe se qualcun altro stesse male, o no? ... non è bello vedere qualcuno che sta male – iniziò, cercando di mettere in moto rapidamente il cervello.
Andrea seguiva il discorso in silenzio. Lei continuava a parlare a vanvera, senza neppure ascoltarsi: sperava di depistare il ragazzo con un lungo vaneggiamento insensato.
Tu non ti preoccuperesti nel vedere qualcuno che sta male? – domandò infine, quasi a chiedere confermare della teoria appena espressa.
– Sì... sì, certo... – rispose lentamente il giovane. Cristina sentì uno strano tono nella sua voce, ma non riuscì a capire se quest’ultima tradisse confusione, insicurezza o semplice delusione. Sospirò.
In ogni caso, Andrea non aggiunse nient’altro. Il suo braccio – posato fino a quel momento sulle spalle dell’amica – si ritirò mestamente e la sua mano sinistra trovò posto nella calda tasca del giubbotto.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Vandevoorde