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Autore: Serena Van Der Woodsen    16/12/2009    1 recensioni
Ciao spero che vi piaccia la mia storia, parla della vita adolescenziale di Reneesme, che porterà allo sbocciare di un grande amore...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Renesmee Cullen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Al sorgere del sole'
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CIAO A TUTTI SONO RIUSCITA A POSTARE OGGI... VEDRETE COSA CAPITERà IN QUESTO CAPITOLO... VI PIACERà MOLTO! :D GRAZIE A TUTTI I COMMENTATORI IN PARTICOLARE A noe_princi89 :D

Renesmee's POV
È mattina, il sole filtra dalle fessure delle persiane e mi sveglia. Ormai ci stiamo avvicinando all’estate, la temperature aumenta di giorno in giorno, il sole comincerà ad esserci più spesso, e ciò significa andare a scuola da sola per molti più giorni. Da una parte adoro il caldo, il sole, l’estate, ma dall’altra è triste no poter stare con la propria famiglia quando c’è questo clima. Per non doverlo fare, io non sono mai andata al mare, o su una spiaggia, a meno che il tempo non fosse coperto oppure che fosse notte. Di questo non mi lamento, è una mia scelta, ma vorrei che non fosse così.
Suona la sveglia, la spengo e mi alzo. Mi lavo e mi vesto con molta lentezza. Scendo e come al solito tutta la mia famiglia al completo mi aspetta mi aspetta per darmi il buongiorno: “Ciao a tutti”.
“Ciao Nessie”. Mia madre si avvicina, mi abbraccia e con quella sua voce soave dice: “Tesoro, oggi dobbiamo approfittare del sole per andare a caccia. Ti dispiace rimanete sola anche oggi pomeriggio?” Ogni tanto dimenticavo che la mia famiglia per sopravvivere deve bere sangue, e siccome loro non sono assassini devono solo quello animale. Anche io ne ho bisogno però solo ogni tanto, e per quello ho delle scorte che ha preparato per me mio nonno Carlisle.
Un po’ mi dispiaceva restare sola tutto il giorno, ma non volevo farlo sapere. “No no figurati, andate pure”. Mio padre per sapere se stavo dicendo il vero, mi prende la mano per vedere cosa penso. Ma lui non sa che io ho imparato a far vedere ciò che mi passa per la testa realmente solo quando voglio, sono riuscita a creare una specie di scudo per poter toccare le persone comuni senza conseguenza e anche a trasmettere cose non vere. Lui mi lascia la mano ignaro e sembra convinto che tutto sia a posto. Dopo colazione salgo per lavarmi i denti e prendere lo zaino. Usciamo di casa tutti insieme. Prendo la mia macchina, una Mini nera decappottabile regalatami da mio padre per i diciassette anni. La usavo poco perché di solito andavamo in giro tutti insieme con la Volvo grigia di mio padre e con la Porche gialla di mia zia.
“Ciao Nessie, buona giornata, noi torniamo per cena”
“Ciao a stasera e buona caccia”. So che porta male dirlo, ma l’unico che ci presta attenzione è lo zio Emmett: “Sei proprio perfida!”
“Grazie” rispondo sorridendo.
Salgo in macchina, apro il tetto e accendo la radio. Appena a scuola vado diretta in classe, mi siedo al mio post e poso lo zaino sul banco affianco al mio. Sono distratta dal tempo per quasi tutta la mattina, e per fortuna i professori non mi fanno domande.
Oggi non ho il pomeriggio a scuola, menomale!
Torno a casa per l’ora di pranzo, mangio qualcosa poi accendo la TV e osservo lo schermo distrattamente. Non ho voglia di passare il pomeriggio a casa, così decido di chiamare mia madre per chiederle il permesso di uscire.
“Pronto mamma?”
“Si amore, dimmi, cos’è successo?”
“No niente niente, volevo solo chiederti se posso uscire?”
“Oh ok certo, per che ora torni?”
“Penso prima di voi, non so”
“Ok va bene, ci vediamo dopo un bacio, divertiti!”
“Ok grazie, ciao”.
Salgo al piano di sopra, mi cambio e mi metto un vestitino blu, che se mi vedesse mio padre non mi farebbe uscire. Prendo la  mia borsa e ci metto il cellulare, gli occhiali da sole, qualche soldo, l’ipod e il mio burrocacao. Scendo, prendo le chiavi di casa e della macchina. Esco chiudo la porta, salgo in macchina e guido senza una meta.
Di colpo inchiodo, parcheggio e scendo dalla macchina. Davanti a me c’è un tunnel famigliare, sembra pericolante. Ci entro. Fa freddo con indosso solo il mio vestitino blu, e nonostante i miei sensi siano molto sviluppati per una comune umana, non ci vedo niente. Vago senza una meta, non so dove conduce questa strada, ma sono sempre stata una ragazza curiosa. Devo tornare a casa prima che mamma e papà si preoccupino. Ad un tratto sento un rumore che viene dall’alto. Qualcosa mi colpisce in testa, forse una pietra che si è staccata dal soffitto. Le forze mi abbandonano, vedo una luce fortissima e cado a terra priva di sensi.

Sento qualcuno che mi chiama. Una voce estranea.
“Ragazzina, ragazzina svegliati”
Cerco di aprire gli occhi e vedo un ragazzo chino su di me che cerca di farmi svegliare.
Ha i capelli scuri, corti e la pelle olivastra. Quando vede che apro gli occhi mi sorride. I suoi denti bianchissimi risaltano sul colore della pelle.
“Come stai?”
“Cosa è successo?”
“Ti è caduta in testa una pietra abbastanza grossa dal soffitto di quel tunnel, ma non hai letto PERICOLANTE?!”
“ah ehm si cioè no…”
“Ok va beh lascia stare. Dai alzati”.
Eravamo in una stanza da letto ben arredata, con molti mobili antichi e un enorme letto a baldacchino dove ero sdraiata io. Le pareti erano di un bianco sporco e il pavimento di moquette scura.
“Ciao io sono Jacob e tu?” oddio non potevo dirgli il mio vero nome, era troppo imbarazzante. A scuola sentivo tutti prendermi in giro. Non potevo neanche dire Nessie… idea! Nelly!
“Ciao io sono Nelly piacere” e gli porgo la mia mano.
Me la stringe con la sua e in quell’istante il suo tocco caldo mi arriva fino al cuore. In un attimo mi rendo conto che il suo sorriso mi toglie il fiato e che è bellissimo.
Mi perdo nei suoi occhi color cioccolato. Oddio mia madre, quanto sono stata qui!
“Che ore sono?” dico con tono agitato.
“Sono le sei”
“Oh, scusa, ma io devo tornare a casa”
“In queste condizioni? Ma tu sei pazza! Devi restare per almeno altre due ore”
“Ma non posso i miei si preoccuperanno”
“Chiamali!”. Non riuscivo a resistere al suo sorriso e ai suoi occhi.
“Okey”
Prendo la borsa che avevo di fianco al letto, tiro fuori il cellulare e compongo il numero di mia mamma.
“Pronto”
“Pronto mamma, sono Ren…. Nelly”
“Nelly? Nessie?”
“si sono io”
“Ciao dimmi tutto?” non potevo dirle che mi era arrivato un sasso in testa, sarebbero venuti a prendermi al volo.
“Senti c’è un bel film alle sette, non è che posso fermarmi a vederlo?”
“Oh va bene, vuoi che veniamo anche noi?”
“No non fa niente, lo guardo e vengo a casa.”
“Va bene però non tardare, lo sai che non mi piace quando guidi con il buio”.
“No no per le nove e mezza sono da voi”
“Ok ciao tesoro, divertiti”.
“Ciao mamma grazie, saluta tutti”
Chiudo il telefono e lo ripongo nella borsa. Poi alzo lo sguardo e vedo Jacob che mi fissa.
“Allora raccontami qualcosa di te”. Gli dico per rompere il ghiaccio.
“Vediamo… ho vent’anni, vivo qui, vado all’Università e studio medicina… poi boh e tu?”
“Io vivo qui vicino a dieci minuti di macchina, ho diciassette anni e mezzo, vado al liceo e vorrei non doverci più andare!” e scoppio in una goffa risata.
“Ok penso che sia normale!” e ride.
“Cosa vuoi fare?” mi chiede.
“Mah non so, magari vediamo un film visto che poi mi chiederanno che film ho visto e dovrò raccontarglielo?”
“Ok, cosa vuoi vedere?”. Il mio stomaco emette un suono sordo. No non adesso ti prego.
“O forse prima è meglio mangiare qualcosa?!”
“Ok” e sorrido imbarazzata.
Mentre io me ne sto a letto a “riposare” Jacob mi prepara qualcosa. Mangiamo insieme, ridiamo, scherziamo e il tempo vola. Quando controllo l’ora sono già le nove.
“Oddio devo andare!”
“Ma che ore sono?”
“Le nove!”
“è volato il tempo! Vieni ti accompagno alla porta”.
Mi aiuta ad alzarmi e mi domanda come va la mia testa, e anche se mi fa un gran male gli rispondo che sto benissimo.
“Beh allora ci vediamo” Dico con un tono non tanto convinto.
“Si certo, dobbiamo ancora vedere il film!” e mi sorride.
“Ah giusto!” e sorrido anche io.
“Senti perché non domani pomeriggio?” ci sarà il sole domani? Speriamo! Comunque non posso rifiutare.
“Si certo ci troviamo qui allora?”
“Si! Fantastico!”
“A domani allora”
“A domani”
Mi avvio alla macchina con i suoi occhi puntati su di me.
Mentre sto tornando a casa penso a quanto sono stata bene con Jacob e che non mi ero mai sentita così in tutta la mia vita!
 

  
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