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Autore: Ulissae    16/12/2009    5 recensioni
Un Caius alle prese con i saldi e con delle divise da comprare.
Un Caius che ha preso la così detta fregatura.
Un regalo mal riciclato da parte di Aro e tanta, tanta idiozia.
Partecipante all'iniziativa Oh, Mr Culle, are you still here? Indetta dal CoS
Genere: Parodia, Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Aro, Edward Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Sapori Italiani'
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Saldi pericolosi
93. Compra a Bella una maglietta "Team Jacob"

Lo scopo della storia è rappresentare al meglio -uno ci tenta, poi...- la frase sopra citata, che fa parte di una raccolta più grande. Lo scopo è di usare la frase come traccia e creare qualcosa di semidemenziale, se non totalmente demenizale. Buona lettura.




Il moro guardò sconfortato l'enorme massa nera che gli si parava di fronte: una distesa di magliette cospargeva il marmo bianco della sala maggiore, mentre, proprio sopra il suo trono, Caius sorrideva soddisfatto.
L'aveva sempre detto lui: chiunque poteva scegliere consoni capi di vestiario per le guardie; quella di Aro, che dovessero essere fatte su misura, con tanto di sfumatura, e iniziali proprio dentro le mantelle, era una semplice e stupida fissazione.
Spendeva.
E lui pagava.
Finché non si era stufato di questi capricci ed aveva deciso di fare da sé. Ci aveva messo poco: un giretto qua e là, scrutare gli sconti, analizzare i prezzi e il gioco era fatto.
Non aveva speso niente ed ora avevano vestiti per tutti.
Ottimo.
«Caius, non credo che siano adatte» protestò storcendo il naso Aro.
«Ora dimmi cosa non hanno!» sbottò l'altro, alzandogli e aprendo un pacchetto di plastica. Suo fratello teneva in mano la maglietta come se fosse un pesante fardello.
La sventolò in aria, sbuffando, gelandosi poi, notando l'enorme scritta bianca, su sfondo rosso “TEAM JACOB”.
Cacchio.
«Direi che ti hanno gabbato» borbottò l'altro, voltandosi ed andandosene.
Caius imprecò, fulminando con lo sguardo quell'enorme e ingombrante, soprattutto nel suo orgoglio, distesa di inutili e poco consone magliette.
Per di più, quello scherzo che aveva organizzato, tanto per ribadire ad Aro quanto lui, Caius, fosse capace, ormai era totalmente, completamente inutile.

Ritornando nella sua camera, Aro, si tolse la giacca; sbuffò e si buttò  a peso morto sulla poltrona, massaggiandosi le tempie.
Si chiese se un'eternità sarebbe bastata per imparare a sopportare Caius e la sua idiozia.
Alzò lo sguardo, posandolo sul proprio comò, rimanendo stralunato.
Come mai il regalo per la moglie del giovane Cullen era ancora là, bello impacchettato, mentre il biglietto non c'era più?
Si alzò, rapido, iniziando a frugare tra i libri e le cianfrusaglie di sua moglie.
Demetri doveva spedire il pacco, non il biglietto!
Quando però, spostando il bracciale d'oro di Sulpicia, trovò un altro biglietto, scritto velocemente e leggermente sbafato, capì che qualcosa non andava.
 Perché c'era il regalo per Isabella lì e il biglietto no; mentre era presente un fogliettino con sopra scritto “Ci vuole poco per superarti. Vedi se ti sta. Caius” ma niente che poteva stare?
Qualcosa gli suggerì che c'era stato un equivoco e quel segugio -arguto quando il suo armadio- aveva scambiato i pacchi.
A quanto pareva alla care Isa sarebbe arrivata una maglietta, anziché una preziosissima collana del re Giovanni Senza Terra.
Aro si strinse nelle spalle, sospirando.
Amen.
Aveva battuto Caius, poteva anche superare il trauma di un regalo fatto male.

A casa Cullen era tutto così perfetto che molti, soprattutto i cervi, intenti ad organizzare un esodo di massa dallo stato di Washington, per i continui morti, si chiesero se non fosse il paradiso giunto in terra.
Tutti i buoni pensieri, anche dei castori, divenuti divertenti giocattoli per il mostriciattolo dai lunghi boccoli ramati, vennero meno quando udirono il grido straziato, irato, furioso e disperato di Edward Cullen.
La sua dolce mogliettina, per fargli vedere cosa aveva ricevuto per le nozze, aveva appena indossato la cara, almeno ad Aro (a Caius un po' meno), maglietta ed ora se ne andava in giro per casa, saltellando allegramente.
Ringhiandole contro, ma con educazione, lui è un vampiro tanto umano quanto sveglio, le domandò chi le avesse donato quella cosa.

Qualche giorno dopo, a Volterra, proprio davanti alla porta del  Palazzo dei Priori, qualcuno bruciò un sacchetto di carta.
 Aro, che ormai aveva imparato che o le cose le si fan da sole o non le si fanno, uscì sbuffando, deciso a  spegnere il piccolo fuoco a suon di suola, calpestandolo.
 Quando affondò in qualcosa di estremamente morbido e puzzolente si fermò, guardando in basso con aria sconvolta.
Un pannolino .
Mentre imprecava in etrusco, cercando di togliere quell'oggetto dalle scarpe si accorse anche di una lettera, poggiata poco più avanti, la prese e la lesse, con crescente confusione.

Se non vuoi fare una brutta fine, non riciclare i regali.
Firmato:
un amiko ke si è sposato e si è ciucciato lui la donna, non kuel cane e visto ke lei se lo è scordato evita di ricordarglielo.

Fissando davanti a sé, Aro, non sapeva se ridere per la gelosia di Edward Cullen o se piangere per l'idiozia.
Si rese conto che la seconda era di gran lunga maggiore.





Angolo autrice:
questa è seriamente oscena °-°" Odio le mie ff comiche <_< non mi piacciono, porco puffo, non mi piacciono!
Questa è veramente ... illegibile, infatti dubito qualcuno sia arrivato fin quaggiù.XD
Allor, devo qualche spiegazione rapida: secondo me Aro parla un italiano molto toscanizzato, per lo meno quando è in situazioni di stress ùuperché adoro il toscano e lo trovo tanto secxy
È vero che le maglie ti team Jacob abbondando, cioè XD prima del film erano le uniche che trovavo *fortuitamente*, ho immaginato Caius gabbato da un commerciante ùu
La cosa puzzolente è un pannolino XD
E... basta ùu
Finì.
Finish.
The End.




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 quanto sei sadica nel tormentare i nervi del bel vampiro.

Notizia inutile:
partecipate ♥
   
 
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