NB:possibili
spoiler!
Fairy
Tales.
“Ohayo
Hokage-sama.”
“Buongiorno bambini.”
In poco tempo fu accerchiato dai piccoli scatenati che, con
la loro ingenuità, lo facevano sempre sorridere: ama
passeggiare nel parco e
guardarli allenarsi e divertisti, ancora ingenui del loro futuro.
“Hokage, ci racconti un’altra delle sue
storie..”
Non era la prima volta che si fermava su di una panchina a
raccontare una delle sue tante avventure passate.
“Seguitemi bambini, vi racconterò la mia storia
passeggiando. E mi raccomando state bene ad ascoltarla
perché è davvero
speciale.”
E si incamminò a passo lento per le vie tranquille della
città.
“C’era una volta, non
molto tempo fa, una ragazzina; era dolce e delicata come il suo nome
proclama: un
bocciolo di ciliegio appena sbocciato e sognava il momento in cui
avrebbe
incontrato il suo principe.
Ed il suo principe non
tardò ad arrivare: era moro e alto, dagli occhi scuri e
profondi ma aveva
un carattere difficile e scostante; lei
non se ne preoccupava però, continuava ad
amarlo anche se questo non voleva le sue attenzioni. Tutti gli
chiedevano se
fosse pazzo: una principessa bella e intelligente lo amava e lui la
rifiutava? Eppure
nessuno seppe mai il motivo del suo rifiuto.
Un giorno, quando meno
se lo aspettava, il bel principe fù chiamato in guerra tra
le file nemiche:
avrebbe dovuto combattere contro il paese che la principessa
proteggeva; e cosi
se ne andò lasciando sola la ragazza.
E lei pianse, pianse
fino a consumarsi tutte le lacrime.. non ne aveva più per
piangere e quindi
decise che l’avrebbe riportato indietro nel suo villaggio.
Intanto gli ammiratori
non mancavano, era un principessa molto bella, -come ho già
detto-, ma lei
aveva in mente solo il suo amato principe.
Passarono gli anni: crebbe
senza di lui, e divenne una bellissima donna, forte e stimata.. ma non
aveva
ancora dimenticato il ragazzo.
Fu cosi un giorno
partì per cercarlo, convinta della sua forza
viaggiò a lungo e lo trovò, nel
covo del nemico; anche lui era cresciuto, ancora più bello e
ancora più forte:
il degno compagno della delicata principessa. Ma anche questa volta lui
la
respinse arrabbiato perché era andata a cercarlo, le disse
che non le importava
niente di lei e che era una persona insopportabile. Se ne
andò di nuovo,
lasciando la principessa in lacrime.
-Non piangete piccole
mie per lei, la felicità arriva quando meno ve lo aspettate
ricordatevelo: la
felicità odia essere inseguita e fugge da chi tenta di
imprigionarla con la
forza.-
La principessa venne a
sapere che il suo amato aveva deciso di attaccare il villaggio e
dovette
decidere se proteggere il suo amore o il suo villaggio.
-Voi cosa avreste
scelto? Io ancora non lo so-. Lei scelse di proteggere il villaggio:
siccome
erano stati gli abitanti di quest’ultimo che le erano rimasti
accanto quando
lei soffriva per lui.
Infine venne il giorno
della battaglia, il cielo limpido e azzurro sembrava beffarsi di loro:
come
poteva una giornata cosi bella fare da scenografia ad un battaglia cosi
cruenta?
-La guerra, sappiatelo,
non lascia scampo: la guerra è il suicidio
dell’umanità. Il mio consiglio è di
vivere per preservare la pace; non
fatevi affascinare dalle finte promesse che la guerra vi
farà, perché verrete
solo ingannati. -
E loro, tutti loro,
furono ingannati dalle false promesse che essa giurò e fu
cosi che in quella
giornata caddero a terra centinaia di vittime sia del villaggio sia dei
nemici.
Nonostante il caos che
regnava, nonostante la foresta di alberi e combattenti, nonostante il
sangue e
le armi che popolavano quel giorno, lei e lui si incontrarono, di
nuovo, tutti
e due macchiati di sangue e tutti e due stanchi di quella giornata che
sembrava
non finire mai.
Lui aveva un kunai
piantato nello stomaco: era stato ferito mortalmente, ma prese le sue
ultime
forze e la chiamò vicino a sé.
In procinto di morte
caddero tutte le maschere che il ragazzo si era costruito nel corso
della sua
vita, e disse le parole che si era sempre imposto di tacere.
“Ricordi le parole che
ti dissi anni fa, quando ti abbandonai la prima volta?”
Lei annui tra le
lacrime.
“Non le dissi per
farti tacere, ma le disse perché le pensavo
realmente.”
Lei piangeva disperata
sul corpo del ragazzo praticamente privo di vita, lo
abbracciò stretto, mentre un kunai le si
conficcava nella schiena.
Intorno la battaglia
ancora infuriava e la gente cadeva una sopra all’altra; ma
loro non se ne
preoccupavano: avevano il loro piccolo paradiso e guardandosi negli
occhi si
comunicavano quello che non avevano detto tutti quegli anni.
Lei era cosi contenta che
la sua vita, passata a rincorrerlo, non fosse stata inutile: anche lui
l’amava,
lui era felice di poterla vedere almeno un’altra volta prima
della fine.
Stettero uno tra le
braccia dell’altra, a lungo; quella notte la Morte era troppo
occupata a
prendere a sé più gente possibile per adoperarsi
seriamente a far finire in
fretta la felicità dei due amanti.
E assaporarono il loro
amore fino a quando il sole sorse rosso nel cielo, illuminando la
distesa dei
corpi morti che giacevano a terra , scomposti, e dei sopravvissuti che
si
adoperavano per rimettere a posto i danni che avevano creato in una
sola notte.
Colpiti dai raggi del
sole lasciarono il mondo che avevano conosciuto per andarsene li, dove
vivranno
per sempre insieme, sorridendo felici del loro amore.”
Si fermò di fronte ad una lapide in marmo, in mezzo al
cimitero deserto.
- Sakura Haruno e
Sasuke Uchiha –
La Morte che li ha
strappati alla vita,
non ucciderà mai il
loro amore.
Recitava cosi la nera lapide.
“Vedete bambini quei
nomi incisi? Ecco; loro erano i miei migliori amici e sono i
protagonisti della
mia storia. Probabilmente ci staranno guardando da lassù e
staranno ridendo di
me, un vecchio Hokage che si diverte a raccontare le sue avventure alla
prossima generazione.”
Intorno i bambini erano presi dalla fine del racconto, dalla
battaglia, mentre le bambine si erano sciolte in lacrime per la fine di
quella
favola cosi infelice.
“Ma è una storia cosi triste,
Hokage-sama”
“Ma loro ora sono
felici. Hanno finalmente trovato il modo per stare insieme. La storia
che vi ho
raccontato vi insegna che non dovete mai abbandonare il vostro sogno:
anche se
vi diranno che siete folli voi credeteci fino in fondo e verrete
ripagati.
L’amore troverà sempre la strada, e ricordatevi
sempre delle avventure della
vostra giovinezza: un giorno ci sarete voi al posto mio. Ma ora devo
andare piccoli
miei, l’Hokage ha un sacco di pratiche
da sbrigare..”
E li salutò, allontanandosi verso il suo palazzo mentre con
la mente creava l’immagine di una
ragazzina dai capelli rosa che sorridendo abbracciava un moro
dall’aria
scorbutica e lo salutavano, sorridendo felice lei, incerto lui;
stagliati
nell’azzurro cielo estivo. Finalmente erano felici, era
l’unica consolazione
che Naruto aveva della loro morte.
SPAZIO AUTRICE.
Ok lo ammetto, ho scritto
di
getto questa ff, e sono le 23.11 quindi
penso che dovrete accettarla per quello che è. Un idea
strampalata che mi è
venuta in mente e che ho dovuto scrivere.
Naruto, che orami è vecchio e
soprattutto Hokage, racconta la storia di Sakura e Sasuke ai bambini
che
incontra nel parco.
Mi piace tantissimo quest’idea
di Naruto Hokage che dispensa sotto favola le sue avventure passate
cercando di
insegnare la pace e l’amore alla nuova generazione.
…
Ma soprattutto volevo tirarmi su
in quanto per ora il manga mi ha ucciso tutte le speranze per questa
coppia e
devo tirarmi su!! SIGH!
Dai spero che almeno un pochino
vi sia piaciuto, se in caso fosse cosi, fatemelo sapere in una
recensione.. ci
terrei molto.
Eiko.
NB: non ho messo
l’avvertimento
OOC in quanto non considero Sasuke OOC nell’ultima parte del
racconto: credo
che in presenza della morte tutte le maschere che abbiamo costruito nel
corso
della vita cadano in mille pezzi, e Sasuke è cosi, senza
maschera.