Aaaah, ma come sono stata svelta ^^!
Tutti: che gioia =__=… <- tono mooolto
sarcastico
Simpatici -__-“”… Ok gente, questo è il mio
piccolo regalo di Natale, assieme al nuovo cap del Collezionista ;)! Questo cap
sarà abbastanza tranquillo, metterò solo a fuoco alcuni particolari e preparerò
le cose x l’azione vera (insomma, un capitolo inutile? ndKisshu – SBAM! <-
Ria lo spiattella contro il tavolo – Taci tu +___+**!), ma ho voluto
pubblicarlo prima dell’inizio delle feste così da non lasciarvi troppo col
fiato sospeso ^o^… I ringraziamenti in fondo!
~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~
Cap.01
– Lo strano potere
« ICHIGO!! »
La mewneko mandò un lieve
singhiozzo, appiattendosi ancor più contro il muro e sperando che Minto non
l’avesse vista per davvero.
« Si può sapere che stai
facendo?! »
Inutile, la moretta l’aveva vista
eccome. Ichigo si alzò piano, stiracchiando un sorriso impacciato, mentre la
compagna la fissava severamente a braccia conserte.
« Ehm… Ciao Minto… »
« Macché “ciao”! Lo sai di quanto
sei in ritardo?! – indicò con fare perentorio l’orologio appeso al muro – Ben
venti minuti! Ti sembra il modo?!? »
Ichigo borbottò qualcosa,
abbassando lo sguardo colpevole. Lo sapeva di aver fatto tardi, proprio per
questo che aveva aspettato l’unico istante in cui tutte le sue amiche si erano
trovate distanti dall’ingresso, per poter sgusciare dentro ed evitare la strigliata
della mora.
« Sei irrecuperabile! »
« D’accordo, ma non c’è bisogno
di arrabbiarsi tanto. – sbottò Ichigo alla fine – Tu non fai mai niente qui
dentro, ti ricordo! »
« Cosa?! »
« Non sono certo io a passare i
miei pomeriggi bevendo tè! »
« Dai, ragazze, per favore…
Minto-san, Ichigo-san… »
« Lasciale perdere Retasu. –
l’ammonì pacata Zakuro, guardando le altre due che continuavano a litigare –
Falle sfogare. »
« P-però…! »
« Si stancheranno prima o poi. »
E con quell’ultima, laconica
affermazione la mora tornò al lavoro, seguita da Purin che se la rideva di
gusto guardando le altre due (Ichigo, in quel momento, con tanto di coda felina
per il nervoso). Retasu sospirò rassegnata:
« Uffa… »
« Siamo alle solite… »
La ragazza fece un balzo
improvviso, voltandosi col cuore che batteva a mille:
« Sh-Shirogane-san!
M-mi hai spaventata! »
La sua faccia rossa, però, diceva
tutt’altro, e rendendosene conto Retasu abbassò di colpo lo sguardo,
imbarazzatissima. Ryou non reagì, apparentemente senza accorgersi di nulla, e
fece un passo verso le due litiganti, guardandole severo:
« Ragazze, piantatela. »
Loro lo seccarono con uno sguardo, ma lui le ignorò e fece un cenno
a Purin:
« Chiudi la porta, per piacere, e
metti il cartello di chiusura. Dobbiamo parlare. »
Notando la sua faccia preoccupata
la biondina si limitò ad annuire, obbedendo. Ichigo e Minto si zittirono di
colpo, e Retasu gli si accostò timidamente:
« È… È successo qualcosa? »
« Temo di sì. Venite subito di
sotto. »
***
Kisshu era uno di quei tipi a cui
piace giocare con le ragazze. Tutte
le ragazze. Gli piaceva stuzzicarle, blandirle pian piano, fino a farle cadere
ai suoi piedi(*) e, per quanto fossero riottose, orgogliose o quant’altro,
tutte cedevano.
Sempre.
Perché per Kisshu era un gioco,
un gioco allettante e piacevole, a cui sapeva giocare da maestro; e perché per
lui erano tutte uguali.
Con due eccezioni.
Una era Ichigo, e Taruto lo
capiva benissimo, anche se non riusciva a capacitarsi di come fossero
peggiorati i gusti del fratello per scegliere “quella vecchiaccia”.
L’altra era Aisei.
Non sapeva il motivo, e l’unica
domanda che aveva mai provato a fare era stata ricambiata con una tale
occhiataccia da parte del ragazzo dal farlo astenere da altre indagini, ma
Taruto sapeva per certo che Aisei fosse l’unica che Kisshu davvero detestava.
Non poteva essere altrimenti, a
giudicare dagli sguardi fulminanti che stava tirando al fratello maggiore e alla
ragazza; Taruto sentì un’altra volta una fortissima curiosità premere contro la
sua volontà, ma si costrinse a trattenere le domande e, scostata l’attenzione
da Kisshu, tornò a guardare gli altri due , intenti di fronte al computer di
Pai con aria assorta.
« E sei riuscito a raccogliere
tutti i dati di ogni singolo scontro? »
Chiese Aisei al ragazzo,
ammirata. Pai annuì senza scomporsi:
« L’ho ritenuto opportuno. »
Kisshu emise un verso di stizza,
volutamente bello sonoro. Certo, se si trattava di una nuova rompiscatole era
calmo e pacato, se invece si trattava di lui il suo fratellone reagiva con la
grazia di uno squalo famelico!
Gli altri due finsero non sentire
le sue lamentele e continuarono il loro lavoro. Aisei scrutò ancora un istante
le file di dati che venivano proiettate davanti ai loro occhi, portandosi un
dito sotto al mento:
« Avete anche dei dati su quelle
ragazzine terrestri? »
« Tutti quelli che sono riuscito
ad ottenere – ripetè Pai – sono qui. »
Lei annuì un paio di volte,
riflettendo, e poi sospirò:
« È davvero una montagna di roba…
Mi ci vorrà un secolo! »
Il ragazzo non le rispose. Aisei
riflettè ancora e poi lo guardò, come soppesando cosa fare; Pai le rispose con
un’occhiata obliqua, poteva immaginare cosa
volesse fare per accelerare i tempi, e l’idea non gli piaceva.
L’aveva sperimentato una volta, e
aveva potuto classificare l’esperienza come una delle più fastidiose della sua
vita; da non ripetere mai più.
« Non perdi occasione per fatti
gli affari degli altri, vero? »
I due si voltarono lentamente.
Kisshu guardava Aisei con un sorriso maligno, la sua battutina aveva fatto centro:
la ragazza aveva assunto un’espressione marmorea, le labbra ridotte a una linea.
« Il mio potere non è qualcosa
che va usato per il gossip, pezzo di
deficiente. »
Sibilò tra i denti; lui fece
spallucce e le rivolse un’occhiata eloquente, soddisfatto di essere riuscito ad
irritarla. Pai sospirò con rassegnazione:
« Se pensi di fare prima, Fuu,
fallo pure – disse piatto, porgendole il braccio – del resto, io non ho nulla da nascondere. »
Non lo stava guardando, ma il suo
commento era rivolto a Kisshu, chiaro come la luce del sole. Il ragazzo,
infatti, si irrigidì, punto sul vivo, e digrignò i denti:
« Che vorresti dire con questo?! »
« Lascia perdere, Pai. »
Aisei allontanò il braccio del
ragazzo, non senza prima rivolgere un sorriso canzonatorio all’alieno dai
capelli verdi:
« Li studierò con calma da sola. »
Con fare elegante si allontanò
dal quadro comandi, senza più degnare di un’occhiata Kisshu che invece,
irritato com’era, avrebbe per una volta continuato volentieri la conversazione,
anzi, la litigata. Almeno, alla fine, avrebbe avuto una scusa per fulminarla.
« Taruto. »
Il ragazzino si riscosse di
colpo, sorpreso di essere chiamato dalla bruna, e quasi cadde dal piedistallo
dove se ne stava a gambe incrociate.
« Puoi aiutarmi? »
« In che senso? »
Aisei guardò appena Pai, che
annuì, e snobbò di nuovo Kisshu, liquidandolo con un gesto della mano:
« Pai e Kisshu dovranno restare
qui a cercare altri segnali della MewAqua, perché il risveglio del nostro
signore sia ancor più rapido – spiegò – ma io vorrei dare un’occhiatina ai
nostri nemici, ed è una cosa che occupa tempo. »
« Dovrei portartici io? –
bofonchiò il ragazzino – Pensi che non sia abbastanza bravo per aiutarli?! »
« Assolutamente no. – gli sorrise
lei – Ma Pai è più avvezzo a queste cose, e Kisshu, dopo gli ultimi
inconveniente con quel tizio (com’era…? Ao No Kishi, giusto?) è meglio che non
si cacci nei guai… »
Guardò appena il menzionato con
aria irriverente. Lui sembrava sul punto di ucciderla.
« E visto che io ho bisogno di un
valido aiuto… »
Taruto sembrò pensarci, poco
convinto, ma alla fine borbottò un “va bene” e i due scomparvero in un istante.
Nella dimensione rimbombò il
colpo secco di un pugno:
« Merda! »
« Datti una calmata, Kisshu.
Tanto, Aisei è qui e qui resta, finchè non torneremo a casa. »
« Tu stai zitto! – lo indicò con
uno scatto iroso – E dimmi che cazzo volevi dire prima! »
« Avanti, non prendermi in giro.
Sai benissimo che sto parlando di quella stupida umana. »
Kisshu non replicò, serrando la
mascella.
« Ringrazia che Fuu non lo sa, e ringrazia che non lo sa Depp
Blue-sama. »
« Vaffanculo. »
« Coda di paglia? »
Kisshu borbottò qualcosa che Pai
non capì, e lo guardò storto:
« Non sono fatti tuoi. »
« Direi di sì, se col tuo agire
insensato comprometti la missione. »
« Io non sto compromettendo
proprio un accidente!! »
« Ah no? »
Pai gli rivolse la sua occhiata
più raggelante, sibilando di rabbia:
« Chi è stato a far scappare
quell’umana dalla trappola mia e di Taruto(**)? No, perché sai, avevo proprio
l’impressione che l’idiota che l’ha svegliata dal sonno fossi stato proprio tu!
»
Kisshu ingoiò il rospo. Certo che
l’aveva salvata, e per un motivo ben preciso! Ma cosa sarebbe servito tentare
di spiegarlo, e proprio a Pai? Era già tanto se non aveva vuotato il sacco con
il loro capo, chiederli anche di ricordarsi un istante di avere un cuore e
cercare di comprenderlo almeno vagamente, era troppo.
« In ogni caso, Deep Blue-sama ha
capito perfettamente che ti stai comportando in modo strano – disse ancora Pai
con tono di superiorità – e senza che tu riesca a ragionare, ci troviamo a
corto di un membro. Mi sembra ovvio che Aisei sia la scelta più saggia. »
Se voleva far perdere le staffe
al ragazzo, c’era riuscito. A ripensare all’aliena Kisshu seccò il fratellastro
con un’altra parolaccia e prese a girare in tondo, trattenendo a stento un urlo
d’esasperazione:
« Oh, quanto è…! Mi ci mancava! »
« Se non avessi sempre agito di
testa tua – commentò l’altro – Deep Blue-sama non avrebbe dovuto chiamarla qui.
»
« Vuoi dirmi che il suo simpaticissimo modo di trattarmi come un
surrogato mal funzionante di soldato è perché è brava a fare il suo lavoro?! »
Sbottò sarcastico. Pai lo guardò
con sufficienza:
« No. Quello è perché non ti
sopporta. »
Kisshu lo fissò con la mascella
spalancata. Poi, mandandolo a quel paese, si teletrasportò anche lui, lanciando
maledizioni ed imprecazioni in tutte le direzioni.
***
Con aria preoccupata Keiichiro mandò
l’immagine al proiettore. Nel buio della stanza, le cinque MewMew videro brillare
sulla parete l’immagine un po’ sfocata della mappa della città, in cui un punto
rosso continuava a pulsare, con un sordo bip
di accompagnamento.
« Ieri pomeriggio – spiegò il
bruno – abbiamo rivelato una variazione di forze, proprio qui, dove tempo fa
avevamo scovato uno dei passaggi per la dimensione aliena(***). »
« Ehm.. Il che vorrebbe dire? »
chiese Ichigo titubante.
« Vuol dire che qualcosa è
entrato lì dentro, qualcosa che non è
umano. »
Fu la gelida risposta di Ryou.
Tra le ragazza passò un tremito d’agitazione.
« Un chimero? »
« Non penso, Zakuro. – fece il
biondo scuotendo la testa – Fosse stato un chimero Masha l’avrebbe individuato.
No, era qualcosa che non abbiamo rilevato finchè non è entrata lì dentro. »
Ichigo deglutì a vuoto, quel
discorso non le piaceva per nulla.
« Purtroppo non abbiamo altre
informazioni per ora – si scusò Keiichiro – ma abbiamo preferito avvertirvi, è
stato qualcosa di davvero insolito. »
Le ragazze annuirono convinte.
Ichigo si frugò rapida in tasca, tirando fuori il cellulare:
« Sarà meglio che avverta
Aoyama-kun. – spiegò, all’occhiata di Minto – Del resto, ora che gli alieni
sanno che lui è Ao No Kishi, è pericoloso! »
L’amica annuì appena. Ryou,
sempre immobile e con le braccia conserte, ebbe un lieve guizzo al labbro,
guardando la rossa salire di sopra con aria preoccupata.
Che
cosa irritante.
Retasu lo fissò di sottecchi, ma
non disse nulla, mordicchiandosi il labbro.
« Avanti… Rispondi dai…! »
Il cellulare di Aoyama suonò a
vuoto altre due o tre volte, ma senza risultato. Ichigo sospirò e spense la
comunicazione, prendendo a scrivergli un messaggino.
Sapeva bene che il ragazzo non
l’avrebbe sentita, quando era agli allenamenti di kendo era scrupolosissimo e
non portava mai con sè il telefonino, ma non potergli
dire di quell’inquietante rilevazione di Ryou e Keiichiro la innervosiva,
avrebbe preferito di gran lunga avvertirlo subito.
Si rimise il cellulare in tasca e
fece per scendere di nuovo, quando Masha le comparve accanto tutto agitato:
« Ichigo, Ichigo, piii! »
« Che succede? »
« Alieni, alieni, pii!
»
« È questo il posto? »
Taruto annuì con decisione. Aisei
incrociò le braccia, scrutando il Caffè con aria scettica, su quei muri c’era
tanto di quel rosa da darle allo stomaco.
« Ma perché non le avete
attaccate qui, se sapete dove si nascondono? »
«Ci abbiamo provato una volta –
disse il ragazzino – ma cercavamo la MewAqua che Kisshu e la vecchiaccia
avevano trovato sulla cima della Torre. Poi secondo Pai è uno spreco di tempo,
il nostro scopo ora è trovare il cristallo prima di loro. »
Il
solito ragionamento pratico del sempai.
Aisei annuì con un sorrisetto; poi
guardò Taruto divertita, inarcando il sopracciglio:
« Vecchiaccia? »
« Quella là! »
Indicò con rabbia sotto di sé. Dal Caffè le ragazze erano tutte
uscite di gran carriera, e li scrutavano col naso all’insù e l’aria allarmata.
« Ah…. Dici quella lì? »
Fece un cenno verso la rossa del
gruppo e il brunetto annuì con un sorrisetto cattivo in viso. Aisei squadrò
ancora un istante le ragazze, scendendo pian piano di quota:
« Beh, vediamo che sa fare. »
Mentre i due si avvicinavano
Purin indicò il ragazzino, mettendo il broncio:
« Ah, Taru-Taru, sei di nuovo
tornato a fare il cattivo! »
« Io sarei venuto a fare che?! –
sbottò lui iroso – Dovresti aver paura di me, invece di dire cretinate! »
Aisei alzò gli occhi al cielo, un
po’ rassegnata.
E
questo è uno dei soldati che dovrebbe salvare la nostra gente?
Sotto di loro, le altre ragazze,
erano tutte intente a guardare chi fosse la persona accanto a al ragazzino. Appena
era uscita Ichigo, guardando distrattamente, aveva creduto si trattasse di Pai,
forse per l’abitudine di vederlo sempre con Taruto appresso, ma s’era dovuta
rettificare un istante dopo.
Aisei si fece più vicina, senza
che le ragazze muovessero un muscolo. Ichigo la fissò ad occhi sgranati, quindi
era stata lei a creare il disturbo rilevato da Keiichiro? Poteva benissimo
esserlo, dato che non l’aveva mai vista combattere assieme agli altri tre
alieni, fino a quel momento.
Com’è
bella…
Di colpo l’aliena si bloccò e
fece un cenno a Taruto. Il ragazzino sorrise e, fatti comparire un paio di
para-para, li lanciò contro un albero ad un paio di metri dalle MewMew: La
pianta splendette un istante e prese a muovere le radici e la chioma come un
serpente, ondeggiando avanti ed indietro, andando poi all’attacco delle cinque
terrestri con passi pesanti e goffi.
Le MewMew si ripresero nello
stesso momento, trasformandosi, e mentre le più grandi si lanciavano contro il
chimero-albero, MewPurin fece una doppia capriola e si avventò su Taruto,
afferrandolo per i piedi.
« Che cavolo fai?! – protestò
lui, cercando di divincolarsi – Mollami, scimmia da circo! »
« Non ci penso neanche! »
Aisei guardò un secondo la
scenetta con aria stranita, ma lasciò presto perdere: Taruto, per quanto
piccolo, era un bravo soldato, non avrebbe avuto certo troppe grane ad
eliminare quella mocciosetta.
Ho
altro di cui occuparmi.
Nella sua mano sinistra comparve
un coltello dalla punta sottilissima, un’arma piccola quanto pericolosa: la sua
puntura era leggera e faceva perdere pochissimo sangue, ma l’emorragia interna
che causava era letale. Anche sulla Terra ne esisteva una simile; gli spagnoli
la chiamavano almarada, o chupasangre, succhiasangue.
Aisei fece girare un istante la
sua almarada tra le mani, come per controllasse che fosse ben bilanciata, e stringendo
forte il manico ricurvo si lanciò in mezzo allo scontro.
MewMinto, che stava evitando che un
ramo largo quanto la sua testa le fracassasse la cassa toracica, fu mancata per
un soffio dall’affondo dell’aliena, anche se percepì il sibilo della lama
accanto al suo orecchio; Aisei non si scompose e schivò senza problemi il
tentativo di contrattacco, lanciandosi poi contro MewRetasu. La ragazza mandò
uno strillo strozzato quando vide la lama puntare verso la sua pancia, ma
riuscì ad evitarla ed afferrò saldamente le sue nacchere:
« Ribbon… Lettuce Rush! »
Aisei, colta alla sprovvista, fu
colpita dal getto d’acqua, finendo ai piedi del chimero-albero e rischiando di
venir spiaccicata da una delle sue radici contorte. La creatura, però,
riconoscendo in qualche modo uno dei suoi “padroni”, la schivò e continuò a
concentrarsi su MewZakuro, che gli teneva stretto un grosso gruppo di rami nel
laccio della sua frusta.
Il chimero mandò un ruggito
gutturale, tentando di liberarsi; Aisei si teletrasportò al livello delle sue
fronde imprigionate e affondò forte col taglio dell’almarada: la frusta di
Zakuro fu tagliata di netto, come fosse stata di burro, liberando il chimero
che schioccò i rami di fronte a sé, colpendo di striscio MewRetasu e MewIchigo.
MewZakuro invece rotolò all’indietro per
il contraccolpo e l’aliena le fu di subito addosso, la lama pronta a colpire.
« Onee-sama! »
Aisei si scostò appena in tempo
per non essere centrata da una delle frecce della mewbird.; salì in aria,
riprendendo fiato e stando attenta a portarsi fuori tiro dalla giovane arciera,
ma il chimero stava dando a lei e alle compagne abbastanza da fare per non
considerarla più di tanto.
La bruna si portò due ciuffi
dietro l’orecchio, pensierosa. In quanto ad agilità fisica non erano male, ma quelle
ragazzine non era nulla che i tre Ikisatashi non
avrebbero potuto gestire. Si guardò un momento attorno sentendo uno
schiamazzare concitato, e scorse Taruto ancora impegnato con la ragazzina
vestita di giallo: questa gli era salita sulle spalle, tenendogli un braccio
attorno al collo, e lui stava tentando in tutti i modi di togliersela di dosso,
dimenandosi come un’anguilla. Sembrava che stessero giocando piuttosto che
combattere, e dalla faccia soddisfatta di Purin e quella paonazza di Taruto davano
proprio l’idea di due amichetti intenti a farsi i dispetti.
« Ti ho detto di scendere, vuoi
ascoltarmi sì o no?!? »
« No, finchè non chiedi scusa per
averci attaccate di nuovo Taru-Taru! »
« Piantala di chiamarmi così! –
sbottò lui, rosso come un pomodoro – E non ti appiccicare a questo modo!! »
Aisei sospirò seccata, forse
aveva fatto troppo affidamento su di lui.
Girò l’almarada tra le dita,
riafferrando saldamente il manico e puntando la mewscimmia con occhi gelidi:
che fosse una o l’altra, se aveva l’occasione di levarsi una di quelle
rompiscatole dai piedi era meglio approfittarne.
« Ribbon… Strawberry Surprise! »
Ci fu una luce accecante e Aisei
fu costretta a coprirsi gli occhi con un braccio; dimentica dell’attacco che
voleva fare contro Purin strizzò le palpebre, tentando di capire cosa stesse
succedendo, e finalmente riuscì a scorgere una di quelle ragazze (quella che
Taruto aveva definito “vecchiaccia”) colpire con uno strano raggio d’energia il
chimero. La creatura gemente e si dimenò gettando in alto i rami, finchè non
scomparve in un mare di luce iridescente, lasciando soltanto il para-para a
galleggiare a mezz’aria.
Man mano che la luce scemava la
bruna fissava la scena sempre più stranita: com’era possibile che quella
ragazzina avesse distrutto un chimero con un colpo solo?
Aisei ridusse gli occhi a due
fessure, brandendo l’almarada come uno scalpello.
Devo
scrutare lei per prima.
L’aliena si lanciò di testa
contro il gruppo, puntando senza esitazione sulla mewneko; le altre non
riuscirono a fermarla, tenute alla larga dalla sua lama, e MewIchigo si accorse
troppo tardi della direzione presa dalla bruna per saltare via.
Aisei, però, non la colpì.
Non fece nulla, se non afferrarle
il braccio.
Ichigo tremò da capo a piedi,
sentendo di perdere le forze; fu come se qualcosa di freddo e viscido le
s’insinuasse dentro, dandole la nausea, e sentì girarle la testa.
Era colpa di quell’aliena. Non
sapeva cosa stesse facendo, ma al tocco della sua mano sulla sua pelle Ichigo
aveva avuto l’impressione che qualcosa
avesse preso a scrutarle dentro, in un punto del suo animo in cui nessuno
poteva entrare, in cui nessuno doveva entrare. Mai.
Non riuscì a muoversi; Aisei era
tranquillissima e non dava segni di turbamento, mentre Ichigo aveva
un’espressione di puro terrore: voleva gridare, disgustata, ma dalla bocca non
le uscì neppure un suono. Dopo qualche secondo la presa della bruna si allentò
impercettibilmente ed Ichigo schizzò all’indietro, urlando con voce stridula.
Aisei la osservò incredula, come
se fosse stata colpita da un pensiero inaspettato, ma poi il suo viso divenne
una maschera d’ira: quello che aveva visto
era senza senso! Eppure… Non potevano esserci errori.
« Bene. – sentenziò – Per ora
direi che mi basta. »
Aveva saputo a sufficienza. Si
teletrasportò prima che una delle MewMew potesse reagire e ricomparve di fronte
a Taruto, ancora intento a litigare con Purin.
La ragazza sbuffò seccata e afferrò
la biondina per la coda, strappandola con violenza dalle spalle di Taruto.
« Sparisci. »
Con un gesto infastidito Aisei
lasciò la presa. Purin cadde giù a peso morto, urlando, ma Aisei non se ne curò
di più che se si fosse trattato di un insetto; Taruto, invece, si bloccò
dov’era, rilassandosi solo quando scorse MewMinto afferrare la ragazzina a
mezz’aria.
Per fortuna era riuscita a prenderla…
Scosse la testa con forza, non
doveva essere contento! Guardò di sottecchi Aisei, sperando che non avesse
notato le sue reazioni sconclusionate, perché non sarebbe stato in grado di
spiegare. La ragazza, però, non pareva
interessata a quel che lui faceva. Sembrava invece parecchio irritata e
impaziente di andarsene da lì:
« Andiamocene Taruto. So
abbastanza per il momento. »
Si teletrasportò senza nemmeno
aspettare una risposta dal ragazzino. Lui si corrucciò, seguendola: tutti a lui
gli adulti lunatici!
A terra, Ichigo tremava ancora. Le
amiche le erano attorno e la fissavano preoccupate, tentando di rimetterla in
piedi, visto che la rossa se ne stava in ginocchio senza riuscire ad alzarsi.
« Ichigo, che è successo? »
« Nee-chan, sei pallidissima! »
pigolò Purin.
La rossa strinse la mano di Minto
e fece un cenno di diniego. Le veniva da piangere, era stato davvero orrendo, e
per di più non era stata in grado di opporsi.
« Cerca di calmarti ora. – disse
Zakuro con premura – Prendi fiato. »
La rossa obbedì, scoprendo di
essere già più tranquilla dopo due profondi respiri. Le amiche continuarono a starle
attorno e a confortarla, lanciandosi di quando in quando sguardi allarmati.
« Pensate che sia stata lei a…? »
« A provocare il disturbo
registrato da Akasaka e Shirogane? – chiese la mewlupo – Temo proprio di sì,
Retasu. »
« A me non piace! – borbottò
Purin – Mi ha quasi fatta schiantare per terra! »
« Se tu pensassi a combattere
invece che a giocare – la sgridò Minto – Non ti ritroveresti da sola ad
affrontare gli avversari! »
« Ma io ero con Taru-Taru! –
replicò concitata – È testone, ma non è cattivo. »
La mora le rivolse un’occhiata
scettica, ma evitò di contraddirla e di perdersi in una discussione infinita.
Retasu aiutò Ichigo a rimettersi in piedi, mentre l’amica tornava al suoi
aspetto normale: aveva ripreso colore, e la sgradevole sensazione di prima era
scomparsa. La paura, però, era rimasta, assieme ad una domanda imperterrita:
cosa le aveva fatto quell’aliena dai capelli bruni?
***
Aisei comparve nella dimensione
aliena con uno schiocco. Era furente. Avanzò a passo spedito lungo il
corridoio, divorandolo in un paio di falcate, e spalancò la porta che aveva di
fronte con quanta forza aveva.
« Kisshu! »
Lui non la guardò. Spaparanzato
su una sorta di chaise lounge color porpora, le
braccia dietro la testa, sembrava addormentato, ma Aisei sapeva benissimo che
era sveglio.
« Kisshu, guardami! » lui aprì
una palpebra sola:
« No, grazie, ho appena mangiato…
»
« Fai meno lo spiritoso! – lo
zittì – Sai di essere nei guai?! E in guai grossi! »
« Uh, che paura! »
Lei sbattè il palmo della mano
sullo schienale, costringendolo ad aprire gli occhi. Kisshu si ritrovò
imprigionato in una gabbia di ciocche nocciola, a guardare il proprio riflesso in
quelle iridi verdi tempestate di pagliuzze dorate: la sua solita faccia
insolente e il ghigno beffardo gli ammiccarono da quei due specchi di giada, e si
sorprese che non gli si vedesse in volto anche il terribile crampo che aveva
ricevuto il suo stomaco.
« Kami-sama, quanto non ti sopporto! »
« Non cambiare discorso. –
replicò la bruna – L’ho visto, sai?! »
« Cosa? »
« Tu – hai – protetto - quell’umana. »
Scandì le parole fino a rendere
ognuna di esse pesante come un macigno. Kisshu si accigliò, alzandosi, e la
scostò di lato in malo modo:
« Hai letto la mente di Ichigo? Non
avevi detto che ti saresti accontentata dei dati di Pai? »
« Ho voluto accelerare i tempi. –
spiegò brusca – Ho visto i suoi poteri! Ti rendi conto che quella ragazzina può
essere seriamente una minaccia?! Ci hai mai anche lontanamente pensato?! »
« E tu hai mai pensato che non mi
ci vuole nulla a farla a fettine? »
« Da quel che ho visto – fece con tono provocatorio – non
si direbbe. »
Kisshu sentì montare la rabbia di
colpo. La fulminò con lo sguardo e le afferrò il polso tanto forte da farle
male:
« Stammi bene a sentire –
sussurrò – Ichigo è affar mio! Stanne fuori! »
« Non puoi decidere tu questo. – rispose lei
piatta, divincolandosi dalla sua stretta – Se è un ostacolo, la ucciderò. E ti
conviene cominciare anche te a pensarci, o prenderò in considerazione di
riferire il tuo comportamento a Deep Blue-sama. »
Kisshu non rispose. Quella non
era una buona alternativa; considerando che, per quanto il loro capo fosse
ancora solo in forma embrionale, aveva già il suo bel caratterino, e se avesse
sentito che lui aveva fatto fuggire Ichigo e tutte le sue amiche dalla trappola
mortale in cui gli altri l’avevano imprigionate, lui avrebbe detto addio alla
vita molto prima del previsto.
Aisei lo guardò con
commiserazione:
« Oddio, non dirmi che te ne sei
innamorato sul serio…! »
Lui la fissò piccato:
« Ma ti fai gli affari tuoi?! »
« Troppo tardi. – fece spallucce,
mostrando la mano – Ho visto tutto. »
Kisshu fissò la manina pallida,
le dita affusolate e con le unghie lunghe, e ebbe l’impulso di staccargliela di
netto, unito alla voglia di fare qualcos’altro, altrettanto impulsivo, ma di
ben altro genere.
« Sul serio, te ne sei innamorato
per davvero?! – fece maligna - Mi dispiace dirtelo, ma se continui a pretendere
le sue attenzioni a quel modo, otterrai pochino. »
Era troppo. Kisshu le afferrò con
forza le spalle e la costrinse a sedersi sul divanetto, poi posò le mani ai
lati della sua testa, bloccandola, e la guardò con odio:
« Cosa ne sai tu, di quel che sto
passando? – ebbe l’impressione di sentire le ferite inflittegli da Ao No Kishi
riprendere a bruciare - Ne hai anche solo una vaga idea?! »
Aisei parve spaventarsi, ma fu
solo per alcuni istanti; continuò a fissarlo negli occhi e sollevò la mano
destra, lentamente, poggiandola sulla sua.
Come sempre, non fu una buona
idea.
La rabbia del ragazzo le arrivò
dritta allo stomaco, soffocandola con una morsa al petto. Fu costretta a
ritrarre subito le dita, stringendole nel pugno come se fossero appena venute a
contatto con un fornello rovente. Kisshu la fissò senza scomporsi:
« Stai alla larga da Ichigo. »
Scomparve senza aggiungere altro.
Aisei si rimise in piedi, livida di rabbia, e tornò indietro sbattendo i piedi
con forza.
Era successo di nuovo.
Di solito, lei non era in grado
di leggere ciò che provava la gente. Certo, bastava che si concentrasse
toccando un punto scoperto della pelle di un altro e subito poteva vederne i
ricordi, scoprire le sue parole e tutto ciò che aveva fatto, ma i sentimenti,
quelli no, non era in grado di leggerli.
Era troppo complicato, ci
volevano anni di allenamenti per essere capaci di fare una cosa del genere, e
visto che ormai le persone con doti come le sue erano rarissime anche tra la
sua gente, Aisei non l’avrebbe mai imparato. Certo, visto che la vita di chi
subiva il suo potere le scorreva di fronte come un film, poteva capire ciò che
una persona provava con gli occhi, leggendone i movimenti e i gesti, ma non era
in grado di percepire il cuore degli
altri.
Solo con Kisshu era il contrario,
ed era sempre stato così sin da quando si conoscevano. Anzi, più che il
contrario, si poteva dire che Kisshu era l’unica persona che Aisei non
riuscisse a leggere.
La sua mente non le appariva mai come un insieme d’immagini, ma
come una nube fuligginosa in cui lei non era in grado d’orientarsi. Ancor
peggio, la maggior parte delle volte riusciva a farla quasi scappare,
gettandole addosso tutto quel che stava provando, ed era assai raro che fosse
un sentimento positivo.
Quel
ragazzo da sempre problemi!
Cercò di calmarsi, che quel’idiota si battesse per la sua racchietta,
se voleva. Se si fosse messo di mezzo, avrebbe fatto fuori sia lei che lui.
Ricomparve nella sala dove si
trovava Pai con aria decisamente più rilassata, anche se dentro di sé era
ancora molto nervosa. Il ragazzo dai capelli scuri non si voltò nemmeno a
guardarla, mentre Taruto, in piedi accanto all’altro, la guardò irritato:
« Ma dove sei sparita?! Mi hai
mollato laggiù e…! »
« Ho dovuto discutere una cosa
con Kisshu. – tagliò corto – Ora però non è importante. Pai, tu hai rilevato
niente? »
Taruto la guardò sbuffando,
incrociò le braccia e si appoggiò ad una colonna con aria imbronciata:
possibile che nessuno dei suoi compagni lo degnasse di attenzione?! Lo
trattavano sempre e solo come un mocciosetto, e la
cosa lo mandava in bestia.
Pai gli gettò solo un’occhiata,
poi tornò a parlare con Aisei:
« A dire il vero sì. Ma non sono
sicuro che si tratti della MewAqua. »
« In che senso? »
Il ragazzo battè un paio di
pulsanti sulla tastiera e fece comparire l’immagine di un fiume che scorreva in
mezzo alla metropoli, attraversato da l’alto ponte della ferrovia; l’immagine
non mostrava nulla d’insolito, quando improvvisamente l’acqua del fiume prese a
splendere, mandando un arcobaleno di luce.
Aisei e Taruto fissarono lo
spettacolo ad occhi sgranati:
« Ma cos’è? »
Pai guardò il fratellino senza
rispondere e corrugò la fronte.
« Credo dovremmo andarlo a
scoprire quanto prima. – disse Aisei – Quante volte s’è ripetuto questo
fenomeno? »
« Per ora solo un paio. – rispose
il ragazzo – Ma qualunque cosa ci sia lì sotto emana delle deboli onde
d’energia con una frequenza abbastanza regolare, perciò… »
La ragazza annuì. Era bene andare
ad investigare, subito.
(*) aah, come le capisco *ç*… Sbav!
Kisshu: tenetemela a distanza, grazie =__=””!
(**) ep. 39, “I sogni rubati”
(***) ep. 15 “Masha alla
riscossa” (che episodio inutile -__-! ndRia – Piiii ç___ç!
ndMasha)
~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~
Eccomi
qua! Allora che ne dite?
Kisshu:
che mi hai fatto apparire poco, e soprattutto mi hai sempre fatto fare la
figura dell’idiota -__-*!
Tranquillo,
avrò modo di renderti ancora più imbecille andando avanti ^^+!
Kisshu:
ç__ç… Cattiva… Almeno mi metti assieme alla mia micetta ç__ç?
Non
compio miracoli io!
Kisshu:
D’ho T__T!
Aisei:
che idiota…
Kisshu:
pure qui rompi tu?! +___ç** <- estrae i suoi sai
Aisei:
vuoi sfidarmi? Non chiedo di meglio *__*…
Buoni
voi due! <- Ria li lega e li chiude in uno sgabuzzino – fatemi rispondere ai
commenti in santa pace!
X MadamaKokoro: spero di
rispondere alle tue aspettative e di farla + emozionante che mai ^^, la mia
volontà è quella. (se facciamo affidamento sulle tue doti, però… ndTaruto - …
ndPai_che_annuisce – Voi state buoni o mi vendicherò in maniera assai + sadica
di come ho programmato +___+… - Glom O__O””…). “Bagonghi”?! X°°°D! bellissimo!
Mi piace una cifra, sa proprio di cosa stupida xDD (vorresti dire che siamo
stupidi?! ndIchigo_&_Masaya - … No comment =_=! ndRia)
X Danya91: scrittura
divina °\\°?! Grazie mille onee-chan, sei troppo gentile ^\\^!! Tranqui, al
massimo posso schiattare perché poltrisco troppo xDD! Aisei piace moltissimo
anche a me, quindi spero di averti fatto contenta con questo cap, dato che è
visto molto dal suo punto di vista; sta tranquilla, al nostro Kisshu farà
venire i sorci verdi ancora per pareeeeechio tempo ;) (è una minaccia o che?
ndKisshu)
X Avly: e io sono più
che onorata di sapere che i miei lavori ti stanno facendo affezionare a questa
sezione del sito ^^! Grazie per i complimenti sul collezionista e grazie per
questi, ovviamente ^o^! vedi sopra, io adoro Aisei! Mi divertirò un mondo a
scrivere le discussioni tra lei e Kisshu d’ora in avanti xD! Per la tua
domanda… No, ma è un no con riserve, nel senso che non lo erano, ma… Non posso
dirti altri, o spoilero! Saprai col tempo ;)… Continua a leggermi e a leggere
il Collezionista, mi raccomando ^^!
X chocola92: spero che
questo seguito ti soddisfi, anche se è piccolino ^^. Ci vediamo presto!
X Miss Giulietta: mmm… Ho come l’impressione che il prologo ti
sia piaciuto ^o^! xD grazie mille piciola, spero che anche questo nuovo cap ti
piaccia come l’altro!
Ringrazio tutti
coloro che hanno anche solo letto senza commentare, ma se avete il tempo fatelo
^^! Mi fate felicissima, anche un commentino piccino piccino, anche una
critica, per me sono tutti modi di migliorare! Un grazie di cuore!
Ok, ora non penso
di aggiornare prima della fine della vacanze, ma chissà? La storia, come
vedete, sta seguendo un po’ l’anime, ma non penso di fare sempre così:
l’episodio sul fiume Sumida mi serviva ;), ma penso di cambiare molte cose sulla
trama originale d’ora in poi… chi vivrà vedrà!
Ryou: anche
questa è una minaccia =__=?
Taruto: ehm,
scusa…
Che c’è?
Taruto: … Ma
Kisshu e Aisei sono ancora legati nello sgabuzzino?
O__O”! ops °__°”…
<- Ria vede provenire dallo sgabuzzino tuoni e lampi – Ehi, non sfasciatemi
la casa! Pai-chan, vieni ad aiutarmi ç__ç!
Pai: tu mi
esoneri dalla fanfic?
Ma certo che no,
che domanda è?!
Pai: … Allora
ciao. <- si teletrasporta.
O___o?! noo, non
lasciarmi con quelle due bestie assetate di sangue T___T!! Sob… Arrivederci
gente, provo ad andare a fermarli… Sperando non mi coinvolgano nelle loro liti
e mi uccidano ç__ç…
Tutti: MAGARI!
Ç__ç*!! Sigh,
alla prossima…