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Autore: Ria    18/12/2009    4 recensioni
[...] Kisshu era uno di quei tipi a cui piace giocare con le ragazze. Tutte le ragazze. Gli piaceva stuzzicarle, blandirle pian piano, finchè queste non cadevano ai suoi piedi e tutte cedevano sempre. Perché per Kisshu era un gioco, un gioco allettante e piacevole, e perché per lui erano tutte uguali.
Con due eccezioni.
Una era Ichigo, e Taruto lo capiva benissimo, anche se non riusciva a capacitarsi di come fossero peggiorati i gusti del fratello per scegliere “quella vecchiaccia”.
L’altra era Aisei. [...]
[...] Lei scosse la testa con forza:
« Ho avuto… Ho avuto paura! – singhiozzò – Quando… Quando Kisshu mi dice che gli piaccio… Non so più cosa fare! Ho l’impressione di non controllare più il mio corpo, non riesco nemmeno più a pensare! Penso solo… »
« Solo? »
« … Solo… Che vorrei stare con lui, e nient’altro.
« Non… Non sento più niente, non voglio più sentire niente. Vorrei solo che mi abbracciasse… »
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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 Aaaah, ma come sono stata svelta ^^!

Tutti: che gioia =__=… <- tono mooolto sarcastico

Simpatici -__-“”… Ok gente, questo è il mio piccolo regalo di Natale, assieme al nuovo cap del Collezionista ;)! Questo cap sarà abbastanza tranquillo, metterò solo a fuoco alcuni particolari e preparerò le cose x l’azione vera (insomma, un capitolo inutile? ndKisshu – SBAM! <- Ria lo spiattella contro il tavolo – Taci tu +___+**!), ma ho voluto pubblicarlo prima dell’inizio delle feste così da non lasciarvi troppo col fiato sospeso ^o^… I ringraziamenti in fondo!

 

 ~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~

 

Cap.01 – Lo strano potere

 

 

 

« ICHIGO!! »

La mewneko mandò un lieve singhiozzo, appiattendosi ancor più contro il muro e sperando che Minto non l’avesse vista per davvero.

« Si può sapere che stai facendo?! »

Inutile, la moretta l’aveva vista eccome. Ichigo si alzò piano, stiracchiando un sorriso impacciato, mentre la compagna la fissava severamente a braccia conserte.

« Ehm… Ciao Minto… »

« Macché “ciao”! Lo sai di quanto sei in ritardo?! – indicò con fare perentorio l’orologio appeso al muro – Ben venti minuti! Ti sembra il modo?!? »

Ichigo borbottò qualcosa, abbassando lo sguardo colpevole. Lo sapeva di aver fatto tardi, proprio per questo che aveva aspettato l’unico istante in cui tutte le sue amiche si erano trovate distanti dall’ingresso, per poter sgusciare dentro ed evitare la strigliata della mora.

« Sei irrecuperabile! »

« D’accordo, ma non c’è bisogno di arrabbiarsi tanto. – sbottò Ichigo alla fine – Tu non fai mai niente qui dentro, ti ricordo! »

« Cosa?! »

« Non sono certo io a passare i miei pomeriggi bevendo tè! »

« Dai, ragazze, per favore… Minto-san, Ichigo-san… »

« Lasciale perdere Retasu. – l’ammonì pacata Zakuro, guardando le altre due che continuavano a litigare – Falle sfogare. »

« P-però…! »

« Si stancheranno prima o poi. »

E con quell’ultima, laconica affermazione la mora tornò al lavoro, seguita da Purin che se la rideva di gusto guardando le altre due (Ichigo, in quel momento, con tanto di coda felina per il nervoso). Retasu sospirò rassegnata:

« Uffa… »

« Siamo alle solite… »

La ragazza fece un balzo improvviso, voltandosi col cuore che batteva a mille:

« Sh-Shirogane-san! M-mi hai spaventata! »

La sua faccia rossa, però, diceva tutt’altro, e rendendosene conto Retasu abbassò di colpo lo sguardo, imbarazzatissima. Ryou non reagì, apparentemente senza accorgersi di nulla, e fece un passo verso le due litiganti, guardandole severo:

« Ragazze, piantatela. »

Loro lo seccarono con  uno sguardo, ma lui le ignorò e fece un cenno a Purin:

« Chiudi la porta, per piacere, e metti il cartello di chiusura. Dobbiamo parlare. »

Notando la sua faccia preoccupata la biondina si limitò ad annuire, obbedendo. Ichigo e Minto si zittirono di colpo, e Retasu gli si accostò timidamente:

« È… È successo qualcosa? »

« Temo di sì. Venite subito di sotto. »

 

***

 

Kisshu era uno di quei tipi a cui piace giocare con le ragazze. Tutte le ragazze. Gli piaceva stuzzicarle, blandirle pian piano, fino a farle cadere ai suoi piedi(*) e, per quanto fossero riottose, orgogliose o quant’altro, tutte cedevano.

Sempre.

Perché per Kisshu era un gioco, un gioco allettante e piacevole, a cui sapeva giocare da maestro; e perché per lui erano tutte uguali.

Con due eccezioni.

Una era Ichigo, e Taruto lo capiva benissimo, anche se non riusciva a capacitarsi di come fossero peggiorati i gusti del fratello per scegliere “quella vecchiaccia”.

L’altra era Aisei.

Non sapeva il motivo, e l’unica domanda che aveva mai provato a fare era stata ricambiata con una tale occhiataccia da parte del ragazzo dal farlo astenere da altre indagini, ma Taruto sapeva per certo che Aisei fosse l’unica che Kisshu davvero detestava.

Non poteva essere altrimenti, a giudicare dagli sguardi fulminanti che stava tirando al fratello maggiore e alla ragazza; Taruto sentì un’altra volta una fortissima curiosità premere contro la sua volontà, ma si costrinse a trattenere le domande e, scostata l’attenzione da Kisshu, tornò a guardare gli altri due , intenti di fronte al computer di Pai con aria assorta.

« E sei riuscito a raccogliere tutti i dati di ogni singolo scontro? »

Chiese Aisei al ragazzo, ammirata. Pai annuì senza scomporsi:

« L’ho ritenuto opportuno. »

Kisshu emise un verso di stizza, volutamente bello sonoro. Certo, se si trattava di una nuova rompiscatole era calmo e pacato, se invece si trattava di lui il suo fratellone reagiva con la grazia di uno squalo famelico!

Gli altri due finsero non sentire le sue lamentele e continuarono il loro lavoro. Aisei scrutò ancora un istante le file di dati che venivano proiettate davanti ai loro occhi, portandosi un dito sotto al mento:

« Avete anche dei dati su quelle ragazzine terrestri? »

« Tutti quelli che sono riuscito ad ottenere – ripetè Pai – sono qui. »

Lei annuì un paio di volte, riflettendo, e poi sospirò:

« È davvero una montagna di roba… Mi ci vorrà un secolo! »

Il ragazzo non le rispose. Aisei riflettè ancora e poi lo guardò, come soppesando cosa fare; Pai le rispose con un’occhiata obliqua, poteva immaginare cosa volesse fare per accelerare i tempi, e l’idea non gli piaceva.

L’aveva sperimentato una volta, e aveva potuto classificare l’esperienza come una delle più fastidiose della sua vita; da non ripetere mai più.

« Non perdi occasione per fatti gli affari degli altri, vero? »

I due si voltarono lentamente. Kisshu guardava Aisei con un sorriso maligno, la sua battutina aveva fatto centro: la ragazza aveva assunto un’espressione marmorea, le labbra ridotte a una linea.

« Il mio potere non è qualcosa che va usato per il gossip, pezzo di deficiente. »

Sibilò tra i denti; lui fece spallucce e le rivolse un’occhiata eloquente, soddisfatto di essere riuscito ad irritarla. Pai sospirò con rassegnazione:

« Se pensi di fare prima, Fuu, fallo pure – disse piatto, porgendole il braccio – del resto, io non ho nulla da nascondere. »

Non lo stava guardando, ma il suo commento era rivolto a Kisshu, chiaro come la luce del sole. Il ragazzo, infatti, si irrigidì, punto sul vivo, e digrignò i denti:

« Che vorresti dire con questo?! »

« Lascia perdere, Pai. »

Aisei allontanò il braccio del ragazzo, non senza prima rivolgere un sorriso canzonatorio all’alieno dai capelli verdi:

« Li studierò con calma da sola. »

Con fare elegante si allontanò dal quadro comandi, senza più degnare di un’occhiata Kisshu che invece, irritato com’era, avrebbe per una volta continuato volentieri la conversazione, anzi, la litigata. Almeno, alla fine, avrebbe avuto una scusa per fulminarla.

« Taruto. »

Il ragazzino si riscosse di colpo, sorpreso di essere chiamato dalla bruna, e quasi cadde dal piedistallo dove se ne stava a gambe incrociate.

« Puoi aiutarmi? »

« In che senso? »

Aisei guardò appena Pai, che annuì, e snobbò di nuovo Kisshu, liquidandolo con un gesto della mano:

« Pai e Kisshu dovranno restare qui a cercare altri segnali della MewAqua, perché il risveglio del nostro signore sia ancor più rapido – spiegò – ma io vorrei dare un’occhiatina ai nostri nemici, ed è una cosa che occupa tempo. »

« Dovrei portartici io? – bofonchiò il ragazzino – Pensi che non sia abbastanza bravo per aiutarli?! »

« Assolutamente no. – gli sorrise lei – Ma Pai è più avvezzo a queste cose, e Kisshu, dopo gli ultimi inconveniente con quel tizio (com’era…? Ao No Kishi, giusto?) è meglio che non si cacci nei guai… »

Guardò appena il menzionato con aria irriverente. Lui sembrava sul punto di ucciderla.

« E visto che io ho bisogno di un valido aiuto…  »

Taruto sembrò pensarci, poco convinto, ma alla fine borbottò un “va bene” e i due scomparvero in un istante.

Nella dimensione rimbombò il colpo secco di un pugno:

« Merda! »

« Datti una calmata, Kisshu. Tanto, Aisei è qui e qui resta, finchè non torneremo a casa. »

« Tu stai zitto! – lo indicò con uno scatto iroso – E dimmi che cazzo volevi dire prima! »

« Avanti, non prendermi in giro. Sai benissimo che sto parlando di quella stupida umana. »

Kisshu non replicò, serrando la mascella.

« Ringrazia che Fuu  non lo sa, e ringrazia che non lo sa Depp Blue-sama. »

« Vaffanculo. »

« Coda di paglia? »

Kisshu borbottò qualcosa che Pai non capì, e lo guardò storto:

« Non sono fatti tuoi. »

« Direi di sì, se col tuo agire insensato comprometti la missione. »

« Io non sto compromettendo proprio un accidente!! »

« Ah no? »

Pai gli rivolse la sua occhiata più raggelante, sibilando di rabbia:

« Chi è stato a far scappare quell’umana dalla trappola mia e di Taruto(**)? No, perché sai, avevo proprio l’impressione che l’idiota che l’ha svegliata dal sonno fossi stato proprio tu! »

Kisshu ingoiò il rospo. Certo che l’aveva salvata, e per un motivo ben preciso! Ma cosa sarebbe servito tentare di spiegarlo, e proprio a Pai? Era già tanto se non aveva vuotato il sacco con il loro capo, chiederli anche di ricordarsi un istante di avere un cuore e cercare di comprenderlo almeno vagamente, era troppo.

« In ogni caso, Deep Blue-sama ha capito perfettamente che ti stai comportando in modo strano – disse ancora Pai con tono di superiorità – e senza che tu riesca a ragionare, ci troviamo a corto di un membro. Mi sembra ovvio che Aisei sia la scelta più saggia. »

Se voleva far perdere le staffe al ragazzo, c’era riuscito. A ripensare all’aliena Kisshu seccò il fratellastro con un’altra parolaccia e prese a girare in tondo, trattenendo a stento un urlo d’esasperazione:

« Oh, quanto è…! Mi ci mancava! »

« Se non avessi sempre agito di testa tua – commentò l’altro – Deep Blue-sama non avrebbe dovuto chiamarla qui. »

« Vuoi dirmi che il suo simpaticissimo modo di trattarmi come un surrogato mal funzionante di soldato è perché è brava a fare il suo lavoro?! »

Sbottò sarcastico. Pai lo guardò con sufficienza:

« No. Quello è perché non ti sopporta. »

Kisshu lo fissò con la mascella spalancata. Poi, mandandolo a quel paese, si teletrasportò anche lui, lanciando maledizioni ed imprecazioni in tutte le direzioni.

 

***

 

Con aria preoccupata Keiichiro mandò l’immagine al proiettore. Nel buio della stanza, le cinque MewMew videro brillare sulla parete l’immagine un po’ sfocata della mappa della città, in cui un punto rosso continuava a pulsare, con un sordo bip di accompagnamento.

« Ieri pomeriggio – spiegò il bruno – abbiamo rivelato una variazione di forze, proprio qui, dove tempo fa avevamo scovato uno dei passaggi per la dimensione aliena(***). »

« Ehm.. Il che vorrebbe dire? » chiese Ichigo titubante.

« Vuol dire che qualcosa è entrato lì dentro, qualcosa che non è umano. »

Fu la gelida risposta di Ryou. Tra le ragazza passò un tremito d’agitazione.

« Un chimero? »

« Non penso, Zakuro. – fece il biondo scuotendo la testa – Fosse stato un chimero Masha l’avrebbe individuato. No, era qualcosa che non abbiamo rilevato finchè non è entrata lì dentro. »

Ichigo deglutì a vuoto, quel discorso non le piaceva per nulla.

« Purtroppo non abbiamo altre informazioni per ora – si scusò Keiichiro – ma abbiamo preferito avvertirvi, è stato qualcosa di davvero insolito. »

Le ragazze annuirono convinte. Ichigo si frugò rapida in tasca, tirando fuori il cellulare:

« Sarà meglio che avverta Aoyama-kun. – spiegò, all’occhiata di Minto – Del resto, ora che gli alieni sanno che lui è Ao No Kishi, è pericoloso! »

L’amica annuì appena. Ryou, sempre immobile e con le braccia conserte, ebbe un lieve guizzo al labbro, guardando la rossa salire di sopra con aria preoccupata.

Che cosa irritante.

Retasu lo fissò di sottecchi, ma non disse nulla, mordicchiandosi il labbro.

 

« Avanti… Rispondi dai…! »

Il cellulare di Aoyama suonò a vuoto altre due o tre volte, ma senza risultato. Ichigo sospirò e spense la comunicazione, prendendo a scrivergli un messaggino.

Sapeva bene che il ragazzo non l’avrebbe sentita, quando era agli allenamenti di kendo era scrupolosissimo e non portava mai con il telefonino, ma non potergli dire di quell’inquietante rilevazione di Ryou e Keiichiro la innervosiva, avrebbe preferito di gran lunga avvertirlo subito.

Si rimise il cellulare in tasca e fece per scendere di nuovo, quando Masha le comparve accanto tutto agitato:

« Ichigo, Ichigo, piii! »

« Che succede? »

« Alieni, alieni, pii! »

 

« È questo il posto? »

Taruto annuì con decisione. Aisei incrociò le braccia, scrutando il Caffè con aria scettica, su quei muri c’era tanto di quel rosa da darle allo stomaco.

« Ma perché non le avete attaccate qui, se sapete dove si nascondono? »

«Ci abbiamo provato una volta – disse il ragazzino – ma cercavamo la MewAqua che Kisshu e la vecchiaccia avevano trovato sulla cima della Torre. Poi secondo Pai è uno spreco di tempo, il nostro scopo ora è trovare il cristallo prima di loro. »

Il solito ragionamento pratico del sempai.

Aisei annuì con un sorrisetto; poi guardò Taruto divertita, inarcando il sopracciglio:

« Vecchiaccia? »

« Quella là! »

Indicò con rabbia  sotto di sé. Dal Caffè le ragazze erano tutte uscite di gran carriera, e li scrutavano col naso all’insù e l’aria allarmata.

« Ah…. Dici quella lì? »

Fece un cenno verso la rossa del gruppo e il brunetto annuì con un sorrisetto cattivo in viso. Aisei squadrò ancora un istante le ragazze, scendendo pian piano di quota:

« Beh, vediamo che sa fare. »

Mentre i due si avvicinavano Purin indicò il ragazzino, mettendo il broncio:

« Ah, Taru-Taru, sei di nuovo tornato a fare il cattivo! » 

« Io sarei venuto a fare che?! – sbottò lui iroso – Dovresti aver paura di me, invece di dire cretinate! »

Aisei alzò gli occhi al cielo, un po’ rassegnata.

E questo è uno dei soldati che dovrebbe salvare la nostra gente?

Sotto di loro, le altre ragazze, erano tutte intente a guardare chi fosse la persona accanto a al ragazzino. Appena era uscita Ichigo, guardando distrattamente, aveva creduto si trattasse di Pai, forse per l’abitudine di vederlo sempre con Taruto appresso, ma s’era dovuta rettificare un istante dopo.

Aisei si fece più vicina, senza che le ragazze muovessero un muscolo. Ichigo la fissò ad occhi sgranati, quindi era stata lei a creare il disturbo rilevato da Keiichiro? Poteva benissimo esserlo, dato che non l’aveva mai vista combattere assieme agli altri tre alieni, fino a quel momento.

Com’è bella…

Di colpo l’aliena si bloccò e fece un cenno a Taruto. Il ragazzino sorrise e, fatti comparire un paio di para-para, li lanciò contro un albero ad un paio di metri dalle MewMew: La pianta splendette un istante e prese a muovere le radici e la chioma come un serpente, ondeggiando avanti ed indietro, andando poi all’attacco delle cinque terrestri con passi pesanti e goffi.

Le MewMew si ripresero nello stesso momento, trasformandosi, e mentre le più grandi si lanciavano contro il chimero-albero, MewPurin fece una doppia capriola e si avventò su Taruto, afferrandolo per i piedi.

« Che cavolo fai?! – protestò lui, cercando di divincolarsi – Mollami, scimmia da circo! »

« Non ci penso neanche! »

Aisei guardò un secondo la scenetta con aria stranita, ma lasciò presto perdere: Taruto, per quanto piccolo, era un bravo soldato, non avrebbe avuto certo troppe grane ad eliminare quella mocciosetta.

Ho altro di cui occuparmi.

Nella sua mano sinistra comparve un coltello dalla punta sottilissima, un’arma piccola quanto pericolosa: la sua puntura era leggera e faceva perdere pochissimo sangue, ma l’emorragia interna che causava era letale. Anche sulla Terra ne esisteva una simile; gli spagnoli la chiamavano almarada, o chupasangre, succhiasangue.

Aisei fece girare un istante la sua almarada tra le mani, come per controllasse che fosse ben bilanciata, e stringendo forte il manico ricurvo si lanciò in mezzo allo scontro.

MewMinto, che stava evitando che un ramo largo quanto la sua testa le fracassasse la cassa toracica, fu mancata per un soffio dall’affondo dell’aliena, anche se percepì il sibilo della lama accanto al suo orecchio; Aisei non si scompose e schivò senza problemi il tentativo di contrattacco, lanciandosi poi contro MewRetasu. La ragazza mandò uno strillo strozzato quando vide la lama puntare verso la sua pancia, ma riuscì ad evitarla ed afferrò saldamente le sue nacchere:

« Ribbon… Lettuce Rush! »

Aisei, colta alla sprovvista, fu colpita dal getto d’acqua, finendo ai piedi del chimero-albero e rischiando di venir spiaccicata da una delle sue radici contorte. La creatura, però, riconoscendo in qualche modo uno dei suoi “padroni”, la schivò e continuò a concentrarsi su MewZakuro, che gli teneva stretto un grosso gruppo di rami nel laccio della sua frusta.

Il chimero mandò un ruggito gutturale, tentando di liberarsi; Aisei si teletrasportò al livello delle sue fronde imprigionate e affondò forte col taglio dell’almarada: la frusta di Zakuro fu tagliata di netto, come fosse stata di burro, liberando il chimero che schioccò i rami di fronte a sé, colpendo di striscio MewRetasu e MewIchigo. MewZakuro invece  rotolò all’indietro per il contraccolpo e l’aliena le fu di subito addosso, la lama pronta a colpire.

« Onee-sama! »

Aisei si scostò appena in tempo per non essere centrata da una delle frecce della mewbird.; salì in aria, riprendendo fiato e stando attenta a portarsi fuori tiro dalla giovane arciera, ma il chimero stava dando a lei e alle compagne abbastanza da fare per non considerarla più di tanto.

La bruna si portò due ciuffi dietro l’orecchio, pensierosa. In quanto ad agilità fisica non erano male, ma quelle ragazzine non era nulla che i tre Ikisatashi non avrebbero potuto gestire. Si guardò un momento attorno sentendo uno schiamazzare concitato, e scorse Taruto ancora impegnato con la ragazzina vestita di giallo: questa gli era salita sulle spalle, tenendogli un braccio attorno al collo, e lui stava tentando in tutti i modi di togliersela di dosso, dimenandosi come un’anguilla. Sembrava che stessero giocando piuttosto che combattere, e dalla faccia soddisfatta di Purin e quella paonazza di Taruto davano proprio l’idea di due amichetti intenti a farsi i dispetti.

« Ti ho detto di scendere, vuoi ascoltarmi sì o no?!? »

« No, finchè non chiedi scusa per averci attaccate di nuovo Taru-Taru! »

« Piantala di chiamarmi così! – sbottò lui, rosso come un pomodoro – E non ti appiccicare a questo modo!! »

Aisei sospirò seccata, forse aveva fatto troppo affidamento su di lui.

Girò l’almarada tra le dita, riafferrando saldamente il manico e puntando la mewscimmia con occhi gelidi: che fosse una o l’altra, se aveva l’occasione di levarsi una di quelle rompiscatole dai piedi era meglio approfittarne.

« Ribbon… Strawberry Surprise! »

Ci fu una luce accecante e Aisei fu costretta a coprirsi gli occhi con un braccio; dimentica dell’attacco che voleva fare contro Purin strizzò le palpebre, tentando di capire cosa stesse succedendo, e finalmente riuscì a scorgere una di quelle ragazze (quella che Taruto aveva definito “vecchiaccia”) colpire con uno strano raggio d’energia il chimero. La creatura gemente e si dimenò gettando in alto i rami, finchè non scomparve in un mare di luce iridescente, lasciando soltanto il para-para a galleggiare a mezz’aria.

Man mano che la luce scemava la bruna fissava la scena sempre più stranita: com’era possibile che quella ragazzina avesse distrutto un chimero con un colpo solo?

Aisei ridusse gli occhi a due fessure, brandendo l’almarada come uno scalpello.

Devo scrutare lei per prima.

L’aliena si lanciò di testa contro il gruppo, puntando senza esitazione sulla mewneko; le altre non riuscirono a fermarla, tenute alla larga dalla sua lama, e MewIchigo si accorse troppo tardi della direzione presa dalla bruna per saltare via.

Aisei, però, non la colpì.

Non fece nulla, se non afferrarle il braccio.

Ichigo tremò da capo a piedi, sentendo di perdere le forze; fu come se qualcosa di freddo e viscido le s’insinuasse dentro, dandole la nausea, e sentì girarle la testa.

Era colpa di quell’aliena. Non sapeva cosa stesse facendo, ma al tocco della sua mano sulla sua pelle Ichigo aveva avuto l’impressione che qualcosa avesse preso a scrutarle dentro, in un punto del suo animo in cui nessuno poteva entrare,  in cui nessuno doveva entrare. Mai.

Non riuscì a muoversi; Aisei era tranquillissima e non dava segni di turbamento, mentre Ichigo aveva un’espressione di puro terrore: voleva gridare, disgustata, ma dalla bocca non le uscì neppure un suono. Dopo qualche secondo la presa della bruna si allentò impercettibilmente ed Ichigo schizzò all’indietro, urlando con voce stridula.

Aisei la osservò incredula, come se fosse stata colpita da un pensiero inaspettato, ma poi il suo viso divenne una maschera d’ira: quello che aveva visto era senza senso! Eppure… Non potevano esserci errori.

« Bene. – sentenziò – Per ora direi che mi basta. »

Aveva saputo a sufficienza. Si teletrasportò prima che una delle MewMew potesse reagire e ricomparve di fronte a Taruto, ancora intento a litigare con Purin.

La ragazza sbuffò seccata e afferrò la biondina per la coda, strappandola con violenza dalle spalle di Taruto.

« Sparisci. »

Con un gesto infastidito Aisei lasciò la presa. Purin cadde giù a peso morto, urlando, ma Aisei non se ne curò di più che se si fosse trattato di un insetto; Taruto, invece, si bloccò dov’era, rilassandosi solo quando scorse MewMinto afferrare la ragazzina a mezz’aria.

Per fortuna era riuscita a prenderla…

Scosse la testa con forza, non doveva essere contento! Guardò di sottecchi Aisei, sperando che non avesse notato le sue reazioni sconclusionate, perché non sarebbe stato in grado di spiegare. La ragazza, però,  non pareva interessata a quel che lui faceva. Sembrava invece parecchio irritata e impaziente di andarsene da lì:

« Andiamocene Taruto. So abbastanza per il momento. »

Si teletrasportò senza nemmeno aspettare una risposta dal ragazzino. Lui si corrucciò, seguendola: tutti a lui gli adulti lunatici!

 

A terra, Ichigo tremava ancora. Le amiche le erano attorno e la fissavano preoccupate, tentando di rimetterla in piedi, visto che la rossa se ne stava in ginocchio senza riuscire ad alzarsi.

« Ichigo, che è successo? »

« Nee-chan, sei pallidissima! » pigolò Purin.

La rossa strinse la mano di Minto e fece un cenno di diniego. Le veniva da piangere, era stato davvero orrendo, e per di più non era stata in grado di opporsi.

« Cerca di calmarti ora. – disse Zakuro con premura – Prendi fiato. »

La rossa obbedì, scoprendo di essere già più tranquilla dopo due profondi respiri. Le amiche continuarono a starle attorno e a confortarla, lanciandosi di quando in quando sguardi allarmati.

« Pensate che sia stata lei a…? »

« A provocare il disturbo registrato da Akasaka e Shirogane? – chiese la mewlupo – Temo proprio di sì, Retasu. »

« A me non piace! – borbottò Purin – Mi ha quasi fatta schiantare per terra! »

« Se tu pensassi a combattere invece che a giocare – la sgridò Minto – Non ti ritroveresti da sola ad affrontare gli avversari! »

« Ma io ero con Taru-Taru! – replicò concitata – È testone, ma non è cattivo. »

La mora le rivolse un’occhiata scettica, ma evitò di contraddirla e di perdersi in una discussione infinita. Retasu aiutò Ichigo a rimettersi in piedi, mentre l’amica tornava al suoi aspetto normale: aveva ripreso colore, e la sgradevole sensazione di prima era scomparsa. La paura, però, era rimasta, assieme ad una domanda imperterrita: cosa le aveva fatto quell’aliena dai capelli bruni?

 

***

 

Aisei comparve nella dimensione aliena con uno schiocco. Era furente. Avanzò a passo spedito lungo il corridoio, divorandolo in un paio di falcate, e spalancò la porta che aveva di fronte con quanta forza aveva.

« Kisshu! »

Lui non la guardò. Spaparanzato su una sorta di chaise lounge color porpora, le braccia dietro la testa, sembrava addormentato, ma Aisei sapeva benissimo che era sveglio.

« Kisshu, guardami! » lui aprì una palpebra sola:

« No, grazie, ho appena mangiato… »

« Fai meno lo spiritoso! – lo zittì – Sai di essere nei guai?! E in guai grossi! »

« Uh, che paura! »

Lei sbattè il palmo della mano sullo schienale, costringendolo ad aprire gli occhi. Kisshu si ritrovò imprigionato in una gabbia di ciocche nocciola, a guardare il proprio riflesso in quelle iridi verdi tempestate di pagliuzze dorate: la sua solita faccia insolente e il ghigno beffardo gli ammiccarono da quei due specchi di giada, e si sorprese che non gli si vedesse in volto anche il terribile crampo che aveva ricevuto il suo stomaco.

« Kami-sama, quanto non ti sopporto! »

« Non cambiare discorso. – replicò la bruna – L’ho visto, sai?! »

« Cosa? »

« Tu – hai – protetto - quell’umana. »

Scandì le parole fino a rendere ognuna di esse pesante come un macigno. Kisshu si accigliò, alzandosi, e la scostò di lato in malo modo:

« Hai letto la mente di Ichigo? Non avevi detto che ti saresti accontentata dei dati di Pai? »

« Ho voluto accelerare i tempi. – spiegò brusca – Ho visto i suoi poteri! Ti rendi conto che quella ragazzina può essere seriamente una minaccia?! Ci hai mai anche lontanamente pensato?! »

« E tu hai mai pensato che non mi ci vuole nulla a farla a fettine? »

« Da quel che ho visto – fece con tono provocatorio – non si direbbe. »

Kisshu sentì montare la rabbia di colpo. La fulminò con lo sguardo e le afferrò il polso tanto forte da farle male:

« Stammi bene a sentire – sussurrò – Ichigo è affar mio! Stanne fuori! »

« Non  puoi decidere tu questo. – rispose lei piatta, divincolandosi dalla sua stretta – Se è un ostacolo, la ucciderò. E ti conviene cominciare anche te a pensarci, o prenderò in considerazione di riferire il tuo comportamento a Deep Blue-sama. »

Kisshu non rispose. Quella non era una buona alternativa; considerando che, per quanto il loro capo fosse ancora solo in forma embrionale, aveva già il suo bel caratterino, e se avesse sentito che lui aveva fatto fuggire Ichigo e tutte le sue amiche dalla trappola mortale in cui gli altri l’avevano imprigionate, lui avrebbe detto addio alla vita molto prima del previsto.

Aisei lo guardò con commiserazione:

« Oddio, non dirmi che te ne sei innamorato sul serio…! »

Lui la fissò piccato:

« Ma ti fai gli affari tuoi?! »

« Troppo tardi. – fece spallucce, mostrando la mano – Ho visto tutto. »

Kisshu fissò la manina pallida, le dita affusolate e con le unghie lunghe, e ebbe l’impulso di staccargliela di netto, unito alla voglia di fare qualcos’altro, altrettanto impulsivo, ma di ben altro genere.

« Sul serio, te ne sei innamorato per davvero?! – fece maligna - Mi dispiace dirtelo, ma se continui a pretendere le sue attenzioni a quel modo, otterrai pochino. »

Era troppo. Kisshu le afferrò con forza le spalle e la costrinse a sedersi sul divanetto, poi posò le mani ai lati della sua testa, bloccandola, e la guardò con odio:

« Cosa ne sai tu, di quel che sto passando? – ebbe l’impressione di sentire le ferite inflittegli da Ao No Kishi riprendere a bruciare - Ne hai anche solo una vaga idea?! »

Aisei parve spaventarsi, ma fu solo per alcuni istanti; continuò a fissarlo negli occhi e sollevò la mano destra, lentamente, poggiandola sulla sua.

Come sempre, non fu una buona idea.

La rabbia del ragazzo le arrivò dritta allo stomaco, soffocandola con una morsa al petto. Fu costretta a ritrarre subito le dita, stringendole nel pugno come se fossero appena venute a contatto con un fornello rovente. Kisshu la fissò senza scomporsi:

« Stai alla larga da Ichigo. »

Scomparve senza aggiungere altro. Aisei si rimise in piedi, livida di rabbia, e tornò indietro sbattendo i piedi con forza.

Era successo di nuovo.

Di solito, lei non era in grado di leggere ciò che provava la gente. Certo, bastava che si concentrasse toccando un punto scoperto della pelle di un altro e subito poteva vederne i ricordi, scoprire le sue parole e tutto ciò che aveva fatto, ma i sentimenti, quelli no, non era in grado di leggerli.

Era troppo complicato, ci volevano anni di allenamenti per essere capaci di fare una cosa del genere, e visto che ormai le persone con doti come le sue erano rarissime anche tra la sua gente, Aisei non l’avrebbe mai imparato. Certo, visto che la vita di chi subiva il suo potere le scorreva di fronte come un film, poteva capire ciò che una persona provava con gli occhi, leggendone i movimenti e i gesti, ma non era in grado di percepire il cuore degli altri.

Solo con Kisshu era il contrario, ed era sempre stato così sin da quando si conoscevano. Anzi, più che il contrario, si poteva dire che Kisshu era l’unica persona che Aisei non riuscisse a leggere.

La sua mente non  le appariva mai come un insieme d’immagini, ma come una nube fuligginosa in cui lei non era in grado d’orientarsi. Ancor peggio, la maggior parte delle volte riusciva a farla quasi scappare, gettandole addosso tutto quel che stava provando, ed era assai raro che fosse un sentimento positivo.

Quel ragazzo da sempre problemi!

Cercò di calmarsi, che quel’idiota si battesse per la sua racchietta, se voleva. Se si fosse messo di mezzo, avrebbe fatto fuori sia lei che lui.

Ricomparve nella sala dove si trovava Pai con aria decisamente più rilassata, anche se dentro di sé era ancora molto nervosa. Il ragazzo dai capelli scuri non si voltò nemmeno a guardarla, mentre Taruto, in piedi accanto all’altro, la guardò irritato:

« Ma dove sei sparita?! Mi hai mollato laggiù e…! »

« Ho dovuto discutere una cosa con Kisshu. – tagliò corto – Ora però non è importante. Pai, tu hai rilevato niente? »

Taruto la guardò sbuffando, incrociò le braccia e si appoggiò ad una colonna con aria imbronciata: possibile che nessuno dei suoi compagni lo degnasse di attenzione?! Lo trattavano sempre e solo come un mocciosetto, e la cosa lo mandava in bestia.

Pai gli gettò solo un’occhiata, poi tornò a parlare con Aisei:

« A dire il vero sì. Ma non sono sicuro che si tratti della MewAqua. »

« In che senso? »

Il ragazzo battè un paio di pulsanti sulla tastiera e fece comparire l’immagine di un fiume che scorreva in mezzo alla metropoli, attraversato da l’alto ponte della ferrovia; l’immagine non mostrava nulla d’insolito, quando improvvisamente l’acqua del fiume prese a splendere, mandando un arcobaleno di luce.

Aisei e Taruto fissarono lo spettacolo ad occhi sgranati:

« Ma cos’è? »

Pai guardò il fratellino senza rispondere e corrugò la fronte.

« Credo dovremmo andarlo a scoprire quanto prima. – disse Aisei – Quante volte s’è ripetuto questo fenomeno? »

« Per ora solo un paio. – rispose il ragazzo – Ma qualunque cosa ci sia lì sotto emana delle deboli onde d’energia con una frequenza abbastanza regolare, perciò… »

La ragazza annuì. Era bene andare ad investigare, subito.

 

 

 

 

(*) aah, come le capisco *ç*… Sbav!

Kisshu: tenetemela a distanza, grazie  =__=””!

(**) ep. 39, “I sogni rubati”

(***) ep. 15 “Masha alla riscossa” (che episodio inutile -__-! ndRia – Piiii ç___ç! ndMasha)

 

~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~

 

Eccomi qua! Allora che ne dite?

Kisshu: che mi hai fatto apparire poco, e soprattutto mi hai sempre fatto fare la figura dell’idiota -__-*!

Tranquillo, avrò modo di renderti ancora più imbecille andando avanti ^^+!

Kisshu: ç__ç… Cattiva… Almeno mi metti assieme alla mia micetta ç__ç?

Non compio miracoli io!

Kisshu: D’ho T__T!

Aisei: che idiota…

Kisshu: pure qui rompi tu?! +___ç** <- estrae i suoi sai

Aisei: vuoi sfidarmi? Non chiedo di meglio *__*…

Buoni voi due! <- Ria li lega e li chiude in uno sgabuzzino – fatemi rispondere ai commenti in santa pace!

X MadamaKokoro: spero di rispondere alle tue aspettative e di farla + emozionante che mai ^^, la mia volontà è quella. (se facciamo affidamento sulle tue doti, però… ndTaruto - … ndPai_che_annuisce – Voi state buoni o mi vendicherò in maniera assai + sadica di come ho programmato +___+… - Glom O__O””…). “Bagonghi”?! X°°°D! bellissimo! Mi piace una cifra, sa proprio di cosa stupida xDD (vorresti dire che siamo stupidi?! ndIchigo_&_Masaya - … No comment =_=! ndRia)

X Danya91: scrittura divina °\\°?! Grazie mille onee-chan, sei troppo gentile ^\\^!! Tranqui, al massimo posso schiattare perché poltrisco troppo xDD! Aisei piace moltissimo anche a me, quindi spero di averti fatto contenta con questo cap, dato che è visto molto dal suo punto di vista; sta tranquilla, al nostro Kisshu farà venire i sorci verdi ancora per pareeeeechio tempo ;) (è una minaccia o che? ndKisshu)

X Avly: e io sono più che onorata di sapere che i miei lavori ti stanno facendo affezionare a questa sezione del sito ^^! Grazie per i complimenti sul collezionista e grazie per questi, ovviamente ^o^! vedi sopra, io adoro Aisei! Mi divertirò un mondo a scrivere le discussioni tra lei e Kisshu d’ora in avanti xD! Per la tua domanda… No, ma è un no con riserve, nel senso che non lo erano, ma… Non posso dirti altri, o spoilero! Saprai col tempo ;)… Continua a leggermi e a leggere il Collezionista, mi raccomando ^^!

X chocola92: spero che questo seguito ti soddisfi, anche se è piccolino ^^. Ci vediamo presto!

X Miss Giulietta: mmm… Ho come l’impressione che il prologo ti sia piaciuto ^o^! xD grazie mille piciola, spero che anche questo nuovo cap ti piaccia come l’altro!

Ringrazio tutti coloro che hanno anche solo letto senza commentare, ma se avete il tempo fatelo ^^! Mi fate felicissima, anche un commentino piccino piccino, anche una critica, per me sono tutti modi di migliorare! Un grazie di cuore!

Ok, ora non penso di aggiornare prima della fine della vacanze, ma chissà? La storia, come vedete, sta seguendo un po’ l’anime, ma non penso di fare sempre così: l’episodio sul fiume Sumida mi serviva ;), ma penso di cambiare molte cose sulla trama originale d’ora in poi… chi vivrà vedrà!

Ryou: anche questa è una minaccia =__=?

Taruto: ehm, scusa…

Che c’è?

Taruto: … Ma Kisshu e Aisei sono ancora legati nello sgabuzzino?

O__O”! ops °__°”… <- Ria vede provenire dallo sgabuzzino tuoni e lampi – Ehi, non sfasciatemi la casa! Pai-chan, vieni ad aiutarmi ç__ç!

Pai: tu mi esoneri dalla fanfic?

Ma certo che no, che domanda è?!

Pai: … Allora ciao. <- si teletrasporta.

O___o?! noo, non lasciarmi con quelle due bestie assetate di sangue T___T!! Sob… Arrivederci gente, provo ad andare a fermarli… Sperando non mi coinvolgano nelle loro liti e mi uccidano ç__ç…

Tutti: MAGARI!

Ç__ç*!! Sigh, alla prossima…

 

 

   
 
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