Prima che
potessero accorgersene, era già arrivato il 1 settembre, e con esso tutti gli
studenti. Harry, Ron, Hermione e Ginny avevano deciso di continuare a
frequentare la scuola fino ai propri M.A.G.O. Ciò significava che Ginny era
ormai nella stessa classe del trio.
“Preferisco i
discorsi di Silente” commentò Ron durante il primo giorno di scuola, poco dopo
il discorso di inizio anno della McGranitt, che era stato preciso e conciso,
anche se con un vago tentativo di
allegria.
Hermione lo guardò
male, Ginny era distratta e non disse niente, e Harry esclamò:
“Ron!”
“Che c’è? Non
dirmi che non sei d’accordo! Voglio dire, è il primo anno dopo la sconfitta di
Voldemort, non pensi che ci meritiamo un po’ di allegria?” Ron aveva imparato,
dopo la sua sconfitta, a pronunciare il nome senza più paura, il che rendeva le
conversazioni un po’ più sciolte.
“Non è nel suo
carattere” obiettò Harry alzando gli occhi al cielo.
“Continuo a
pensare che i discorsi di Silente fossero meglio, e sono ancora convinto che in
fondo tu sia d’accordo” ribatté Ron, mangiando una patata.
“Be’, erano più
belli, ma dato che ovviamente Silente
non c’è e non può tornare, e dato che altrettanto ovviamente la McGranitt mette
tutto il suo impegno in tutto ciò che fa, penso che sia l’ultima che tu possa
criticare” ribatté Harry. Hermione si affrettò a concordare. Ron, che con
questo d’accordo non aveva niente da ridire, si limitò ad annuire.
I mesi passarono
tranquilli dopo quel giorno. La professoressa McGranitt (già, non aveva ancora
trovato un insegnante di Trasfigurazione, possibile?) sembrava essere ancora più
severa degli anni passati in classe, ma se da una parte questo aveva stupito,
dall’altra era stata spesso spigata con il fatto che avesse paura che passata
la paura di Voldemort i ragazzi potessero lasciarsi andare troppo. Anche il
loro nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, Dedalus Lux, aveva
dimostrato di essere un ottimo insegnante, amato da tutti gli studenti e anche
in buone relazioni con gli insegnanti.
Dicembre, vacanze di Natale
Erano
ormai le vacanze di Natale. Tutto il parco del castello era coperto di neve, e
mancando pochi giorni a Natale, anche l’interno era decorato persino più del
solito. Ginny era andata con la sua famiglia in vacanza in Egitto, mentre Ron
era riuscito a restare a Hogwarts con Harry ed Hermione (dato che la signora
Weasley non aveva ancora cognizione delle coppie che si erano formate a scuola,
e pensava che il trio volesse semplicemente stare insieme, e non aveva quindi
prestato attenzione alle proteste di Ginny, neppure quando Harry aveva cercato
di convincerla).
I
tre avevano appena terminato una battaglia di neve (quanto era bello tornare a divertirsi
dopo aver passato anni a combattere, lasciando perdere la giovinezza!) in cui
Ron era risultato vincitore, quando videro la McGranitt, da lontano,
allontanarsi in direzione del lago. Curiosi, decisero di seguirla.
Fu
così che giunsero a poca distanza dalla
tomba di Silente. Rimasero nascosti dietro ad un cespuglio, protetti dal gelo
grazie ad un incantesimo di riscaldamento (merito, ovviamente, di Hermione).
Videro
l’unica cosa che non si sarebbero mai aspettati: la loro rigida professoressa
crollare ai piedi della tomba.
Ci
furono vari momenti di silenzio.
“C-ciao
Albus” cominciò poi la strega con voce tremante. “Fra pochi giorni c’è Natale.
Ma Albus, a cosa mi serve il Natale, da sola? T-ti ricordi? Avevo iniziato ad
odiare il Natale dopo che i miei genitori erano morti. Erano già passati otto
anni, ero stata Auror e in battaglia contro Grindelwald nel frattempo, e quel
primo anno di insegnamento… oh, Albus, non penso di esserti mai stata
abbastanza grata! Pensavo di passarlo tutto da sola, come sempre… Invece sei
entrato, con la tua scacchiera e la tua cioccolata calda in due delle tue
ridicole tazze…”
La
McGranitt qui si permise di ridere. Non era una risata fredda: aveva
divertimento, ma anche molto, molto rimpianto. Alla fine si dissolse fino a
diventare silenziosi singhiozzi.
“Pensavo
che avremmo passato così tutti i Natali, a chiacchierare e giocare a scacchi…
era il nostro Natale, Albus! Come hai potuto, come hai osato, lasciarmi sola! Mi
avevi giurato che non lo avresti mai fatto!” la voce si alzò di un semitono. “Mi
avevi detto che sarebbe stato il mio ultimo Natale da sola, e ora guardami: ho
già passato un Natale senza di te, non sono in grado di passare anche questo…”
la voce si dissolse lentamente, cadendo nel silenzio.
“E’
ironico, sai?” riprese dopo un po’, la voce più ferma. “Ero convinta che sarei
morta con te, al tuo fianco, in battaglia. Mi hai ingannata: perché? Ora ho
perso te e il migliore amico che avevo dopo di te, Severus. Sapevi che avrei
potuto salvarti, lo sapevi: perché non hai voluto che lo facessi? Bastava un
incantesimo perché il veleno che era nel tuo corpo passasse nel mio. So che
conoscevi l’incantesimo, te l’avevo mostrato io un giorno, tempo fa, mentre
stavamo facendo ricerche di Trasfigurazione poco dopo che avevo iniziato ad
insegnare! Non mi ritenevi forse all’altezza? Pensavi che mi sarei tirata
indietro? No, non può essere questo: e allora perché? Perché hai scelto di
morire tu?”
Il
volto ora mostrava quasi agonia, nel parlare. Sembrava che la donna non potesse
sentire niente di fisico, nonostante ormai fosse inginocchiata nella neve da
quasi mezz’ora.
“Sai,
non manchi solo a me. Sai che tutti i ragazzi ti preferiscono. Eri più utile
tu, non puoi negarlo. Harry, Ron ed Hermione avrebbero avuto bisogno di una
guida come te l’anno scorso.”
I
ragazzi sussultarono nel sentire che l’insegnante aveva usato il loro nome
proprio.
“Sei
l’unico che sappia quanto io ami i miei ragazzi, Albus, ma devi sapere anche
che non riuscirò mai ad essere come te per loro… potrò amarli quanto li amavi
tu, forse, ma loro non riusciranno mai a vedere in me ciò che vedevano in te.
Non ne sono capace, Albus. Soprattutto non ora, non ora che sei… che sei….”
Il
trio non riusciva a credere alle proprie orecchie. Non solo aveva appena
ammesso di essersi in qualche modo affezionata a tutti gli studenti, ma aveva
anche ammesso debolezza. Non era da lei.
“Io
non ce la faccio, Albus. Aiutami. Non ce la faccio..”
Harry,
Ron ed Hermione videro che la professoressa era lentamente scivolata nella
neve, addormentata. Uscirono dal nascondiglio e la levitarono verso il
castello.
Dopo
aver deciso, con alcuni incantesimi diagnostici, che non aveva niente di
fisico, la portarono alle sue stanze (il ritratto, vedendo che la professoressa
era addormentata, li aveva gentilmente lasciati entrare), e dopo averla
gentilmente deposta sotto le coperte con un incantesimo di essicazione ai
vestiti, uscirono silenziosamente dalle stanze.
Ecco finalmente terminato l'ultimo dei capitoli "introduttivi" alla storia, che mi servivano perché fosse chiaro in che stato fosse la McGranitt. Da qui in poi comincerà la vera storia, spero più interessante.
Grazie a dublino e a marik1989, che hanno recensito, mi avete davvero scaldato il cuore! Quindi, piccolo regalo pre-natalizio, eccovi questo capitolo.
Grazie anche a Miss_Sunshine e di nuovo a dublino per aver messo questa fic fra le seguite. Spero di non avervi deluso con quest'ultimo capitolo.
Ah, piccola nota: mi sono accorta di aver sbagliato il nome della Professoressa Sinistra, che sarebbe Aurora. Ora ho corretto :D