MALEDETTI
MANDARINI!
La campanella della
ricreazione era appena suonata. Temari,
pacchetto di sigarette in tasca, si avviò per
l’affollato corridoio alla
ricerca della 4-S. Naturalmente al suo passaggio tutti si spostavano,
sorrise
sentendosi un po’ Mosè in mezzo al mar Rosso,
salutò un paio di persone e
arrivò di fronte alla classe di Ino.
Dentro c’erano solo Shikamaru, Ino e Naruto; si
fermò sulla
soglia.
“Ino.. vieni giù a fumare con me?” le
urlò dalla porta “Da
sola mi deprimo…” aggiunse
a mo’ di spiegazione.
Gli occhi azzurri di Ino si alzarono dal foglio su cui stava
febbrilmente scrivendo e con un gesto eloquente le fece segno di
avvicinarsi.
“Tem.. non posso devo copiare ancora i compiti di matematica
e Shikamaru non me li vuole dare!”
Classico da Ino: aveva già sette materie insufficienti.*
Poi sottovoce, attenta a non farsi sentire chiese un favore
all’amica.
“Ti prego, porta via quel altro” indicò
Shikamaru che
sonnecchiava con la testa sul banco “che mentre lui se ne sta
fuori io gli
copio i compiti e poi rimetto tutto al suo posto. Non se ne
accorgerà mai.”
Temari sbuffò. Toccava sempre a lei il lavoro sporco.
“Shikamaru. Hai una sigaretta?”
“Si, ma non per questo te la offro, Sabaku.” Gli
rispose, la
testa appoggiata sul banco.
“Dai Nara. Vieni anche tu a fumare che mi deprimo se
no!”
E fece gli occhi dolci; certo Nara era uno scansafatiche
alla decima potenza ma alla fine preferiva una sigaretta con la Sabaku
piuttosto che stare a sentire gli urli isterici dell’altra
bionda: Ino.
“E va bene, sei una seccatura però!”
“Lo so” e facendogli la linguaccia lo prese per il
polso
trascinandoselo fuori dalla classe, mentre l’amica si tuffava
sul quaderno di
Shikamaru.
Poco più tardi erano seduti su una panchina, il sole
temperato striava i capelli biondi di Temari con dei riflessi dorati,
Shikamaru
si perse in quei fili d’oro e si ritrovò a
fissarli, incantato.
“Che c’è?” sorrise la bionda.
“Niente niente..” subito distolse lo sguardo
rivolgendo la
sua attenzione alle poche nuvole che adornavano il cielo: era troppo
sereno per
lui.
All’improvviso passò un gruppo di ragazzine e
Temari, veloce
come il vento, tolse il suo sincero sorriso per cambiarlo con
un’espressione di
indifferenza e superbia.
“Perché fai cosi?” Shikamaru socchiuse
un occhio e guardò in
faccia la ragazza.
“Cosi come?”
“Quando arriva qualcuno metti subito una maschera di
superbia e strafottenza che viene voglia di cancellarla con la
candeggina.”
Rise di quella metafora cosi strana ma efficace, poi si
rabbuiò per un attimo.
“Vedi, io sono una Flo. E le Flo sono altezzose, superbe e
indifferenti,
è lo stereotipo delle regine della scuola e noi
accontentiamo ciò che gli altri
si aspettano da noi. Vedi, in ogni organizzazione,
c’è bisogno di capi che
comandino, è una condizione intrinseca della
società.. e nella Konoha High
School quelle siamo noi. E se questo cambiasse verrebbe fuori il caos
primordiale.”
“Ma che senso ha far finta di essere stronza e superba se in
verità non sei te!” Davvero Shikamaru non capiva,
alla faccia della sua
intelligenza, quella era davvero una contraddizione che non riusciva a
capire.
“E’ il prezzo da pagare per essere una
Flo.”
“E a che scopo essere una Flo?”
“Bè..” ci pensò un
po’ su. “Insomma le Flo sono l’emblema
della bellezza, dello status sociale e la maggiore aspirazione di ogni
ragazzina, e in fin dei conti, sei onorata di essere stata scelta tra
tante.
Vedi io sono entrata a far parte delle Flo in seconda superiore, mi ha
scelta
Hana Inuzuka, l’ex-Giglio, senza che io mi fossi proposta.
Avevo quattordici
anni, era un grandissimo onore e me ne andavo in giro tronfia per i
corridoi,
già assaporavo l’idea di essere la prossima
Giglio” sorrise rivangando i
ricordi passati.
Stava per aggiungere qualcos’altro ma suonò la
campanella, e
velocemente si alzò.
“Ciao Shika. Ci vediamo.” E scappò via,
veloce come la luce.
Il moro chiuse di nuovo gli occhi e si rilassò cinque minuti
prima di seguire i passi della Sabaku. Di una cosa era certo: non
avrebbe mai
capito le donne.
'*·~-. ̧ ̧,.-~*' ̄ ̈'*·~-. ̧ ̧,.-~*'
Arrancava nel vicolo buio
maledicendo la sua degenera madre.
Ancora sentiva le sue urla nelle orecchie.
“Shikamaruu! Vai a prendere il latte.. e veloce!”.
Inutili
le sue proteste; si era convinta di fare un dolce per
l’indomani e le mancava
il latte cosi ora si ritrovava, con una fame da lupi, a camminare per i
vicolini bui alle dieci di sera. L’avrebbe denunciata a chi
di dovere, poco ma
sicuro: era sfruttamento di minori questo!
La sua pancia brontolò; si ricordò dei mandarini
che aveva
preso e si auto convinse che sua madre non si sarebbe arrabbiata se ne
avesse
mangiato uno.
Svoltò a destra; la scorciatoia che passava per
l’ospedale
avrebbe accorciato la strada di cinque minuti buoni, tirò
fuori la retina
contenente gli agrumi e l’aprì, incautamente. In
meno di mezzo secondo
l’asfalto introno era ricoperto di mandarini rotolanti.
“Maledizione!” iniziò a recuperarne
più ne poteva; li
raccolse quasi tutti tranne un paio, finiti irreparabilmente in una
macchia
d’olio.
Non ne poteva più di quel giorno, si stropicciò
gli occhi..
rischiava di addormentarsi a momenti. Un pensiero dettato dalla
stanchezza gli
attraversò la mente: forse poteva introdursi
nell’ospedale, fingersi malato e
rimanere il a dormicchiare. Si voltò a guardare il piazzale
dell’edificio,
forse in un inconscio tentativo di realizzare la sua stupida idea.
Notò una ragazza che parlava conciata al cellulare, sotto la
luce del neon; la riconobbe subito, i biondi capelli raccolti in
quattro buffi
codini erano riconoscibili ovunque. Indeciso sul da farsi la
guardò da lontano,
sembrava davvero scazzata e probabilmente era meglio lasciarla in pace;
aveva
una vaga idea di com’era Temari da nervosa..sentiva ancora
male al naso,
ripensandoci. Stava per andarsene quando vide la ragazza spegnere il
cellulare,
fermarsi mezzo secondo e lanciarlo per terra con una forza impensabile.
L’apparecchi si ruppe in mille pezzi spargendo pezzi di vetro
e metallo da
tutte le parti.
Vedendo l’esplosione di ira della bionda Shikamaru fece
davvero per andarsene ma poi si accorse che Temari si era accucciata
per terra,
la testa rivolta all’asfalto e le spalle che tremavano
leggermente: stava
piangendo.
Non poteva ignorarla, non si spiegò il perché, ma
sentì il
bisogno di andare li: era troppo buono probabilmente, si disse.
In ogni caso riprese in mano la borsa della spesa e si
affrettò a raggiungere la ragazza, che non si era ancora
accorta della sua
presenza.
“Temari!” la chiamò; non voleva di certo
spaventarla
comparendo alle sue spalle.
Come se una scossa l’avesse colpita si alzo in piedi, si
asciugo gli occhi velocemente e senza farsi vedere e si
girò, mettendo su la
solita aria da dura.
“Ciao Shika.” Il suo aspetto da
“Flo” era però rovinato
dagli occhi rossi.
“Stai bene? Che è successo?”
“Niente.” Rispose velocemente, troppo velocemente
perché non
fosse una bugia.
“E cosa ci fai all’ospedale? Un giro
turistico?” sarcastico.
Troppo sarcastico.
La ragazza si guardò intorno, in un comportamento
tipico di chi si
sentiva con le spalle
al muro; lo guardò negli occhi e subito abbassò i
suoi, mentre le lacrime che
prima tentava di reprimere scendevano più incontrollabili
che mai.
“I-io . .e cco..” le
stille
salate le inondavano gli occhi e più si ripeteva che era una
stupida, che
piangere in pubblico, per di più davanti a un ragazzo era la
cosa peggiore da
fare, e più le lacrime scendevano rabbiose e sconsolate
sulla pelle liscia.
Shikamaru guardò quella ragazza piegata sotto il peso di
cose più grandi di lei, che gli piangeva davanti agli occhi.
Gli si strinse il
cuore.
“Vieni dai. Andiamo a prendere un caffè e poi mi
spieghi”.
Poco dopo erano seduti sulle sedie della sala d’attesa,
Temari si era calmata.
“Ora mi dici che succede?”
“Bè ecco. Diciamo che Gaara è rimasto
coinvolto in una rissa
con dei tipi tremendi e è caduto, o meglio lo hanno spinto,
ed ha sbattuto la
testa conto un muretto. Deve ancora svegliarsi.”
Shikamaru la guardò: suo fratello era addormentato in una
camera d’ospedale dopo aver sbattuto la testa, ci credeva che
stava male!
“Ma Kankuro?”
“ Kankuro è fuori città con dei suoi
amici, e non gli
prendere il cellulare. Ho provato a chiamare anche Ino ma non ha
risposto
nemmeno ai messaggi.” E notò che la voce era
diventata improvvisamente più
tagliente. “Karin è andata a passare il weekend
nel suo paese natale, a trovare
sua nonna, e non riesce a tornare prima di domani mattina.”
“Ah.. La prossima volta chiamami senza problemi, sperando
ovviamente che non ci sia una prossima volta.”
Parlò senza pensarci, prima di
rendersene conto.
La Sabaku lo guardò storto, un sorriso malizioso mischiato a
un occhiata sorpresa.
“Insomma.. a questo punto possiamo dirci amici no?”
aggrappandosi
agli specchi sentì il caldo fluire sul collo e per distrarre
la ragazza disse
la prima cosa che pensava.
“Con chi parlavi al telefono prima, comunque?”
Brutto argomento evidentemente: la bionda aveva abbassato
gli occhi di nuovo.
“Mio padre.” Disse in un appena udibile sussurro.
“L’ho
chiamato per dirgli di Gaara e pensavo venisse a trovarlo dato che si
trova
appena fuori città ma evidentemente ha troppo da fare con le
sue amanti per
preoccuparsi di suo figlio. Ha detto che non c’era bisogno
che venisse, che
potevo cavarmela benissimo da sola.”
Finì il suo discorso adirato e, senza pensarci,
appoggiò la
testa sulla spalla del moro guardando il vuoto con occhi vacui.
In quel momento il cellulare di Shikamaru prese a suonare,
diffondendo nella sala silenziosa un musica rock a tutto vuole, subito
rispose:
non voleva che lo cacciassero.
“Pronto mamma?”
“Dove ti sei cacciato, figlio disgraziato!”
l’urlo di sua
madre arrivò alle orecchie della Sabaku che rise tra se e
sé.
“Mamma, torno a casa tardi. Sono con una mia amica.”
“Se per le cinque non sei a casa ti diseredo. E vedi di non
farmi diventare nonna con la tua amichetta capito?!” e
sbattè giù il telefono
mentre Shikamaru arrossiva fino alla punta delle orecchie. Ora Temari
rideva
apertamente.
Il moro la guardò negli occhi e scoppiò a ridere
pure lui.
Si ripresero cinque minuti dopo, tornando seri mentre
un’infermiera avanzava a passettini veloci e ticchettanti nel
corridoio.
“Signorina Sabaku?” si rivolse a Temari con aria
professionale e distaccata, mentre la ragazza tratteneva il respiro.
“Lieta di
informarla che suo fratello si è finalmente svegliato e che
gli esami non hanno
rivelato danni gravi, però dovrà restare sotto
osservazione per una o due
settimane.”
“Grazie.” Disse semplicemente, riprendendo a
respirare.
“posso vederlo?”
“Certo signorina.” E si alzò mentre
Temari la seguiva.
Shikamaru restò seduto.
“Vieni o ti devo mettere un razzo nel …”
si fermò lasciando
sottintendere la frase.
“Ma dai è una questione di famiglia.”
Protestò il moro.
“Mi sentirei meglio se venissi con me.” Lo
guardò con quegli
occhi azzurri.
“E va bene.” Rassegnato la segui verso la stanza
del
fratello.
NOTE AUTRICE:
Povero Gaara
ç.ç
Insomma piccolo capitolo
incentrato sul rapporto Temari e Shikamaru; anche se devo ancora vedere
se
diventerà realmente una Shika/Tem.. ho in mente altre
avventure per questi due.
(:
RISPONDIAMO ALLE RECENSIONI:
Meg 89: no certo che
una tua nuova recensione non mi dispiace, i consigli sono sempre ben
accetti
*.*
Accidenti.. maledette sviste xD
ecco cosa succede ad aggiornare la sera tardi da stanchi ..
Comunque si come ho accennato
Ino, Temari e Karin hanno tutta una loro introspezione che nei primi
tre
capitoli ho lasciato MOOOLTO superficiale perché, appunto,
volevo svilupparla
nel corso della storia.. in quanto per me le persone non sono sempre
quello che
fanno vedere agli altri.
La Deidara/Karin… si, non è una
coppia che ho visto spesso nel sito, ma io non li vedrei male assieme ^^ anche se lui fa il
bastardo. Stupido
bombarolo xD ma no dai poverino! >.>
Comunque spero che anche questo
capitolo ti sia piaciuto, non succedono molte cose in se, mi serviva
per
approfondire un po’ Temari.
Baci Eiko.
Sarataverna: ma
grazie dei complimenti cara ^^ mi fa piacere che ti piaccia (uh! Giochi
di
parole!), continua a seguire e fammi sapere se ti piace anche questo
capitolo
(: Eiko.
Hachi92: Allora
diciamo che, come risposto
nella recensione del capitolo prima a Meg89, Ino e
le altre sono volutamente descritte cosi, o
meglio chiarisco: i primi capitoli sono incentrati su un introspezione
molto superficiale
dei
personaggi che verranno poi
approfonditi nel corso della storia. I primi capitolo descrivono come
loro si
comportano con gli altri, essendo Flo, ma soprattutto come gli altri le
percepiscono.
Comunque mi potresti dire dove
vedi gli elementi riguardanti il modo narutiano? Penso di essermeli
persi per
strada (in caso chiedo amabilmente scusa)… comunque si
è una AU come è
specificato nelle note ed è pure OOC in quanto Ino non
è cosi nel manga,
naturalmente; come non lo sono né Temari né
Karin, essendo AU ho voluto
cambiare i caratteri, ma come già detto
l’introspezione dei personaggi, le
motivazione che li portano a compiere determinati atti saranno
descritte più
avanti: fa parte della storia.
PS: insomma dai, non è che Ino si
è spogliata davanti a Kiba del tutto.. semplicemente si
è cambiata velocemente
d’abito; Ino e Kiba sono stati ex e lui sa tutto di lei, e
l’ha anche vista in
condizioni più intime diciamo. Non lo vedo proprio come un
comportamento da
sgualdrina.
Ah e io non ho nulla
contro le biondi- occhi azzurri.. anzi, pagherei per avere capelli
biondi e
occhi azzurri e un fisico come Ino, e non le considero affatto
sgualdrine di
classe C.
Il nome “Giglio” è stato dato nel
corso degli anni a queste regini e per tradizione si
“tramanda”, diciamo.. il
Giglio sotto intende la “posizione di prestigio”
possiamo dire del capo delle
Flo.
Comunque se ne hai voglia segui
la ff in quanto si evolverà il comportamento di Ino, tuo
personaggio preferito,
e delle altre (non dimentichiamocele se no si offendono).
Eiko.
Ringrazio anche midnightx5
per avere messo la storia nei preferiti ^^.
Alla
prossima!
Eiko.