“D’altronde,
l’amore non è
razionale.
Non lo è per niente.”
Ti vedo,
mentre ridi con lui. E ti osservo, soffermandomi su ogni particolare
che i miei
occhi riescono a vedere.
Non
riesco a capire cosa mi affascina di te. Forse gli occhi, lo sguardo
che sembra
riuscire a vedere dentro. Forse la tua simpatia, la tua gentilezza, il
tuo
essere schiva ma allo stesso modo dolce.
Non lo
so.
So solo
che mi sono innamorato così, senza un perché.
D’altronde,
l’amore non è razionale.
Non lo è
per niente.
E chissà
come mai, mi sono sempre innamorato di ragazze sbagliate.
Sempre.
E sempre
ho dovuto soffrire ed accettare il fatto che le avrei dovute
dimenticare.
Non mi
innamoro facilmente, ma quando succede è una cosa che mi
devasta.
Mi
sconvolge.
Ma
immancabilmente mi fa soffrire come non mai.
E ancora
una volta ti guardo, ti osservo ridere con lui, guardarlo con
quell’aria
sognante, con uno sguardo che non mi hai mai rivolto.
E ancora
una volta sento che una parte del mio cuore si sta sbriciolando, si sta
riducendo
in minuscoli frantumi.
Vorrei
che il dolore mi uccidesse, che ponesse fine a questo supplizio.
Ma so che
è una cosa che non succederà mai. Sono costretto
a soffrire.
Non ci
sarà amore nella mia vita.
Mai.
Distolgo
lo sguardo dal tuo volto, proprio mentre tu lo alzi. Incrociamo gli
occhi solo
per una frazione di secondo. E vedo la preoccupazione, la paura per la
mia
espressione sconvolta.
Mi giro e
inizio a camminare verso la foresta.
Accendo
una sigaretta e inizio a fumare, chiudendo gli occhi e cercando di
fermare il
tremito delle mie mani.
A cosa
serve desiderare che la vita cambi, se si ha la certezza di rimanere
sconfitti
per sempre?
A cosa
serve continuare a ridurre il cuore a brandelli, a lacerarlo
inutilmente e
cercare di ripararlo quando si ha la certezza che non
tornerà a battere mai
più?
E a cosa
serve sperare, sognare l’amore quando si ha la certezza di
rimanere soli per il
resto della propria vita?
Perché
solo ora me ne rendevo conto, ma in fondo l’avevo sempre
saputo.
Solo.
Per
sempre.