Serie TV > Il mondo di Patty
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Autore: 883    21/12/2009    4 recensioni
" Tu esisti dentro me...
sei da difendere...
con grazia semplice..."
4 anni sono passati da quando Nicolas se ne è andato lasciando Antonella sola.
Tante cose sono successe, ma una in particolare ha cambiato completamente la vita alla divina per eccellenza.
Perchè l'amore vero non si può dimenticare e anche quando ci si sente traditi da questa persona, noi continuiamo ad amarla sempre e comunque.
Questo è successo ad Antonella che non è mai riuscita a capire il perchè Nicolas l'abbia lasciata per andare in Spagna con Emma dopo avere giurato di amarla come non aveva mai fatto prima.
Ma una spiegazione c'è, solo che lei non la sa.
E se Nicolas dopo 4 anni tornasse?
SEGUITO DI "UNA NOTTE FUORI DAL MONDO"
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le pagine della nostra vita!'
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20!! Non è possibile.
Ero così felice, può tanta felicità svanire in un secondo? A quanto pare si.
Alan Taylor ci ha trovati, ma come ha fatto? Accanto a lui vi sono due dei suoi bestioni.
Faccio la prima cosa che mi viene in mente, gli sbatto la porta in faccia. Sono strasicura che tra due minuti la sfonderanno.
-Anto, chi è?- mi domanda mio padre.
-Alan Taylor.- dico col cuore che va a mille per la paura. Mio padre sbianca, e insieme a lui Patty, Matias e Franco.
-Dobbiamo scappare.- dice mio padre.
-No, tra due minuti sfonderanno la porta, non c'è tempo per scappare. Patty, Matias, non voglio che rischiate oltre per noi. Fatemi un favore, prendete Elisabeth e Nicolas e scappate, noi restiamo qua per farvi guadagnare tempo. C'è una via di fuga?- dico rivolgendomi a mio padre.
-Si, dal terrazzo si va sul tetto.- dice mio padre.
-E poi come faremo a scappare però?- domanda Patty.
-Tenete le chiavi.- mio padre si fionda su un cassetto e tira fuori un mazzo di chiavi.
-Nel tetto c'è un elicottero, che gli inquilini dell'appartamento possono usare in caso di emergenza, prendete quello. Lo sapete guidare?-
-Si, io si, ma Anto sei sicura, non ti va che restiamo?- mi domanda Matias.
-No Matias, solo una cosa vi chiedo, prendetevi cura di Elisabeth.-
Franco mi fa spostare, mentre con tutte le sue forze sposta il divano davanti alla porta che sta iniziando a cedere. Dal corridoio che porta alle camere arriva Nicolas con nostra figlia in braccio.
-Amore ho sentito tutto, non se ne parla nemmeno, io resto qua.-
-No Nicolas, devi andare con loro, è te che Alan Taylor vuole.- provo a convincerlo io.
-Antonella, non mi farai cambiare idea, io resto qua.- mi dice deciso. Poi dà un bacio sulla guancia a Elisabeth e la stringe forte a sè, prima di passarla a me. Me la prendo in braccio e ci avviamo in terrazzo.
-Mamma, cosa succede?- mi domanda Elisabeth, è una bambina sveglia, ha capito che c'è qualcosa che non va.
-Ascolta adesso tu vai con la zia Patty e lo zio Matias, ok?-
-Ma io voglio la mamma e il papà.- dice prima di iniziare a piangere, e mi si spezza il cuore a lasciarla così, ma non so le intenzioni che ha Alan Taylor e non voglio metterla in pericolo di nuovo.
-Dai, vedrai che con gli zii ti diverti, ciao Eli.- dico prima di passarla a Matias, la mia bambina continua a piangere e chiamarmi, e una piccola lacrima passa anche sul mio viso, non voglio farla soffrire, ma mi sento in ansia a non averla vicino, anche se so che è in buone mani.
Sento due braccia stringermi da dietro, Nicolas.
-Tranquilla, andrà tutto bene.- mi sussurra, ma non sono tranquilla per niente.
-Roberto, è meglio se vai anche tu.- mi giro e sento Franco dire questo a mio padre.
-No, devo stare vicino a mia figlia.- dice mio padre in tono deciso, sarei più tranquilla se andasse con Matias e Patty, ma da una parte lo voglio anche al mio fianco.
-Starò io con loro, ho già avuto a che fare con Alan Taylor, è meglio che qualcuno vada con Matias e Patty , sono solo dei ragazzi anche loro alla fine, e c'è pure la nostra nipotina con loro.- spiega Franco.
Mio padre si gira verso di noi e io gli faccio un cenno col capo, facendogli capire che voglio che vada con loro.
-Va bene allora, ma fate attenzione mi raccomando.- mi dice mio padre prima di raggiungere gli altri in elicottero. Faccio segno di saluto con la mano mentre le lacrime inondano il mio viso. Elisabeth per fortuna si è un pò calmata, si è seduta in braccio a mio papà e ci saluta dall'elicottero, speriamo vada tutto bene.
-Forza, entriamo, dobbiamo trattenerlo in modo che abbiano la possibilità di scappare.- dice Franco mentre entriamo.
Rientriamo nel soggiorno e notiamo che la porta d'ingresso è già stata sfondata, ma di Taylor e i suoi scagnozzi nessuna traccia. Ci guardiamo un attimo intorno spaesati, ma dopo neanche due secondi sento due braccia enormi sollevarmi da sotto le braccia per tenermi ferma, inizio a scalciare, ma mi solleva più in alto, facendomi male.
-Antonella, papà.- un altro bestione ha preso suo padre di Nicolas, che tenta di liberarsi come me.
-Bene Nicolas, io direi che non ti conviene fare un passo.- dice Taylor spuntando dal corridoio che porta alle camere.
-Bastardo.- gli dice Nicolas.
-Ehi, ho detto buono, a quanto vedo le due persone più importanti per te sono in mano mia.- dicendo tirando fuori dalla tasca una pistola. Inizio a sudare freddo. Una situazione del genere non mi era mai capitata.
-Non azzardarti a sparare a Nicolas, razza di verme che non sei altro.- inizio a urlargli dietro, come se urlare e piangere servisse a qualcosa.
-Io non voglio sparare a nessuno cara Antonella, per il momento. Ma di certo non a Nicolas, sai caro ragazzo, devo fartela pagare in qualche modo per avere lasciato mia figlia sull'altare.- dice con tono pacato Alan Taylor. Mi tranquilizzo un attimo quando sento che non vuole sparare a Nicolas, probabilmente vuole sparare a me, ma non mi importa, l'importante è che non faccia del male a lui.
Tira fuori da dietro la schiena il pupazzo di Eli, Ih Oh.
-Ho fatto un giro per le camere mentre vi aspettavamo, quindi c'era altra gente qua. Immagino sia scappata per il tetto. Poco male, almeno non ci saranno testimoni.- dice sorridendo.
-Cosa vuole fare?- gli domanda Nicolas.
-Arrivaci da solo caro.-
-Come ha fatto a trovarci?- domando io tanto per prendere tempo e un pò per curiosità.
-Avete fatto tutto da soli, come sapete ho conoscenze ed era da un pò che tenevo sotto controllo i telefono di Buenos Aires, è stata la chiamata della tua amica Patty, non ha detto il luogo, ma sono potuto giungere al mittente seguendo la linea. Non mi è piaciuto lo scherzetto che mi avete fatto a Pinamar ragazzi. Vengo per trovarvi e stare un pò in vostra compagnia, e voi non vi fate trovare in casa? Non si fa così. Ma lasciamo stare va, l'importante è che adesso vi ho trovati.-
Lo guardo malissimo, e mi dò della stupida per la chiamata di Patty, ma chi pensava fosse un tale pazzo?
-Allora, Nicolas, vuoi venire via con me e finalmente sposare la mia bambina?- domanda a Nicolas.
-Digli di no Nicolas.- gli urlo io. Non voglio che debba soffrire per me. Franco invece sembra abbastanza tranquillo, non capisco perchè.
Alan Taylor si gira a guardarmi e mi sorride, ho una voglia di sputargli in un occhio. Lo vedo annuire con la testa, ma allora è proprio scemo.
Due secondi dopo però capisco il motivo del suo gesto. Con un rapido movimento lo scimmione che mi tiene ferma mi prende il braccio. L'unica cosa che sento è un dolore lancinante al braccio e le lacrime che mi invadono gli occhi. Sento Nicolas urlare il mio nome, ma non capisco molto, vedo tutto sfuocato per le lacrime e il male. Se non mi tenesse ferma lo scimmione probabilmente sarei già caduta a terra. Stringo i denti, è un dolore troppo forte da sopportare, mi deve aver spezzato in due l'osso del braccio.
-Stro...- apro la bocca per cercare di lanciargli contro un offesa, ma una voce mi ferma.
-Antonella stai zitta!- mi urla Franco. Non capisco più niente, però ubbidisco. Continuo a vedere tutto sfuocato per il male che si fa sempre più forte, ma continuo a sentire le voci.
-Franco, da quanto tempo.- dice Taylor, probabilmente deve essersi girato verso di lui.
-Sempre troppo poco.- gli risponde il padre di Nicolas.
-Vedo che la voglia di scherzare non ti è passata, allora come sono stati gli anni in galera?-
-Duri, ma sopprattutto pesanti perchè non me li meritavo, io ti avrò anche truffato, ma tu hai fatto di peggio.-
-Vedi caro, la differenza tra me e te, è che io sono ricco, potente e furbo, non mi faccio mai scoprire.- dice Taylor. Basta, il dolore alla spalla inizia a essere troppo forte. Non ce la faccio più, voglio chiudere gli occhi e svegliarmi nella mia casetta, con Nicolas, Elisabeth, mio padre, Fabio e tutti i miei amici e tornare alla mia vita di sempre. Ma purtroppo questo non è possibile e non so chi ci salverà da questa situazione.
-Ehi gente, mettete su molto caffè, abbiamo portato altri tre nostri colleghi oggi! Oh ma che succede? Mani in alto.-
Sorrido, per la prima volta da quando sono qua sono contenta di sentire la voce di Cip e Ciop, eccoli i nostri salvatori.
Ma il sorriso svanisce quando sento uno sparo e una grande paura che Nicolas o suo padre siano stati feriti mi colpisce. Fortunatamente si alza un grande polverone, lo sparo quindi è andato al soffitto. Lo scimmione mi molla di colpo e io cado per terra perchè il forte dolore mi impedisce ancora di muovermi. Dopo due secondi sento le braccia di Nicolas stringermi e trascinarmi con lui dietro al divano, in un posto sicuro.
-Tuo padre?- domando con un filo di voce.
-é riuscito a scappare per il corridoio che porta alle camere. Tu come stai?- mi domanda, ha un tono molto preoccupato.
-Mi fa male il braccio.- riesco a dirgli. Appoggio la testa al suo petto e chiudo gli occhi. Mi stringe delicatamente, attento a non farmi male, ma il suo tocco non può che farmi bene.
-Resisti.- mi sussurra per farmi coraggio.
-Ho paura.-
-Anch'io ma presto sarà tutto finito, fortuna che sono arrivati Cip e Ciop, quei rompiballe alla fine sono serviti a qualcosa.- dice e ci mettiamo a ridere tanto per sdramatizzare.
-Speriamo non si facciano male.- dico io, e lo penso davvero, gli devo la vita.
-Ehi ragazzi, potete uscire.- ci dice Cip affacciandosi al divano.
-Avete chiamato i rinforzi e l'ambulanza?- chiede Nicolas.
-Si stanno arrivando entrambi.- gli risponde.
Nicolas mi prende in braccio, ha capito che sono troppo debole per camminare, fa il giro del divano e arriva al centro del soggiorno. Non ho voglia di aprire gli occhi, ma non voglio perdermi la scena di vedere Alan Taylor sconfitto.
Sono al centro della stanza, lui e i suoi due scagnozzi, spalle contro spalle, con Ciop che li tiene sottotiro.
-La sai la differenza tra me e te, caro? Che io ho persone che mi vogliono bene, per cui darei la vita, mentre tu, tu sai solo rovinarla la vita alle persone.- gli dice Franco al signor Taylor.
Nicolas mi appoggia sul divano e si avvicina ad Alan Taylor.
-Questo è per i quattro anni che mi hai rovinato.- dice prima di dargli un pugno che gli rompe il labbro.
-Ehi, questo è reato.- inizia a gridare il signor Taylor a Cip e Ciop.
-Io ero girato e non ho visto niente, tu Cip?-
-Neanch'io, spiacente.-
Mi metto a ridere e poi chiudo gli occhi, e finalmente mi addormento con il sorriso.



Fine capitolo.
Vi annuncio che questo è il penultimo capitolo,ne manca solo uno e poi anche questa fic sarà completa, devo dire che mi ha dato molte soddisfazioni, ma non sono ancora sicura di fare un seguito. Ho notato che le visite e le recensioni sono molto diminuite quindi non so. Ringrazio veramente di cuore per la recensione allo scorso capitolo: Alexiel94, sabry99, Ilary_Divina. Veramente i vostri commenti mi hanno fatto molto piacere!
Un bacio.
Gaia
  
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