6.
Goku
era in balia delle mani dispettose del demone.
Non
capiva più niente, sentiva solo le mani di Vegeta scorrere sulla pelle del
bassoventre troppo lentamente.
E
più Goku pregava che aumentassero, più gli pareva andassero piano, quasi prendendosi
gioco di quel calore insopportabile.
Ma
se le mani di Vegeta lo facevano impazzire, la bocca lo mandava in estasi.
Mordeva
i capezzoli sul petto, il collo, le spalle, il labbro e le guance, ogni lembo
di pelle che trovava.
E
l’angelo si aggrappava spasmodicamente alle spalle del demone, graffiando,
gemendo, chiedendosi cosa ci potesse essere di sbagliato in un piacere tanto
grande, in quel nero tanto intenso che stava imparando a adorare.
Improvvisamente
il calore sparì, sentì un’enorme soddisfazione invaderlo e, ansimando, si
staccò dalle spalle di Vegeta.
Il
demone gli mostrò la mano, coperta da una sostanza biancastra.
Goku
la guardò incuriosito e, quando Vegeta gliel’accostò alle labbra, l’angelo la
leccò fino a che non sentì sotto la lingua il sapore della pelle del demone.
Non
ci fu tempo per ulteriori effusioni, poiché l’angelo fu spinto supino sul
letto.
Vegeta
non fece complimenti, si sistemò tra le gambe dell’angelo e lo penetrò.
E
il tempo passava, tra gemiti e ansimi, tra unghie che graffiavano e labbra che
mordevano, tra baci e mani che toccavano.
Infine
Goku raggiunse l’apice con un urlo e Vegeta lo seguì poco dopo, reclinando il
capo, incapace d’esprimere quel piacere che lo pervadeva.
L’angelo,
asante, non sapeva cosa sarebbe successo ora.
Vegeta,
dal canto suo, si alzò e rivestì con i suoi boxer, pantaloni aderenti neri,
stivaletti dello stesso colore e guanti bianchi.
“Ci
rivedremo”salutò semplicemente, sbattendo le grandi ali nere e volando via.
Goku,
sperduto, solo, cominciò a sentire il panico salirgli in corpo.
Invece
che risolvergli i dubbi, quell’amplesso ne aveva creati altri nella mente
dell’angelo.
Per
cominciare: dove si trovava?
L’angelo
ricordò che Vegeta aveva accennato ad un paradiso al centro dell’inferno.
Quindi
era in territorio nemico.
Però
il fiume era a pochi passi di lì, poteva sentirlo scorrere, perciò era
relativamente al sicuro.
Poi.
Cos’era
quella sensazione che aveva provato mentre Vegeta si muoveva in quel modo?
Un
piacere anormale, enorme, non gestibile.
Non
come durante una battaglia, o quando vinceva un duello, o quando i suoi
compaesani lo adulavano.
Un
piacere diverso, mai provato, proibito.
Stupendo.
Sbagliato
ma perfetto.
Sì.
Aveva
provato un piacere sbagliato e perfetto proprio per questo.
Bene,
prossima domanda.
Che
cosa provava per quel demone?
Affetto,
sicuramente.
Voleva
salvarlo dall’inferno.
Sicuramente.
Voleva
riaverlo lì nel letto.
Sicuramente.
Lo
amava.
Forse.
Non
lo sapeva.
Non
aveva mai provato quel sentimento, non sapeva come si manifestava.
Ma
non poteva amare un demone, questo sì, lo sapeva.
Quel
giorno, però, aveva già infranto tante di quelle regole che quel dettaglio non
gl’appariva importante come avrebbe dovuto.
Voleva
rivederlo.
Goku
si alzò e si rivestì.
Quando
uscì, con sua sorpresa, Vegeta era lì.
Ghignò.
“Te l’ho detto, che ci rivedevamo”il demone aveva
percepito il dubbio.