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Autore: Youko    23/12/2009    4 recensioni
Come sarebbe l'ordine oscuro ai giorni nostri se fosse una rinomata scuola? Ma soprattutto, come sarebbero generali ed esorcisti se fossero studenti e professori?
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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la foto08 Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Katsura Hoshino; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro

Ringraziamenti:
BloodyKamelot: Ti ringrazio dei tanti complimenti ^^ Sono felice di sapere che ti piace come ho reso Yu ammetto che mi spaventava un po’ come personaggio è alquanto difficile da gestire.
Si anche a me dispiace per Jerry eheheheh
Ablaze: Eh già due coppie si sono formate, adoro Miranda non avrei mai potuto non farle coronare il suo sogno d’amoreXd. Per quanto riguarda Kanda già l’ultimo ricordo è piuttosto particolare ma chissà come la prenderà lui.
Ermellino: Anch’io ti amo cara XD
Namidachan: è vero Tyki è perfetto, per quanto riguarda un suo coinvolgimento con Deby ho lasciato tutto alla libera interpretazione di voi lettori, potrebbe essere come anche potrebbe semplicemente aver agito da cupido per Jas … chi lo sa XD
Daisya ha 19 anni ( ho cercato per quanto possibile di lasciare l’età attribuita ai pg da Hoshino sensei, tranne qualche eccezione tipo Marie che in realtà ne ha 29 XD ) i gemelli ne hanno 17 ecco quindi svelato il mistero LOL ( info reperite nelle schede personaggi che si trovano in rete)
I ricordi di Yu sono veramente tristi hai ragione povero piccolo “isterico” Yuuu  

08

Lavi rimase a fissare la schiena del giapponese finché non uscì dalla porta della mensa, davvero non sapeva che cosa fosse successo, ripensandoci non capiva, che aveva detto di male?

-Yu chan buongiorno- esclamò il ragazzo dai capelli rossi sedendosi al suo fianco, rivolgendo un saluto e due brevi chiacchiere agli altri, si mise a fare colazione non ascoltando nemmeno la stessa frase acida e monotematica, che l’altro gli diceva ogni volta che usava il suo nome.
 Dopo qualche minuto però allungò una mano a sistemare la frangetta di Kanda, che si irrigidì voltandosi verso di lui con uno sguardo, spaesato per una frazione di secondo, e poi furente – sei tutto spettinato Yu- gli fece notare.
 Era rimasto perplesso per quello smarrimento intravisto nelle sue iridi, con un’alzata di spalle però prese a prestare ascolto all’ennesimo battibecco fra Road e Lenalee.
 Capire Yu si stava dimostrando un’impresa però non si sarebbe arreso facilmente, non avrebbe avuto il suo amore ma la sua amicizia e il permesso di stargli accanto quello si, lo avrebbe ottenuto volente o no, anche se avrebbe sofferto per averlo così vicino e irraggiungibile, ma non gli importava.

 Il suo posto era al fianco di Yu.

 – Possibile che non capisci quanto tu sia fastidiosa? Certo che no è ovvio, sei priva di cervello – esclamò la più giovane con aria di superiorità, ridendo apertamente del viso infuriato e scandalizzato dell’altra
– sei tu che non capisci Road, Allen è troppo ben educato per dirti chiaramente che sei un fastidio – esordì puntandole lo sguardo addosso – non fai altro che seguirlo dappertutto, gli sei sempre incollata addosso come un … come un …. Koala- trovò la parola più offensiva per lei
– ma senti e tu allora?- domandò di rimando zittendola – Allen ti va di studiare insieme? Allen ti aiuto a sistemare la camera di tuo zio, Allen, Allen,Allen. Non fai altro che sbavargli dietro, poverina mi fai pena-
- ma che dici? siamo solamente amici – puntualizzò arrossendo leggermente
- è ovvio che siate soltanto amici, non è minimamente interessato a te, non hai speranza su quel fronte rinunciaci –
- e tu? Anche tu vedi di fartene una ragione- esclamò adirata rivelando più di quanto volesse, Road scoppiò a ridere abbarbicandosi al braccio del ragazzo albino che continuava a mangiare indifferente a quei discorsi, tanto le due non sentivano mai quello che lui, il diretto interessato, aveva da dire in merito perciò le lasciava sfogare.
- Certo che non rinuncio, io e Allen ci sposiamo- affermò facendo andare di traverso il boccone al ragazzo che la fissò a bocca aperta.
Lavi scoppiò a ridere, era l’unico ad aver capito che la ragazzina aveva si un debole per l’altro, ma era più interessata a creare zizzania e a battibeccare con la ragazza cinese, era un gioco divertente per lei.
– Hai sentito Yu? – richiamò l’attenzione dell’altro poggiandogli un braccio sulle spalle – abbiamo un’altra felice coppietta, Road ed Allen si sposano- vide immediatamente Kanda irrigidirsi e prima che potesse chiedersi che cosa avesse, l’altro scattò in piedi scostandolo tanto bruscamente da mandarlo a terra
– stai lontano da me coniglio pervertito – urlò furioso, attirando gli sguardi dell’intera sala,Lavi lo fissò stupefatto tralasciando il dolore al fondoschiena.
– Tu maledetto maniaco, stammi lontano, non ti avvicinare, non osare rivolgermi più la parola o ti ammazzo sul serio – terminò strattonando le braccia per liberarsi dalla presa dei fratelli, che cercavano di farlo calmare.

Ma che aveva detto? Non se lo spiegava proprio, continuando a lanciare occhiate perplesse alla porta chiusa venne affiancato da Jerry. Fortunatamente il vecchio panda non era lì altrimenti si sarebbe beccato, oltre il suo calcio volante che neanche Chuck Norris poteva battere, la sua infinita sgridata.   
– Che hai combinato stavolta?- si sentì chiedere dal capocuoco direttamente al suo orecchio
– ma niente – esclamò con aria triste e affranta, questa volta non era davvero colpa sua, gli riferì quanto avvenuto e per un attimo poté giurare di aver visto gli occhiali dello chef brillare, cosa che lo inquietò non poco.
– oh piccolo tesoro – trillò a bassa voce nel suo padiglione auricolare – non è che gli hai fatto qualche proposta indecente? Birichino che non sei altro – l’osservò sghignazzare allegramente
– ma figurati, non è come credi tu su quel fronte non ho nessuna speranza – la tristezza della sua voce e del suo sguardo colpirono Jerry come un pugno diretto allo stomaco
– non credo sia così, Kanda ha un modo particolare d’interagire con te rispetto agli altri, non devi arrenderti Lavi, se davvero gli vuoi bene, se sul serio lo ami e tieni a lui non devi farti scoraggiare – lo smeraldo si riempì di determinazione a quelle parole
– non mi arrenderò mai con Yu, anche se lui non mi amerà mai io non smetterò di farlo, lui è … speciale – ammise con un sorriso.
Forse era solo uno stupido coniglio, come gli diceva sempre l’altro, che non si era lasciato influenzare dalle pessime maniere e dal suo brutto carattere, era l’unico ad aver scorto la bellezza e la complessità dell’animo del giapponese e proprio per questo l’amava alla follia.  
 
Froi aspettò la sua ordinazione pazientemente era da qualche settimana ormai, precisamente dopo l’incontro alla lavanderia, che fra lui e il capocuoco c’era una nota stonata, una tensione e una freddezza che ad essere sinceri gli dispiaceva.
L’uomo era sempre stato affabile e cortese con lui, se in qualche modo lo aveva offeso o altro, avrebbe voluto scusarsi ma sinceramente non sapeva cosa avrebbe potuto fare.
Ricambiò il saluto di Daisya che era intento a discutere con Debitto  su chissà quale rigore avesse sbagliato, secondo il centrocampista, durante la partita del giorno prima.
L’altro gemello invece sorrideva tranquillo dando ragione a oltranza al parente, con disappunto del figlio, tenendosi stretto al braccio di Daisya, il legame che li univa era chiaro e palese a tutti ormai e loro non lo nascondevano anzi lo mostravano con orgoglio.
L’artista si sentì un po’ triste nel constatare che i suoi figli stavano crescendo tanto in fretta.
– Ancora qualche minuto Professor Tiedoll – lo informò Jerry con molta, troppa professionalità
- la ringrazio – rispose in imbarazzo per quella strana situazione - Jerry la prego mi chiami solo Froi – l’altro gli sorrise affabile e solare come era sempre stato.
Quando presero a discorrere normalmente,si sentì sollevato nel constatare che la sua immaginazione gli aveva giocato un brutto scherzo.

Jerry sospirò per l’ennesima volta salendo l’ultimo scalino, aveva deciso di mantenere una certa distanza con il suo bel docente e invece appena gli aveva sentito chiedere di chiamarlo semplicemente per nome, si era sciolto come ghiaccio al sole.  
Prese un bel respiro profondo e sorreggendo il vassoio con un solo braccio bussò alla porta dello studio dell’uomo. Si accomodò con un sorriso allegro e aperto, mettendo su la sua miglior maschera gioviale
 – buonasera Jerry – ecco gli bastava che lo sentisse chiamarlo per fargli tremare le gambe, che imbecille senza cervello
– buonasera Froi ho portato un the speciale, una ricetta indiana, spero che lo gradisca – prese a versare la bevanda in una tazza osservando di sfuggita i movimenti dell’altro.
Il suo tesoro appariva così stanco, se avesse potuto gli avrebbe massaggiato amorevolmente le spalle
– ecco qui, è ora di fare una pausa – decretò dandogli l’infuso caldo e speziato
– non so come farei senza le tue premure – ormai l’artista gli si rivolgeva dandogli del tu dopo le accorate proteste dell’altro.  
“Se solo potessi ti riempirei di attenzioni” pensò lo chef con un sorriso, osservò il nuovo dipinto ormai quasi ultimato
– squisito e questo profumo … cannella?- chiese dopo un secondo Tiedoll
– esatto – affermò entusiasta e piacevolmente colpito
– ecco mi sembrava di riconoscerlo, tu invece odori di vaniglia – continuò pacato sconvolgendo la fragile e fin troppo debole mente di Jerry, che si bloccò in tempo dal chiedergli se volesse assaggiarlo
– ho appena finito di cucinare delle torte, sai alcune prove per la festa di Natale – chiarì gesticolando più del necessario
– non vedo l’ora, Marie si sta esercitando da così tanto tempo per questo evento -  terminò di bere il the e quando riprese in mano il pennello,  Jerry capì che uno dei momenti che attendeva con più ansia nella giornata era terminato
– allora ti lascio al tuo lavoro e tolgo il disturbo –  
- non mi disturbi mai anzi , sei una piacevole compagnia , sono sempre rinchiuso qui da solo con i miei quadri -  rise indicando la quantità spropositata di tele
- beh se non do fastidio resterei volentieri un altro pochino – propose approfittando di quella occasione
- mi siedo su questo divanetto e rimango in silenzio, non ti disturberò – disse subito temendo che potesse rifiutare
– ma ti annoierai – scosse il capo e si sedette sul piccolo sofà, che insieme a un mobile basso, una sedia e una scrivania, ingombra di tubetti, pennelli , carboncini e blocchi, costituiva l’arredamento dello studio messogli a disposizione dal preside come suo laboratorio privato dove creare indisturbato.  

Dopo qualche minuto che lo fissava lavorare cercò una posizione più comoda, posizionò le braccia sul bracciolo e usandole come cuscino vi poggiò il capo, rannicchiando le lunghe gambe sul piccolo sofà.
Non si accorse neanche di essersi assopito se non quando Tiedoll gli coprì le spalle con il proprio golf. Mosse il capo mezzo intontito dalla sonnolenza  - sei così gentile – affermò in sussurrò per la sua premura
-è meglio che ti avvii in camera, devi alzarti presto – rispose l’altro sistemandosi gli occhiali sul naso
- preferisco restare con te –ammise inconsciamente
- ma prenderai un malanno  qui fa piuttosto freddo, per non parlare del fatto che starai scomodo – Jerry sorrise
– non preoccuparti amore – nel silenzio che seguì  mentre scivolava nel sonno si rese conto di quel che aveva appena detto, scattò rapidamente a sedere facendo sobbalzare l’altro
- è meglio che vada- esclamò con tono isterico –chissà che stavo sognando – ridacchiò infilandosi le scarpe  -quando si dorme chissà che succede – ripiegò velocemente il maglione – beh buonanotte – sorrise e si avviò a passo svelto alla porta
– aspetta – lo bloccò l’altro e a quel punto il cuoco esplose
– bene non giriamoci più intorno, è abbastanza chiaro che ti ami come è chiaro che Jerry ha scelto l’ultimo uomo sulla terra che potrebbe contraccambiare – sbraitò agitando le braccia e passeggiando avanti e indietro sotto lo sguardo allibito e perplesso di Tiedoll – tutta colpa mia ovviamente, ecco che mi appare davanti il principe azzurro dall’animo nobile e io la piccola, fragile e innocente cenerentola me ne innamoro perdutamente, sospirerò col cuore infranto vedendoti passare d’innanzi la mia cucina ogni giorno, sono proprio masochista, no è che in realtà ho l’animo troppo romantico, piango ogni volta che vedo la sirenetta figurati – continuò a parlare senza filo logico
– sono troppo vecchio- lo chef s’interruppe a quella uscita dell’artista e si bloccò fissandolo incredulo
– ho quarant’anni tu sei così giovane, ti stancheresti presto di me, per non parlare del fatto che  - allargò le braccia indicandogli l’ambiente circostante – tutto quel che sono si riduce a questo –Jerry dopo un secondo si avvicinò all’altro col cuore in gola
– non sei solo questo – chiarì – e poi sarei felice di osservarti dipingere per ore, sarei una perfetta moglie, mi prenderei cura di te, cucinerei per te, entrerei a portarti lo spuntino e ti direi “oh tesoro hai macchiato anche questa camicia con la tempera” sorriderei sedendomi sulle tue ginocchia e poi ci baceremmo e … – si bloccò sentendo la risatina dell’altro
– sarebbe meraviglioso – spiegò vedendo la sua faccia contrariarsi – ma c’è davvero troppa differenza di età, quanti anni hai venticinque? – Jerry gli poggiò le mani al petto
– no amore mio ne ho trenta – non avrebbe mai detto che in realtà erano già due anni che la sua età stazionava ai trenta – sono ancora una bambina è vero ma per me non è un problema –
- Pensavo ne avessi molti di meno – ammise riflettendo l’uomo allungando un dito ad accarezzargli la guancia, ignaro di essersi conquistato l’amore eterno di Jerry  il quale decise che avevano già parlato abbastanza. Gli gettò le braccia al collo e lo baciò.

Erano tutti impazziti decise Kanda chiudendosi a chiave nella propria stanza, ma cos’è si erano messi d’accordo? Era scoppiata una qualche epidemia?.
Marie si era messo insieme a quel disastro ambulante combina guai, non che gl’importasse più di tanto finché non lo coinvolgeva, se al ragazzo stava bene rischiare la vita ogni giorno affari suoi. Daisya si era impelagato con uno dei gemelli anzi, si corresse, con entrambi dato che dove andava uno c’era sempre pure l’altro, oltretutto erano dei veri casinisti, beh se riusciva a sopportarli affari suoi, per non parlare di quelli con cui era costretto a dividere il tavolo ad ogni pasto.
La coppietta felice che s’imboccava vicendevolmente lanciandosi baci volanti, si sentiva male solo a pensarci, la mammoletta che veniva litigato da quelle due sciroccate, che ci trovassero in lui era un mistero, per lui era insopportabile e per finire in bellezza ci si metteva pure il suo tutore.
Si gettò sul letto portandosi una mano alla fronte ripensando all’uscita assurda dell’uomo “ragazzi vi presento la vostra mamma” ma si poteva essere più cretini?
Chi l’aveva eletto a loro padre?
Non si rispose, tanto con Tiedoll era una causa persa,  si considerava suo padre punto e basta, era inutile ripetergli che non aveva bisogno di nessun “padre”, l’artista sorrideva e non sentiva neanche una parola.
In fondo poteva risultare vantaggiosa come situazione, ora che aveva trovato qualcuno che si prendesse cura di lui forse avrebbe smesso di preoccuparsi per loro, “no impossibile” si disse subito Froi Tiedoll non lo avrebbe mai lasciato in pace.

Si rigirò nel  letto stendendosi sul fianco, alla fine l’unico a rimanere da solo era lui, sobbalzò a quel pensiero e allora? Non era quello che voleva? Restare da solo senza nessuna scocciatura intorno, non aveva certo bisogno di qualcuno.
Si portò i pugni agli occhi domandandosi perché gli fosse comparsa l’immagine di quello stupido coniglio
 – è tutta colpa sua - ringhiò furioso. Da quando l’aveva incontrato non era andato bene niente, aveva preso a fare quegli strani sogni, che poi altro non erano che spezzoni di memoria che aveva accuratamente dimenticato, continuava ad assillarlo perseguitandolo ovunque andasse, usando il suo nome proprio come se fosse qualcuno di … intimo, speciale.
Doveva ucciderlo si disse per l’ennesima volta, al diavolo se finiva in galera. Anche se forse riuscendo ad occultarne il corpo e creandosi un buon alibi…..

Kanda non procedette oltre con i suoi piani assassini dato che il bussare all’uscio lo distrasse, sbuffando si alzò ad aprire ritrovandosi d’innanzi proprio la sua fonte di guai
 - Yu guarda che ti ho portato – esordì allegro e ignaro di quanto fosse in pericolo Lavi
 – non ti ho detto di non … – iniziò il giapponese vedendolo entrare a forza nella sua stanza, possibile che non riuscisse a liberarsi di lui neanche per un’ora?
Dopo la litigata, diciamo la sua scenata isterica, in sala mensa era riuscito ad evitarlo per il resto del giorno, ma il giorno seguente l’altro si era presentato come nulla fosse, aveva sopportato per quieto vivere, anche perché era stato richiamato già troppe volte dalla vice preside per le sue sfuriate ingiustificate, così credeva lei almeno.
 – Guarda, guarda- continuò indifferente l’altro aprendo una busta ed estraendo una stoffa di un rosso sgargiante che risultò essere un berretto natalizio appena se lo calcò in testa, con tanto di ponpon bianco.
– ne ho uno anche per te - affermò felice il ragazzo dal sorriso solare
– esci immediatamente di qui – urlò a squarciagola indicandogli il corridoio, Lavi tranquillo invece di varcare la soglia la chiuse
– su dai provalo – fece tentando d’infilargli il capo, Yu decise di andare a prendere Mugen e di usarla, infischiandosene delle conseguenze, ma l’altro gli impedì di avvicinarsi alla mensola parandoglisi d’innanzi
– dai e poi se non lo metti saresti l’unico sai? Lo indosseranno tutti gli studenti per la festa di stasera e … –
- non lo metto quell’orrore, non andrò in giro conciato come un cretino e toglilo anche tu immediatamente-  - ma sarebbe un peccato Yu, saresti così carino- Kanda rimase in silenzio, non riusciva neanche a guardarlo per qualche ragione il cuore gli stava battendo veloce – sei carino anche senza, ma con questo –
-smettila pervertito-     
-sono un pervertito perché dico che sei carino? Non ti sembra di esagerare?-
- no che non esagero e stammi lontano-
-perché?-
- come perché? Che domanda scema è?-  
- perché vuoi che ti stia lontano, perché Yu dimmelo, non sopporti davvero così tanto che io ti parli? Preferiresti che non esistessi? Sul serio Yu vorresti che sparisse per sempre? –  chiese esasperato, non poteva davvero credere di essergli così insopportabile
– certo sarei mille volte … -  
- bugiardo- quella parola la sussurrò soltanto ma per Kanda fu come se l’avesse urlata – sei solo un bugiardo Yu,  tu non vuoi che io sparisca, non vuoi che ti lasci solo e non intendo farlo te lo assicuro –
- l’unico bugiardo qui sei tu- gridò nuovamente il giapponese ma questa volta non si limitò solo a quello, lo spinse facendolo sbattere contro il muro
– comunque te ne andrai come hai fatto allora, quindi non prendermi in giro baka usagi – Lavi sbarrò l’unico occhio rimastogli
– Yu ero un bambino, volevo davvero tornare a trovarti ma i miei genitori non potevano accompagnarmi, ho urlato e strepitato tanto e quando alla fine hanno acconsentito tu non c’eri più e io ero rimasto solo con quella foto –
- bugiardo sei solo un bugiardo e io ti odio, capito ti odio, non m’importa niente se non sei tornato ma a causa tua io adesso ho ricordato –
- cosa hai ricordato Yu?- domandò anche se aveva già capito
- quando era in ospedale, quando è arrivato Tiedoll e ho capito che non sarei più stato con lei, quando ho compreso che era morta prima ancora che me lo dicessero, il funerale, tutto ho ricordato tutto- finì flebile esausto di quei ricordi, del dolore che si portavano dietro, del senso di vuoto e solitudine che gli avevano scavato dentro.
Lavi gli circondò le spalle con le braccia non incontrò nessuna resistenza e lo abbracciò tenendolo stretto, aveva intuito che avesse ricordato qualcosa, dopo quella sfuriata in sala mensa, ma non immaginava tutto quello – lei non voleva lasciarti, non ti ha abbandonato, anche se allora hai pensato questo e hai sofferto portandoti dentro tutto, so che ora lo capisci – sussurrò gentile al suo orecchio - ci sono io con te Yu, non ti lascerò solo te lo prometto.  Sono tornato da te,  in qualche modo ho mantenuto la promessa di quel giorno – lo sentì irrigidirsi e le labbra s’incresparono in un sorriso  –sono pronto a sposarti Yu-
Kanda si scostò veloce urlando  - baka usagi che cavolo dici?- non poté fare a meno di sghignazzare Lavi quando vide come fosse arrossito, voleva solo tirarlo su di morale, spezzare la tensione che gli sentiva addosso.
La promessa fattagli da bambino gli era tornata in mente per caso, dopo che aveva riflettuto a lungo sul perché il giapponese si fosse adirato tanto con lui in mensa, chiamandolo maniaco
 – sei un pervertito -  
- Yu ero un bambino innocente e poi scusa ti volevo sposare e mi chiami pervertito? -  
- sono un uomo dannazione mettitelo in testa -  
- lo so che sei un uomo ma mi piaci lo stesso che ci posso fare – lo vide arrossire ancora di più e approfittò del suo sbalordimento, veloce eliminò la distanza gli avvolse le braccia in vita e gli chiuse la bocca con la propria prima che potesse urlargli contro. Approfondì il bacio pian piano e lo sentì distendersi nel suo abbraccio, quando prese a contraccambiare il cuore di Lavi mancò un battito.


- Buon Natale Yu chan – disse prima di poggiargli le labbra sulla guancia
– Baka usagi smettila – lo rimproverò con un filo di voce arrossendo lievemente e facendo vagare lo sguardo nella sala gremita di studenti, insegnati e quanti lavorassero all’ordine.
 Lavi sorrise del suo imbarazzo, per quanto il suo Yu fosse un tipino scorbutico, irascibile e forte, dentro rimaneva sempre quel bambino dolce e fragile che aveva conosciuto tanti anni fa, incapace di affrontare il proprio cuore o di capire i sentimenti che gli si agitavano dentro, per ora almeno, avevano tanto tempo davanti a loro e lui l’avrebbe aiutato ad esprimerli tutti.  
Guardò la foto che gli avevano scattato quella sera –questa la metto insieme all’altra – esordì con un sorriso  -non mi hai ancora spiegato perché l’hai tenuta per tutti questi anni – gli chiese Kanda fingendo indifferenza per la questione
– semplice perché già sapevo di amarti – il giapponese lo fissò un secondo poi senza volere sorrise a sua volta, Lavi stava per fare una qualche battutina ma la sua attenzione fu catturata da Allen che si trovava poco distante tenendosi affettuosamente per mano con una ragazza dagli occhiali tondi e i capelli legati in due trecce  
- chi è quella?- sentì domandare in coro da Road e Lenalee, poco distanti, che fissavano sconvolte il ragazzo ridacchiare familiarmente con l’altra
– è la sua ragazza, ce ne ha parlato Cross, dopo le vacanze natalizie prenderà a frequentare la scuola sembra che… – Komui s’interruppe notando le due impallidire
– ragazza? – ripeté Lenalee incredula
- cosa?- urlò Road.


Siamo giunti all’ultimo capitolo e alla conclusione di questa storia, in futuro potrei anche continuarla dato che si presta bene a un seguito.
Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno letto questa Fic spero vi sia piaciuta.
Grazie a tutti tra cui :
Ablaze_the_Sorrow
BloodyKamelot
Ceres86
ChibiSuzaku
Ermellino
Lucy6  ( sono contenta che hai letto anche questa)
Name
Namidachan
Nemuchan       
Per aver recensito o messo la storia fra le preferite o seguite.
Grazie a tutti e auguri di buone feste.

  
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