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Autore: Tears_and_Rain    23/12/2009    3 recensioni
SPOILER DEL PROLOGOIl lavoro e l'ospedale sono la mia vita ora.I colleghi sono i miei unici amici.Mentre pensavo sconsolatamente questo,sentì urlare il mio nome dal capo-Evans muoviti,c'è stato un incidente!- [...]Mentre mi affannavo a raggiungere il resto dei medici sentì qualcuno urlare-Oh mio dio,non può essere!!Guarda Mike,il ferito è quell'attore...non mi ricordo il nome- non sentì la risposta,ma non ce n'era bisogno,perchè la persona davanti a me era chiaramente lui.Robert Pattinson.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Evviva,domani è la Vigilia di Natale!!E per regalo a chi segue la mia FF  faccio questo aggiornamento.Pensavo di non riuscire a scrivere prima di Natale...ma,a quanto pare,ce l'ho fatta.

Ringrazio tantissimo chi ha aggiunto la mia FF tra i preferiti e le seguite.Ringrazio anche chi legge solo.

Grazie anche per i bellissimi commenti,sono contenta che la FF vi piaccia e spero di non deludervi con questo cappy.

Rispondo a Sara90:grazie per il bel commento,sono contenta che hai notato che mi sono ispirata a Grey's Anatomy(che è uno dei miei telefilm preferiti,ho visto ogni episodio XD).Anche in questo capitolo ho preso spunto dalla serie.Spero ti piaccia.


-Ti do fastidio?-chiede Robert.

-No,non mi dai fastidio-rispondo secca.

-E allora perchè non parli e mi rispondi così?-

-...mi ricordi il mio passato-rispondo sincera.

Il mio passato...

Quel fatidico giorno in cui cambiò la mia vita è rimasto impresso nella mia testa,nel mio cervello.Il dolore che provo nel ricordarlo mi percuote il corpo,fino ad arrivare alle ossa.

Istintivamente mi copro con il camice.

-E' così brutto?-

-...sì-sussurro.

Credo che i miei occhi si stiano velando e perdendo nel vuoto,perchè sto ricordando...

Era una giornata come le altre...o quasi.

Quel giorno mi ero laureata in chirurgia generale e ,dopo l'estate, avrei iniziato la specializzazione al New York-Presbyterian Hospital.

Era uno dei giorni più belli della mia vita.Il cielo era limpido e splendeva un gran sole.Ero con la mia favolosa famiglia in un ristorante,per festeggiare la laurea.

Dopo la cena,mentre stavamo ritornando in macchina a casa,mi resi conto di aver dimenticato la mia felpa preferita e porta fortuna.

-Papà,dobbiamo tornare indietro-avevo detto.

-Te ne prenderò un'altra-aveva risposto mio padre,incontrando il mio sguardo nello specchietto retrovisore.Quattro occhi azzurri identici.

-Se torniamo indietro adesso,ci becchiamo il traffico-

-Ma è la mia preferita-avevo piagnucolato mettendo il muso.

Che stupida egoista che ero...preferivo una spocchiosa felpa alla mia famiglia.Perchè d'altronde era questo che chiedevo.Volevo ritornare per forza al ristorante,anche se tutti erano stanchi morti...che povera stupida.

Eravamo quasi arrivati al ristorante,quando venni abbagliata da due fari.Si avvicinavano sempre di più,mio padre non se ne era accorto,ma io sì...e poi nulla.

Un pazzo alcolizzato ci era venuto contro.La macchina si era subito capovolta ed era rotolata oltre il ciglio della strada.Dopo l'incidente,dei testimoni avevano chiamato l'ambulanza e la polizia.Ma erano arrivati troppo tardi,perchè quattro vite erano state spezzate.Per colpa mia.

Comunque,per quanto ne so, queste sono tutte cose che ho sentito dire.Perchè l'unica cosa che ricordo chiaramente,dopo l'incidente, è di essere morta anche io.Ho avuto una di quelle cose che la gente chiama "esperienze premorte".Ma si da il caso che si sbagli a chiamarle così.Perchè non si tratta affatto di un "pre".Un momento c'eravamo io e i miei fratelli sul sedile posteriore dell'auto,e il momento dopo c'erano gli airbag aperti e la macchina distrutta e io stavo osservando tutto dall'esterno.

Guardai quel disastro,i vetri in mille pezzi,le portiere accartocciate,il paraurti anteriore stretto a un pino in un abbraccio mortale e mi chiesi cosa fosse accaduto,sperando,pregando che anche gli altri si fossero salvati.Poi sentì delle voci familiari e mi voltai:stavano camminando tutti su un sentiero.

Li seguii.All'inizio cercai di correre,di raggiungerli:poi rallentai,decisi di attardarmi un po'.D'altronde quel posto era così bello...c'era un immenso campo profumato,pieno di alberi che pulsavano e fiori che sembravano rabbrividire.Chiusi gli occhi per la foschia abbagliante che rifletteva la luce e faceva brillare e tremolare ogni cosa.

Mi promisi di fermarmi solo un istante.Sarei tornata subito a cercarli.Ma quando infine riaprii gli occhi,feci appena in tempo ad intravederli:erano dietro un ponte e mi sorridevano agitando le mani in segno di saluto.Dopo pochi secondi la mia famiglia scomparve.

Piombai nel panico.Cercai dappertutto.Mi misi a correre qua e là,ma il passaggio era uniforme.

Allora caddi a terra,trafitta da una sensazione di gelo,contorcendomi,gridando e piangendo,imprecando,supplicando,facendo promesse che sapevo non avrei mai potuto mantenere.

Poi sentì qualcuno dire-Abbiamo il battito.E' viva-

Sì,sono viva,ma la mia famiglia è morta insieme ad una parte di me.Io e quel bastardo alcolizzato ci siamo salvati,e questo mi fa credere di essere come lui:colpevole.

-Non so di cosa tu ti creda colpevole,ma non lo sei-dice Robert,interrompendomi dal mio flusso di ricordi.

Non mi ero neanche accorta si aver continuato a ripetere-colpevole-ad alta voce.

-Grazie-risposi stanca.

Ogni volta ripensare a quel giorno mi sfianca.Dicono che non devo pensarci,che prima e poi passerà.

Ma come fare?

Mi hanno spiegato mille volte cosa vuol dire cordoglio...ma l'approccio enciclopedico ha ben poche affinità con la vita.

Il cordoglio non lo puoi controllare,il meglio che puoi fare è accettarlo e lasciarlo andare quando ci riesci.

La cosa peggiore è che quando credi di averlo superato ritorna,e così è stato per me.Per una settimana ero così impegnata con il lavoro che ho dimenticato tutto il dolore che avevo dentro.Purtroppo è bastata un'ora di riposo per ricordare e soffrire di nuovo.

Quando soffri tanto che non riesci a respirare,è così che sopravvivi.Ed è soprattutto pensare di sopravvivere che ci fa sopravvivere.

Mi hanno anche detto che ci sono cinque fasi del dolore.Sono diverse per ciascuno di noi,ma sono sempre cinque...

Rifiuto,rabbia,patteggiamento,depressione e ,infine, accettazione.

Io mi sono fermata alla quarta e non credo,che per me,arriverà mai l'accettazione.Non accetterò mai la perdita della mia famiglia.Il fatto che i miei genitori non possano invecchiare felici,canuti e circondati dai nipotini e i miei fratelli non possano crescere,sposarsi,avere figli...

-Chi ha inventato la frase "vissero felici e contenti" meriterebbe di essere preso a calci in culo,violentemente-dico improvvisamente.

-Sì,hai proprio ragione-sghignazza Rob.

Mi volto a guardarlo e quando i nostri occhi si incontrano,scoppia a ridere.

Era da tanto tempo che non mi soffermavo a vedere qualcuno spensierato e felice,ridere.Forse perchè ero invidiosa della loro felicità,ma la verità è che far ridere qualcuno è una bella sensazione.

-E' così divertente?-dico.

-No,ma è molto malinconico e il fatto che tu lo dica con quella voce rassegnata...bè,fa proprio ridere-detto questo ricomincia a sghignazzare.

Vedendolo,anche io scoppio a ridere.E' da tanto tempo che non sorrido e mi ero completamente dimenticata quanto fosse bello e liberatorio.


Spero di ricevere altri commenti e soprattutto che questo cappy vi sia piaciuto.

 

BUON NATALE!!!!!!!!!!!!!!!


 

 

 

   
 
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