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Autore: Sanae78    24/12/2009    1 recensioni
Favola natalizia a base di fusa e non solo. Nasce da un desiderio ed è deidcata a tutti i miei amici a quattro zampe ... buon Natale a tutti!
Genere: Generale, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Armonia di fusa'
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Dedicata a tutti i miei amici a quattro zampe … buon Natale a tutti!

Sanae78


Natale con la Neve”

di Sanae78



Da qualche giorno faceva molto freddo e da alcune ore aveva perfino iniziato a nevicare. Candidi fiocchi cadevano lentamente ricoprendo pian piano anche il bosco.

La gattina guardava con i suoi grandi occhi dorati con curiosità quello che accadeva. Non sapeva cosa significasse nevicare, sebbene avesse intuito finalmente il significato del proprio nome.

I chicchi di quella pioggia così strana, erano bianchi, proprio come lo era lei, e forse era per questo che la sua padroncina aveva deciso di chiamarla Neve.

Quanto le mancava quella ragazza che l' aveva adottata con tanto entusiasmo dandole amore ed accudendola con cura.

Erano passati diversi mesi da quella notte del 5 settembre in cui era scomparsa, purtroppo quella sera aveva deciso di addentrarsi nel bosco ed all' improvviso aveva capito di essersi persa

.

Chissà quanto aveva sofferto la sua amica umana e quanto l' aveva cercata?


Veniva sempre a cercarli, quando qualcuno di loro si allontanava e li chiamava sempre per nome a gran voce. Li sapeva tutti a memoria e le bastava uno semplice sguardo per riconoscere uno dei suoi amati gatti.

Forse anche gli altri gatti l' avevano cercata senza risultato

Ne aveva passate tante da quel momento in poi ed aveva vissuto girovagando nel bosco alla ricerca costante di una via d' uscita.

Per fortuna in quel luogo l' acqua non mancava e per nutrirsi aveva dovuto perfezionare le sue tecniche di caccia diventando in breve tempo un' abile cacciatrice.

Nella cascina, dove aveva vissuto, tutti i gatti erano degli abili cacciatori ed ognuno di loro le aveva insegnato qualcosa di utile, anche la sua mamma adottiva Memole, una splendida gatta tigrata grigia dagli occhi verdi, che aveva a lungo allattato sia lei che gli altri gattini, tutti adottati come lei ed ognuno nato da una mamma diversa.

Erano un bel gruppo ed insieme facevano un sacco di giochi. Amavano rincorrersi per i balconi, passeggiare per i tetti ed arrampicarsi ovunque, perfino sugli alberi di kiwi del vicino.

La foresta le si era rivelata in tutta la sua magia e le aveva permesso di apprezzare tutta la meraviglia che celava al suo interno e che si rivelava solo di notte, quando gli uomini non c' erano e tutti i suoi abitanti uscivano dai loro nascondigli.

Aveva rincorso degli scoiattoli su per i rami, visto dei cerbiatti abbeverarsi alla fonte e tantissimi uccellini colorati.

A dire il vero c' erano state anche delle cattive sorprese e delle volte in cui si era trovata in situazione di reale pericolo, infatti da quelle parti spesso la sera girovagavano anche dei cinghiali e per mettersi in salvo aveva dovuto abbarbicarsi su un ramo aspettando pazientemente che se ne andassero.

Se l' era vista davvero brutta e doveva ringraziare solo la sua buona stella e tutto l' esercizio che aveva fatto in precedenza, se era riuscita ad uscirne viva.

Per qualche mese la sua casetta era stata un buco formatosi tra le radici di una grande quercia, piccola e molto confortevole.


La buona sorte le aveva permesso di incontrare anche Chobin, il gatto grigio alfa, che per diverso tempo aveva vissuto anche lui nella sua stessa casa e che periodicamente tornava a fare visita alla loro amica umana in comune, che continuava a prendersi cura di lui, quando ne aveva bisogno.


Si ricordava ancora di quell' incontro, anche perché per un attimo aveva temuto di dover combattere con quel gattone così grosso.

Erano rimasti per un po' ad osservarsi immobili e Chobin aveva rotto il ghiaccio rivolgendole la parola per primo.


Ma tu non sei Neve?' e intanto la squadrava da zampa a zampa “Ma che ci fai da queste parti?”

Si, sono io!” aveva risposto balbettando e ricacciando indietro le lacrime “Mi sono smarrita

e non riesco più a trovare la strada di casa!”

Chobin le si era avvicinato strofinando il suo nasino contro il suo “Stai tranquilla, io torno spesso da quelle parti e posso spiegarti come fare a tornare! Non è difficile!”

E così aveva fatto con tanta gentilezza ed inoltre si era fermato anche un po' a chiacchierare con lei della loro amica e dei gatti che conoscevano entrambi.


Tuttavia non era stato l' unico gatto che aveva incrociato sulla strada del ritorno.


Quello stesso giorno vicino ad una palude si era imbattuta in una giovane gattina siamese chocolate-point dagli occhi di ghiaccio di nome Yuki, che proveniva anche lei dal suo stesso cascinale, ma che lei non aveva incontrato, perché se ne era andata in cerca di avventure prima del suo arrivo.

Yuki le avevo chiesto di riferire agli altri mici che voleva gironzolare ancora per qualche mese, anche se intendeva di sicuro fare ritorno.


Dopo aver lasciato Yuki, risalendo il ruscello, si era imbattuta in Toby, uno dei fratelli di Yuki, un bel gatto maschio tigrato grigio dagli occhi verde smeraldo, scomparso nel nulla ad agosto.

Anche lui aveva deciso di esplorare ancora per un po' di tempo e le aveva affidato un messaggio molto simile a quello della sorella.


Dopo averli salutati, la piccola Neve non aveva potuto fare a meno di chiedersi come mai quei gatti fossero così tanto presi dallo spirito d' avventura, lei desiderava solo fare ritorno alla sua vita passata con tanti amici con cui divertirsi, una comoda cuccia e tanta pappa buona da mangiare.


Ora si trovava vicino alla fine del sentiero ed iniziava a vedere dei grandi prati che si aprivano tutto intorno.

Piano piano aveva iniziato a percorrere il sentiero principale passando di fianco all' orto della famiglia e scorgendo dopo tanta attesa la casa rurale a corte che così tanto spesso aveva sognato.


Si, era proprio la sua casa!


C' erano stati dei cambiamenti, il pollaio aveva una rete più grande e alta che si allungava fin sopra al recinto della Shila, la bellissima meticcia lupoide di circa tre anni.

Non era cattiva, ma era meglio non incontrarla, infatti spesso si divertiva a rincorrere i gatti nel cortile interno.

Shila si era accorta di lei e la stava scrutando da lontano e Neve sapeva che a breve avrebbe abbaiato per segnalare la sua presenza.

Aveva avuto appena il tempo di correre, gettandosi all' interno del cancello e ritrovandosi nell' aia imbiancata, che Shila aveva iniziato il suo mini-concerto.

La paura di ritrovarsi muso a muso con il Capì, il grande pastore tedesco, che spesso trascorreva dei periodi di vacanza lì, l' aveva portata a girarsi di scatto verso il balcone, dove d' estate era solito fare un pisolino.


Menomale non c' era, si vede che aveva fatto ritorno in Francia durante la sua assenza.


In compenso vicino alla porta d' ingresso, oltre alla Yoko, la bellissima gattina nera dal pelo lungo dalle sfumature rossicce e gli occhi gialli, c' erano dei gattini che non conosceva affatto: un gattino muccato bianco e nero dagli occhi gialli e due gattini bianchi dagli occhi arancioni come i suoi.

Dovevano avere quattro o cinque mesi, anche se erano grandi come lei che invece ne aveva già otto, ed evidentemente erano stati adottati anche loro.

Yoko l' aveva subito salutata dicendole subito i nomi dei tre nuovi arrivati: Kit, detto anche gatto panda, e i gemelli bianchi Sugar, zucchero, e Melk, latte.

Dal cortile vicino stava arrivando correndo anche la Memole, mentre i tre gatti siamesi: Elke , col musetto color cioccolato e una piccola macchietta bianca vicino alla bocca, Khun, il siamesone seal-point, e Maya, la gattina mascherata, chiamata così a causa della curiosa mascherina che la natura le aveva disegnato intorno agli occhi turchesi; stavano giocando sulla legnaia. I due gatti neri, Mimi, piccola e un po' permalosetta, e Momo, un gigante buono, si erano sporti dal balcone per vederla meglio e Cica, la veneranda gatta nonna di oltre sedici anni, rossa tigrata, dagli occhi verdi, era seduta acciambellata su un gradino di una delle due scale esterne in legno.

Sentiva tantissimi occhi posati su di lei e temeva che avrebbero potuto attaccarla tutti insieme.

In realtà quegli sguardi non erano minacciosi e tutti erano pronti a riaccoglierla a zampe aperte nella loro famiglia felina.


Chissà se la sua amata padrona l' avrebbe riconosciuta?


Non stava più nella pelle all' idea d' incontrarla e, mentre stava esplorando il centro del giardino,.aveva udito aprirsi una porta su al primo piano ed una voce a lei tanto conosciuta.


Forza venite piccoli! Vi ho portato un po' di lasagne al ragù … oggi è Natale anche per voi!”


Quella voce aveva messo tutti in agitazione ed anche il suo cuore aveva sussultato, non appena l' aveva udita, e senza che rendersene conto aveva emesso un 'Maoooooo!”


La minuta ragazza dai capelli rossi e gli occhi castano chiaro, aveva subito riconosciuta quella vocina precipitandosi dalle scale per vedere, se aveva sentito bene.

Scendendo aveva sgranato gli occhi, forse credendo di avere le allucinazioni, perché c' erano ben tre gatti bianchi e non solo due.


Si era messa in ciabatte a camminare nella neve venendole incontro e chiamandola con dolcezza per nome “Neve! Neve! Ma sei tu?”


La micetta le aveva risposto: “Mao!”


La micina bianca non aveva certo intenzione di muoversi, poi senza fare rimostranze si era fatta prendere in braccio ed aveva iniziato a fare le fusa dalla contentezza.


Si, era davvero felice e non era la sola, lo aveva capito dal battito dei loro cuori che battevano all' unisono.

La sua padroncina aveva iniziato ad esclamare dalla gioia: “E' arrivata la Neve! Sono troppo contenta … adesso si che è Natale!” e poco dopo aveva avvicinato il suo viso al suo musetto per darle un bacio.


Il trambusto aveva richiamato tutti gli abitanti della casa che erano venuti a vedere cosa stesse accadendo ed avevano gioito anch' essi per la bella sorpresa inaspettata.


Fine




  
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