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Autore: _Pulse_    26/12/2009    2 recensioni
Calma, manteniamo la calma u.u Questo NON è il seguito de “Il sogno di un sogno”, ma semplicemente un “Behind the scenes”, che vi rivelerà episodi solo citati nell’originale oppure completamente inediti! Godetevelo, spero vi piaccia, nell’attesa di leggere il vero sequel della storia più importante della mia vita *-* Grazie! _Pulse_
«Oh, questa non è una semplice intervista, ragazzi.»
«E cos’è?»
«Un momento in cui ognuno di voi ricorderà, rivivrà dei momenti passati, facendone patrimonio comune con tutti quelli che vi stanno seguendo in questo momento.»
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sogno che è Realtà'
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9. Tom (Anto)

 

«Tocca a me?», Tom si indicò incredulo.

«Mi sa proprio di sì, Tomi!», ridacchiò il suo gemello.

«Vedi di difendermi se dicono cose brutte su di me», gli disse divertito.

«Come potremmo dire cose brutte su di te?», Anto sfarfallò le ciglia, per poi scoppiare a ridere.

«Ciao Tom, ci mancherai», salutò con la mano Giulia.

«Mi raccomando fai la brava», mi sussurrò all’orecchio accarezzandomi la nuca, prima di stamparmi un bacio sulle labbra e di alzarsi dal divanetto.

Uscì e calò uno strano silenzio nella stanza, nemmeno Voce sembrava voler dire qualcosa.

«Io non dico niente su di lui, non posso dire qualcosa che non sappiate già», si tirò indietro Bill, appoggiandosi con la schiena al divanetto e incrociando le braccia al petto.

«Già, Tom ha detto più o meno la stessa cosa quando dovevamo parlare di te», fece notare Nicole.

«Ah, i gemelli», sospirai.

«Potrei parlare io…», si offrì Anto, e subito tutti gli sguardi si posarono su di lei, mettendola un po’ a disagio. Abbassò lo sguardo e strinse le mani l’una nell’altra.

«Tom è davvero un amico, prima di tutto. Certo, la nostra amicizia si è sviluppata molto più lentamente rispetto a quella che si è creata tra Bill e Ary, ma credo sia pressoché identica, senza contare che Tom non è propenso ai gesti d’affetto e ai ti voglio bene in pubblico…»

«È un’amicizia silenziosa, io direi», tentai di spiegare.

«Esatto. Io gli voglio davvero tanto bene, è stato un vero amico quando io e Bill ci siamo lasciati e infatti ha messo da parte che Bill fosse suo fratello ed è venuto da me a parlare, guardando la faccenda da un punto di vista oggettivo, senza dare ragione ad uno e torto all’altro. Non mi ha giudicata, lui non lo fa mai, e questo devo dire che è uno dei suoi maggiori pregi secondo me: mi prende come sono, senza pretendere chissà cosa.»

«Sì, lo fa con tutti», sorrise Gustav.

«Poi, tralasciando che è sempre pronto a sparare le sue battutine, non è tipo che prende molto in giro. Cioè, sì lo fa spesso, ma scherza e ormai ci siamo abituati.»

«Già.»

«E poi, mamma mia, vogliamo parlare di come tratta Ary?»

«Come mi tratta?», chiesi incuriosita.

«Non so, non ti sei accorta di quanto sia cambiato per te?», mi chiese Bill sorridendo.

«Sì, questo è ovvio, me ne sono accorta.»

«È cambiato davvero tantissimo, l’amore l’ha cambiato, i primi tempi noi non lo riconoscevamo neppure: quando andava in giro per casa canticchiando dopo averti sentita al telefono oppure lamentandosi peggio di Bill quando è depresso, assorbendoci la linfa vitale, quando gli mancavi», disse Georg.

«Sì beh, l’amore fa fare strane cose», ridacchiai imbarazzata.

«Ma è stato un bel cambiamento, a me piace sinceramente questa versione di Tom», annuì Giulia. «Cioè, prima di conoscerlo io lo trovato irritante, con quell’aria da spaccone padrone del mondo e womanizer», si coprì la bocca con la mano per non ridere.

«E poi c’è una cosa che vi siete dimenticati di dire, a proposito di come si comporta con Ary», disse Anto alzando il dito.

«Quale?»

«A parte che la tratta come se fosse la cosa più importante del mondo, è tremendamente geloso di lei!»

«Ah, la gelosia, brutta bestia!», risi portandomi una mano sulla fronte.

 

Con in sottofondo la bellissima Undisclosed desires, dei Muse, presi la mia decisione, della quale mi sarei presto pentita:

«Voglio pattinare.»

«Ma sei capace?», mi chiese Bill.

«No.»

«Hai mai provato prima?»

«No.»

«E allora non farlo, non ti conviene.»

«E perché?»

«Perché questa è una festa importante, ci sono tutti i maggiori artisti della Germania e anche i giornalisti! Ti prenderanno tutti in giro se cadi!»

«Ma che cosa dici! Ti pare che con tutto questo popò di gente si mettono a fotografare proprio me che cado?»

«Beh…», Bill guardò gli amici al suo fianco e incorarono un: «Sì!»

«E perché dovrebbero?»

Anto, affianco a me, nella sua tuta Franky Garage nera con gli elastici e le scritte gialle, aveva appena finito di infilarsi i pattini, ed era pronta per scendere in pista a mostrare a tutti di che pasta era fatta la fidanzata di Bill Kaulitz, mentre io ero destinata a rimanere lì essendo una principiante che non sapeva nemmeno come si mettevano, quei cavolo di pattini.

«Meglio fotografare personaggi che si vedono tutti i giorni sui giornali e in tv, oppure meglio fotografare la ragazza di Tom Kaulitz che si umilia di fronte a tutti? Mmm… la seconda è allettante!», sgranò gli occhi Bill, come se fosse ovvio un ragionamento del genere. E, oddio, non aveva tutti i torti, però…

«E poi, se ti tagli le mani?», chiese Gustav facendomi venire l’ansia. Ma no, non potevo cedere!

«Voglio almeno provarci!»

«Ary, sei cocciuta peggio di un mulo!»

«Lo so!», sorrisi.

«Ok, pronta! Andiamo Anto!», Giulia prese Anto sotto braccio e si avviarono verso la pista.

«Ehi, aspettatemi!», gridai; loro si girarono e dopo una risatina si fecero serie, capendo che non stavo scherzando.

«Ma davvero vieni anche tu?», chiese Giulia allibita.

«Certo che vengo anch’io, che domande!» Le raggiunsi un po’ impacciata e entrai nella pista tenendomi saldamente al bordo di metallo.

«Sei sicura, Ary?», mi chiese per l’ennesima volta Tom, tenendomi le mani, lo sguardo preoccupato.

«Ho detto di sì!»

«Ok. È stato bello conoscerti, ricordati che anche se mi rifarò una vita, ti amerò sempre», ridacchiò stampandomi un bacio sulle labbra al quale mi spostai offesa. E a causa di quel movimento persi l’equilibrio e caddi culo a terra.

«Incominci bene!», rise Tom, guardandomi.

«Non è divertente. Non è per niente divertente!», gridai allungando le mani verso di lui mentre sentivo i jeans bagnarsi al contatto con il ghiaccio. «È tutta colpa tua, Tom!»

«Colpa mia?», si indicò lasciandomi le mani, lasciandomi traballante, ma per fortuna quella volta caddi in avanti, addosso al bordo, al quale mi aggrappai saldamente.

«Sì! E ora stai zitto, mi devo concentrare.»

«La vedo male…», mormorò quando iniziai a fare i primi passi.

«Grazie per l’incoraggiamento, Tom! Già mi sento una cretina, in più ti ci metti tu!»

«Se ti senti una cretina, esci da lì!»

«No, no, e no! Anto e Giulia dove sono?», mi guardai intorno, rischiando ancora di cadere, e le vidi scivolare rapidamente sul ghiaccio tenendosi per mano e facendo anche qualche giravolta ogni tanto. Erano così sciolte… Io sembravo far parte della pista, un pezzo di ghiaccio che andava rimosso!

«Ma come fanno?», mi lagnai.

«Loro sono capaci, tu no.»

«Tom! Giuro, allontanati, o ti tiro una testata che ti fa scordare pure come ti chiami!», ringhiai, indicandogli di andarsene con la testa. Lui tirò le mani di fronte al petto sorridendo e si allontanò, tornando da Bill, Gustav e Georg che stavano chiacchierando in un angolo con un bicchiere a testa in mano.

Le luci si abbassarono ulteriormente e un dj iniziò a parlare, indicando le canzoni e gli ospiti della serata, mentre la pista si illuminava di tante luci colorate ad intermittenza.

«Su Ary, ce la puoi fare», mi dissi da sola, facendo un respiro profondo e staccandomi dal bordo, scivolando piano, lentamente. Per cinque secondi ci riuscii, poi dovetti attaccarmi ancora al bordo per non cadere. Ringhiai infastidita, pensando che Anto e Giulia si divertivano spensieratamente lasciandomi lì come una cretina. Belle amiche!

Ci riprovai e il risultato fu il mio sedere a terra e dolorante.

«Ehi, ti sei fatta molto male?», ridacchiò qualcuno dall’altra parte del bordo.

«No guarda, mi sono fatta bene!», gridai alzando il viso e rendendomi conto di star aggredendo apparentemente senza motivo Timo, il rapper dei Panik.

«Non ti scaldare! Dai, dammi la mano.»

Presi la mano che mi aveva offerto e mi tirai su, notando finalmente il suo sorriso e i suoi occhi scuri guardarmi divertiti: non c’era niente da ridere!

Accanto a lui c’era anche Franky, con due occhi azzurri da togliermi il fiato, ma Timo era più… mi era sempre piaciuto un po’ di più, ecco. Perché avevo un debole per chi si vestiva a tenda? Mah, misteri della vita.

«Tu… devi essere la ragazza di Tom Kaulitz, giusto?», mi chiese.

«Esattamente. Hai tirato ad indovinare oppure prima hai visto che ci stavamo baciando?», alzai il sopracciglio.

«Che simpatica. Comunque ormai sei famosa, qui in Germania.»

«Che culo…», mormorai. «Menomale che all’inizio doveva rimanere segreta la mia identità.»

«Però io non so comunque come ti chiami», ridacchiò. «So solo che sei la ragazza di Tom Kaulitz.»

«Sì, lo so che sono la ragazza di Tom Kaulitz, non continuare a dirlo! Mi urta, sai? Io sono Arianna comunque, piacere.»

«Io sono…»

«Timo, il rapper dei Panik», gli feci il verso.

«Davvero simpatica, seriamente!»

Scoppiammo a ridere assieme.

 

«Giulia, basta ti prego, mi fanno male i piedi.»

«Ok Anto», ridacchiò fermandosi con una frenata che grattò il ghiaccio. La guardò negli occhi e le sorrise.

«E poi a dir la verità abbiamo anche perso Ary, poverina.»

«Sì, mi sento leggermente in colpa.»

«Leggermente?», ridacchiò.

«Leggermente

«Dai, io vado a cercarla, tu torni da Gustav?»

«Yes, baby. A dopo!», le stampò un bacio sulla guancia e pattinò via veloce.

Anto si guardò intorno e mi vide dall’altra parte della pista, si avviò ma ancor prima di fare un passo venne sbattuta al bordo della pista da un ragazzo che passava velocemente assieme ad un suo amico, con il quale stava probabilmente facendo una gara.

«Ehi! Guarda dove vai, pirata della pista!», gridò irritata, sbuffando. «Ma guarda un po’ te!»

«Scusali», ridacchiò una voce alle sue spalle, Anto si girò di scatto, spaventata, e si trovò di fronte Strify dei Cinema Bizarre.

«Oddio», balbettò arrossendo. «Chi erano quei due?»

«Uhm… Yu e Shin, mi pare», corrugò la fronte. «Non ne sono sicuro, anche gli altri due sono in giro.»

«E tu non pattini?», gli chiese avvicinandosi.

«No, sono negato!»

Anto rise coprendosi la bocca, maledicendosi per gli insulti che aveva lanciato ai componenti di una delle band che preferiva in assoluto dopo i Tokio Hotel.

«Comunque io sono Antonia, la…»

«Ragazza di Bill Kaulitz, lo so, ti conosco», ridacchiò stringendole la mano. «Io sono Strify, il cantante dei Cinema Bizarre, piacere.»

«Piacere mio!»

 

«Ehi Giulia!», la chiamò Bill avvicinandosi al divanetto sul quale si era seduta per togliersi i pattini. «Anto?»

«Ahm…», sollevò lo sguardo su di lui e poi sulla pista illuminata e piena di gente. «Ha detto che andava a recuperare Ary.»

«Ragazzi, ho perso di vista Ary!», gridò Tom appoggiandosi alla spalla del gemello con il mento.

Bill e Giulia si guardarono preoccupati e Tom li guardò a sua volta corrugando la fronte.

«Che c’è?», chiese.

«Anto aveva detto che andava a recuperare Ary, tu hai detto che hai perso Ary, dunque… Anto dov’è?»

«E Ary, dov’è? Lei mi preoccupa», annuì Tom. «Se cade potrebbe giocare a Chi butta giù più persone senza tagliarsi le mani

«Una specie di bowling umano?»

«Esatto.»

«Dobbiamo trovarle subito!», gridò Bill terrorizzato; Tom annuì e Giulia andò ad avvisare Georg e Gustav.

«Non possono essersi volatilizzate», disse Tom appoggiandosi al bordo della pista e perlustrandola attentamente con lo sguardo.

«Ma dai, pensavo di sì», mormorò Bill scuotendo la testa e sospirando.

«Ecco Ant…», disse Tom, ma si bloccò improvvisamente, abbassando il braccio con il quale la stava indicando, rimanendo a bocca aperta.

«Che cosa?», chiese Bill seguendo la direzione dello sguardo del fratello e spalancando la bocca quando vide la sua ragazza parlare con… con Strify dei Cinema Bizarre!

«Io lo odio, l’ho sempre odiato!», gridò, la sua pelle chiara rossa di rabbia e verde di gelosia: i colori della bandiera dell’Italia!

«E lì c’è Ary che sta… parlando con chi?!», gridò Tom sgranando gli occhi.

«Oh! Lo conosco, sì! L’ho visto una volta in tv! É… è… non mi viene in mente il nome! È anche una pianta! Timo! Ecco, Timo! Dei Panik.»

«Ah! Quel rapper da strapazzo! Adesso vado a pestarlo!»

«Ma no Tom, che fai?!», gridò tenendolo per la maglia. «Stanno solo parlando.»

«Certo, anche Anto e quel biondo platinato stanno solo parlando, non cambiare colore.»

«Per me è diverso.»

«Oh sì, tantissimo! Ma per favore! Sei geloso almeno quanto me, se non di più! E se… Ehi», Tom sogghignò, guardando delle ragazze aldilà della pista, che ridevano tra loro.

«Che cosa… Tom, che cos’hai in mente?», Bill deglutì, sentendo puzza di guai.

«Ho un’idea.»

Ecco, per l’appunto: quando Tom aveva un’idea di solito veniva fuori un disastro colossale.

«Ho paura a chiedertelo ma… quale sarebbe?»

«Quelle lì non sono mica le Fräulein Wunder?»

«Sì… dovrebbero essere loro.»

«E quindi… Ary e Anto ci tradiscono con quei due? Noi…»

«No, aspetta. Ary e Anto non ci stanno tradendo

«Ma ci fanno ingelosire, quindi per me è lo stesso! Dov’ero rimasto? Ah sì! Loro sono con quei due là? Noi andiamo da quelle simpaticissime ragazze e facciamo ingelosire loro due!»

«Ma se ai Comet dell’anno scorso non hai fatto altro che dire quanto la cantante fosse antipatica?!»

«Dettagli Bill, dettagli», sventolò la mano con nonchalance. «E ora andiamo!»

«Secondo me è una grande cavolata e… Ah!», venne strattonato con prepotenza dal gemello, che gridò: «E muoviti!»

Lo trascinò dall’altra parte della pista, facendo tutto il giro, e si fermarono proprio di fronte a quelle ragazze che appena li videro smisero di ridere e li guardarono sorprese e confuse.

«Buonasera!», salutò Tom accennando un sorriso malizioso: non era più abituato a farlo naturalmente e con altre, soprattutto.

«Guarda chi si rivede», ridacchiò Chanty, la cantante del gruppo, i capelli neri lunghi e mossi sulle spalle, il trucco nero accentuato intorno agli occhi verdi che le dava l’impressione di avere uno sguardo furbo e da gatta, portandosi le mani sui fianchi.

«Vi siamo mancati?», sogghignò Tom.

«Ohssì, troppo», biascicò Steffi, la bassista, al suo fianco, in un vestito grigio con tante stelle colorate, pantacollant blu elettrici, i capelli biondi cenere legati sulla nuca e gli occhi verdi truccati con semplice matita nera.

«Come siamo carine questa sera… O siete sempre così? Non l’avevo mai notato», continuò Tom a punzecchiarle. Certo che se continuava così, pensò Bill, altro che far ingelosire Ary e Anto, loro sarebbero corse direttamente a salvarli dal linciaggio.

«Ehm… Come va?», chiese Bill allontanando Tom.

«Bene, fino ad un momento fa», rispose con un sorrisetto Chanty, visto che erano rimaste solo lei e Steffi e le altre due avevano preferito di gran lunga dileguarsi e non rischiare di cedere ai loro istinti omicidi verso loro due.

Non erano andati molto d’accordo, in effetti…

«Io mi prendo la mora, tu ti prendi la bionda», gli sussurrò Tom all’orecchio facendolo arrossire di botto.

«Allora Chanty, ti brucia ancora la sconfitta agli ultimi Comet?», chiese Tom avvolgendole le spalle con un braccio e portandola via, lasciandolo solo con Steffi, che lo guardò incrociando le braccia al petto.

Bill sospirò e si spalmò una mano sulla faccia: perché aveva un fratello così irrimediabilmente idiota?!

 

«Dai, non può essere così difficile! Sei un’incapace!»

«Vorrei vedere te!», gridai aggrappandomi per l’ennesima volta al bordo della pista, di fianco a Timo.

«Io sarei centomila volte migliore di te», annuì saccente.

«Sì, certo! Ma smettila! Io sarò pure un’incapace, ma almeno ci provo, non come te che te ne stai lì a sfottere!»

«Io ho una dignità», ridacchiò avvicinandosi al mio viso.

«Uh, già dimenticavo.»

Gli diedi le spalle e fu allora che lo vidi, fu allora che vidi Tom con un braccio avvolto intorno alle spalle di una ragazza che avevo già visto da qualche parte ma di cui non ricordavo nulla di quel momento, troppo scioccata.

«Tom…», balbettai guardandolo ridere e sorridere a quella moretta in un vestitino rosa a pois neri.

Gli occhi iniziarono a pizzicarmi e feci subito retromarcia, allontanandomi da Timo, cercando disperatamente di raggiungere l’uscita di quella cavolo di pista. Non era possibile, non era possibile che Tom stesse facendo quello di fronte ai miei occhi. Perché? Per quale stupido motivo?

«Ehi, dove vai?», mi chiese Timo seguendomi da fuori la pista, preoccupato in viso.

«A farmi fottere», mugugnai tirando su col naso.

«Perché?»

«Lasciami stare!», gridai rossa in viso, perdendo l’equilibrio e cadendo malamente sul ghiaccio freddo.

«Ary», disse piano, sporgendosi verso di me e allungandomi la mano, che io rifiutai con gesto secco.

Senza rialzarmi gattonai bagnandomi le ginocchia e le mani, fino ad arrivare a quella maledetta uscita, trovandomi lo stesso di fronte a Timo che mi prese di forza per le spalle e mi tirò su.

«Ti ho detto di lasciarmi stare», mugugnai scostandomi bruscamente e camminando impacciata verso un divanetto bianco, nel quale sprofondai e mi tolsi i pattini, rinfilandomi le mie amate All Star.

«Ary, che è successo?», chiese Giulia vedendo le prime lacrime che solcavano il mio viso. «Tom dov’è? Aveva detto che ti veniva a cercare!»

«Sì, certo, mi veniva a cercare! Ha trovato un’altra di suo gradimento, io posso anche andarmene!», gridai non riuscendo a trattenere un singhiozzo soffocato.

«Ma cosa stai dicendo?»

«Ary!», Tom scostò Giulia e si abbassò di fronte a me, lo sguardo preoccupato e dispiaciuto.

«Che cosa vuoi? Torna dalla tua nuova amica», l’accennai con la testa, essendo dietro di lui che guardava la scena.

«No! Ary non piangere, io non volevo…»

«Lasciami.»

«Dai Ary, ti prego!»

«No, ti ho detto di lasciarmi!», lo spinsi via, liberandomi le mani dalle sue. «Ma perché l’hai fatto?», non riuscii a non chiederglielo.

«Ti ho visto con quello!», gridò Tom indicando Timo che intanto mi aveva raggiunto e mi stava alle spalle.

«Stavamo solo parlando, non stavo facendo nulla di male!», gridai. «Sempre la solita, stupida gelosia! Io non lo so, perché sei così geloso?! Non ti fidi ancora di me?! Credi che ti tradisca con il primo che passi?! Hai sbagliato di grosso, Tom. Tu non capisci, non puoi capire quanto io… Ah, è tutto tempo perso tanto», sbuffai alzandomi e correndo via, senza ascoltare la sua voce che amavo chiamarmi e dicendomi di tornare indietro.

 

Si girò di scatto verso Chanty e verso Timo e si diresse a passo di marcia, gli occhi stretti in due fessure e i pugni stretti lungo i fianchi, contro di lui, che lo guardò con aria spavalda.

«Tu», gli puntò il dito contro al petto. «È tutta colpa tua!»

«Mia?», chiese Timo ridacchiando. «Sicuro?»

«Certo che ne sono sicuro! Se tu non ti fossi messo a parlare con lei a questo punto…»

«Chiudila in una stanza e non farla più uscire, se la pensi in questo modo», sollevò le spalle. «Ora devo andare.»

«No, dove credi di andare?!», lo prese per il braccio.

«Ovunque, tanto tu non me lo puoi impedire, visto che ho la coscienza immacolata, come Ary. Sei tu che ce l’hai sporca.» Si liberò e se ne andò. Tom si girò verso Chanty, il viso basso e il collo stretto fra le spalle.

«Mi dispiace», mormorò.

«Non è colpa tua. È solo colpa mia. Solo ed esclusivamente colpa mia. Sono un coglione.»

 

«Ehm…», balbettò Bill di fronte a quell’espressione tutt’altro che socievole di Steffi. Sospirò e si passò le mani sul collo, già stufo: al diavolo Tom e il suo piano!

«Senti, io non c’entro niente in questa storia. Non voglio far finta di provarci con te, proprio non ce la faccio. Trovo quest’idea, che fra l’altro è solo ed esclusivamente di mio fratello, e si vede, totalmente assurda, quindi finiamola qui.»

Steffi lo guardò aggrottando le sopracciglia e si fece scappare un sorriso divertito: «Scusa, potresti ripetere? Non ho capito nulla.»

Bill sorrise sollevato e le spiegò tutta la storia, da quando avevano visto le loro ragazze parlare con altri, di come si fossero ingelositi e di come Tom avesse avuto quell’idea brillante.

«Ah! Ora è tutto più chiaro!», ridacchiò. «Tuo fratello è un po’ stupido, eh?»

«Oh, non un po’, lo è tanto!», scoppiò a ridere.

In fondo quella ragazza non era poi così antipatica, bisognava solo scioglierla un po’! Era anche molto gentile e anche carina, se doveva essere obbiettivo.

Vide qualcuno correre fra la folla a bordo pista, qualcuno di estremamente familiare che però aveva il viso rivolto verso il pavimento. Poi l’illuminazione, quando riconobbe i vestiti, le scarpe e i capelli biondi.

«Ary!», gridò quando gli passai accanto senza fermarmi, anzi scostandolo come se nulla fosse.

«Bill!», gridò Tom, che arrivò poco dopo.

«Che cosa hai fatto?!», gli gridò.

«Una cazzata», disse con il fiato corto.

«Ma dai! Io te l’avevo detto che era una cazzata la tua idea geniale

«Lo so da me, non ho bisogno che mi fai la ramanzina!»

«Te la meriti!»

«Scusate se mi intrometto ma… litigare non serve a niente ora: devi andare soltanto da lei e chiarire», disse Steffi guardando Tom.

«Ascoltala, è così che devi fare», le diede man forte Bill, sorridendole.

«Bene, adesso si è coalizzato con la Signorina Meravigliosa!», sbraitò andandosene a passi pesanti.

«Visto, te l’avevo detto io che è stupido.»

«Dici tanto, ma anche tu sei ancora qui, quando dovresti essere a reclamare la tua donna», gli disse sogghignando, indicando Anto che parlava ancora con Strify, ridendo.

«Oh, io lo uccido!», gridò incamminandosi verso di loro, furioso, mentre Steffi se la ridacchiava.

«Ciao!», gridò forte Bill, facendo sobbalzare Strify, che lo guardò da capo a piedi mentre lui sogghignava superiore.

«Bill!», squittì Anto raggiungendolo e lasciandosi prendere per la vita. Bill la baciò sulla tempia, felice.

«Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo…», le sussurrò all’orecchio sorridendo.

«Sei qui e mi dici questo perché eri geloso che parlavo con Strify?», gli chiese lei ridendo.

«No! Perché pensi questo?»

«Perché so che è così! Ormai ti conosco meglio delle mie tasche», gli allacciò le braccia intorno al collo. «E non mi dici mai che mi ami in pubblico, se non per dimostrare che sono di tua esclusiva proprietà», sollevò il sopracciglio.

«Questo non è vero.»

«Invece sì, eccome!»

«Ti dimostrerò che non è vero», esclamò deciso: Bill Kaulitz non si tirava mai indietro se si trattava di scommesse!

«Vedremo», sussurrò Anto. «Ma Ary e Tom dove sono finiti?»

«Ah! A proposito di loro… è successo un casino.»

«Ossia?»

Bill spiegò tutta la storia anche a lei, dall’inizio alla fine, spiegandole anche di Steffi e della sua bravura ad uscire da quella situazione prima che fosse troppo tardi, guadagnandosi un grande bacio sulla guancia.

«Ma Tom è proprio un idiota colossale!», gridò Anto.

«Sì, ormai lo sanno pure i muri. Che si fa?»

«Io vado a parlare con Tom, tu vai a prendere Ary.»

«Ok.»

«È stato bello parlare con te, Strify. Ci vediamo!», lo salutò Anto con la mano, prima di schizzare via veloce sul ghiaccio per raggiungere l’uscita.

Bill lo guardò stringendo gli occhi a due fessure e puntandogli un dito contro: «Non ci contare», sibilò scatenandogli una risatina, prima di andare via orgoglioso del suo operato.

 

«Stupido, stupido, stupido», mugugnai portandomi le mani sulla testa e tirando su col naso.

Piangere non serviva a niente, ma non potevo trattenermi: perché non si metteva in testa che io senza di lui non sarei andata da nessuna parte? Non ero così messa male tanto da volermi togliere l’ossigeno con le mie stesse mani.

«Ary…» Sentii due mani posarsi sulle mie spalle e le riconobbi subito come quelle del mio migliore amico, così mi girai e affondai il viso nella sua maglia, stringendolo forte a me.

«Non piangere, su», mormorò accarezzandomi i capelli.

«Non ce la faccio… Ma perché, Bill?»

«Tom fa così perché tiene troppo a te, ormai dovresti saperlo…»

«Non si fiderà mai, dunque? Avrà sempre paura che mi possano portare via da lui? Vivrà sempre con questo timore, con quest’ansia addosso, fino a quando non impazzirà e non mi rinchiuderà in una stanza con tanto di catene ed allarmi ad infrarossi?»

«Addirittura», ridacchiò.

«Io stavo solo parlando con Timo, non stavo facendo nulla di male… Appena mi ha visto lui è andato da quella tizia…»

«Per farti ingelosire a sua volta», mi spiegò.

«Davvero? Questo era il suo piano?»

«A quanto pare», annuì sollevandomi il viso e asciugandomi le lacrime con le mani. Mi baciò la fronte e mi tirò su da terra. «Ora andiamo dentro, fa leggermente freddo qui.»

 

«Sono stato un completo idiota, Anto», scosse la testa, retta dalle mani.

«Oh Tom…», sussurrò abbracciandolo. «Quando si tratta di lei ti va in pappa il cervello, non è così?» Lui annuì debolmente, ricambiando la stretta. «Non è la fine del mondo, devi solo andare da lei e scusarti, nulla di più.»

«Sì, penso che lo farò, grazie Anto», le sorrise. «Ti voglio bene.»

«Anch’io.»

Si alzò in piedi e nemmeno il tempo di fare un passo che i nostri sguardi si incontrarono da lontano, mentre il dj annunciava che il palco era pronto per l’esibizione di un paio di rapper tedeschi che non avevo mai sentito.

 

Du bist das Girl was mir zeigt was Liebe heißt
und selbst wenn wir uns streiten bei kriesen bleibt
Du bist einmalig, du bist das was ich zum Leben brauch
weil du neben meine auch auf deine Fehler schaust
Du nimmst mich wie ich bin und du bist so korrekt
dein Body, dein Face, alles so perfect
Zu schön um wahr zu sein, flieg mit mir und lass uns nun diese Tage teil'n

 

 [Tu sei la ragazza che mi ha mostrato cosa si chiama amore
e perfino quando noi litighiamo rimani in crisi
Tu sei unica, tu sei quello di cui la mia vita ha bisogno
perché accanto ai miei errori guardi anche i tuoi
Tu hai bisogno di me come io di te e tu sei così corretta
il tuo corpo, la tua faccia, tutto perfetto
Troppo bella per essere vera, vola con me e lasciaci adesso condividere questi giorni]

 

Fu un colpo al cuore vederlo così spaesato e dispiaciuto, mentre muoveva passi lenti verso di me, le parole di quella canzone che facevano da colonna sonora.

Sembrava un sogno, sembrava che mi dovessi risvegliare da un momento all’altro tanto la mia vista si stava offuscando. Ma forse erano solo le lacrime che si accumulavano nei miei occhi, così gonfi di quell’amore che anche se avessi voluto allontanare sarebbe sempre tornato, indistruttibile e tenace come pochi.

Lo guardai immobile, rigida come un pezzo di legno, il cervello scollegato da tutto il resto, e quando mi accarezzò il viso con le sue mani grandi, attirandomi a sé, chiusi gli occhi e due lacrime tracciarono delle righe leggere sulle mie guance, subito spazzate via da un suo tocco delicato.

«Scusami piccola mia, io non volevo combinare tutto questo casino. Mi dispiace», sussurrò ad un soffio dalle mie labbra.

«Tu sei il ragazzo più scorretto di questo pianeta», mormorai.

«Perché?»

«Perché ti sei preso ciò che non avrei mai voluto dare a nessuno, il mio cuore… e anche se a volte lo strapazzi, non smette mai di battere per te, di vivere di te. E non sarai mai tempo perso.»

Ridacchiò e annullò la poca distanza che ci divideva, appoggiando le labbra alle mie mentre affondava le mani fra i miei capelli. Mi strinse così forte a sé che temetti di non riuscire più a respirare, io gli strinsi le braccia intorno al collo ed approfondii io stessa il bacio, lasciando che ci trasportasse in un’altra dimensione, nella quale non c’era tutta quella gente, ma solo noi due, come un incantesimo.

 

Flieg mit mir, sei bei mir
Komm sei mein leben
Lass dich geh
Bleib nicht steh
denn du bist mein Leben
Flieg mit mir, sei bei mir
Komm sei mein leben
denn Babe ich brauch dich

[Vola con me, affiancami
Entra nella mia vita
Lasciati andare
Non rimanere
poiché tu sei la mia vita
Vola con me, affiancami
Entra nella mia vita
poiché piccola io ho bisogno di te]

«Ti amo», mi sussurrò.

«Anch’io, idiota che non sei altro.»

Sorridendo mi prese per mano e mi portò di nuovo dagli altri: Gustav che stava abbracciato a Giulia, Georg, Anto e…

«Scusate, ma Bill dove…?», tentai di chiedere, ma una voce alle nostre spalle mi interruppe.

«Fatto pace?»

Ci girammo e io e Tom ci trovammo di fronte Timo, Steffi e Chanty, tutti curiosi.

«Come se non aveste visto nulla», ridacchiò Tom.

«Oh Kaulitz, non pensavo fossi così un romanticone!», lo prese in giro Chanty, facendomi ridere; Tom fece una smorfia quando Timo mi fece l’occhiolino tirando su i pollici.

«Comunque prima stavo per chiedere…»

«Ma Bill dov’è finito?», concluse Tom guardandosi intorno.

«Ecco, appunto.»

«Boh, me lo domandavo anch’io», disse Anto venendomi vicina, quando sentimmo la musica arrestarsi improvvisamente e la voce del dj.

«Ma… ma quello di fianco al dj è Bill!», gridò Anto. «Oddio, che vuole fare quel pazzo?!»

«Ehi! Interrompiamo la musica perché il qui presente Bill Kaulitz ha un annuncio da fare!», gridò il dj passandogli il microfono.

«È matto, è matto!», si coprì la bocca Anto, sgranando gli occhi mentre lui si schiariva la voce.

«Io, ecco… volevo solo dire ad una persona molto speciale che la amo, visto che lei, questa persona più che speciale, dice che non lo dico mai in pubblico. Ebbene… Anto, ti amo.»

«Oddio», scoppiò a piangere girandosi verso di me e abbracciandomi.

«Non devi abbracciare me, ma lui!», la staccai e la spinsi, lei annuì tirando su col naso e corse a perdifiato dall’altra parte della pista, fino a gettarsi fra le sue braccia.

«Amore», mormorò Anto baciandolo con trasporto.

«Ho vinto la scommessa!», la indicò e le fece una linguaccia.

«Ok, Tom non è l’unico stupido della famiglia Kaulitz!», disse offesa, girandosi.

«Ma… Anto! Io scherzavo!»

«Sese», scoppiò a ridere abbracciandolo di nuovo.

 

«È stato imbarazzatissimo quella volta, se ci penso», disse Anto arrossendo sulle guance. «Però sei stato così dolce!», avvolse le braccia intorno al collo di Bill e lo baciò sulla guancia.

«Sì, e Tom è stato un’idiota totale. E non fare la spia, Bill!», gridò Giulia sorridendo; lui sollevò le mani, un sorriso divertito sulle labbra.

«Sì, che poi», disse Georg alzando la mano, «che cosa ti avevamo detto noi, Ary? Il giorno dopo è uscito tutto un photoshop sulle tue cadute sul ghiaccio… Spettacolari.»

«Sì, ti sei fatta riconoscere anche lì!»

«Siamo stati come al solito i protagonisti della serata», ridacchiai. «La fidanzata di Tom Kaulitz e i suoi capitomboli e Bill Kaulitz annuncia il suo amore per la propria ragazza. Erano questi i titoli sul giornale, no?»

«Sì! E David ne è pure stato entusiasta perché quel numero è andato al ruba, ha fatto molta pubblicità e ci siamo resi più simpatici.»

«Alla fine è stata una bella serata: ci siamo fatti dei nuovi amici: i Cinema Bizarre, le Fräulein Wunder e i Panik.»

«Perché, Timo lo senti ancora?», chiese Gustav sporgendosi verso di me.

«Sì, qualche volta.»

«Se Tom lo scopre… rischi il linciaggio!»

«Lo so!», scoppiai a ridere.

Ma il mio Tom, senza la caratterista di essere così geloso, non sarebbe stato lo stesso, e io lo amavo per ciò che era, con pregi e difetti. Tutti gli volevamo bene così com’era e non sarebbe dovuto mai cambiare, o avrebbe rischiato lui il linciaggio.

 

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Ecco qui, uno dei miei capitoli preferiti che dedico solo ed esclusivamente alla mia Ales (il mio green puck nonché mio anellino per le dita dei piedi xD che dir si voglia u.u) Grazie di tutto, questo capitolo non esisterebbe senza di te (E senza le mie personali culate sulla pista di pattinaggio del Forum di Assago xD Essì amici, Ary sono proprio io qui -.-“ Che maleeeeee xD)
Un altro capitoletto inedito tutto per voi per augurarvi un buon Natale *-* e buone feste in generale.

PS: La canzone che ho usato in questo capitolo è Flieg mit mir di TJ Deluxe feat Delaa, scoperta per caso su YouTube. E me ne sono innamorata subito! Vi consigio di ascoltarla, è bellissima u.u

PPS: Mi scuso per i fan dei Cinema Bizarre, dei Panik e delle Fräulein Wunder per l’interpretazione che ho avuto di questi personaggi; non li conosco bene, quindi non sapevo come fare… Li ho scritti come mi sono venuti, come li ho immaginati, e spero che comunque vi siano piaciuti almeno un pochino ^___^

Ringrazio e straringrazio: layla the punkprincess, marty sweet princess e Utopy (Non posso ancora credere che tu sia qui! Perchè in questo momento sei qui! Oddio, waaaaaaaaaaaa *-* Comunque tu questo capitolo l'hai già letto e so che ne pensi xD Ma la recensione la voglio comunque sennò mi offendo u.u Naaaaaah xD Questo capitolo è tutto tuo! LUV YA *-*)
Per le recensioni allo scorso capitolo, e poi ringrazio (Non mi dimentico mai u.u) tutti quelli che hanno messo questa ff fra le preferite e le seguite e tutti quelli che leggono e basta, senza recensire ^___^ Vi amo tutti allo stesso modo! *-*
Grazie davvero, alla prossima, vostra

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