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Autore: ailinon    26/12/2009    4 recensioni
Nel lontano rinascimento, un ragazzo con una grande e sola passione: la poesia e la lettura.
La sua vita a Firenze, lo condurrà a conoscere molti personaggi importanti.
Dalla sagace intelligenza di Pico, alla filosofia di Marsilio.
Dalla gioia di vivere di Giuliano de Medici, alla grandezza di Lorenzo il magnifico, suo fratello.
Fino alla superbia della famiglia de Pazzi.
Ma uno su tutti saprà cogliere l'essenza del suo animo...
Genere: Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Rinascimento
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Capitolo 80 – UNA SOLA ANIMA

Capitolo 80 – UNA SOLA ANIMA

 

Girolamo si stupì del cavaliere fermo fuori dal chiostro di san Lorenzo. L’uomo, dall’aspetto alto e severo, era vestito in un lucco scuro, austero, simile al suo. Però quello dello sconosciuto era di fattura molto migliore.

Si chiese anche chi stesse accompagnando,dato che reggeva le briglie di due cavalli ma, all’occhiata d’odio dello sconosciuto, si decise di ignorarlo.

Entrò nel chiostro, chiudendo la porta dietro di sé.

***

 Entrando nella galleria di lettura, sentì un chiacchiericcio allegro provenire dallo studio che era stato di Goffredo.

 “Sicuramente Agnolo e Angelo staranno scherzando tra loro” pensò Girolamo, avanzando tranquillamente. Quando arrivò alla soglia della porta aperta, si fermò.

Il cuore gli perse un battito, guardando nella stanza.

Un uomo dai capelli rossi, lo osservò immobile.

Bello come lo ricordava, Pico della Mirandola sgranò gli occhi azzurri nel riconoscerlo.

Socchiuse le labbra, delineate alla perfezione in petali rosati, e rimase, immobile, a fissarlo come fosse una visione.

Girolamo strinse le mani all’altezza del ventre, incapace di non farle tremare: «Pico…» sussurrò in un filo di voce.

 Il trentacinquenne lo guardò ancora per un attimo poi, si lanciò in avanti: «Girolamo!» esclamò felice ma, quando afferrò le sue mani, si sentì come bruciare, e dovette ritirarle all’istante.

Il contatto di una fiamma.

Il cuore gli tamburellava nel petto, come ad impazzire.

I due si guardarono, ansimanti, leggendo nell’altro le stesse sensazioni.

 «Pico… Sei davvero qui?»

«Amico mio…» gemette, guardandolo come volesse perdersi nei suoi occhi: «Amico mio… Quanto mi sei mancato…»

« Ho sentito… Ogni momento della tua vita, ogni tuo respiro, battere all’unisono col mio»

«Si. Anche da lontano» proseguì Girolamo, osando alzare la mano fino a sfiorargli appena i capelli rossi.

A quel gesto, il conte si lasciò sprofondare tra le sue braccia, cingendogli la vita: «Girolamo…» ansimò: «Girolamo… Sei qui…»

 L’altro lo ricambiò, annusando il buon profumo dei suoi capelli. «Sono qui, anima mia…» disse sospirando nelle ciocche dei suoi capelli.

 Agnolo, che aveva guardato tutta la scena, da un lato della stanza, si sentì toccare le mani, e sussultò. «Angelo?»

Il trentatreenne lo azzittì con un gesto, e gli fece cenno di seguirlo. I due amici dovevano restare soli, dopo tanto tempo lontani.

Silenziosamente uscirono dallo studio.

***

 Girolamo strinse con forza Pico, trattenendolo tra le sue braccia.

L’amico tremava contro di lui, riflesso del suo corpo.

Si sentiva come la cassa armonica della corda di un’arpa.

Pico avrebbe creato le melodie celesti di cui era tanto capace e lui, lui, avrebbe espanso nel mondo l’eco del suo riflesso.

Quello era il suo compito. E lo rendeva felice se solo poteva restare vicino al suo amico. Per sempre.

 «Girolamo… Sei così dimagrito» mormorò Pico, accarezzandogli la schiena: «Stai bene?»

 Il quarantenne gemette: «Si… Sto bene. Tu piuttosto, sei pallido. E’ un riflesso della prigionia e dei continui viaggi?»

«Sto bene…» rispose il rosso, abbandonando il capo sulla sua spalla: «Ora che sono con te, sto bene…» decretò.

Girolamo provò un moto di gioia inafferrabile, al suono di quelle parole. Gli salirono le lacrime agli occhi.

Con la forza di quella disperata gioia, chiese: «Resterai con me ora?»

 Gli occhi azzurri dell’amico lo scrutarono fino in fondo all’anima, mentre rispondeva: «Avverto il battito del tuo cuore… Ed è il suono più bello del mondo» cercò la sua mano e proseguì: «Specie quando anche il mio cuore può battergli vicino»

Un ondata di calda gioia salì al viso del fiorentino mentre Pico gli baciava il dorso della mano, stringendola tra le sue.

«Pico!» esclamò, stringendolo contro di sé:

«Come posso ricambiare tanto onore?»

«Baciami» rispose Pico, con voce tremante: «E fa che la nostra anima, divisa da Giove ai tempi dell’invidia, torni ad unirsi. Fosse anche per un solo momento. Succedesse… La mia vita sarebbe completa»

 L’amico non rispose a parole ma, lo strinse più forte tra le braccia. Annuì, mentre chinava la testa sulle sue labbra. La sua bocca lo accolse, rubandogli l’anima e racchiudendola per sempre in una sola, tremante e smarrita. In preda all’estasi della loro riunione.

 «Niente mi potrà più dividere da te ora…» ansimò Pico, quasi piangendo tra le braccia dell’amico.

«Vita mia… Fa di me quel che vuoi»

«Io… voglio che tu viva, amico mio. Che tu viva con me, fino quando Dio non ci chiamerà a godere, insieme, della sua luce»

Girolamo Benivieni sorrise e scivolando ai suoi piedi, in ginocchio davanti a lui, gli baciò i dorsi e i palmi delle mani.

«Sia come tu vuoi, mio signore»

***

 

   
 
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