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Autore: Naco    28/06/2005    1 recensioni
E' trascorso un anno da quando Kagome e Inuyasha sono giunti nella nostra epoca per recuperare l'ultimo frammento della shikon no tama. E in un anno tante cose cambiano... oppure no?
Genere: Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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III

LEZIONI DI AUTODIFESA

Milena guardò la ragazza che si stava cambiando, pensierosa. Era davvero buffo vedere il proprio corpo di fronte a lei. Ma era davvero possibile che il desiderio di rivedere Kagome e Inuyasha avesse potuto in qualche modo influire sul desiderio della ragazza? Solo la sfera era in grado di esaudire il desiderio di Kagome, ma come poteva essere tanto sicura che lei avrebbe voluto rivederla? Come era stato possibile che la shikon avesse superato il confine spazio- temporale, per giunta non ancora completamente intera?

Fu la voce della vecchia Kaede a destarla dai suoi pensieri.

“Siete pronte?” chiese entrando nella stanza.

Milena si alzò in segno di rispetto, mentre Kagome continuava a vestirsi con calma. Milena la guardò, ma non disse nulla.

“Si” rispose e guardando la donna negli occhi, comprese che avrebbe dovuto uscire e lasciare sole le due giapponesi. “Vado a vedere cosa sta facendo Alessio” fece allora “Dove posso trovarlo?”

“E’ sul retro con Miroku e Sango.”

“E Inuyasha?”

Kaede gettò uno sguardo su Kagome, ancora intenta a vestirsi e alzò le spalle. “Beh… prima l’ho visto allontanarsi verso il fiume, ma non so dove sia andato. Anche se lo conosco da più di cinquanta anni, non lo capirò mai!”

Milena annuì e uscì. Come le aveva detto la sacerdotessa, trovò Alessio e gli altri sul retro della casa, intenti in una conversazione che sembrava molto interessante.

Il ragazzo la vide e la chiamò.

Milena la raggiunse e sorrise abbracciando il suo ragazzo “Mi intrometto in una discussione in cui non posso entrare?” chiese sorridendo.

Sango le sorrise amichevolmente “Alessio ci stava raccontando perché ha deciso di imparare la nostra lingua."

Milena rise “L’avventura lo aveva scosso così profondamente, che credetti non avrebbe mai più voluto sentire parlare di giapponese e invece un giorno si presentò con un libro di grammatica giapponese e mi disse ‘Nonostante quello che ho passato è grazie a Inuyasha e Kagome che noi due stiamo insieme e ho intenzione di parlare nella loro lingua la prossima volta che li vedremo!’”

Miroku e Sango scoppiarono a ridere “Davvero?!”

Alessio era imbarazzatissimo. “Dai Milena….Perché vai a dire certe cose?”

Milena si chinò a baciarlo sulla guancia. “Scusa, cosa c’è da vergognarsi? Sei stato così bravo da imparare il giapponese meglio e più velocemente di me!”

Alessio arrossì più per il gesto di Milena che per le parole in sé: nonostante il suo carattere mascolino e sicuro di sé, non amava dimostrare il suo affetto pubblicamente, ma preferiva farlo quando erano soli, senza nessuno che commentasse o li prendesse in giro. Era questo, in fondo, che lui amava più in Milena: quel suo senso del pudore, che ormai le ragazze avevano perso.

Sango scoppiò a ridere “Ora capisco perché Inuyasha e Kagome erano così contenti di essere stati nel vostro mondo! Sembrate così uniti e innamorati!”

Alessio scosse la testa con forza “Si vede che non la conosci bene! Inuyasha la chiama ‘la Kagome dell’altra dimensione’. Il suo urlo è così forte da sentirsi a miglia di distanza e se qualcuno prova a contraddirla….! Chiedete a Inuyasha! Lo trattava come un cagnolino e lui era costretto a fare tutto ciò che lei ordinava! Ne ha passate di tutti i colori quel poveretto!”

Milena arrossì e saltò su piccata “Non è vero! Cioè è vero però… ti sembrano cose da dirsi?” ormai Milena sentiva di essere viola per la vergogna e assunse un’espressione imbronciata “Uffa! Sei il solito antipatico!” esclamò allontanandosi in direzione del bosco, mentre gli altri tre continuavano a ridere alle sue spalle.

 

 

Milena assaporò lentamente il profumo di quella natura incontaminata, chiedendosi per quanto tempo l’avrebbe goduto, dato che prima o poi avrebbe dovuto ritornare nel suo mondo.

Si guardò intorno, mentre la sua mente, libera da ogni altra preoccupazione,  cercava di dare una risposta alle mille domande che si poneva, senza tuttavia riuscirci.

Era talmente persa nei suoi pensieri che non si accorse della figura che si stava avvicinando alle sue spalle, finché non sentì una mano posarsi sulla sua spalla. La ragazza si girò balzando indietro e ponendosi in atteggiamento di difesa, ma quando vide il volto del ragazzo che gli stava di fronte, si calmò immediatamente.

“Inu chan!”

Inuyasha la guardò e stranamente sorrise: come era strano veder davanti a sé Kagome, ben sapendo di star parlando con un’altra ragazza! Eppure non riusciva ancora a crederci, era più forte di lui: vederla prima, lì, accanto ad Alessio, felice e affettuosa, il suo cuore aveva iniziato a battere velocemente e lo aveva assalito il desiderio di correre da lei e picchiare il ragazzo che la trattava con tanta familiarità. Era stato solo il ricordo di poche ore prima a trattenerlo e ad evitare una figuraccia davanti ai due ragazzi e ai suoi compagni di viaggio. Possibile che per una donna si fosse di nuovo ridotto in quello stato? Possibile che fosse innamorato di Kagome? Sì, certo lei gli piaceva, ma amarla era diverso… completamente diverso…

“Hai migliorato i tuoi riflessi non c’è che dire!” commentò infine.

Milena arrossì “Ho deciso di prendere lezioni di autodifesa, sai, dopo l’avventura che ci è capitata…. Però tu sei troppo in gamba per me! Ti sei avvicinato senza che io ti abbia minimamente sentito!”

“Hmmm non credo proprio… ricorda che nel tuo mondo non esistono hanyou e youkai! Hai buoni riflessi e sarebbero anche migliori se non ti perdessi sempre nei tuoi pensieri!”

Milena ebbe uno strano guizzo negli occhi, cosa che preoccupò non poco Inuyasha.

“Che c’è?” chiese guardingo.

“Nulla stavo pensando… perché non mi dai lezioni tu?”

Inuyasha sperò di aver capito male. “Le… lezioni?!”

Milena annuì sorridendo “Sì! Mi insegni a combattere! Allora, che ne dici?”

Inuyasha sembrò riluttante all’idea. “Non so… io non ho mai insegnato a nessuno a combattere… tra l’altro a una donna…!”

“Beh?! E allora? Cosa ci sarebbe di strano?!” chiese guardandolo molto male.

Inuyasha si fece piccolo piccolo “Io? Oh niente… niente Kagome…!”

Il mezzo demone arrossì "Cioè… scusa Milena…” tentò di scusarsi: era difficile parlare con una persona e in realtà avere davanti un’altra e mai come in quel momento se ne rese conto.

Milena sorrise e gli pose una mano sulla spalla “A quanto vedo non sei cambiato per niente!”

“Che vuoi dire?”

“Non sai esprimere i tuoi sentimenti e anzi maltratti le persone che ti vogliono bene.”

Inuyasha abbassò il capo punto sul vivo “Kagome ti ha raccontato tutto, vero?”

Milena incrociò le braccia al petto. “Beh, che ti aspettavi? Kagome stava malissimo è normale che abbia voluto sfogarsi con me! Dovresti andare da lei e chiederle scusa!”

Improvvisamente la sua aria rammaricata scomparve per lasciare il posto a una smorfia di indifferenza. “Tse! Non posso fare una cosa del genere! Sarebbe…”

“… sarebbe un modo per farle capire che le vuoi bene e che tieni a lei!” lo sfidò lei incrociando il suo sguardo.

Il ragazzo sostenne lo sguardo, ma senza sapersi spiegare il perché, improvvisamente sorrise.

“Allora, vuoi ancora che ti insegna a combattere?”

 

 

“Fammi vedere cosa sai fare!”

Milena annuì e si pose in posizione di attacco, la gamba destra un po’ più in avanti dell’altra, il braccio destro piegato verso il petto, quello sinistro più aperto. Fissò gli occhi color ambra del ragazzo e notò che era perfettamente calmo.

Rimasero fermi a fissarsi a lungo, aspettando che l’altro facesse la prima mossa. L’attesa durò qualche istante, poi Inuyasha scattò verso la ragazza, ma questa fu pronta a spostarsi sul fianco destro. Inuyasha comprese il movimento e lo anticipò con una ginocchiata, ma lei con uno scatto di reni si portò più indietro. Milena lo guardò attentamente, pronta al contrattacco; provò a tirargli un destro, ma lui lo bloccò con una mano. La ragazza non aspettava altro: roteò intorno al corpo dell’hanyou e gli bloccò il braccio dietro la schiena. Il mezzo demone tentò una testata all’indietro, ma lei si abbassò per evitarlo e mise la sua gamba fra quelle divaricate del ragazzo, per evitare che questi compisse qualche movimento. (NdN: ringrazio per questa scena Sara e Giuseppe e le loro 'lezioni di arti marziali' durante l'intervallo!)

“Beh, come sono andata?” chiese lasciando la presa e allontanandosi, per evitare che lui la cogliesse di sorpresa.

Inuyasha si voltò. “Accidenti a te, sei diventata proprio in gamba, non c’è paragone con la ragazza che ho conosciuto un anno fa! Non credo proprio che potrei insegnarti qualche altra mossa, ma in compenso posso aiutarti in qualcos’altro…”

“Cioè?”

“Ho notato che hai buoni riflessi, ma solo mentre combatti, perché sei concentrata. Invece quando non c’è pericolo, ti distrai facilmente ed è facile prenderti di sorpresa. Ed è proprio su questo punto che potrei aiutarti.”

“Cosa dovrei fare?”

Inuyasha sogghignò. “Resta ferma qui!” le ordinò e scomparve nella foresta.

Milena si guardò intorno prevedendo che il mezzo demone avrebbe cercato di colpirla nel momento in cui si fosse distratta.

“No, non così!” esclamò la voce di Inuyasha a qualche parte “non startene così ferma, altrimenti mi scoprirai subito! Fa qualcosa, occupa la mente! Il pericolo è in agguato e cerca sempre di colpirti quando non te lo aspetti!”

“Ma cosa dovrei fare?”

“Chessò…! Cerca di trovare una lepre, ce ne sono molte qui!”

Milena annuì e iniziò a girovagare per il bosco, all’inizio facendo ben attenzione ad ogni minimo rumore, poi lasciandosi conquistare dal luogo e dimenticandosi di Inuyasha.

D’improvviso qualcosa colpì la sua attenzione: una donna, dai capelli corvini legati da un nastro bianco e con un kimono rosso e bianco, molto simile a quello indossato da Kaede sama, stava camminando nel bosco, una decina di metri davanti a lei.

Milena rimase incantata, chiedendosi se avesse veramente visto la persona che credeva di aver visto (Il gioco di parole vuol rendere l’idea della confusione mentale della ragazza!) o se si fosse trattata di una semplice allucinazione.

Era talmente concentrata su quella visione che non si accorse della figura di Inuyasha che si trovava ormai alle sue spalle.

L’hanyou guardò la ragazza davanti a lui incuriosito. Possibile che non si fosse accorta di lui ancora una volta? Come aveva fatto pochi minuti prima, le pose una mano sulla spalla, ma questa volta Milena non si mosse, come se non si fosse minimamente accorta di lui.

Preoccupato Inuyasha le si parò davanti e iniziò a scuoterle la mano davanti agli occhi, ma Milena sembrava non trovarsi in quel mondo.

“Milena!” la chiamò allora scuotendola con forza “Milena, ci sei?!”

Milena non sembrò accorgersi di lui, tuttavia: "L’ho vista…!” fece.

Inuyasha la fissò interrogativo. “Visto chi?”

Questa volta Milena lo guardò dritto negli occhi.

“Kikyo…..”

 

 

La vecchia Kaede guardò la porta chiudersi dietro Milena, poi tornò a fissare la sua attenzione alla ragazza che aveva di fronte, ma Kagome continuava a vestirsi come se non l’avesse vista. La donna la guardò, ma non disse nulla e aspettò che terminasse di cambiarsi, poi incrociò le braccia.

Kagome si voltò a guardarla: sapeva cosa la vecchia sacerdotessa volesse dirle, ma non aveva voglia di parlarne… non ancora una volta… non con lei almeno.

“So che non vuoi parlarne… sicuramente avrai raccontato già ogni cosa a quella ragazza e non voglio chiederti nulla… voglio solo dirti che sono più che sicura che sia stato un bene che quei due giovani siano venuti nel nostro mondo proprio ora… è segno che la sfera non vuole che tu te ne vada… il tuo destino deve ancora compiersi!"

"E perché dovrei soffrire per un destino che non voglio?"

"Non sei tu a cercare il tuo destino, ma è lui che ti trova. Senza contare che tu sei la reincarnazione…"

"Basta, basta, basta!" Kagome scosse il capo, coprendosi le orecchie con le mani "Io non voglio essere la reincarnazione di nessuno!  Non voglio essere considerata SOLO una reincarnazione! Io sono Kagome, semplicemente Kagome! Sono una studentessa di diciassette anni che non ha chiesto di trovarsi qui, che è capitata per caso in questa assurda epoca, che vuole tornare a casa, ad una vita normale, nel suo mondo, circondata da amici e non da persone che mi considerano una cerca sfera, per di più inutile!"

"Kagome sai bene che noi non ti consideriamo in questo modo! Che LUI non ti considera in questo modo!"

"Hai visto anche tu come mi ha trattato l'ultima volta, no?"

"Ma quante volte litigate e poi fate la pace? E' una cosa normale fra di voi!"

"Questa volta è diverso, io… voglio tornare a casa mia… voglio…."

La ragazza non riuscì a terminare la frase che scoppiò in un pianto irrefrenabile. La vecchia Kaede si avvicinò e l'abbracciò protettiva, lasciando che con quelle lacrime sfogasse tutto il suo dolore e la sua frustrazione.

"Kagome…." La sacerdotessa allontanò la ragazza da sé e strinse forte le sue mani. "Aspetta la fine di questa storia, esaudisci il desiderio della sfera… poi, se ancora lo vorrai, abbandona tutto e torna pure alla tua vita. Me lo prometti?"

Kagome annuì e sorrise. "Te lo…."

Le parole le morirono in gola e impallidì di colpo.

"Kagome! Che hai?" le chiese la vecchia preoccupata.

"Il frammento… il frammento è qui…..!"

 

   
 
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