Ecco il terzo capitolo! Ringrazio tutti quelli che hanno segnato la storia fra le loro preferite e soprattutto Mine, Kumiko_Chan_ e Simona_Cullen che mi hanno lasciato una recensione!!!Grazieeeee!!Vedo dalla statistiche che state gradendo molto le avventure dei Cullen in palestra quindi spero che questo terzo capitolo non vi deluda...Buona lettura!!!E continuate a dirmi cosa ne pensate miraccomando!!
Capitolo
3
Ci misero un paio di secondi
per assimilare la mia proposta. Ci guardavamo ancora tutti negli occhi e potevo
chiaramente sentire i loro pensieri confusi sovrapporsi gli uni agli altri in
un turbine di proposte e valutazioni della cosa. Sentivo anche Alice
concentrarsi per visualizzare la scena. Si premeva un dito minuscolo sulla
tempia e chiudeva gli occhi, gli angoli della bocca erano già voltati in su e
nascondevano un sorrisetto. Vedevo anche io la scena di rimando: in palestra,
io che fingevo dolore e mi tenevo con le mani la gamba destra. Tutt’attorno a
me i miei compagni di scuola e Bella che mi assisteva.
Fu Emmett a parlare per primo.
“ Ed, hai mai considerato l’idea di frequentare educazione fisica senza
ricorrere a questi sotterfugi?”
“Sì, ci ho pensato, ma non
credo che avrei la volontà di resistere. Non ho il tuo stesso spirito di
competizione” mi voltai e gli sorrisi. Mio fratello pensava sempre alle
soluzioni più pratiche e semplici da attuare. Per lui la soluzione migliore si
trovava sempre in quella più facile ed attuabile. Era anche per questo che gli
volevo così bene.
Jasper rifletteva ancora sulla
mia proposta, lo sentivo valutare se avesse potuto infondermi una sensazione di
dolore, in modo da far risultare più credibile la cosa.
“ Certo che ci riuscirai, io
l’ho visto e so che tutto andrà bene!” Alice si rivolse a lui e il suo compagno
iniziò a rilassarsi.
“ A me sembra una grandissima
stupidaggine” mi sembrava strano che Rose non avesse ancora parlato. Non si era
smentita neppure stavolta, i suoi commenti negativi non mancavano mai. Nessuno
parve dare peso alla sua affermazione. Lei per tutta risposta si mise una mano
nei capelli per riavviarsi la chioma già perfetta e ritornò ai suoi frivoli
pensieri ignorandoci del tutto.
La ignorai a mia volta e mi
preparai ad agire assieme ai miei tre fratelli che si erano dimostrati solidali
con me.
“ Bene, il piano è questo.
All’ultima ora in palestra ci sarà pallavolo, come ha previsto Alice, giusto?”
“ Giusto!” mi confermò lei.
“ Quando la partita inizierà,
più o meno a metà del primo set, fingerò di scivolare per recuperare una palla.
Riesco già a leggere la mente di Garvin ed ha intenzione di comunicare agli
altri studenti che oggi giocherò anche io. Vuole spingerli a battere e
indirizzare tutti i palloni possibili su di me. Devo agire al più presto per
non rischiare di combinare qualche guaio.” Dissi tutto d’un fiato con il
respiro accelerato e la speranza che il piano riuscisse alla perfezione. Doveva
riuscire!
“ Chissà come potrebbe reagire
la signora Garvin se si vedesse arrivare un pallone da pallavolo nel bel mezzo
del salotto, passando direttamente per un muro portante!” esordì Jasper.
“ E il bello è che abita a
parecchi chilometri da qui, vorrei vedere la sua faccia!” ridacchiammo tutti a
questo nostro piccolo scambio di battute e proseguimmo.
“ Edward, sai forse è meglio
modificare il tuo piano” mi interruppe Emmett all’improvviso.
Lessi subito il perché del suo
ripensamento e mi trovai concorde con lui. “ Sì, hai ragione. Forse una
caviglia sarebbe meglio…”
“ Sai, sto passando molto tempo
con gli umani ultimamente e da quello che ho potuto capire il football è molto
pericoloso per loro. Sono così friabili!
Basta una bottarella e crack! Si rompono come legnetti. Di solito braccia e
caviglie vanno per la maggiore. E soffrono parecchio, credo che sia lo stesso
dolore che potremmo provare noi se ci dovessero strappare un braccio.”
Un piccolo brivido ci
oltrepassò tutti. Eravamo capaci di ricomporci, ma a nessuno sarebbe piaciuto
essere smembrato. Nonostante fossimo creature immortali e praticamente immuni a
qualsiasi catastrofe, avevamo una percezione del dolore, seppur diversa da
quella degli umani.
“ Ok, allora Alice tieni
d’occhio la situazione e avverti Bella di fingere preoccupazione. Sarà un’
impresa per lei, è veramente una pessima attrice. Sono curioso di vedere come
reagirà, di certo si aspetta qualcosa, ma non credo sospetti che io possa
fingere una frattura” terminai la frase con un ghigno divertito.
“Bene, vado subito! Io e Jasper
ti guarderemo dalla finestra! Forza fratellino, riusciremo a cavarcela anche
questa volta…” si alzò e volò via in un soffio con i libri tra le braccia.
“Dimmi cosa provi” mi disse
Jasper.
Subito una strana sensazione si
diffuse nel mio corpo era come se non mi sentissi più le gambe e le braccia, mi
sentivo incompleto ed estremamente a disagio. Sentivo anche un dolore partire
dallo stomaco. La sensazione non era la stessa di “pancia brontolante” che
sentivo in Bella quando era affamata, corrispondeva più che altro, ad un
profondo disagio interiore che mi causava un senso di nausea. La bocca mi si
asciugò e credetti di sentirmi male.
“ Oh cavolo… Jasper ma è una
cosa molto fastidiosa, è come se mi ritrovassi senza gli arti. Funzionerà di
sicuro perché mi ha lasciato veramente inquieto. Anche lo stomaco ne ha
risentito, non so come tu abbia fatto, ma posso dirti che è davvero efficace.”
“Bene, vuol dire che funziona.
Sembra un po’ il dono di Alec, ma applicato al fisico e non alle percezioni
sensoriali. L’ho usato in maniera blanda, ma scommetto che potrebbe avere
effetti molto spiacevoli se utilizzato con la massima forza.”
Rosalie si alzò e se ne andò
con i suoi libri senza dire una parola. Emmett si affrettò a seguirla per
andare a lezione e nell’alzarsi si voltò e mi disse “ In bocca al lupo Ed, io
sarò fuori a fare allenamento di football, ascolterò da lontano quello che
succederà. Ah ah non vedo l’ora.” E si allontanò sorridendo e pensando alla mia
frattura.
“Bene Jazz, ci vediamo dopo!”
mi alzai e mi diressi verso la lezione di scienze. Oggi il professore avrebbe
consegnato un compito in classe a sorpresa , ma la cosa non mi preoccupava.
Pensavo a come fingere la frattura senza sembrare troppo teatrale e,
soprattutto, a come evitare che il
professore mi toccasse. Chiamai Carlisle e gli spiegai in fretta la situazione.
Mi assicurò che sarebbe arrivato in tempo per assistermi . Si sarebbe inventato
una qualsiasi scusa per giustificare la sua presenza. Io gli suggerii che
avrebbe potuto inventarsi di venire a controllare che i soldi della sua
donazione venissero spesi bene e lui la giudicò una buona idea.
Appena mi sedetti alla lezione
di scienze il professore consegnò un elementare questionario di anatomia. Avevo
già studiato medicina varie volte e le domande mi parvero estremamente semplici
e fattibili. Dopo aver terminato in meno di un minuto, passai il resto dell’ora
a riflettere sul mio piano per sviare il professor Garvin. Il poverino che era
tanto convinto di avermi incastrato una volta per tutte si sarebbe ritrovato a
dover fare i conti con una banda di diabolici fratelli vampiri.