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Autore: CHOU    27/12/2009    4 recensioni
Sasuke ha sempre passato un bel Natale con il suo clan prima che fu distrutto. Naruto ,invece, non sa neanche cosa vuol dire Natale. potrà Sasuke portare un po' di pace nella vita di Naruto?
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Sasuke il Natale era sempre piaciuto. Quando era piccolo tutto il suo clan si preparava con entusiasmo all’evento. Non perché credevano in qualcosa di superiore che ogni anno si ri rigenerava, semplicemente perché era un giorno in cui tutta la famiglia si radunava, i litigi – molto frequenti in casa Uchiha- venivano appianati, o perlomeno relegati in un angolo buio nelle menti sorprendentemente argute dei componenti del clan. Sasuke ricordava con precisione il viso di sua madre rilassarsi in quel giorno tanto speciale, ricordava che il padre stava sempre a casa ed ogni missione veniva annullata. Ricordava anche la gioia, tipica nei bambini, nel ricevere doni dall’austero padre e dalla dolce madre. Ricordava suo fratello che in quiel giorno- e solo in quell’occasione - sorrideva. Sorrisi spesso finti ma che riscaldavano sempre il cuore del piccolo Sasuke perché –in fondo- sapeva che quelli che Itachi li rivolgeva erano sempre veri.

Poi il suo clan scomparve. Trucidati. Da suo fratello.  E il natale per il piccolo Sasuke si era trasformato in un ricordo di sangue.

Anche se erano passati anni e oramai l’unico Uchiha sopravvissuto aveva sedicianni , quei ricordi non l’avevano mai abbandonato.

A Sasuke piaceva il natale. In quel giorno poteva stare in una perfetta gabbia di solitudine per proteggersi  dal mondo esterno e rintanarsi nei ricordi. Gli unici ricordi non sporcati dal sangue e dalla violenza che possedeva. Gli unici assieme al ricordo di due occhi azzurri.

Il giorno dopo gli abitanti di konoha ritornarono alle normali abitudini quotidiane.

Sasuke si diresse al solito luogo dall’allenamento, appena dietro all’accademia. Gli bastò un occhiata per capire che, anche per quel giorno, non ci sarebbe stato nessun allenamento. Sakura e Ino stavao chiaccherando –bisticciando- fitto tra loro mostrandosi reciprocamente i regali che avevano ricevuti. Altri giovani ninja giocavano tra loro. Il sensei Kakashi, stranamente in orario, era seduto all’ombra di un albero con il suo inseparabile libro aperto davanti agli occhi. Ma l’unico occhio visibile del jonin non era concentrato sulla lettura ma stava scrutando un gruppo di aspiranti ninja capeggiati dal sensei Iruka.

A Sasuke , oramai, il giorno di Natale non gli metteva più addosso quella pesante coltre di tristezza come gli succedeva da piccolo. Quindi procedette a passo tranquillo e sguardo impenetrabile- currucciato- verso il suo sensei.

“Sasuke” lo salutò Kakashi senza distogliere lo sguardo.

“Sensei” ricambiò il saluto il moro  sedendosi affianco all’uomo dai capelli argentati.

Dopo qualche istante diu silenzio il più giovane intervenne in tono leggermente infastidito.

“Oggi niente allenamenti?”

“Mh? –Kakashi portò la sua attenzione sul ragazzo, sorridendo dietro la maschera-  Sasuke…penso che tu abbia già capito che nessun tuo compagno è pronto per allenarsi, oggi”

Sasuke si guardò attorno.

“Se cerchi Naruto è lì” intervenne Kakashi capendo che il moretto stava cercando di individuare l’altro suo compagno.

L’Uchiha volse gli occhi antracide verso il luogo che il sensei gli aveva indicato. In un angolo, su un’ altalena vecchia e isolata, Naruto stava osservando con sgaurdo perso nel vuoto gli altri ninja. Benchè fosse abbastanza lontana ,Sasuke riuscì a vedere – o meglio ad intuire- che gli occhi azzurri di Naruto erano lucidi di lascrime trattenute. Da anni.

“Mi ricorda l’Iruka di qualche anno fa” disse Kakashi.

Sasuke distolse lo sguardo da naruto per portarlo al viso semi coperto dalla maschera del suo sensei.

“Un tempo anche Iruka era così. Un orfano. Il giorno di Natale era forse il più duro per lui. Tutti gli altri ragazzi della sua età ricevevano doni e affetto dalla propria famiglia mentre lui non riceveva altro che li sguardi compassionevoli della gente. I regali che riceveva dall’orfanotrofio avevano il sapore amaro della pietà.- lo sguardo di Kakashi era fisso sulla figura sorridente di Iruka- Meno male adesso è cambiato…ma Naruto…lui non sa neanche che cos’èil natale. Quell’affetto e quel calore non l’ha mai ricevuto. E nemmeno la pietà. Anche il giorno di natale per tutti gli altri Naruto Uzumaki era sempre il demone che aveva distrutto Konoha. Quindi penso che oggi siua meglio non fare addestramento- il sensei guardò Sasuke sorridendo- non ti dispiace vero?”

Sasuke rimase ad osservare il tralice la figura sorridente di Iruka.

“No” rispose, spostando lo sguardo su quella di Naruto. Il biondino era ancora fermo in quella posizione senza , apparentemente, curarsi di quello che gli succedeva intorno. E nessuno,apertamente, si preoccupava di lui. Il moro sentì una fitta di dolore  al cuore. Esattamente come anni prima l’aveva sentita quando aveva rischiato di perderlo durante lo scontro con Haku. Non era giusto, non lui. Non proprio naruto. Naruto, un ragazzo pieno di fastidiosa vitalità sempre a parlare  ed ad attaccare briga con l’Uchiha. Non lui che non aveva mai messo la sua vita avanti a niente e nessuno, lui che sacrificava se stesso a quel villaggio che lo avrebbe volentieri visto morto. Non era giusto che dovesse passare anche quel giorno come un mostro.

Sasuke ispirò per calmarsi. Loro due erano simili. Ma fino a quel momento non aveva mai compreso fino a fondo quanto il biondino soffriva. E non si era mai accorto pienamente di quanto questo facesse soffrire lui.

“Sasuke!” la voce entusiasta di Sakura giunse fastidiosa alle orecchie del moretto che puntò gli occhi nerissimi i quelli della ragazza, che arrossì.

“Sasuke, questo è per te- gli porse un pacchettino- spero che ti piaccia”

L’Uchiha guardò il regalo. Non avrebbe voluto accettarlo ma se l’avesse rifiutato sapeva bene che Sakura gli avrebbe fatto un sacco di storie, così chinò la testa di lato a mo’ di ringraziamento.

“Non lo apri?”

Il ragazzo sbuffò. Prese il pacchetto iniziando a scartarlo, dentro c’era un oiccolo cuore rosa con un cappellino di Natale.Pessimo gusto. Sasuke dovette fare un notevole sforzo per non fare nessuna smorfia. Ci pensò Kakashi, che rise.

“Sensei! Vorreste dire che- la ragazza si interruppe notando un pacchettino appoggiato al fianco di Kakashi- sensei… per chi è quel regalo?” chiese curiosa.

Kakashi alzò il libro davanti al viso.

“Per Iruka” borbottò come imbarazzato.

Sasuke osservò il suo maestro intensamente.

“E’ così che è cambiato?” chiese

“Un regalo fatto col cuore può fare miracoli” rispose semplicemente Kakashi alzando lo sguardo per incrociarlo con quello del sensei Iruka che gli sorrise dolcemente. Kakashi borbottò ancora qualcosa prima di seppellirsi dentro il libro.

“Sasukeeee ti piace?” chiese la rosa ignorando lo scambio di battute tra il sensei e Sasuke, non capendone il significato.

Sasuke la guardò negli occhi intensamente, guardò il regalo e sorrise- un sorriso piccolo ma vero, spontaneo, un sorriso raro e prezioso- lanciò il regalo alla ragazza e corse via.

Ino, che aveva osservato tutta la scena con un pizzico di invidia scoppiò a ridere  e Sakura dovette impegnarsi molto per non scoppiare a piangere. Di rabbia.

Naruto dondolò lievemente sull’altalena. Si sentiva terribilmente solo. Ogni anno era così, se non peggio. Solo Iruka aveva mostrato di essersi accorto della sua presenza offrendogli il pranzo come regalo di natale. Gli altri l’aveva semplicemente ignorato. Aveva provato a salutare Sakura ma lei non l’aveva neanche calcolato, tropppo presa dalla sua discussione con Ino. Scoppiò a ridere. Amaro. Come se gli importasse. Non gli interessava se Sakura lo notasse oppure no,non gli nteressava nemmeno che lo facesse neppure l’intero villaggio. A lui importava solo che quel teme di un uchiha iniziasse a consideralo alla sua altezza. Che lo accettasse come ninjia. Non sperava di diventare un suo amico. Naruto aveva imparato a non sognare troppo poiché ogni volta che un sogno veniva infranto era come se un pezzo della sua anima si staccasse. Aveva sognato una casa, dei genitori, degli amici,l’amore di Sakura…e non aveva ottenuto niente. Ma non gli importava, infondo. Quello che veramente non sarebbe riuscito veramente a soppoirtare era perdere quel poco che l’univa a Sasuke. Se l’avesse perso avrebbe perso anche se stesso. Lo odiava, all’inizio. Lo odiava intensamente…ma adesso, benchè erano rivali, Sasuke era divenuto l’unica cosa importante della sua vita. Lui e il ramen. E il sensei Iruka, pensò sorridendo.

Oramai si era fatto molto tardi e il biondino scese dall’altalena per dirigersi a casa. Entrò silenzioso nel suo piccolo appartamento. Si guardò intorno sospirando. Dopo aver consumato del aramen istantaneo aprì la finestra per far entrare l’aria fredda e si mise a letto, sprofondando subito in un mondo di tenebra senza sogni.

 

“Dobe, svegliati!” la voce severa di Sasuke Uchiha ragiunse le orecchie intorpidite dal sonno di Naruto che aprì svogliatamente gli occhi.

“Ma cosa…Sasuke-teme, cosa ci fai in casa mia?!” ululò Naruto ,sorpreso e con il cuore che gli batteva all’impazzata.

“Sai dovresti chiudere la finestra prima di andare  a dormire, sarebbe stato proprio facile ucciderti”

Naruto fece una smorfia, girando la testa. Trattenne il fiato.

“Ma cosa…” il biondino si guardò attorno. La sua casa- fino alla sera prima spoglia e disordinata-  era piena di decorazioni natalizie. Un piccolo alberello faceva bella mostra di sè sul comodino, un piatto di biscotti fatti incasa gli faceva compagnia.

“Sasuke….”mormorò guardando il moretto con gli occhi sgranati e lucidi.

“Tieni dobe” disse secco porgendogli un pacchettino. Un lievissimo rossore sulle guance.

Con mani tremanti naruto prese il regalo, scartandolo. Una piccola volpe intagliata nel legno fece capolino dalla carta rossa. Le lacrime iniziarono a scorrere sul viso ambrato del biondino.

Sasuke guardò Naruto senza sapere cosa fare. Non aveva previsto una reazione del genere. Immediatamente si diede dell’idiota. Cosa diavolo gli era venuto in mente di insceneggiare una mattina di natale? Lui volova olo far sentire il biondino meglio e fargli provare per una volta cosa voleva dire ‘Natale’. Non voleva certo farlo piangere!

“Sasuke…io- le lacrime continuavano a cadere copiose dagli occhi azzurri- questo…grazie” mormorò guardando la piccola volpe che teneva in mano. Si vedeva chiaramente che l’aveva fatta Sasuke, c’erano delle piccole imperfezioni che un intagliatore non avrebbe mai commesso. Naruto strinse a se la statuetta. Commosso.

“Dobe, non piangere” disse il moro senza sapere benissimo cosa fare. Naruto continuava a guardare quella statuina – gli c’erano volute ore e numerosi tentativi prima di finirla- con le lacrime che continuavano a scendergli, come in trance.

Sasuke rimase seduto sul  letto con le guance arrossate e un calore soffocante – e sconosciuto- nel petto.

“Bhè buon Natale…ora vado, ci si vede agli allenamenti”fece per andarsene, alzandosi . Un braccio, però lo trattene. Sasuke non potè nemmeno protestare visto che due labbra si posarono, timide ed inesperte, sulle sue.

L’Uchiha rimase paralizzato. Si riscosse solamente quando sentì il sapore delle lacrime salate di Naruto.

E realizzò tre cose: Naruto lo stava baciando, un maschio lo stava baciando ed era incredibilmente piacevole.

Ricambiò un po’ titubante il bacio finchè non fu proprio Naruto a staccarsi, rosso in viso.

“Perdonami. Ti ringrazio di tutto. È la cosa più bella che io abbia mai ricevuto davvero”

Benche le parole fossero intrise di sincerità la voce del ragazzo era triste. Aveva di nuovo sognato troppo. Aveva voluto troppo. L’aveva baciato. Aveva fatto la cosa più stupida che potesse fare.

“Non ringraziarmi, dobe.” Sasuke osservò il capo chino di Naruto pensando che non l’aveva mai visto così. Non voleva essere ringraziato, l’aveva fatto semplicemente perché voleva farlo felice. Perché dopo anni di solitudine quel ragazzo solare gli aveva di nuovo regalato la gioia di vivere. Ogni giorno valeva la pena svegliarsi e viverlo grazie non solo alla vendetta ma anche al suo sorriso. Non voleva ringraziamenti, in fondo un gesto d’amore non viene mai fatto per ricevere qualcosa in cambio.

Il moro si avvicinò a Naruto prendendogli la volpe di legno dalle mani e posandola sul comodino. Il biondo, perplesso – era già pronto a difendersi dai suoi pugni- alzò il viso cercando di capire cosa stava passando nella testa dell’Uchiha. Ma ottenne solamente l’effetto –desiderato- che le labbra pallide di Sasuke si posassero nuovamente sulle sue dando vita a un nuovo bacio. Naruto sorrise nel bacio e sentì Sasuke fare lo stesso.

Quando si separarono Naruto esclamò:

“Ho fame, penso che mangerò un tuo biscotto” disse questa frase con più disinvoltura che potè, anche se il rossore sulle gote ambrate lo tradirono. Sasuke gli fu grato di aver alleggerito la situazione, non avrebbe sopportato domande o promesse da mantenere. Lui voleva vivere il presente,possibilmente col biondino affianco, ma questo non l’avrebbe mai ammesso.

Il biondo nel frattempo si era impossessato di un biscotto- trattenendo una risata nell’immaginarsi il teme-Uchiha alle prese con i fornelli- e se lo mise in bocca. Chiuse gli occhi per gustarsi appieno il sapore della pastafrolla. Gli ricordava tanto quel calore che lui aveva sempre associato a una casa, una famiglia.

Sasuke nascose un sorriso prendendo anche lui un biscotto.

Quel giorno arrivarono un po’ in ritado agli allenamenti mattutini ma , per loro fortuna, solo Sakura era presente al luogo d’incontro. Kakashi, come al solito era in ritardo.

“Sasuke!..Naruto….” li salutò la ragazza.

“Sakura-kun!”

“Nh”

Il moro si andò a sedere, seguito a ruota da Naruto che gli si mise affianco quieto.

Venti minuti dopo la voce del sensei Iruka raggiunse le orecchie di Sakura.

“Questa è l’ultima volta che mi fai fare tardi kakashi!”

“Eddai…qualche volta è bene prendersela comoda”

“Il problema è che tu la prendi sempre comoda…quanto mai sono venuto a vivere con te! “

Una forte risata , il rumore di stoffa e poi Kakashi fece la sua apparsa.

“Sensei!”

“Sakura” salutò l’argentato  per poi posare gli occhi su Naruto e Sasuke che, in disparte, stavano seduti all’ombra di un albero. Naruto si era avvicinato a Sasuke agitandosi mentre l’Uchiha rimaneva calmo e alzava di tanto in tanto il sopraciglio. Stavano litigando –discutendo- e Kakashi pensò che nessun altra scena avrebbe potuto trasmettergli quella sensazione di pace e amore che gli stavano trasmettendo quei due ragazzi. Sorrise.

Perché in fondo l’amore si manifesta in vari modi.

OWARI

Spero che vi piaccia. Dopo tanto tempo sono tornata a scrivere…e bhè questo è il risultatoXD  

Mi scuso per gli errori ma nn ho una beta^^

  
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