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Autore: monipotty    28/12/2009    4 recensioni
Ciao a tutti voi! Questa è la prima fic che scrivo e spero che vi piaccia!! Il personaggio principale è la migliore amica di Elizabeth, Josephine: cosa succederebbe se Jo fosse innamorata del serio ma affascinante James Norrington (il mio personaggio preferito in assoluto e, naturalmente, secondo protagonista della fic)? Riuscirà a conquistarne il cuore già legato alla bella Elizabeth? Se volete scoprirlo, vi basta leggere!!! Recensite numerosi e... siate clementi!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elizabeth Swann, James Norrington, Nuovo Personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 33

“A questo punto, vorrei ricordarvi che lei dovrebbe sposare me, visto il nostro fidanzamento e patto di qualche tempo fa.” James si irrigidì al sentire quelle parole: un gelo improvviso gli attraversò il corpo e impallidì di colpo. “E non ho intenzione di rinunciare a questo matrimonio.”

Beckett osservò maligno l'effetto che le sue parole stavano avendo su James. Quest'ultimo, dal canto suo, non riusciva a capacitarsi di ciò che aveva sentito: Beckett voleva ancora Jo e, sapeva bene, avrebbe fatto qualunque cosa pur di riaverla. Beckett si giocò ancora una carta e la sua espressione mutò in una falsa sorpresa.

“Cosa vi succede, Norrington? Non vi sentite bene?" domandò con uno scherno mascherato da preoccupazione. James levò gli occhi verso di lui aprendo le labbra: aveva colto la sua intenzione di deriderlo e voleva mandarlo al diavolo, dirgli che non avrebbe mai avuto Jesephine perchè lei non lo amava, perchè lui la amava e di certo non l'avrebbe lasciata andare. Voleva urlargli contro la sua furia, scaraventarlo fuori dalla nave, quel piccolo e sudicio insetto altezzoso, fargli capire che il mondo non era ai suoi piedi...

Ma dalla sua bocca non uscì suono. E Beckett riprese a parlare, continuando la sua sceneggiata.

"Non sapevo di ferirvi dicendovi questo, ammiraglio, visto che tra voi due non c’è nulla. Ho voluto rivelarvi i miei pensieri per... prevenire, nonostante io abbia sempre riposto in voi la massima fiducia. Questa è solo…” ghignò. “… la dura realtà.” James non ebbe nemmeno il tempo per ribattere che Josephine arrivò correndo con un sorriso stampato sulle labbra rosee.

“Allora…” iniziò. “Che ne dite di andare a fare una passeggiata?” propose. Beckett sorrise apertamente.

“Con piacere, cara Josephine.” Accettò subito porgendole il braccio. James, invece, non si era mosso nè aveva risposto e Josephine lo guardò sorpresa.

“James, stai bene?” domandò sfiorandogli la mano. Lui si riscosse dai suoi pensieri e cercò di sfoderare un sorriso sincero, ma il risultato non fu altro che una smorfia.

“Si, certo... d’accordo.” Rispose nel modo più convincente possibile ma Josephine non non si fece ingannare da quella risposta. Così si voltò verso Beckett.

“Potreste aspettarci un attimo, lord Cutler?” domandò. Lui annuì con un piccolo inchino verso la giovane poi, prima di allontanarsi, rivolse un ghigno a Norrington senza farsi notare dalla ragazza. Josephine si voltò verso James: i suoi occhi fissavano Beckett, accesi da una fiamma d'odio che incuteva timore a chiunque la guardasse, Jo compresa, aveva i pugni serrati, tanto che il palmo della mano era arrossato e sporco di sangue fresco, ma tutto il suo corpo tremava visibilmente dalla tensione ma soprattutto dalla rabbia.

“James.” lo chiamò lei in un sussurro, ma lui non si mosse. “James!” lo chiamò di nuovo e lui la guardò con rabbia. Ancora una volta, di fronte a uno sguardo così acceso d'ira, Jo ebbe paura, ma in quel momento, lui non sembrava rendersi conto del suo disagio. "Cosa... cos'hai?" domandò con timidezza e timore. James scattò. 

“Lo vuoi proprio sapere?” le sibilò. “Beh, allora perché non lo vai a chiedere direttamente a Beckett?” domandò irritato e in malo modo. Jo si portò le mani sui fianchi e lo guardò con rimprovero.

“Lo sto chiedendo a te.” Ribatté la ragazza con decisione. Poi gli prese il viso fra le mani e lo avvicinò a sè: l’espressione corrucciata dell’uomo scomparve per lasciare posto ad una grande amarezza. “James, che cosa ti è successo?” gli domandò ancora una volta, dolcemente ma con viva preoccupata.

“Beckett.” Cominciò lui. “Non vuole rinunciare a te per nessun motivo, ecco cosa succede. Mi ha detto che ha… intenzione di mantenere il patto che avete stipulato tempo fa.”

“Quale patto?” lui la guardò tristemente e le accarezzò una guancia.

“Jo, lui ti vuole sposare ad ogni costo.” Rispose semplicemente lui. La ragazza impallidì di colpo, il suo sguardo mutò in un'espressione terrorizzata ed icredula.

“No…” mormorò scuotendo lentamente la testa. “No… non… non è possibile…” fece un passo indietro, separandosi lentamente dal compagno, la sua voce tremava come il resto del suo sottile corpo. “Dimmi che non è vero…” James non disse nulla e le si avvicinò: la prese tra le braccia e la strinse a sé.

“Non ti accadrà nulla, Jo. Non sei obbligata.” Tentò di confortarla. Ma la ragazza non riusciva a trattenere il suo timore: conosceva fin troppo bene, Beckett, tanto da sapere che per ottenere qualcosa era pronto ad uccidere.

“T-tu non capisci… Beckett è pronto a fare... qualunque cosa per me… persino…” lo guardò impaurita. “Persino ad uccidere.” James sorrise leggermente.

“Non è un problema. Siamo già morti.” Le disse a voce bassa. Lei scosse la testa e una lacrima le rigò la guancia rosea.

“Perché? Perché non posso avere un’esistenza felice?” si domandò tristemente. “Perché tutte a me le disgrazie?” Norrington la strinse ancora di più a sé accarezzandole i capelli neri e Josephine si appoggiò alla sua spalla piangendo silenziosamente.

“Mi avrai sempre vicino. Non ti devi preoccupare: Beckett questa volta non vincerà.” La rassicurò lui.

- E questa è la mia promessa. – pensò con rabbia.

Quando si separarono, Josephine si asciugò gli occhi e guardò quelli verdi dell’uomo che le stava davanti con un’espressione che sembrava quella di un condannato a morte che implorava pietà. James non sapeva come comportarsi: vederla così abbandonata alle onde del destino era un supplizio atroce, non riusciva a sopportarlo. Doveva tirarla su di morale, farla ridere a qualunque costo… ma come? La guardò dargli le spalle e cominciare a scendere le scale asciugandosi le guance bagnate; quando si voltò per chiamarlo, aveva stampato in viso il più falso sorriso che le avesse mai visto fare. Con le labbra le mimò la parola “andiamo” e lo attese col braccio teso, in attesa della sua mano calda; l’uomo la raggiunse e gliela strinse con un triste sorriso sulle labbra. Poi scesero sul ponte insieme e, prima che Beckett li vedesse mano nella mano, si separarono. Il lord si voltò sorridente quando li sentì arrivare da dietro e si avvicinò velocemente a Josephine che sorrise forzatamente. Beckett si accorse che i suoi occhi erano rossi e le chiese, quindi, cosa le fosse successo. Lei fece spallucce e raccontò di essersi presa della polvere negli occhi, non torvando una scusa migliore; naturalmente, Beckett aveva capito quello che era successo, ma fece in modo che avesse creduto alla storia inventata dalla ragazza. La prese a braccetto ma lei lo fermò.

“Vi dispiace se viene anche l’ammiraglio?” domandò. "Mi dispiacerebbe lasciarlo solo..." L’altro si voltò a fissarlo.

“Avrei preferito parlarvi da sola, Josephine, se possibile…” mormorò seriamente. Jo sospirò e acconsentì alla richiesta del lord, separandosi dall’amato con un’ultima triste occhiata da entrambe le parti. I due a braccetto cominciarono a passeggiare per la nave: Beckett la teneva stretta a sé, silenzioso, con lo sguardo che vagava per la nave posandosi su ciascun membro dell’equipaggio, chiedendosi come avesse potuto, una donna così giovane, bella e dall'aspetto fragile, guadagnarsi il rispetto ma soprattutto la simpatia dei suoi marinai, e ogni tanto su Josephine, osservandone i lineamenti leggeri. Ad un certo punto decise di parlare.

“Josephine, cara,” disse posando lo sguardo sull’orizzonte. “ora che ci siamo ritrovati, possiamo finalmente sposarci.” La guardò per vedere la sua reazione ma dal suo viso non traspariva alcuna emozione. Sorrise compiaciuto sotto i baffi e si voltò di nuovo ad osservare l’orizzonte. Josephine continuò a non parlare e a fissare nel vuoto.

“Spesso ho pensato a noi due, Josephine, e penso che sia arrivato il momento di unirci come sognavamo da tempo.” Queste parole colpirono Josephine al cuore come un fulmine colpisce un albero riducendolo in cenere. Si voltò a guardarlo di scatto.

Da dove gli era saltata in mente l’idea che quello fosse anche il suo, di sogno? Come poteva pensare anche lontanamente che lei sarebbe stata felice al fianco di un uomo come lui? Una grande rabbia nasceva in lei per il suo gesto, un grande rimorso per ciò che aveva fatto, per averlo illuso, perché ora le conseguenze della sua azione si stavano ripercuotendo in quel preciso istante; era come se qualcuno le avesse piantato un coltello nel petto ed ora lo stesse muoveno e girando nella ferita per provocare più dolore. Un insopportabile bruciore si stava diffondendo nel suo corpo ed ormai era troppo tardi per fermare il fuoco che divampava distruggendo ogni piccola speranza che le era nata in quegli anni, da quando il suo James le aveva dichiarato il suo amore.

Stava perdendo lentamente e dolorosamente ogni cosa.









Buongiorno a tutti voi!!!
Come state? Scusate il ritardo nell'aggiornare, ma il tempo libero continua ad essere poco :) Spero abbaiate passato un buon Natale e vi auguro fin d'ora un felice anno nuovo: che il 2010 possa portarvi tanta felicità e tante buone e nuove occasioni per qualsiasi cosa! Allora, dovete ringraziare la carissima Crazy Owl, meglio conosciuta come la Giulia contro la quale inveivo ogni volta, che io abbia aggiornato, altrimenti "campa cavallo..."
Spero ce questo capitoletto vi sia piaciuto: come sono sadica!!! L'Epifania si avvicina e io divento una vera e propria strega :P Ne vedrete delle belle!

QueenLilly: hola chica guapa! stai passando delle buone vacanze o lo studio ti ha sommersa? Tesoro mio, devi scrivermi in una delle lingue che conosco, altrimenti non capisco una mazza di quello che scrivi... era greco, quello? meno male che c'era la traduzione :P Alla fine vieni giù a Turin? Besitos
Rebecca Lupin: come capisco il tuo odio... :P ho due domande da rivolgerti (che tipa che sono... XD):
1) come caspita hai fatto a leggerti tutta 'sta pappardella in due giorni??? XD
2) "Lupin" viene da Remus Lupin o sono io che mi invento le cose? :P
No, vabbè, scherzi a parte sono contenta che ti sia piaciuta!
Crazy Owl: Ma che sorpresa! SIgnore e signori, Giulia si è iscritta (e mi ha rotto le scatole per un mese affinchè io aggiornassi :P)!!!! Alla fine hai trovato Beckett sotto al letto? Non mi hai più detto nulla... mi devo preoccupare? Meno male che ci sono le vacanze e che ti vedo poco: prevedo torture a non finire per i prossimi capitoli... :P

E dopo tutti i consueti ringraziamenti, anche a chi legge senza recensire naturalmente, vi auguro ancora buon 2010!!!
Baci e abbracci!

monipotty



  
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