La ragazza del Tokyo Kissho

 

 

Cap 7

 

 

Manco il tempo di sedermi ed ecco che la Yama mi strilla dietro. Vuole che vada alla lavagna, interrogato. Ma certo, questa è la sua vendetta dopo quello che ho fatto prima, mi pare abbastanza palese… Appoggio sul banco la cartella e con l’aria più svogliata che mai mi dirigo verso la cattedra. Mentre passo vedo Super Matricola leggersi un fumetto e lanciarmi qualche occhiata di sdegno. Puah, lasciamolo perdere… Arrivo, lì davanti, immobile, con le mani in tasca, da un momento all’altro potrei pure sbadigliare…

 

-Mettiti dritto…- sibila la prof.

 

Le ubbidisco, e mi metto a braccia conserte in posizione eretta. Aspetto che lei mi dica qualcosa, intanto la guardo con occhi spenti e un po’ impazienti, come se volessero dire: “Ebbene?”. Lei sfoglia le pagine del libro di scienze, in cerca di un argomento da appiopparmi. Ad un tratto vedo formarsi sul suo viso rugoso un sorriso maligno, segno che prima o poi passerà all’attacco. Si gira verso me e con sguardo sadico esclama:

 

-Molto bene Sakuragi, spiegami le leggi di Mendel e le formule varie…-

 

Oh merda, mi ha colto in castagna! Non c’ho mai capito un cazzo di queste cose, e adesso mi tocca pure spiegarle… Sono nella cacca più pura… Ok, manteniamo la calma e proviamo a risolvere la questione. Un bel respiro profondo e via. Mi volto verso i miei compagni e cerco di scorgere dalle loro bocche una possibile soluzione. Niente da fare, loro sono zitti, disattenti, concentrati sulle loro cavolate… Nel frattempo io sto lì come un povero scemo, mentre i sudori cominciano a colare su tutta la pelle. Ed ora che cazzo mi invento? Merda… La Yamato batte nervosamente le dita sulla cattedra, in attesa di risposta. Io giro i pollici e tremo come una foglia. Se solo quella volta avessi studiato… I secondi passano, interminabili, insopportabili, e il cuore mi batte fortissimo, uscendo quasi dal mio petto… Ma perché tutte a me devono capitare? Serviva proprio questo a farmi fuori? A quanto pare sì… Trascorrono i minuti, mentre la prof sbadiglia e io fra poco esplodo. Sono rosso in volto, mi sto scervellando come un matto, sperando di trovare nei meandri del mio cervello qualcosa, anche solo una briciola di risposta…

 

-Ehm, vediamo…- balbetto incerto.

 

Sono spacciato, adesso mi urla dietro e mi espelle da scuola, ne sono sicuro. Mancano pochissimi secondi, ora comincerà a parlare pacatamente, poi sempre più velocemente fino a gridare… Questa è la sua tecnica… Kamisama, aiutami… Questa volta però la fortuna sembra girare dalla mia parte. Per la prima volta Kaede Rukawa, sì, proprio lui, mi è di enorme aiuto e mi salva la vita. Chi l’avrebbe mai detto, eh? Mi fa l’occhiolino e successivamente mette in atto il suo piano. Inizia a tossire, inizialmente qualche colpetto insulso, poi sempre più forte e rumoroso. La Yamato se ne accorge subito, e lo chiama preoccupata.

 

-Rukawa, tutto bene?- dice.

 

-Coff, coff, coff, n- no prof…- risponde a malapena lui, soffocato dalla tosse.

 

Dopo qualche secondo comincia a premersi il petto, e tossisce ancora più prepotentemente. I compagni e la Yamato stessa cominciano a preoccuparsi seriamente e lo incitano ad andare in bagno. Ma non fa nemmeno a tempo a reagire che Kaede cade a terra in un tonfo assordante, svenuto. I suoi vicini di banco lo soccorrono, preoccupati per la sua salute, mentre la Yama si alza dalla sedia e lo raggiunge. Sono tutti attorno a lui, angosciati per quello che gli è successo, ormai la prof ha distolto l’attenzione su di me, non le interesso più, molto bene… Tutti si guardano con occhi ansiosi, non sanno cosa fare, sono nel panico più totale. Parlano, parlano, parlano, le loro voci si sovrappongono, creando un miscuglio di preoccupazione e paura. Super Matricola non da segni di vita, sembra che stia davvero male, ma io sono l’unico a sapere che è tutta una finta. Cosa possono fare ora? La voce della prof ad un certo punto si distingue da tutte le altre. Molto forte dichiara:

 

-Mandiamolo in infermeria, qualcuno lo accompagnerà…-

 

-IO!- rispondo prontamente alzando la mano.

 

Tutti mi guardano con aria stupita, beh, che è successo? Mi sono solo offerto, non è mica caduto il mondo… Magari per loro è così, dato che sanno che io e Rukawa non andiamo molto d’accordo… Inizialmente si insospettiscono sul mio strano comportamento di solidarietà verso il mio compagno, ma poi capiscono che la sua salute viene prima di tutto e accettano la mia proposta. La Yamato annuisce con la testa, rassegnata, e conferma quello che ho detto.

 

-Va bene Sakuragi, accompagnalo tu…-

 

E vai! Ce l’ho fatta! Sono un grande… Super Matricola intanto comincia a prendere conoscenza, e lentamente apre gli occhi. Si alza faticosamente a terra, sorretto da una mia compagna, e poi si appoggia con le mani sul banco. Tutti quelli che lo stavano osservando si alzano con lui e incominciano a fargli domande varie. Lui rispode a tutte, con voce fioca, poi io lo raggiungo per tirarlo fuori da quella scomoda situazione. Lo accompagno piano verso l’uscita, cingendogli un fianco, e lui cinge la mia spalla, tossendo ancora. Apro la porta scorrevole della classe ed esco nel corridoio. I miei compagni e la prof ci guardano ancora preoccupati, e la Yama mi raccomanda un’ultima cosa, con voce tremante.

 

-Mi raccomando, stagli accanto, ti do il permesso di un’ora…-

 

-Certo…- le rispondo io in tono serio.

 

Poi chiudo la porta per sempre, lasciandomi dietro la classe e la brutta interrogazione che stavo facendo… Che culo ragazzi, mamma mia, e tutto questo lo devo a Rukawa, stranamente lo devo ringraziare…