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Autore: Himeno    28/12/2009    4 recensioni
Due ragazzi che non conoscono ancora l'amore e che sono uno il contrario dell'altro, possono innamorarsi? Angelo e Diavolo. Il loro amore potrebbe nascere a causa di un gioco? la mia prima ff su questo cartone favoloso! Leggete e ditemi che ne pensate^^ kiss
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Raf/Sulfus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love Game'
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Capitolo 6

 

Il pranzo si svolse tranquillamente. Gabi e mio padre conversavano ed io ogni tanto partecipavo. I maggiori argomenti di cui parlavano erano gli affari e l’azienda. Che rottura! Quei due sono proprio uguali! Io spiccicato parola solo quando parlarono di scuola e cavalli. Io adoro andare a cavallo. E’ una creatura affascinante e  molto socievole. Vado a fare equitazione ogni martedì e giovedì pomeriggio e quelle ore che trascorro sono tra le più belle della mia vita. Il vento tra i capelli, la sensazione di volare… mi fa sentire bene.

-Ora è meglio che vada- disse Gabi alzandosi da tavola da vero gentiluomo.

-Di già?- dissi risvegliandomi dai miei pensieri.

-Purtroppo devo andare a fare il mio lavoro, amore. Ci sentiamo stasera al telefono, ok?- disse dandomi il bacio sulla guancia.

-Ok. Allora ciao- dissi.

-Ciao a tutti- salutò Gabi.

-A presto, Gabi- salutò mio padre vedendolo andare via.

Dopo un po’, anche papà si alzò e se ne andò nel suo ufficio come sempre. Ma stavolta, aveva la faccia cupa che lo oscurava ultimamente.

Sento che centra qualcosa con me. Vuole che venda maggior parte delle mie cose e non ha il coraggio di dirmelo subito? Oppure qualcos’altro? In ogni caso, sa che può contare su di me e pur di risistemare le cose, sono disposta a sacrificare tutto.

-Bambina mia, che cos’hai?- mi domandò Lorena vedendo la mia espressione pensierosa.

-N-niente, Lorena. Sono solo un po’ stanca perché ho fatto le ore piccole ieri. Io e Uriè non smettevamo di parlare-

-Sempre le solite- disse lei facendo un sospiro.

-Eh eh...-

-Vai a riposarti allora. Ci penserai dopo ai compiti-

-D’accordo- e me la filai in camera mia. Non ho voluto far vedere la mia preoccupazione e perciò l’ho nascosta dietro l’allegria e la spensieratezza. Non voglio che sia coinvolta anche Lorena

Arrivò sera e precisa come un orologio, andai da mio padre per sentire che cosa aveva da dirmi.

Entrai nella stanza e lo trovai in ansia che sudava freddo. E’ così terribile quello che sta per dirmi?

-Tesoro, siediti di fronte a me, per favore- mi disse con sguardo basso.

-O-ok- rispose esitante e, sedendomi, continuò a parlare.

-Mi sento un mostro! Mi dispiace infinitamente, figliola mia, per quello che ti ho causato-

-Ma… non capisco, papà. Di che stai parlando?- chiesi sempre più in ansia.

-Non ce la faccio! Non ho il coraggio di dirtelo. Vai via, ti prego!- disse senza forze. Alla fine non ne ha avuto il coraggio.

-Ma papà… che cos’hai?-

-Vai via!- disse con voce più alta.

-D-d’accordo, papà- sussurrai prossima alle lacrime. Proprio non riuscivo a capirlo. Prima voleva parlarmi e adesso mi caccia via. Che cosa aveva da dirmi di così terribile da non avere il coraggio di dirmelo?

Uscii silenziosamente dalla stanza trovandomi Lorena di fronte. Deve aver sentito la voce di papà ed è accorsa preoccupata.

-Bambina mia, che cosa è successo?- mi chiese dolcemente.

-Oh Lorena!- dissi abbracciandola forte e scoppiando a piangere.

Piangevo. Piangevo per quel presentimento che stava per risultare reale. Piangevo per la vigliaccheria di mio padre.

 

**********************************

 

Finalmente è arrivato il giorno che quella mocciosa verrà a casa mia. Vedrà come la tratterò bene. Da cosa posso cominciare? Gli faccio pulire i vetri? La cucina o tutta casa? Naaaa è una cosa che fanno benissimo le cameriere e poi goffa, come ho notato, potrebbe darmi fuoco alla baracca. Meglio trovare qualcosa di più punitivo. Ummm… Magari la faccio innamorare di me e poi la pianto senza pietà? Geniale!

-Ehy Sulfus!- mi chiama quello scemo di Gas risvegliandomi dalle mie idee diaboliche.

-Che vuoi adesso?- dissi mentre mi fumavo una sigaretta in camera mia.

-Non ti sembra che stia facendo un po’ tardi?-

-Chi?-

-La ragazza. E’ da più di mezz’ora che hai mandato la limousine a prenderla-

-E allora? Forse l’autista sarà andato a fare il pieno per la macchina prima-

-Io, invece, ho un sospetto-

-Del tipo?-

-Non è che Serafini non è riuscito a dirlo alla figlia?-

-Cosa?- dissi alterandomi. Era possibile eccome che fosse così. Quel vigliacco!

-Emmm… voglio solo dire che quel vecchiaccio non avendo il coraggio di…-

-Ho capito benissimo quello che hai detto, stupido! Quel vecchiaccio!-

Ora capisco perché tardava a venire. Avevo detto all’autista di aspettarla fuori ma se Serafini non gli ha detto niente, un cavolo e tutt’uno!

Mi alzò di colpo e vedendo l’aria spaventata di Gas, devo avere anche una faccia spaventosa.

-C-che vuoi fare?- mi chiede terrorizzato.

-Vado a prenderla di persona- dissi avviandomi all’uscita.

-Ma perché ti interessa tanto quella ragazza? Non ne vale la pena-

-Stai zitto, idiota! Ho già detto che farò di tutto per fargliela pagare e lo farò!- dissi uscendo e sbattendo la porta.

Presi la moto e andai come una furia a casa Serafini.

Mi trovai di fronte all’immensa reggia e entrai dentro casa senza bussare e niente. Andai dritto sparato nella stanza della ragazza, dopo un immensa ricerca ovviamente. Quella villa era strapiena di stanze. E la trovai.

-C-che cosa c’è?- mi chiese sorpresa.

-Sbrigati a preparare la tua roba-

-Ehy! Ma tu sei il maleducato dell’altra volta-

-Vedo con piacere che ti ricordi di me. Quindi ti sono rimasto impresso dopotutto- dissi malizioso.

-Per niente!- disse arrabbiata. Con quella faccia contrariata era ancora più bella.

-Dai muoviti che sono venuto a prenderti-

-Ma sei matto? Perché dovrei venire con te? Irrompi in casa mia e speri che vengo con te? mai e poi mai!-

-Dovrai farlo, angioletto. Perché ormai verrai ad abitare a casa mia. E come vedi, sono disposto a rompere le porte per avere la mia vincita-

-La tua vincita?-

-Esatto. Però ora basta chiacchiere! E ora di andare!- dissi stufo di parlare. La presi di peso ignorando le sue proteste e la portai via.

Menomale che Gas mi aveva raggiunto con la macchina se no avrei dovuto sopportare quella scatenata mentre guidavo la moto.

 

Continua…

 

   
 
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