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Autore: Aching4perfection    28/12/2009    4 recensioni
Edward credeva, Edward sapeva che Bella è e sarebbe stata l'unica donna che avrebbe amato per l'eternità; invece, prima di lei c'era stata un'altra donna.
Una donna che aveva cancellato le proprie tracce a Forks, portando via con sè i ricordi dei Cullen e qualcosa di ancora più prezioso.
Dopo cinque anni, ella fa la sua ricomparsa, accompagnata dall'unica persona che sarà mai in grado di amare.
Ma perché voler tornare a Forks così all'improvviso se aveva giurato a sè stessa che non avrebbe mai cambiato idea?
Perché questa volta, c'era in gioco molto più del suo orgoglio e tornare era l'unica soluzione esistente.
Genere: Generale, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Diversa

Alexander Bennett aveva cinque anni, pur dimostrandone tredici, e poteva vantare di conoscere sua madre meglio di quanto si conoscesse lei. Sapeva che non era in grado di resistere davanti ad una gigantesca insegna che recitasse “Saldi”, che non sapeva dire di no ad uno shot di tequila e che non si sarebbe mai, mai e poi mai sposata, nonostante le occasioni non le fossero mancate. Era fuggita da suo padre ed aveva cacciato un secondo fidanzato, un vero imbecille, di casa un mese prima. Non che Alexander disapprovasse, per quanto discutibili potessero essere, non aveva mai pesantemente criticato le sue scelte... a parte quella di non avergli mai fatto conoscere suo padre.
Sì, Alexander Bennett conosceva molto bene la donna che lo aveva dato alla luce, e sapeva anche che era pericoloso discuterci; ragion per cui, quella sera, scelse di fare un giro intorno alla casa piuttosto che assistere un secondo di più al litigio dei genitori.
Infatti, fino a cinque minuti prima era in cucina davanti a loro e pregava affinché l'irascibile e nevrotica Eleonora Bennett non decidesse di scatenare la Terza Guerra Mondiale.
-Hai riunito tutta la tua famiglia per la nascita di Alexander?!- anche se forse non sarebbe stata lei a iniziare, ma il pacato e posatissimo padre vampiro Edward Masen Cullen.

-Certo che l'ho fatto! Non potevo mica partorire un mezzo vampiro da sola! A proposito, sapevi che anche loro sono velenosi?- nonostante la mia risposta acida sembrasse più un insulto a mio figlio che ad Edward, Alex decise di mantenere il silenzio.
-Solo i maschi, le femmine no. E ora dimmi, quante... una dozzina di streghe sa di me e della mia famiglia? Non potevi semplicemente usare i tuoi poteri per far sì che nulla andasse storto?- domandò Edward incredulo. Lo guardai con odio, desideravo staccargli la testa a morsi, peccato che non ci sarei mai riuscita. Sì, in quel momento lo odiavo. Proprio lui commenta, che di tutta la faccenda gli sono toccati solo i venti minuti più divertenti. Io mi sono dovuta sorbire le nausee mattutine, gli sbalzi d'umore, la fame incontrollata e una disgustosa dieta a base di sangue per un mese. Per non parlare del parto! Stesa su un pavimento di legno, con un cuscino sotto la schiena e aperta in due come una quaglia da farcire mentre mi strappavo come la federa di una poltrona vecchia con dodici donne spettatrici di quella scena. Di quella notte ricordo solo mia madre davanti a me che diceva ad alta voce un incantesimo per indurre il bambino ad uscire in modo “umano”, per così dire; dietro c'erano i brusii degli incantesimi di protezione messi in piedi dalle altre streghe presenti.
-Sì, certo Ed. Prova tu a pensare ad un incantesimo mentre hai dentro al ventre un neonato che ti sta squarciando come fossi un tacchino per il giorno del ringraziamento. Senza contare che, dopo averti morso, entra in ballo anche il veleno. Poi mi dici come te la cavi, neh? - aggiunsi sorridendo e guardandolo dritto negli occhi.
-Smettila di parlare così. Non mi merito il tuo sadismo.- era deluso, il mio era stato un colpo basso. Rincarai la dose. Prima di accusarmi, volevo che vedesse la sofferenza che avevo scelto di patire da sola; perché non era stato facile neanche per me.
-No, io non la smetto. Perché a differenza di tua moglie, ho dovuto sopportare tutto da sola! Non avevo nessuno con cui parlare e mia madre aveva deciso di aiutarmi solo quando cominciai a torcermi davanti a lei in preda alle contrazioni. E poi Alex se la prendeva comoda, sembrava che si stesse divertendo a masticarmi lentamente.- dissi indicando il diretto interessato che, a quel punto, decise di difendere il proprio orgoglio.
-Sì, ti voglio bene anche io mamma... non ricordo di essere stato così tremendo!- gli dedicai un affettuoso sorriso della serie: quanto-ti-sbagli. Un poco si spaventò, di sicuro non poteva biasimarmi per il dolore che avevo sopportato quella notte dandolo alla luce.
-Oh, invece sì tesoro, ed è proprio per questo che resterai figlio unico... almeno da parte mia.- borbottai indicando Edward con un cenno del capo. Lui si limitò a scuotere negativamente la testa.
-La nonna mi aveva detto che, fra i due, quella intrattabile eri tu. Mi ha raccontato che hai persino incendiato la casa durante una delle contrazioni.- disse Alex incrociando le braccia al petto.
-La nonna ti ha raccontato una balla!- esclamai sobbalzando. Perfetto, neanche di mia madre mi potevo più fidare. Traditrice.
-Ha detto anche che bestemmiavi come uno scaricatore di porto.- aggiunse Alex con lo sguardo basso, era fermo perché sapeva di avere ragione. Quando torneremo a Manhattan, io e mia madre avremmo dovuto fare un discorsetto su cosa dire e cosa non dire ad Alex.
-È una... beh, la storia dell'incendio è senz'altro una balla!- dopo quell'ultima mia esclamazione, Edward si ridestò dalla sua posizione di osservatore dalla lite madre-figlio del giorno, come se avesse appena ricevuto uno schiaffo in pieno volto. E di sicuro non si trattava di una reazione a scoppio ritardato per il mio comportamento passivo-aggressivo di prima.
-Nora, spero di aver capito male. Non mi dire che avevi coinvolto anche...- povero illuso, davvero credeva...
-Mia madre, sì! A proposito, ti manda i suoi saluti da Manhattan!- esclamai agitando la mano in aria. Ed. si mise una mano in faccia, sconfitto. Tanto non poteva farci più nulla.
-Proprio non potevi chiamare qualcun' altro che non fosse quella megera?- domandò sull'orlo della disperazione. Povero, mi faceva quasi pena.
-Sii carino, mia madre ha molta più esperienza di me con la magia, e poi servivano dodici streghe per il rito! Solo perché non l'hai mai potuta soffrire mentre stavamo insieme.- lo punzecchiai io, e come reagì! Aveva la faccia da porcospino davanti ai fari di un tir.
-Ma, ha tentato più volte uccidermi scatenandomi contro una tempesta di scariche elettriche!
-E tu mi hai ripetuto più volte che l'avresti volentieri mangiata per cena!- esclamai in risposta. Lui incrociò le braccia al petto e mi guardò alzando un sopracciglio, scettico. Stava per spararne una delle sue. Tre, due, uno...
-Sii seria, Nora. Non avrei mai potuto saziarmi di quell'adorabile donna, non senza prendere un antiacido dopo...
Notando come le vene sul mio collo si stessero tendendo, Alex pensò bene di svignarsela prima che uno di noi due avesse la possibilità di usarlo come scudo umano di difesa.
-Oook, io vado a farmi un giro.- disse sparendo dalla cucina. Mi limitai ad accennare un -Ottima idea, tesoro! - prima di riprendere la discussione -E tu, lascia fuori mia madre!- lo vidi sbuffare e abbandonare le braccia lungo i fianchi.
-Ok, ho esagerato, ti chiedo perdono.
-Bene!
-Allora, ehm... Alex ha qualche capacità particolare?- domandò facendo finta di nulla. Bel tentativo di cambiare discorso. Purtroppo per lui, anche lì avevo la risposta pronta, e non so quanto gli sarebbe piaciuta. Di sicuro un po' poco.
-Intendi: leggere nel pensiero, o vedere il futuro? No, dal quel lato è tutto sua madre!- risposi fieramente.
-Anche lui è nevrotico e preciso a livello maniacale?- colpo basso.
-No, Ed. Anche lui è capace di tirarti un fulmine sulla testa quando scateni la tua parte iperprotettiva.- sorrisi mostrando i denti. Due a zero.
-Questa me la sono cercata. Sul serio Nora, mi fa piacere che tu l'abbia cresciuto così bene; però ero curioso di sapere se aveva preso qualcos'altro da me oltre agli occhi e al cromosoma Y.
-Eh eh, davvero vuoi saperlo?- domandai tirando fuori la mia faccia migliore, quella da culo.
-Sì, se non è un problema.- rispose lui convinto.
-Oh, no che non lo è! Accomodati pure.-lasciai che mi si avvicinasse di qualche passo, nel frattempo ripensai a quei momenti con Alex in cui mi ricordava Edward più che mai. Non fu molto difficile, sotto quell'aspetto i due erano davvero identici, non ci si poteva sbagliare su chi fosse il padre. I ricordi mi turbinarono in testa come una sequenza di scene tagliate.
-Mamma, ti proibisco di andare ancora per pub. Lo sai che razza di gentaglia circola il sabato sera?
-Non osare mai più fare un incantesimo di richiamo sugli orsi, mi è quasi venuto un infarto!
-D'ora in poi non farai più incantesimi di teletrasporto a meno che io non ti sia vicino, ho troppa paura che sbagli meta e finisca in un sottomarino affondato della seconda guerra mondiale.

Terminai la sequenza di ricordi, notando come avesse mutato l'espressione di Edward in quel momento. Sembrava che non se lo aspettasse. Non riuscii a trattenere una risatina.
-Che c'è?
-Wow, mi somiglia molto più di quanto pensassi.- sorrise anche lui, ma tirò fuori quel sorriso sghembo che lo aveva sempre caratterizzato. Sbuffai e lo superai per avvicinarmi al frigorifero e prendere una bottiglietta d'acqua. Cavolo, mi era andata male.
-Già, avete la stessa identica nevrosi da protezione. Sinceramente, non credevo che fosse genetica.
-Posso dire di essere orgoglioso di mio figlio!- esclamò soddisfatto. Mi bloccai sul posto, come se mi avesse appena insultata.
-…questa non faceva ridere.- sibilai a denti stretti. Quei ricordi, oltre ad essere quelli in cui mi pareva di avere un altro Edward, erano quelli in cui sopportavo meno il sangue del mio sangue.
-Ma io sono serissimo.- disse lui. Quello che più mi preoccupò, fu quanto restò serio mentre lo diceva. A quel punto mi avvicinai a lui e gli diedi una pacca sulla spalla come quelle che davo ad Alex quando doveva fare il ruttino.
-...sei un caso umano.
Qualcosa cambiò. Edward aveva storto il naso, come se qualcuno gli avesse sventolato davanti della crema di tartufo. Lo guardai confusa.
-Nora, hai un odore strano. - mormorò con voce atona. Ero sorpresa, non credevo che se ne potesse accorgere.
-Sì? Deve essere il profumo che uso.- risposi con nonchalance. Stavo guardando in basso, sperando di fuggire dalla sua lettura del pensiero.
-No, mi riferisco al tuo sangue. Ha un odore particolarmente sgradevole per essere quello di un umano.- spiegò avvicinandosi per sentire ancora l'odore. Trasalii e mi spostai, allontanandomi di qualche passo fuori dalla sua portata camminando all'indietro.
-Mi considero fortunata allora. Non attiro vampiri assetati! Ah HA!- cercai di smorzare la risata in falsetto con un sorso d'acqua e cominciai a guardare altrove, fuori dalla finestra. Cavolo.
-Sei diventata isterica.
-Ohhh, guarda che ora si è fatta, devo preparare la cena ad Alex.- dissi dando un'occhiata rapida all'orologio che, per inciso, era fermo da due giorni. Edward increspò la fronte, lasciando che vi comparissero alcune impercettibili righe d'espressione dovute alla sorpresa e al dubbio.
-Che mi stai nascondendo adesso, Nora?- oh oh, sembrava che si stesse arrabbiando.
-Io? Niente.- risposi io con voce acuta. Lo ammetto, non sono mai stata brava a mentire. Mi beccavano subito, Edward in particolare.
-Stai mentendo. Cosa ti prende?
-Ed, ti rendi conto che da quando sono qui la tua bocca non ha detto altre parole se non: Chi? Cosa? Come? Perché? Quando e dove?... Davvero, sembri una rivista di pettegolezzi.
-Dammi tempo, ho appena scoperto di avere un altro figlio!- si giustificò il giovane incrociando le braccia, si era accorto che tentavo disperatamente di cambiare discorso e probabilmente pensò che forse, per quella sera, poteva anche lasciarmi stare. Però lo conoscevo bene, ora che avevo piazzato delle carte coperte sul tavolo, avrebbe fatto di tutto per sapere di cosa si trattasse.
-Hai ragione. Comunque rinnova un po' il repertorio!
-È che, anche se riesco a leggerti nel pensiero, non ti capisco. E forse non ti voglio nemmeno capire.- il giovane Cullen mi diede le spalle ed uscì dalla cucina, sapeva di avere i miei occhi addosso. Sperava di convincermi ad aprirmi un po'. No, quella volta non avrei ceduto.
-Ok, adesso tocca a me farti una domanda. Perché ti comporti in questo modo? Insomma, so di essere ripiombata nella tua vita dopo cinque anni ma, ad essere sincera, non credevo di trovare questo. Anche un cieco sarebbe in grado di vedere la tua rabbia.- Edward si voltò di scatto, mostrando i denti. Sì, avevo colpito un tasto sensibile.
-Sono arrabbiato perché mi hai fatto perdere cinque anni della sua vita. Alexander è un ragazzo straordinario e un figlio meraviglioso, ma questo tu già lo sai. Ero io che non lo sapevo, perché non sapevo nemmeno di avercelo, un figlio.
-Beh, ora avrai molto più tempo per conoscerlo ed apprezzare le sue qualità. Sto cercando di riparare al danno che ho fatto.
-Nora, tu mi hai lasciato dopo che ti avevo giurato amore eterno e poi hai cancellato la memoria a me e alla mia famiglia per impedirmi di seguirti, perché sapevi che se avessi saputo di Alexander ti avrei seguita in capo al mondo!
-...ma...- provai a ribattere ma, per qualche motivo, non riuscivo a costruire una frase di senso compiuto. Aveva ragione, su tutti i fronti. Ma lui non sapeva che cosa mi aveva spinta ad abbandonare tutto. Forse, era proprio questo il motivo della sua rabbia, l'essere all'oscuro di qualcosa di così importante.
-E come puoi pretendere di ricomparire in questo modo senza pagarne le conseguenze? Io adesso mi sono rifatto una vita, ho una moglie che mi amerà per l'eternità ed una bellissima bambina che per proteggere ho sofferto come un dannato. Scusa se non riesco a perdonarti per quello che hai fatto, ma l'incantesimo ti è riuscito piuttosto bene. Ti ho dimenticata e sono andato avanti.- a quel punto, Nora gli corse incontro colmando le distanze e gli afferrò i polsi con le mani, anche se la sua presa era alquanto debole.
-Edward, me ne sono andata proprio perché non volevo questa vita! L'eternità... è un concetto così complesso che mi viene il mal di testa solo a pensarci. Non era per me, è per lei! Io voglio morire un giorno, in modo da essere spronata a vivere appieno la vita che ho. Gioie e dolori inclusi.
-Cinque anni fa mi eri sembrata di tutt'altro parere.
-Allora non mi ero ancora resa conto di quello che avrei potuto perdere, scegliendo te. Insomma Edward guardami, sono cambiata! Sono diversa, ma tu non te ne sei neanche accorto, per te rimarrò sempre la cinica e nevrotica ex-fidanzata strega. Alex! Preparati, andiamo a cena fuori!- esclamai a voce un po' più alta. Dall'altra stanza si sentì un fruscio, Alexander aveva preso il cappotto ed era tornato fuori ad aspettarmi. Accelerai il passo per raggiungerlo, lasciando Edward da solo a guardarmi mentre mi allontanavo.
-Nora, io...- mormorò piano, probabilmente a causa della verità che mi stava leggendo nei ricordi. Sapeva meglio di me cosa si perdeva, acquisendo l'immortalità.
-Torna da tua moglie e da tua figlia, Edward. Io ed Alex ce la caviamo da soli.- poi chiusi la porta d'ingresso e sparii con Alex nel viottolo che conduceva alla villa. Giusto in tempo per sentirlo mormorare.
-Sì, sei diversa.

***********Angolo dell'autrice******

Buona sera a tutti! Spero che questo terzo capitolo vi sia piaciuto. Non so, perchè vedo che leggono in tanti, ma pochi lasciano un commento. Mi vien da pensare che la fic faccia schifo. Capisco che sia al limite del demenziale, però non mi era sembrata così pessima quindi perfavore, se fa schifo fatemelo sapere così la cancello e mi limito a partecipare ai contest, perché così mi illudete!

Ringrazio per aver messo la fic tra i preferiti:

alice brendon cullen

lovecoffee

Hinata_S_I_TT 4EVER

Ringrazio anche lovecoffee e Hinata_S_I_TT 4EVER per aver recensito lo scorso capitolo.

Grazie a tutti coloro che hanno appena letto e a coloro che hanno deciso di recensire.

Kiss by Aching4perfection.

   
 
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