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Autore: endif    29/12/2009    31 recensioni
“«Edward…» non mi accorgo neppure di avere sussurrato il suo nome, ma forse l’ho fatto perché lo vedo girarsi verso di me come a rallentatore. Il tempo si cristallizza qui, in questa stanza, in questo momento, restando sospeso a mezz’aria.
Sgrano gli occhi a dismisura quando capisco chi è tra le sue braccia.
No. Non può essere.”
Piccolo spoiler per questa nuova fic, il seguito di My New Moon. Ci saranno tante sorprese, nuove situazioni da affrontare per i nostri protagonisti. Un E/B passionale e coinvolgente.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Change' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Eravamo rimasti qui …

BELLA Pov-

“… il suo sguardo sfiora il mio viso, i suoi occhi si fissano nei miei occhi, enormi e spalancati.
Ed ancora è solo un attimo, ma lungo un’eternità, il momento in cui si abbassa e, con decisione, la bacia.”

Solo un piccolo suggerimento: caricate le canzoni. Senza, il capitolo non è lo stesso.

A Voi.

CAP.23

EDWARD - X-RAY DOG - The Vision-

La guardo.
Dritto negli occhi.
Non voglio che mi sfugga nemmeno una frazione di secondo della sofferenza e del dolore che sto per farle provare.
Voglio che dai suoi occhi arrivi ai miei, che mi scorra nelle vene come fuoco, che arrivi al mio cuore per sgretolarlo lentamente.
Voglio morire con lei. Con la mia Bella.
Voglio vedere il suo dolore trasformarsi in disprezzo.
Il disprezzo in rabbia.
La rabbia in odio.
L’odio in … sollievo.
Voglio perdermi nel suo tormento, guardarmi con i suoi occhi.
Osservare l’essere che sono, un mostro, che un destino beffardo ha voluto mettere al suo fianco. Al fianco di un angelo.
Non sto respirando.
Temo che l’odore della mia amata mi arrivi al cervello e mi faccia esplodere.
Sento il viso contratto, scolpito nella pietra.
Sento freddo.
Non so cosa ho detto ad Andrea. Ricordo solo il tono con cui ho parlato.
Il più subdolo, il più strisciante, il più sensuale che potessi mai usare.
La ragazza non è tanto fragile, ammortizzerà bene il colpo.
Toccare un corpo che non è Bella, sfiorare una pelle che non è la sua … una blasfemia.
Quando poso le mie labbra sulle labbra della persona che mi è di fronte, lo faccio guardando lei.
E’ immobile, non si muove, non trema. Non respira nemmeno.
Eppure sento il suo corpo vibrare.
Ogni più piccola fibra del suo essere, urlare dolore.
Aleggia su di lei, sotto la sua pelle, dentro il suo sangue. Fluisce dalle sue dita, ai polsi, alle braccia.
Dalle caviglie sale alle gambe.
Lo sento scorrerle dietro la schiena, sulla nuca, insinuarsi sulle spalle.
Da ogni parte di lei arriva al cuore.
L’avvolge, lo circonda. Come una carezza.
Senza preavviso, lo stritola al punto da farlo gemere.
Sento il suo cuore soffrire. Senza sosta, senza requie. E quando è troppo anche per lui, e il corpo del mio amore non riesce più a contenerlo, trova una via d’uscita.
Ma non quella che immaginavo.
Guardo Bella. I suoi occhi. Aspetto di scorgervi il luccichio e le lacrime che finalmente sgorgheranno da lei per liberarla di tutto il suo dolore.
Ma sono le sue labbra a muoversi impercettibilmente, senza che suono ne esca. Vi leggo tre parole.
Sorride.
Poi si gira e, dandomi le spalle, comincia a camminare.


BELLA – Keep Breathing - Ingrid Michaelson –


Il mio corpo si muove da solo, veloce.
Ho paura di voltarmi indietro.
Cammino, cammino. Prendo le scale.
Le dita mi tremano quando le poggio sul corrimano. Le gambe lo fanno quando scendo il primo gradino.
Me ne devo andare. Devo andare via.
Guardo i miei piedi e dico loro di andare avanti. Li supplico di non fermarsi.
Lo stomaco si contrae ad ogni respiro che prendo. I polmoni mi bruciano.
Sto per vomitare.
Oh Dio ti prego aiutami, non farmi sentire male … fammi uscire di qui.
Sento i suoi occhi ancora addosso a me. Li sento come fuoco sulla schiena.
Quando entro al sicuro nella tromba delle scale, vorrei fermarmi e cercare di respirare, ma non posso.
Devo andarmene. Devo andarmene.
Ad ogni svolta, ad ogni curva, mi dico che posso farcela, che posso resistere.
Che, in fondo lo sapevo, l’avevo sempre saputo.
Si trattava solo di tempo.
Non si è stancato di te, ha solo trovato un ‘altra a cui tiene più di te … la voce nella mia testa mi fa sussultare. Vacillo e la vista mi si oscura per un secondo.
Rallento.
Sbatto le palpebre due volte, ritorno a vedere.
Continuo a camminare, le gambe vanno da sole.
Ci sono quasi … penso guardando le ultime due curve della scala a chiocciola.
Mi affretto e … metto un piede in fallo.
Il braccio che mi afferra e mi impedisce di cadere è gelido. Lo sento persino attraverso i miei abiti.
E il brivido che mi percorre non è per la temperatura, ma per il terrore.
Dio, ti supplico … ti supplico …
Nella luce fioca delle scale, gli occhi di Edward brillano come non mai.
Chiudo i miei, non riesco a sopportare di guardarlo sapendo che non è più mio: «Lasciami …» riesco a sussurrare a malapena.
Continua a tenermi. La sua mano sul mio braccio è ferma.
Prendo un respiro e lo guardo.
«Lasciami …» ripeto con più convinzione, la voce sempre un alito.
Mi osserva corrucciato, una ruga gli increspa la fronte perfetta.
Il suo sguardo imperscrutabile, nei suoi occhi … sorpresa, dubbio?
Sento la gola secca, il battito del mio cuore è così forte che il petto mi fa male.
Respira, Bella, respira … mi ripeto ma non collaboro con la mia ragione.
Oddio, oddio … fammi andar via, ti scongiuro, lasciami andare via …
«Lasciami andare via …» e la voce mi si spezza.
Mi ascolta. La sua mano si stacca dal mio braccio e subito mi sento sola.
Bella, non piangere … non ora, non qui, non davanti a lui …
Chiude per un attimo gli occhi, quando li riapre sono diventati ghiaccio.
«Odiami, Bella» dice e al suono della sua voce le lacrime che avrei voluto versare in silenzio, in solitudine perché potessero farmi più male, cominciano a scorrere lentamente.
Non parlare, ti prego, non dir nulla … vorrei dirgli, ma la voce non esce, e le lacrime scorrono sulle mie labbra, portandosi via le parole che non riesco a pronunciare.
«No» riesco a mormorare, e questa parola mi annienta.
No, penso. Non potrei mai. Sarebbe come chiedermi di essere un’altra, di morire.
Non so come, non so con quale forza ma trovo la voce: «E’colpa mia»
Il suo sguardo.
Mi guarda come se avesse davvero cento anni, con la stanchezza nell’animo, e scuote la testa con lentezza.
«Non ti merito, Bella» dice e un altro colpo affonda nel mio cuore.
Le lacrime continuano a scendere, non riesco a fermarle, non posso.
Ancora, penso frastornata. Sta succedendo ancora. Sto per perderlo. Sta per andarsene.
Per sempre.
Ritorno nel bosco a Forks. Ritorno fra quegli alberi. Sento persino l’odore di terra bagnata, l’aria pesante, carica di cattivi presagi.
«Odiami.» prende un respiro. Poi un altro ancora.
«Odiami. » fa un passo indietro «E sii felice»
Mi sta lasciando andare. Come gli avevo chiesto.
Lo guardo. Il mio angelo, il mio amore.
Per l’ultima volta.
E’ tutto così sbagliato, così ingiusto. Odiarlo? Essere felice senza di lui? Come se fosse possibile, come se non avesse appena pronunciato una bestemmia.
Mi volto e comincio a correre.
Sulle labbra tre parole.
Vorrebbero uscire, aver voce. Le stesse che volevano uscire al piano di sopra, prima che mi girassi e mi allontanassi da lui, da lei.
Le stesse che hanno fatto muovere silenziosamente le mie labbra e hanno fatto spuntare un sorriso amaro sul mio viso.
Ti amo. Addio.


HELENA -Ingrid Michaelson - Everybody - Soldier

«Non sei divertente» gli dico sorridendo felice, facendo un gesto di diniego con una mano e afferrando contemporaneamente la tazza di tè dinnanzi a me con l’altra.
Paul mi guarda da sotto la cascata di riccioli scuri che gli sfiorano gli occhi. Il calore che emana arriva da ogni parte. Dagli occhi, dai gesti.
La fettina di limone che galleggia nel mio bicchiere ha la forma di un cuore.
L’ha tagliata lui così.
Per me.
Porto la tazza alle labbra e bevo un sorso della bevanda dolce e aspra nello stesso tempo.
Si volta e si allontana veloce dal bancone a cui sono seduta anche io, con un vassoio in una mano e tre caffè sopra.
Seguo i suoi movimenti, girandomi verso la vetrata e accompagnandolo con lo sguardo.
E’ un ragazzo speciale. Sopporta una tipa logorroica, un po’ isterica e profondamente insicura come me.
Lancio uno sguardo all’orologio sulla parete. Sono qui da un paio d’ore ormai.
Mi chiedo se Bella abbia già parlato con suo marito.
Un sorriso beato mi spunta sul viso.
Un figlio.
La mia amica aspetta un figlio. E sta per dare la notizia al suo amore.
Ingurgito un altro sorso di tè, caldo e rinfrancate. Pensare al gelo dell’esterno mi fa rabbrividire e stringo di più le dita sulla tazza cercando il conforto della sensazione di calore.
Penso distrattamente a come cambieranno adesso le cose per Bella.
Deve riguardarsi. Ma con le cure adeguate, vitamine e riposo, si riprenderà velocemente. Ci vorrà un po’ di tempo, certo, ma presto la vita fiorirà in lei e sboccerà come un rosa a primavera.
In effetti, con un po’ di aiuto, potrà anche continuare nel suo progetto.
Una gravidanza non è una malattia.
Decido che al più presto dovrò parlare con Joshua, e sistemare le cose. Se sarà necessario parlerò anche con il professor Jensen, gli spiegherò la situazione. Per Bella farà un ‘eccezione. Il grosso del lavoro è già stato fatto, restano da definire solo i dettagli. La sua presenza non è più indispensabile come all’inizio.
L’aiuteremo. Io e Joshua.
Paul ritorna dietro il banco e poggia il vassoio vuoto sul ripiano davanti a me.
«Se non è una visita inaspettata di Abby, nè una vincita insperata e nemmeno la perdita permanente della voce per tua madre …» comincia a dire riprendendo il discorso da dove l’avevamo lasciato «… davvero non saprei a cosa ti riferisci quando parli di  “bella notizia”… ». Apre il rubinetto dell’acqua scuotendo la testa e nel frattempo sistema delle tazzine sporche nella vaschetta sottostante.
«Non ho detto che riguarda me» puntualizzo senza, tuttavia, entrare troppo nel dettaglio.
Lanciando occhiate fugaci, ma attente, al mio viso comincia a lavare e a sciacquare le stoviglie.
Una caratteristica che ci accomuna è la curiosità. Discreta, ma insaziabile per entrambi.
Quello che, però, mi differenzia da lui è che io sono una donna.
E sono, quindi, maliziosa per natura.
Tenerlo un po’ sulle spine mi piace, mi diverte. E’ un gioco che lui stesso fa spesso con me. E, poi, questi sono affari di Bella. Io ho solo risposto alla sua domanda sul perché fossi così di buonumore quando sono entrata nel locale.
Prende uno strofinaccio e lo passa sui bordi del lavandino per asciugare alcune gocce di acqua che sono schizzate fuori.
Intanto mi soppesa con lo sguardo: «Riguarda il tuo progetto?» chiede noncurante.
«Naaa» dico con un sorriso. Scuoto la testa, punto i gomiti sul bancone e poggio il mento sui palmi delle mani «Sei lontano. Acqua».
Stringe le labbra e i suoi occhi mandano scintille.
«Riguarda Bella?» chiede affinando lo sguardo in attesa della mia reazione.
Sussulto e un lampo di soddisfazione gli attraversa rapidamente il viso.
Se io so essere un po’ dispettosa e caparbia, lui è un vero diavolo nello smascherarmi.
Ha l’occhio critico, attento e vede in me molto di più di quanto io stessa non conosca.
Anziché esultare per la propria sagacia, continua nelle sue mansioni. Si siede su uno sgabello basso e comincia a riempire i frigoriferi al di sotto del ripiano con lattine e bottiglie.
Invece di rispondere a quella che è una domanda, gli chiedo a mia volta: «Cosa te lo fa pensare?»
La tattica di rispondere ad una domanda con un’altra domanda non fa altro che confermare i suoi sospetti. Il viso gli si schiarisce in un sorriso, mentre si muove sempre con placidità: «E’ incinta?»
Strabuzzo gli occhi e la bocca mi si spalanca per la sorpresa.
Per giorni io sono stata a contatto con la mia amica e non ho capito nulla. Medici e analisi l’hanno rivoltata come un calzino, senza risalire alla causa del suo “malessere”.
E adesso, qui al Tandem, il mio fidanzato mi smaschera miseramente, traendo le somme da dettagli insignificanti cui nessuno aveva dato mai peso, finora.
Dire che sono esterrefatta è un eufemismo.
Paul richiude con un colpo secco la porta del frigo per sigillarla perfettamente, si alza e mi guarda sornione: «Che c’è?»
Muovo il capo scuotendolo leggermente, senza parole.
«Scusa, ma di cosa ti stupisci?» mi chiede e punta entrambi i palmi sul ripiano più basso davanti a lui, poggiandoci su il proprio peso. Quindi, continua : «Sono giovani, sono sposati, si amano alla follia. Pensi che la notte giochino a carte?»
Decido che inorgoglirlo ulteriormente lodando il suo acume sia decisamente darsi la zappa sui piedi e rispondo laconica: «No, certo che no … »
Si sporge verso di me, allungandosi verso il bancone e con l’indice mi sfiora la punta del naso:«Non te la prendere, sciocchina … dimentichi che l’attenzione per i particolari è un’appendice fondamentale per ogni mio esame al college.» Sorride al mio musetto imbronciato e si avvicina ancor di più per cercare di baciarmi.
Il suo sguardo viene catturato da qualcosa alle mie spalle. Aggrotta le sopracciglia «Ma cosa diavolo …» comincia a dire.
Si blocca e i suoi occhi si spalancano: «Dannazione!»
Allontana la mano dal mio viso e improvvisamente scatta via, verso l’ingresso del locale.
Confusa mi volto, seguendo la direzione del suo sguardo, alle mie spalle
E vedo Bella, all’esterno.
Senza cappotto, pallida come un cadavere con una mano appoggiata alla vetrata per sorreggersi, sta scivolando lentamente verso il basso.
 


BELLA - Elegy for Charlotte – Autumn in NY soundtrack-

«Appoggiati a me. Ecco così … ti tengo, ti tengo»
Di chi è questa voce?
Dove sono? Sto forse sognando?
Un viso, davanti al mio. Due occhi preoccupati, spaventati che mi osservano.
Chi è costui? Provo una sensazione di benessere, di leggerezza. Non sento le gambe, non sento le braccia. Non avverto nulla. Sono aria.
«Bella!» Un’ altra voce, femminile. Alterata, stridente. Bussa alla mia mente risvegliando il ricordo di qualcosa, di qualcuno.
Bella sono io.
Sì, sono io.
La voce chiama me. Giro il capo e vedo un volto corrucciato dall’ansia.
E’ vicino, come quello del ragazzo. Chiudo gli occhi. Li riapro. Questo viso mi è familiare, questi lineamenti … li conosco.
A chi appartengono?
Una mano si accosta al mio viso.
Mi stanno toccando? Vogliono farmi del male?
Forse dovrei preoccuparmi, forse dovrei allontanarmi. Provo a sentire dentro di me l’incipit per scostarmi, ma non lo trovo.
O, semplicemente, non ne ho la forza. Perché tutto mi sembra così irreale, lento?
«Cosa è successo?» la voce della ragazza  si incrina «Non eri alla Rauner?»
La Rauner …
Un gemito esce dalle mie labbra e per un attimo sento gli occhi chiudersi come a voler lasciare fuori un dolore troppo profondo da poter trovare spazio nel mio corpo.
«Helèna, calmati» la voce del ragazzo è tesa, ma risoluta «è sotto shock. Portiamola dentro.»
Dentro?
Dove vogliono portarmi?
Alle braccia che mi sorreggono cerco di opporre una lievissima resistenza. Un altro gemito esce dalle mie labbra. Vorrebbe essere una protesta, ma è solo un sussurro strozzato.
«Sta tranquilla, Bella. Ci siamo noi, Sei al sicuro» mi lascio trasportare trascinando le gambe e sostenendomi pesantemente contro questo corpo morbido. D’un tratto non mi sento più leggera come aria, ma mi sento stanca come se avessi camminato per giorni.
Acuisco lo sguardo. Non credo di riuscire ad andare molto lontano.
Comincio a sentire male agli occhi.
E al petto.
Rallento, non ce la faccio a camminare.
«Forza Bella, ci siamo quasi» è la ragazza adesso. Un suo braccio passa intorno alla mia vita e sento meno pesanti la schiena e le gambe.
Riprendo a camminare.
Entriamo in un posto affollato, pieno di rumore e di voci, ma nessuno bada a noi.
Velocemente passiamo attraverso una porta. Il rumore diventa un brusio e poi si affievolisce.
Quando le braccia si staccano piano dal mio corpo e tentano di farmi sedere su un divano, le gambe cedono all’improvviso. Nel riafferrarmi una fitta di dolore parte dal gomito e sale su per il braccio.
Devo sedermi. Mi girano con cautela, accompagnano i miei movimenti. Ma le gambe non sanno più come si procede, come riuscire a farmi arrivare al divano. Devo piegarle. E un’altra fitta mi colpisce le cosce.
Quando finalmente raggiungo il divano, il ragazzo si stacca immediatamente, la ragazza non mi lascia e le sue mani afferrano le mie.
«Paul, una coperta!» grida.
Le sue mani sfregano le mie velocemente. Le sento a malapena sul dorso delle  mie, inermi come due tronchi cavi e secchi.
Paul, Paul …
Guardo la ragazza. La riconosco.
«Helèna … » sussurro piano.
Mi guarda. I suoi occhi si illuminano di sollievo.
«Che è successo? Ti sei sentita male?» mi chiede e continua a sfregarmi le mani vigorosamente. Getta, intanto uno sguardo alle sue spalle, una mano si stacca delle mie. Un plaid grigio compare davanti ai miei occhi.
Lo posiziona sulle mie spalle e mi ci avvolge dentro come un bozzolo.
Riafferra le mie mani e riprende a strofinarle energicamente.
«Sei congelata!» mi rimprovera, ma senza acrimonia nella voce «Ma che ti salta in mente di uscire senza cappotto nel mese di dicembre?! Nelle tue condizioni!»
La mente totalmente offuscata, la guardo perplessa. Sono uscita senza cappotto? E’ dicembre? E che condizioni?
Una tazza fumante appare magicamente davanti a me. Guardo le mani che la reggono, seguo il prolungamento delle braccia, arrivo al viso del suo proprietario.
«Paul …» un altro sussurro che mi graffia la gola.
I suoi occhi si addolciscono e mi si accovaccia accanto.
«Bella, vuoi andare in ospedale?» mi chiede.
Alla parola ospedale mi irrigidisco e comincio a scuotere piano la testa, terrorizzata.
Un sospiro, poi «Vuoi che chiamiamo qualcuno?» una pausa «vuoi chiamare Edward?»
Al nome pronunciato il mio corpo comincia finalmente a reagire.
Un tremore, dapprima lieve, poi via via più intenso si impossessa prima delle mani, poi delle braccia, infine di tutto il corpo. Sembra che sia prenda di una  convulsione.
Paul ed Helèna si scambiano una rapida occhiata.
«Bella, tranquilla. Stai tranquilla» Helèna posiziona le mani ai lati delle mie spalle con fermezza, come a volermi fermare.
«Ok, vi accompagno al dormitorio» un’altra occhiata, un cenno d’assenso, qualche parola che sfugge alla mia comprensione.
Abbasso gli occhi sulle mie mani. Le vedo sfocate tanto che tremano.
Altri mormorii, un tintinnio. Paul che parla sommessamente, forse a telefono.
«Ti chiamo appena sono qua fuori»
Poi, silenzio.
Passa del tempo. Non so quanto.
Le mie mani. Le vedo meglio adesso. Sono vagamente arrossate sul dorso. Le volto con i palmi all’insù, piego le dita lentamente. Sono indolenzite.
Alzo gli occhi. Helèna mi osserva con la preoccupazione e l’ansia dipinte in ogni angolo del suo viso.
Senza dire nemmeno una parola, mi fissa. Intensamente. E poi, leggera e decisa, mi avvolge in un caldo abbraccio.
«Adesso sei al sicuro».

 


NOTA DELL’AUTRICE: Un graSSSie al gentilissimo tecnico della Telecom … ha sfiorato la morte per un soffio :)
Oltre a lui, credo di dovere un ringraziamento anche alla bottiglia di Amarone che il giorno di Natale mi ha ispirato gran parte del capitolo XD
Vi ho promesso che la storia sarà a lieto fine (ve l’ho davvero promesso?!), in fondo nel mio immaginario non può esserci un eternità senza la coppia B/E, solo che dovrete essere pazienti … Molto. :P

VampGirl: Ciao cara! Tu mi confondi…:)La tua prima recensione, che lusingheXDDD Grazie per i complimenti! Kiss
piemme: Ciao! Grazie , per i tuoi complimenti. Scrivere qualcosa di mio…non è improbabile. Per adesso mi diverto con i personaggi della Meyer, poi si vedrà! Baci XD
mikicullen: Ehmmm, la storia dovrebbe finire bene. Dovrebbe. Ripeto, non concepisco un mondo dove Ed e Bella non siano insieme, ma ti dirò che le storie più belle che ho letto sono quelle dove si è sofferto di più, e non necessariamente hanno avuto il lieto fine…:P
garakame: Grazie cara, per gli auguri, per i complimenti e per seguirmi … sarai accontentata presto XD
RenEsmee_Carlie_Cullen: Ed ecco la prima minaccia di morte…:) me l’aspettavo! Alice non poteva vedere … per due ragioni:1-Bella è incinta e lei ha dei buchi dovuti a ciò; 2-Edward ha deciso ciò che ha deciso solo all’ultimo momento, non l’ha premeditato, insomma. Ti ringraSio per gli auguri, tesora e a presto XD
cloe cullen: E tiè, la seconda minaccia di morte…XD Per Alice almeno! Come ho detto nella risposta sopra, Alice non poteva vedere. Perduno plisss … Mi piacerebbe scavare ancora un pochino…che dici è troppo?! Baci cara e grazie *.*
Aleu: Ahhh, la prima che mi venera! “Genialata coi fiocchi” me garba, molto :))) Ti ricordo solo che Ed non sa assolutamente che B è incinta … per ora! Baci XD
Checca Cullen: Tesora *.* Lo sapevo che quella foto l’avrei dovuta pagare a CARO prezzo, ma più di tutto la telecronaca dell’evento XD. Non uccidere Ed cara, nu … 4 libri e mezzo nun ce so riusciti, nun me fa portà questo scrupolo sul cuoricino con i pelucci sopra … Nun è colpa sua, povera stella! La laurea in medicina, certo … ma tu lo sai che se io vedo uno dei miei sgorbietti perdere una goccia di sangue, non so buona nemmeno a scartare un cerotto?! E la laurea l’ho presa all’uni, non con i punti del latte (carina la cosa dell’Agip, mi hai fatto scompisciare per mezz’ora!!!). Spero che il capitolo ti abbai angosciata a dovere, le musiche le ho scelte con mooooooolta cura. Per il prossimo commento mi preparo i corni. Rossi, dato che è arriveranno per Capodanno. Bacioni *___*
vitti: costruire un ascensore adesso? Con le feste in mezzo?! It’s impossible! Dovremo farci tutte le scale, cara e la salita sarà molto più dura della discesa…XD
keska: Altra minaccina di morte :si nasconde: Questo capitolo era necessario, anche se adesso il tuo cuoricino starà sanguinando…:( Riabiliterò il folletto, te lo prometto XD Per Eddino…non essere troppo dura, è meno st**** di quello che sembra, anche lui si riabiliterà. Non prestissimo, ma nemmeno troppo in là… Ti abbraccio forte mia cara e grazie sempre dei tuoi complimentoni…*______*
kikkikikki: Cara *.* La salute la sto perdendo anche io…se il tecnico non veniva sotto minaccia a ripristinare la connessione ti davo il suo numero, avresti fatto di sicuro un ottimo lavoro XD Se per Natale queste cose nun se fanno…non ti immagini  cosa ho preparato per l’anno nuovo :me malefica: Muhahahhaha. Ti abbraccio e ti AVVILUPPO… *___*
LOVA: E no, cara! Per raggiungere il fondo mi sono serviti 23 capitoli, la risoluzione verrà con mooolta calma :ghgghgh: Baci
Piccola Ketty: E tu sei un'altra minaccia di morte XDDD Conservati cara per i prossimi capitoli…e compra i clinex.!
rodney: Cara Simo XD Che bella recensione! Sono commossa nel sapere che ti sei emozionata così … *_* Grazie. Se con il capitolo scorso ti ho fatto quasi piangere, secondo le mie previsioni adesso dovresti essere in una pozzanghera di lacrime … Su, su :snifff insieme a te: ti abbraccio Kiss *____*
grepattz: Altra minaccia di morte -.- Povero Ed, me lo state massacrando! Fra poco chiederà di essere bannato dalla storia :))) Ancora un po’ di pazienza cara… XDDDD Grazie
Sissi_Cullen: Grazie tesoro! Sei una sadica come me, non possiamo che andare d’accordo! Auguri anche a te, baci XDD
astrea87: Cara Veronica, anche io mi ingozzo con la cioccolata calda, mentre scrivo!!!! Se me ne mandate una damigiana da 20 litri, rimetto tutto a posto sisi XDD
ginny89potter: Per la fustigazione mi impegno solennemente di mandarti Rob a casa, spero che il dolore lo sopporterai con il sorriso sulle labbra XD Spero anche che alla fine di questo cap tu sia ancora viva (ehehe non ho dimenticato che leggi prima le note a fondo capitolo), quindi con te non posso spoilerare. L’angoscia dovrebbe essere abbastanza, credo, sisi :ammicca compiaciuta: Non ti dico nient’altro, se non grazie XD le tue recensioni mi lasciano sempre un sorrisino ebete sul viso  *___*
00Stella00: Ehhhhh a tarallucci e vino?! E che sono una salumiera?!!!!! Nuuuu cara, qui siamo alla gogna, si soffre, si soffre!! Baci
francef80: Il lanciafiamme! Ihihihih!!! Puvritto!!! E’ saggio, ma è innamorato XD Baci
Lizzie95: giuro solennemente che nel prossimo capitolo avrete un Epov chiarificatore… questo qui doveva per forza andare così! Perduno plis!!!
sily85: Anche tu bisognosa del conforto della cioccolata… Alla fine della storia andremo tutte dal dietologo di Bella, in fondo lei riesce a perdere tre kili in una settimana, mentre io vi faccio prendere cinque kili in mezz’ora :P Mi sono concentrata per questo cappy, ti ci vorrà una vagonata di nutella XDDD
vanessa_91_: Grazie per la tua recensione, cara! E sì, in genere ci concertiamo per farvi soffrire a dovere XDDD Baci
arual93 Ehmmm già già, la donna di facili costumi! Sei davvero delicata a definirla così, davvero!!! Altre sono state leggermente più “incisive” grazie cara, a presto!!!
angteen: Grazie Grazie cara…dovrai pazientare ancora, temo. Coraggio, mancano solo altri trecento capitoli XDDD
tsukinoshippo: Tesorina, grazie *.* Che recensione meravigliosa XD E, sì. Edward è proprio un UOMO, hai detto proprio bene! Ma non penso che molti UOMINI UMANI si sarebbero preoccupati di liberare la propria compagna da un ipotetico senso di colpa, nono! Non avercela con lui, in fondo è adorabile. Te ne accorgerai… XD
SweetCherry : GraSie per i complimenti … sei molto carina a farmeli anche se ti faccio piangere !!! Baci
mine: La frase del prologo vi terrorizzava, lo so :ammicca: Questo perché ancora non sapete il resto. XD Muhahahahahhaha

Non voglio ripetermi troppo, quindi un unico GRAZIE generale *.*
Su Fb e twitter mi trovate ogni giorno, o quasi … XD
A presto
M.Luisa


   
 
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