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Autore: Karrina    29/12/2009    3 recensioni
PWP fra Aaron Hotchner e Spencer Reid. Una cosina scritta per l'italian p0rn festival #3 di fanfic_italia.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aaron Hotchner, Spencer Reid
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Autore: karrina
Titolo: Perdere il controllo
Fandom: Criminal Minds
Rating: NC17
Pairings: Hotchner/Reid
Warnings: slash
Conteggio parole: 1312
Note: Scritta per l'Italian P0rn Fest #3 di fanfic_italia
Disclaimer: I personaggi di Criminal Minds non mi appartengono, li ho solo presi in prestito ma senza fini di lucro.
Prompt: Criminal Minds, Aaron Hotchner/Spencer Reid, "Non ho pensato"

Avevano evitato uno scontro violento. Spencer sentiva ancora l'adrenalina che gli faceva pompare il sangue. Harduik era andato molto vicino ad aggredirli, voleva ucciderli per non essere giustiziato la settimana prossima. Reid si mosse sul sedile dell'auto e guardò Hotch. Quel giorno era strano. Di solito era freddo e lucido, mentre invece quella mattina era agitato e sul punto di esplodere.
Avrebbe volentieri preso a pugni il detenuto che stavano interrogando e Reid aveva tremato. Se succedeva qualcosa a lui, non avrebbe avuto speranza da solo. Si era trovato a parlare a ruota libera per calamitare l'attenzione di quel pazzo, finché stava ad ascoltarlo non ci sarebbe stato sangue e morte. Quando aveva visto la porta aprirsi e le guardie carcerarie entrare era scappato, tornando finalmente a respirare.

E adesso in quell'auto Reid era seduto a fianco di una bomba pronta ad esplodere al minimo sobbalzo. Stranamente si sentiva divertito da quel nuovo Hotch. Era più umano. Più comprensibile. -Bella mossa far concentrare Harduik su se stesso finché non sono tornate le guardie.- Disse Aaron rompendo il silenzio.

-Ho scoperto che nel lavoro riesco a dare il meglio di me quando sono terrorizzato.- Fu la battuta semi seria del dr. Reid.
-Mi dispiace.- Si scusò Hotchner, era stato così preso dai suoi istinti da dimenticarsi che poteva coinvolgere anche altre persone. Stava per perdere il controllo della situazione e se non fosse stato per la brillante idea del suo collega la situazione sarebbe potuta finire molto male.
-Di che?- Chiese Spencer ammirando il profilo accigliato del suo superiore.
-Ho creato uno stato di contrapposizione.- Ammise Hotch. -Non direi.- Gli disse Reid per discolparlo un poco.
-Certamente non ho aiutato.- Sospirò l'agente al volante.
-No. Non hai aiutato molto.- Spencer si permise quella piccola presa in giro perché erano senza il resto della squadra. Davanti ad altri avrebbe mostrato solo il massimo rispetto per il suo caposquadra.
Spencer sentì l'altro sospirare e poi dire: -Sai, Haley vuole che firmi i documenti per il divorzio consensuale, così non sprecheremo soldi per gli avvocati.- Decisamente a disagio per Reid fu dunque chiaro che il comportamento aggressivo del suo capo aveva origine da un conflitto interno.
-E tu non vuoi?- Domandò timidamente Spencer.
-Quello che voglio non posso averlo.- Rispose rassegnato l'altro. Pigiando poi il piede sul acceleratore.
-Ma potresti dirglielo.- Consigliò timidamente il ragazzo. -Non ti fa bene tenerti tutto dentro. Sembri una tigre in gabbia.- Disse ancora Spencer agitandosi.
L'idea di Hotch fuori controllo lo eccitava un po'. Spostò la tracolla dal fianco a sopra le gambe e si mise ad osservare la strada. Essere gay non è facile, essere un agente dell'FBI attratto dal suo capo era anche più complicato. -Posso fare qualcosa per te?- Si ritrovò a chiedere Spencer senza pensarci. Aveva una certa tensione fra le gambe e la testa sembrava una boccia piena d'acqua.
Hotch si girò a guardarlo sentendo quel tono invitante. Spencer aveva le guance arrossate e teneva gli occhi fissi sulla strada, quasi non batteva le palpebre per la concentrazione.
Dentro di se Aaron si stava domandando se avesse capito bene e Spencer ci stesse provando o se avesse capito male e l'altro era solo imbarazzato e aveva paura di risultare invadente. Optò per un gesto non compromettente e dopo aver diminuito la velocità e scalato una marcia appoggiò il palmo sulla coscia del collega. -Grazie, sei davvero gentile.- Disse Hotch lasciando con finta indifferenza in quella posizione la mano.
Sentì quasi subito la mano di Reid che gliela copriva come per confortarlo però quasi impercettibilmente la forzava a scivolare verso il centro e verso l'alto.
Nessuno dei due disse nulla quando il palmo di Hotch si trovò a sfregare contro il duro di un'erezione. Se rallentava o accelerava Aaron spostava momentaneamente la mano destra sul cambio e poi con noncuranza tornava a manipolare l'intimo del ragazzo al suo fianco. Se fosse stato completamente in se, ovviamente, non si sarebbe mai approfittato a quel modo di un suo sottoposto, ma tutto quello che desiderava era uno sfogo e Reid era caldo, voglioso e disponibile; il resto erano pensieri sfocati che non meritavano attenzione.

Abbandonarono l'autostrada all'altezza dell'uscita per Baltimora e pochi minuti dopo parcheggiavano nello spiazzo di un motel dalle pareti azzurre e grossi cespugli di buganvillee.
Hotch chiuse la porta della stanza dietro di lui e schiacciò il corpo eccitato di Spencer contro la parete. Essendo un padre di famiglia era la prima volta che si trovava a fare quelle cose con un uomo ma gli venne naturale. I baci non erano dolci ma violenti e sentiva il membro dell'altro spingere contro il suo gonfio e eccitato. Spogliò con urgenza se stesso e Reid, spingendolo poi sotto di se quando andarono a letto.
Spencer obbediva a ogni suo comando non appena lo pensava: allargava le gambe per accoglierlo, gli lasciava scoperto il collo per baciarlo, si inarcava e gli spingeva sui glutei per accompagnare il movimento. Hotch perse completamente il controllo, si trovò a tremare per quanto era eccitato e scoprì una natura violenta che non credeva di possedere. Era animalesco ed era grandioso. Non era mai stato così prima di allora. Liberò forti gemiti di soddisfazione quando finalmente arrivò all'orgasmo.   Rimasero allacciati avvolti dall'odore del sesso. Spencer respirava velocemente sentendosi in paradiso per la prima volta da mesi. Non c'era da specificare che la sua vita sessuale era pressoché inesistente. Aaron invece sentiva la marea del piacere ritirarsi e insieme ai primi brividi di freddo ritornavano le responsabilità della sua vita, con tutti i loro tormenti.

Hotch si svegliò da quella pace quando le cosce che ancora gli cingevano i fianchi si mossero carezzevoli contro le sue. Si trovò a dover affrontare lo sguardo languido di Spencer mentre il suo fallo sgonfio ancora soggiornava nella sua carne.
Bagnati dai rispettivi fluidi Hotch si sentì improvvisamente sporco e a disagio.  
-Ora è meglio se ci rivestiamo.- Le sue parole raffreddarono un po' il sorriso del giovane sotto di lui e Hotch si sentì pure un gran bastardo. -Mi dispiace, non ho pensato. Ma... -
-Non si ripeterà.- Finì per lui Reid, rassegnato e triste.
-No. Ho un figlio e amo mia moglie.- Hotch si sfregò gli occhi chiedendosi quale diavolo lo avesse spinto a comportarsi in maniera così sconsiderata. Non sarebbe stato meglio lui e Spencer si sarebbe trovato coinvolto suo malgrado! Che casino.
-Lo so.- Disse Spencer scivolando lontano da lui sul materasso. -Non stavo certo cercando di conquistarti.- Aggiunse imbarazzatissimo coprendosi i genitali con il lenzuolo. -Torna pure dalla tua famiglia, non lo saprà nessuno di oggi. Almeno non lo sapranno da me.- Gli promise guardandolo attraverso i capelli biondi che gli erano caduti davanti agli occhi.  
-Grazie.- Gli disse Hotchner fissandolo. Poi gli sfiorò dolcemente il braccio dove un segno rosso spiccava sulla pelle pallida. -E perdonami se ti ho fatto male.-
Spencer sorrise birichino. -Veramente mi è piaciuto parecchio.- Disse mordendosi un labbro. -Ti dispiace se mi lavo prima io?- Domandò Reid indicando il bagno felice di avere una scusa per farsi una doccia fredda e di avere un momento di pausa per ricostruire il suo scudo.
-No, va pure.- Concesse Aaron seguendolo con gli occhi mentre fuggiva in bagno.

Al loro rientro in ufficio sembrava essere tornato tutto normale: Hotch era di nuovo il freddo e razionale sergente di ferro della squadra e Reid era tornato lo stesso ragazzino intelligente e ingenuo; certe volte però le apparenza ingannano. Le cose non sarebbero più tornate come prima. Ora ogni contatto, ogni sguardo, ogni frase gentile era carica di elettricità e di ricordi infuocati.
No, le cose non sarebbero più state normali.
  
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