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Autore: Schwarzfreiheit    31/12/2009    2 recensioni
Come ci sente quando non senti di appartenere a nessun luogo? Quando la voglia di fuggire e quella di restare imperversano dentro senza sosta? Quando i Sogni e la Realtà non coincidono e non riesci a scegliere da che parte stare? Male. Ed allora qualsiasi alternativa è migliore... Anche gettarsi in una avventura a capofitto, senza sapere dove ti porterà ... Come ha deciso Andrea... Lei, che si sentiva zingara nella sua stessa città, che non sentiva le sue radici ancorarla al suolo, ma solo le “Sue Ali” trasportarla in alto ... " ...Le aveva nel cuore e nello spirito, quelle ali … Adesso le mancava solo di trovarle, di averle un po’ più concretamente al suo fianco ad aiutarla a volare... "
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Neue Jahr Ist Da Capodanno era giunto così velocemente.
Andrea non aveva mai amato particolarmente quel giorno.
Era tempo di tirare le somme della sua vita, di fare il punto della situazione, di andare a rivedere i buoni propositi dell' anno precedente per scoprire, senza alcuna sorpresa, di non averne mantenuto nemmeno uno, e di preparare la lista, pressochè identica, di quelli che sarebbero stati per l' anno nuovo, sapendo che non li avrebbe mantenuti.

  • Iniziare una nuova dieta.
  • Smettere di fumare.
  • Iniziare ad andare in palestra.
  • Smetterla di perdersi nelle sue fantasie.

In una sola parola : crescere ...
E anche quell' anno non era riuscita a raggiungere nulla di tutto questo.

C' erano stati dei piccoli miglioramenti, però, e lei sorrise.
Non aveva iniziato nessuna dieta ma, sempre parecchio presa dal lavoro e dalle emozioni sempre nuove che le regalava ogni nuovo giorno, aveva smesso di mangiare in continuazione, avvalorando la tesi di Nadia che sosteneva che lei mangiasse perchè fondamentalmente insoddisfatta ...
Ascoltando i borbottii del suo stomaco lei non le aveva mai dato troppa retta, ma era anche vero che ultimamente il cibo non era stata una sua priorità.
In palestra ci era andata qualche volta, con Georg e Gustav.
Si era divertita, anche.
Si era fatta spiegare come funzionavano i vari attrezzi di cui ora non ricordava nemmeno il nome e li aveva provati tutti, faticando anche troppo, per i suoi gusti : detestava sudare.
Ad essere sincera la parte che più le era piaciuta, di quelle ore passate con le sue Due G, era quella in cui lei si sedeva e restava ammirata ad osservare i due ragazzi allenarsi.
I muscoli che guizzavano, i corpi lucidi di sudore ed un sorriso che non le facevano mai mancare.
Quanto li adorava.

Per quello che riguardava il fumo, sapeva essere una battaglia persa.
Non ci sarebbe mai riuscita.
Diventava maledettamente isterica quando non poteva fumare, e questo andava spesso a discapito dei ragazzi, in particolar modo di Tom ...
In genere quando non potevano fumare era perchè si trovavano all'interno di qualche maledetta struttura in cui il fumo era vietato.
Per lei, e per il chitarrista, quelli erano i momenti peggiori, visto che entrambi ne erano abbastanza dipendenti.
Quindi, in quei momenti, era facile che i due si scontrassero per delle sciocchezze finendo con il litigare come due pazzi; bastava una parola detta in malomodo o percepita come tale, bastava uno sguardo storto o una parola poco carina durante un' intervista che lei stava traducendo per farla infuriare una volta giunta nei camerini ...
-  ... Benedetto sia il fumo ... Avremmo corso il rischio di scannarci a quest' ora ...  -.
Pensò adesso la ragazza sorridendo.
Certo, era riuscita a ridurre la quantità di sigarette che consumava, c' erano giorni talmente intensi in cui riusciva a dimenticare di accendersi la sua sacrosanta sigaretta, ma la sera, quando finalmente si rilassava, quella non poteva mancare.

Le sue fantasie ...
Altro punto dolentissimo ...
Era ancora schiava di quella sua parte un po' bambina, non riusciva a farne a meno, non riusciva a mettere a tacere, ad esempio, quel suo lato da fan dei Tokio Hotel che ancora, qualche volta, andava a farsi un giro su EFP, a leggere le storie su quei quattro crucchi ...

Ancora amava perdersi ad osservare il volo di un uccellino, un cucciolo che dormiva, un bambino che giocava ...
Ancora le piaceva perdere qualche ora davanti ai cartoni animati alla tv ...
Ancora le piaceva mangiare cramelle gommose fino a farsi venire la nausea ...
E ancora amava sognare, abbracciata al suo cuscinone morbido, sebbene i suoi sogni avessero ormai preso forma ...
Crescere.
No, non ci era riuscita ma, questa particolare promessa, trovava posto tra i suoi buoni propositi semplicemente perchè lei era convinta che dovesse esserci, non perchè lo desiderasse davvero.
Amava quella parte di sè ancora bambina, le piaceva quel suo, a volte patetico, modo di entusiasmarsi quasi per nulla, non desiderava rinunciarci o, se non altro, non aveva poi tutta questa fretta di farlo.

Adesso osservava quelle righe sullo schermo del suo portatile.
Risaltavano, celesti, sullo sfondo nero del suo blog, quasi come se stessero facendosi beffe di lei.

<<  Tieni ancora un diario virtuale, come le adolescenti?  >>.
La voce di Tom le giunse fastidiosa alle spalle.
<<  Per tua informazione, non credo siano affaracci tuoi, sai?  >>.
Rispose lei, lievemente esasperata; lui era di nuovo entrato nella depandance senza bussare, ciò significava che lei aveva di nuovo dimenticato di chiudere a chiave.
-  ... Altro buon proposito per quest' anno : essere meno distratta ... Non ce la farò mai ...  -.
<<  E poi ... Non tieni un blog anche tu, Tom?  >>. Aggiunse puntigliosa.
<<  Il mio è ad uso e consumo delle fans ... Quindi direi che non possa essere considerato un diario personale ...  >>. Ghignò lui.
Andrea si alterò.
<<  E va bene, va bene! Tengo un diario come le ragazzine, lo riempio con le vostre foto come la più piccola delle vostre fans, ci scrivo quello che mi capita di sognare la notte e ci infilo un sacco di filmati scaricati da YouTube! Sei soddisfatto adesso?  >>.
Aveva strillato, lo sapeva, ma Tom ancora riusciva ad avere il potere di farle saltare i nervi ...
Spesso.

Un qualcosa di piccolo, bianco, sottile ed invitante, le si palesò davanti al naso alla fine della sua sfuriata.
Era nervosa.
<<  Quando ti sei fumata la tua ultima sigaretta?  >>.
La voce sorniona ed accondiscendete di Tom la colse alla sprovvista.
<<  Io ...  >>.
Osservò l' orologio sulla parete, era passato un bel po' di tempo.
Troppo presa dai suoi pensieri non ne aveva accesa alcuna da ormai tre ore, forse.
<<  Grazie ...  >>.
Prese la Marlboro che il ragazzo le stava offrendo e lo invitò a sedersi, porgendogli una lattina di Red Bull.
<<  Allora? Cosa aspetti a cominciare a farti bella per questa notte?  >>.
<<  Tom, sono solo le tre del pomeriggio, e la festa comincia alle nove ... Stai forse alludendo che stia messa talmente male da aver bisogno di sei ore per rendermi presentabile?... Ti ricordo che non ho ancora acceso la sigaretta, potrei essere ancora potenzialmente pericolosa ...  >>.
Tom rise di gusto, quella ragazza non era cambiata di una virgola.
Adesso di anni ne aveva ventiquattro, quattro più di lui, e lavorava per loro da cinque mesi quasi, ormai, eppure riusciva ancora ad imbarazzarsi davanti a lui, davanti a certi argomenti.
-  ... Non sei brutta ragazzina, ma sarà meglio che io non te lo dica ... Chissà cosa potresti pensare ... Però ... Dovresti capirlo ... Magari prima o poi te lo spiattello in faccia ...  -.
Sorrise sornione.
<<  Non intendevo quello e poi non ci sarebbe nulla di male, mio fratello passa delle ore nel bagno, a volte ... Ma mi sembrava di aver capito che Nadia volesse andare dal parrucchiere ...  -.
<<  Bravo scemo, mi hai rovinato la sorpresa ... Ma sei sempre stato così inopportuno, Kaulitz, o hai fatto un corso apposito nel caso avessi incontrato una povera ragazza italiana da torturare?  >>.
<<  Ehhh no, mi dispiace ... Certe doti sono naturali ... O le hai o non le hai ... Ed io, modestamente, le ho! Assieme a molte altre ...  >>.
<<  Tra cui la modestia, vedo ...  >>.
Ironia.
Scherzavano tranquillamente tra di loro, quella pazza della sua amica e Tom.

Andrea sorrise.
Avevano superato entrambi alla grande quel breve periodo di imbarazzo dovuto a quei baci infuocati che si erano scambiati qualche mese prima ed al fatto che adesso la ragazza facesse coppia fissa col manager di lui che adesso sorrideva sornione.
<<  E va bene, va bene... Vi lascio sole, del resto non voglio rovinarmi la sorpresa ... Adieu, Tom va a rilassarsi un po' così da essere in splendida forma alla festa, per le sue DUE povere ragazze italiane! Voglio torturarvi per bene questa notte!  >>.
Sorrise uno di quei rari, luminosi, sinceri sorrisi e sparì oltre il vetro della porta finestra.
<<  E' incredibile quando sorride a quel modo, vero?  >>.
Disse piano Andrea rivolta a Nadia, lo sguardo ancora fisso sulle spalle del ragazzo che si allontanava attraverso il giardino.
<<  Lo fa con poche persone ... Siamo fortunate che quel sorriso fosse rivolto proprio a noi ...  >>.

La rossa si era già voltata, il pensiero rivolto ad un altro sorriso, sebbene quello di Tom era, come aveva detto Andrea, davvero bello, e ad un altro paio di occhi.
Azzurri.
Lo aveva visto poco prima ma già gli mancava.
Rise di sè e spinse la ragazza verso la porta.
<<  Tom aveva agione su una cosa ... Si va dal parrucchiere ... ! Coraggio! E' ora di dare un taglio e un po' di colore a questi ordinari capelli castani ... Del resto io ti conosco meglio di quello che credi, so che ci stai pensando già da un po' ...  >>.
Andrea non dubitava affatto del fatto che Nadia la conoscesse fin troppo bene, ma tagliare i suoi capelli significava quasi abbandonare quell' immagine rassicurante e poco appariscente di sè che da sempre la osservava al di là dello specchio.
Non era certa di essere pronta, sebbene lo avesse desiderato spesso, in quegli ultimi mesi.
Si arrese e seguì Nadia; contraddirla sarebbe stato del tutto inutile.

E così adesso si trovava seduta su una confortevolissima poltroncina in pelle con il capo inclinato all' indietro mentre una giovane ragazza stava mutando il colore dei suoi capelli, con mano delicata.
<<  E' un nero bellissimo ... Vedrai, sono certa che starai benissimo!  >>.
Nadia sembrava entusiasta e continuò a sembrarlo per tutta l' ora successiva mentre lei osservava i suoi capelli quasi sconosciuti con quel nero, che cadevano leggeri a terra e sulla mantellina che indossava.
L' amica aveva chiesto di coprire il grande specchio di fronte a lei, diceva che sarebbe stata una sorpresa.
Andrea ne era sicura.
<<  In effetti non vedrai proprio il taglio che ho pensato per te, dato che per questa notte avrai una pettinitura particolare, ma sono certa che ti piacerà!  >>.
Andrea era abbasstanza ansiosa di vedersi allo specchio.
Ma le fu possibile farlo solo una volta tornate alla depandance, quando, alle otto in punto, David portò alle ragazze due eleganti confezioni contenenti altrettanti abiti da sera.
<<  E' solo un piccolo regalo da parte mia ... Del resto ve lo siete meritate ... Ci vediamo al locale, io ed i ragazzi andremo un po' prima ... A dopo  >>.
L' uomo posò un bacio non troppo breve sulle labbra di Nadia, poi uscì dalla depandance lasciandole sole.

<<  Nadia?  >>.
<<  Sì?  >>.
<< Secondo me è quello giusto ...  >>.
La rossa sorrise appena, rendendosi conto dell' aria vagamente sognante che doveva essersi plesata sul suo viso, poi riprese il controllo su se stessa.
Non poteva certo negare il piacere che quelle parole le donavano ma, in effetti, i dubbi non l' avevano mai del tutto abbandonata.
Stare con David era piacevole e stimolante sotto ogni punto di vista eppure ...
Eppure si rendeva conto che vivere quella storia significava anche mettere in gioco parecchio di sè e c' erano momenti in cui questa cosa la esaltava molto, lui aveva il potere di farla sentire importante e protetta ma anche adulta e responsabile, non più solo di se stessa ma anche di lui ...
Ma c' erano anche momenti in cui questo la spaventava :
poteva permettersi di ferire se stessa, poteva non avere cura dei suoi sentimenti e trattare il proprio corpo come meglio desiderava, ma sapere che da ogni suo gesto dipendeva la felicità e la serenità di qulcun' altro, era qualcosa che la preoccupava un po' e la faceva sentire un po' fragile e molto impreparata.
L' unica persona di cui aveva mai avuto una cura quasi maniacale era Andrea, ma con lei era diverso.
Erano affini, lo erano state fin dal principio, dal primo sguardo, non ne aveva mai dubitato, mai una sola volta il suo affetto aveva vacillato ...
Era la sua metà perfetta, sua Amica, sua Sorella ...
Si fidava di lei al di là di qualsiasi cosa e, se mai avesse mai immaginato di dover affidare la propria vita nelle mani di qualcuno, quel qualcuno sarebbe stata Andrea.
Adesso osservava la ragazza ormai corvina dall' elegante eppure sbarazzina pettinatura e sorrise.
-  ... Nessuno sarà mai davvero giusto nella mia vita come lo sei tu ...  -.

Andrea stava con gli occhi chiusi in attesa di una sua risposta, lasciando che le mani di Nadia si muovessero leggere ed esperte sul suo viso, mentre la truccava.
Doveva risponderle.
<<  Gli voglio bene, Andrea ... Non si tratta di semplice passione o desiderio ... Io ... Sto bene quando sto con lui ... Mi fa sentire bene e male in eguale misura, in realtà ...  >>.
Aveva ammesso le cose per quelle che erano, non voleva mentire ad Andrea.
Lei aprì gli occhi e li fissò immediatamente in quelli verdi della ragazza che le stava di fronte.
<<  Avanti ... Dillo ... Sgridami e dimmi che sono una stupida ... So che muori dalla voglia di farlo  >>.
Sorrise mesta la rossa.
Andrea sospirò.
<<  Credi che non lo sappia? Ci hai messo un sacco a capire che volevi provare a costruire qualcosa con lui, e lo vedo ... Vedo certe paure nei tuoi occhi a volte, quando lo guardi o quando pensi che nessuno stia guardando te ... Forse non dovrei ficcare il naso in questa storia ... Volevo solo dirti che mi sembra la persona adatta a te ... Era solo un parere ma sono sempre convinta che sia tu a dover decidere della tua vita e delle tue relazioni ... Sono solo contenta di vederti accanto un uomo che sorride dei tuoi sorrisi, che ama bisticciare con te, che ... Ti guarda come se fossi la cosa più incredibile che abbia mai avuto la fortuna di vedere ...  >>.
Nadia arrossì.
Davvero David la guardava in quel modo?
Lei sapeva di tenere a lui, sapeva di stare bene con lui e di voler passare del tempo con lui, il più possibile ma ...

Andrea stava parlando d' amore e lei non era ancora del tutto sicura di potersi definire innamorata.
Del resto non avevano mai davvero parlato d' amore.
Avevano parlato di sentimenti, di rispetto, di fiducia, di impegno ...
David le aveva parlato da uomo maturo, un uomo che non si lascia trascinare dall' impeto della passione.
Era forse quello che le mancava?
Era per questo che lei aveva dei dubbi?
Era per la mancanza di quelle due semplici parole?
Non lo sapeva e adesso, con davanti Andrea con un occhio perfettamente truccato e l' altro no, non voleva pensarci, voleva solo godersi quei momenti così strani ed inaspettati per lei.

<<  Grazie Andy ... Sai che mi fa sempre bene parlare con te e sapere che approvi quello che faccio ... Sei l' unica ad avere il diritto di dirmi che sto sbagliando, lo sai, vero? ... Comunque ... Tu credi di essere in grado di reggere una serata come quella che ci si prospetta? Mi sembra che i sintomi influenzali non se ne siano del tutto andati dal tuo corpicino stanco  >>.
Le sorrise, discostando l' attenzione di entrambe da quell' argomento un po' spinoso e portandolo sull' amica che in quegli ultimi giorni non era stata molto bene.
<<  Nadia ... Tu ti perderesti un Capodanno con i Tokio Hotel per un po' di raffreddore? Andiamo ... Io non ne ho alcuna intenzione! Quindi smettila di fare la mammina premurosa e ansiosa e finisci di truccarmi! Non vedo l' ora di vedere il risultato finale della tua idea di rinnovarmi!  >>.
Nadia sbuffò divertita e concluse l' opera, poi, dopo averla aiutata ad indossare l' elegante abito rosso scuro sfumato di nero che aveva scelto qualche giorno prima in compagnia di David, per lei, la fece voltare verso il grande specchio della stanza da letto.
Andrea rimase senza fiato.
I suoi capelli erano neri come una notte senza stelle eppure luminosi, lucidi come fossero di seta, erano raccolti in uno chignon che lasciava libere alcune piccole ciocche asimmetriche che ricadevano sul suo viso, incorniciandolo.
Il trucco nero degli occhi e le labbra color del sangue risaltavano assieme ai capelli sulla sua pelle candida che appariva ancora più chiara e luminosa, ed il vestito ...
Quel vestito era bellissimo, sebbene le stringesse un po' troppo i fianchi morbidi ed il seno prosperoso.
<<  Nadia ... Il vestito è davvero bello ma ... Sembro un insaccato! >>.
<< Scema! Non sembri un insaccato, sei bellissima e lascerai i nostri  quattro baldi giovini senza fiato, cosa utile nel caso dell' augusto, logorroico cantante ... Tom ti sbaverà letteralmente addosso, si ricrederà di aver pensato che non eri il suo tipo ... E le due G ... Loro faranno a gara per vedere chi dei due ti ricoprirà maggiormente di complimenti ... Vedrai, sarà un successone! Del resto, con il mio buon gusto non potrebbe che essere altrimenti!  >>.
Andrea rise imbarazzata.
<<  Quanta modestia! E il tuo abito me lo fai vedere o no?  >>.

Poco dopo Nadia le si palesò di fronte indossando un abito nero con delle abbaglianti rose rosso fuoco ricamate sull' intera lunghezza, la gonna era morbida, lunga fin sotto il ginocchio e grazie ad un gioco di pieghe, rendeva i fianchi stretti della ragazza più morbidi, il corpetto a fascia enfatizzava il piccolo seno.
<<  Sei bellissima Nadia! David impazzirà qundo ti vedrà! ... Mi sa che distrarrai le mie due G!  >>.
Finse un tono corrucciato abbozzando un lieve broncio sulle labbra vermiglie, che immediatamente mutò in sorriso.
<<  E allora, appurato che siamo bellissime, vediamo di darci una mossa e di andare in quel benedetto locale, prima di mezzanotte, possibilmente!  >>.
Nadia prese l' amica sottobraccio e si diressero verso il garage della villetta dove ad attenderle c' era Ivan, pronto a scortarle a destinazione.

Gli occhi di Andrea si sgranarono davanti allo scintillio che li invase non appena misero piede nella grande sala.
Gente dall' aria altera e vagamente superba, donne fasciate in elegantissimi abiti luccicanti di paiettes, seta che frusciava, velluto silenzioso che accarezzava la moquette blu notte le luci soffuse che si posavano su quelle fortunate creature così diverse da lei.
Si sentiva a disagio, come spesso le accadeva in occasioni come quella, fuori posto, inadeguata.
Si stupì, come ogni volta, notando la disinvoltura che si impossessava di Nadia quando si trovava in situazioni simili.
Camminava fiera, la testa alta lo sguardo sicuro e vagamente pericoloso, come se fosse pronta a sfidare chiunque volesse correre l' assurdo rischio di osare proferire una sola parola malevola contro di lei, contro la sua presenza.
O contro Andrea.
Sarebbe bastato un solo sguardo per far scattare la rossa in posizione d' attacco.
Sorrise, Andrea, si sentiva più sicura avvolta dall' aura tranquilla di Nadia, come se la rossa fosse una sorta di talismano contro le brutture del mondo, contro le sue stesse paure.

Adesso, entrata a pieno titolo con passo incerto dati i tacchi alti, in quella sala sontuosa, stava osservandosi intorno, cercando con lo sguardo i ragazzi che non riusciva ad intravedere tra quella fauna privilegiata.
E perdendo di vista la rossa amica che sembrava essersi volatilizzata.
<<  Sei uno splendore abbacinante, ragazza! Che fine hanno fatto i tuoi jeans consunti e i tuoi stramaledettissimi anfibi comprati probabilmente in periodo di guerra?  >>.
Andrea si voltò di scatto, trasalendo, e Tom, ritrovandosi davanti quegli occhi grandi di quel grigio trasparente adesso un po' guardinghi e quelle belle labbra rosso sangue, pensò di non aver esagerato nel complimento scherzoso che le aveva rivolto poco prima.
Sembrava trattenere il respiro, lui decise di sorriderle incoraggiante e lei sembrò ritrovare un po' di coraggio.
<<  Ti rendo noto, razza di indisponente, e mi trattengo perchè il luogo e l' occasione lo impongono, che quei jeans e quegli anfibi sono esattamente quelli che ho indossato al vostro primo concerto in Italia! Hanno una storia, sono "antichi" non vecchi! Piuttosto, ora che mi fai ricordare quei giorni, qui l' unico invecchiato sembri essere tu, sai?  >>. Sorrise Andrea.
Tom rise di gusto, le piaceva quando la lingua della ragazza diventava un po' tagliente, quando lo prendeva in giro fregandosene del fatto che lui fosse Tom Kaulitz.
<<  Daccordo daccordo! Hai vinto tu! Mi permette, signorina, di scortarla alla ricerca degli altri e della sua amica?  >>.
Aveva fatto un goffo, impacciato inchino e le aveva porto il braccio che lei accolse sorridendo e facendo un altrettanto elegante cenno del capo, giocando ad essere quella che non era.
Se non altro il braccio di Tom le permetteva di sentirsi più sicura su quei trampoli che Nadia l' aveva obbligata ad indossare.
-  ... Peccato che non mi aiuti molto con le fracciatine scoccate da tutte le signore e signorine presenti ...  -.
Pensò mogia.
<<  Lasciale perdere ... Sono solo invidiose ... Del resto sei al fianco di un affascinantissimo Tom Kaulitz!  >>.
Il sussurro del ragazzo l' aveva fatta sobbalzare, si volse a guardarlo e lo scoprì a farle un occhiolino d' intesa.
In effetti lei si rese conto che non capitava certo tutti i giorni di attraversare un grande salone al braccio di uno dei ragazzi più famosi del mondo.
<<  E poi credo che le occhiate di qualche pomposo signore abbiano colpito anche me ...  >>.
Si fermò, avendo intravisto gli altri poco distanti da loro e volse la ragazza verso di sè, posandole delicatamente le mani sulle spalle nude e candide.
<<  Sei DAVVERO bellissima questa notte ...  >>.
Un sorriso solo per lei, uno vero, senza traccia di scherno o finzione da copertina.

Poi la voce di Gustav li colse all' improvviso.
<<  Tom! Hai intenzione di permettere anche a noi di fare i complimenti alla nostra interprete o sei deciso a rapire la sua attenzione per tutta la notte?  >>.
Il batterista prese la mano che la ragazza gli aveva teso, mantenendo una certa distanza da lei per permettersi di osservarla ammirato.
<<  Stai benissimo, Andy!  >>.
L' occhio critico di Georg si posò verde e scintillante su di lè, soppesando ciò che vedeva.
Andrea stava ricominciando a sentirsi a disagio.
Poi il sorriso del ragazzo le permise di rilassarsi.
<<  Direi che condivido in pieno quanto detto dal mio amico ... Sei un incanto!  >>.
Andrea arrossì appena davanti al sorriso altrettanto incantevole del bassista, poi il suo sguardo vagò per la sala alla ricerca di Bill.

Non era davvero sicura di desiderare che lui la vedesse.
I ragazzi erano stati tutti molto gentili, con lei, ma ...
Il disagio che era quasi svanito grazie agli occhi dei tre ragazzi stava aumentando ad ogni istante.
Avrebbe desiderato potersi rendere invisibile, così da soddisfare il suo desiderio di vederlo, senza essere necessariamente vista da lui.
-  ... Andrea! Sei impazzita! Ma che cavolate stai pensando? Forse dovresti davvero crescere, smetterla di comportarti come una bambina ... Prima o poi lo incrocerai, questa notte e, a meno che tu non voglia gettarti a capofitto sotto un tavolino, rischiando per altro di farlo franare a terra, dovrai persino parlargli ... Magari augurargli un felice anno nuovo, come consuetudine ...  -.
<<  Andy!  >>.
Era talmente presa nei suoi pensieri che, voltandosi all' improvviso, quasi rischiò di rovesciare addosso all' elegante giacca di David, il bicchiere che le stava porgendo.
<<  Scusa-scusa-scusa! Non volevo, io ... Stavo solo ...  >>.
-  ... Stavo solo pensando di infilare la testa da qualche parte come gli struzzi! ...  -. Sospirò amara.
<<  Non fa niente, non è successo nulla no?  >>.
Disse David con una voce ed un' espressione rassicurante; al suo fianco una raggiante Nadia le sorrise scuotendo la testa.
-  ... Non cambierai mai, vero Andy?  -.
-  ... Per mia e vostra sfortuna ... Temo di no ...  -.
Un breve scambio di occhiate tra le due ragazze.
-  ... Guai a te se cambi ... E guai a Loro se ti cambieranno ...  -.

Nadia si sentiva vagamente inquieta, a differenza dell' apparente sicurezza che ostentava.
Era indubbiamente contenta di essere lì, con Andrea, i ragazzi e David ...
Volse leggera e apparentemente noncurante lo sguardo sull' uomo.
Era davvero affascinante, quella notte, i suoi occhi azzurri avevano una luce particolare, i capelli castani la invitavano a sfiorarli e la bocca la tentava a quel bacio che fremeva anche sulle proprie.
Eppure ...
Eppure c' era una sottile, strisciante sensazione sgradevole che non riusciva ad abbandonare.
Ma sorrise.
Voleva che quella notte procedesse nei migliori dei modi, fino a quando sarebbe stato possibile.

<<  Se stai cercando Bill temo che dovrai rassegnarti ... Appena mette piede in un posto come questo sembra attirare l' attenzione di mezza sala e  nemmeno io riesco a recuperarlo da sotto gli artigli di quelle megere in adorazione che lo ricoprono di attenzioni non richieste e frasi zuccherose ... Mi lamento spesso di lui, ma in occasioni come queste devo ammettere che sa davvero fare il suo lavoro ... Certo, poi mi fulmina con delle occhiate minacciose per averlo infilato in simili situazioni ...  >>.
Finse di lamentarsi David.
Ma era fiero del suo ragazzo.
Lo era molto, sapeva di guardare a lui esattamente come Nadia guardava ad Andrea e questo gli rendeva la rossa ancora più preziosa.
Era bello avere questo in comune sebbene una piccola parte di lui non riuscisse a smettere di porsi sempre la stessa, infida, domanda.
-  ... Sarà davvero una cosa buona? ...  -.
Ma adesso non voleva pensarci.
Aveva  Nadia al suo fianco e,davanti, la sua interprete con un espressione timida e molto dolce, sebbene in maniera un po' buffa ...
Non resistette alla tentazione di darle un piccolo buffetto sulla punta del naso.
<<  Vedrai che presto o tardi riuscirà a districarsi dalle spire delle signore e a venire da noi ... Stai tranquilla!  >>.
Si chiese se anche lui si fosse sentito così, impreparato, indeciso ed insicuro all' età di Andrea, ma non riusciva a ricordarlo.

Non fù Bill ad arrivare alle sue spalle, ma furono le mani di Tom a cingerle la vita e la sua voce chiederle se volesse ballare.
<<  Con questi tacchi? Per evitare disastri, credo che dovrei piuttosto trovare una sedia, posizionarmici sopra e non muovermi più per il resto della serata! Prima ho quasi rischiato di innaffiare David con lo Champagne ...  >>.
Disse mortificata.
<<  Bhè, non mi pare che tu abbia fatto grandi danni visto come sta ballando appiccicato a Nadia ...  >>.
Rispose Tom occhieggiando alla pista da ballo.
<<  Allora, la vuoi smettere di sentirti una stramaledetta papera e decidere di concedermi questo stramaledetto ballo? E' un lento ... Che danni vuoi che possiamo fare? Dobbiamo praticamente stare fermi ...  >>.
-  ... E abbracciati ...  -. Pensò lei già a disagio.
<<  Ok ... Andiamo allora ... Ma dovresti provvedere a trovare un modo migliore per invitare una donna a ballare, sai?  >>.

<<  Infatti io non ho invitato una donna a ballare ... Ho invitato te  >>.
Le rispose Tom con un ghigno malefico sulle labbra.
Per un istante nuovamente, maledettamente insicura, Andrea si chiese se il ragazzo la stesse prendendo in giro o meno.
Non aveva bisogno della pietà di nessuno.
Ed assieme alla sua fragilità sentì salire in lei quel suo maledetto carattere testardo e caparbio.
<<  Ah sì? Allora ti saluto Tom! Vatti a cercare una vera donna con cui ballare e lasciami in pace!  >>.
Strattonò il braccio dalla presa leggera di lui e si volse per tornare indietro.

Bill stava in un angolo della sala, apparentemente aspettando il momento giusto per poter uscire allo scoperto senza rischiare di essere intercettato da nessuna di quelle assillanti signore che fino a poco prima, giovani e meno giovani, lo avevano spogliato con gli occhi, mettendolo un po' a disagio.
Era una vita ormai che subiva sguardi come quelli e anche qualche avances più spinta eppure certe volte si riscopriva intimidito, esattamente come, immaginava, avrebbe potuto sentirsi un ragazzo qualsiasi della sua età.
-   ... Ma tu non sei un ragazzo qualsiasi, non lo sei mai stato Bill ... Tu sei il frontman dei Tokio Hotel, sei Bill Kaulitz l' icona, Bill Kaulitz l' efebico sogno proibito di metà del popolo femminile mondiale ...  -.
Pensò con un sospiro.
Poi la sua attenzione venne attratta da una macchia rossa che si muoveva sulla pista non troppo distante da lui che, ancora troppo perso in sè stesso, vedeva sfocata ma che andava via via focalizzando.
Era Andrea ...
Andrea?
Lui vedeva solo una ragazza, una bella ragazza dai capelli corvini e già questo avrebbe potuto farlo dubitare di ciò che aveva visto.
Ma quella ragazza stava con Tom e apparentemente stava battibeccando con lui.
Nessuna delle altre donne presenti nella sala si sarebbe comportata in quel modo con suo fratello all' infuori di Nadia, che aveva intravisto poco prima al braccio di David, e ...
-  ... Andrea ... Non può che essere lei ...  -.
Fissò i due ragazzi, cercando di capire cosa stesse succedendo.
Lei aveva seguito docile Tom sulla pista da ballo ma poi, ad un ghigno di lui, si era voltata con il volto adirato e si stava nuovamente allontanando.
Suo fratello era rimasto basito qualche istante, poi le aveva afferrato un braccio e l' aveva attrata a sè, facendola barcollare su quelli che lui presumeva essere dei tacchi piuttosto alti, sotto il lungo vestito che sfiorava il pavimento e le fasciava i fianchi che adesso stavano praticamente incollati a quelli di Tom, che aveva iniziato a muoversi lento e le stava sussurrando qualcosa all' orecchio.
Per un istante si chiese cosa avessero da confabulare, lei adesso stava nuovamente sorridendo ed aveva deciso di accettare quel contatto con lui, prendendo il suo stesso ritmo, allacciandogli le braccia legger al collo.
-  ... Cosa sta succedendo? ... Tom lo sa che lei ha un ragazzo ...  -.
Questo pensiero lo colse di sorpresa, nascondeva altri pensieri che lui non credeva di avere ancora ben chiari.
-  ... Stanno solo ballando, è una festa no? ... Bill ... L' aver passato ogni singolo istante della tua vita con Tom ti ha deviato su pensieri poco casti ...  -.
Ma non riusciva a staccare gli occhi dai due ragazzi.

<<  Ti stavo prendendo in giro, lo sai ... Mi sentivo stupido a chiederti se, cortesemente, mi avresti concesso l' onore di un ballo ...  >>.
Lei sorrise, vergognandosi un po' della sua reazione e della vicinanza totale del ragazzo.
<<  Ed in effetti lo saresti stato ... Dovrò insegnarti ad usare una via di mezzo ...  >>.
<<  Ok ... Allora da domani mi impartirai lezioni di bon ton ... Per il momento potremmo solo ballare, che ne dici?  >>.
La voce calda di Tom le sfiorò l' orecchio.
C' era una sensualità sorridente di chi sta giocando un gioco che lei riteneva innoquo ed allo stesso tempo maledettamente pericoloso per il suo equilibrio psico-fisico.
-  ... Finirò per cadere da questi maledetti affari se continua così ...  -.

La mezzanotte si avvicinava rapida, l' eccitazione nella sala era contenuta ma si palesava sui volti degli ospiti di quella grande festa e tutti stavano prendendo posto lungo le pareti.
Andrea, ancora tra le braccia di Tom che aveva fatto seguire altri due balli a quel primo che lei aveva infine accettato, pensò che quel posto fosse davvero incredibile.
Un enorme salone che sembrava essere sospeso nella notte, privo di mura ma con delle immense vetrate che permettevano di avere una visione a 36O gradi della città di Berlino, parecchi metri sotto di loro.
Ciò sarebbe risultato perfetto di lì a pochi minuti, quando i fuochi artificiali sarebbero esplosi in quel cielo nero che sembrava attenderli con la stessa trepidazione delle persone che, sfiorandola appena, scemavano accanto ai vetri.

<<  Credi che io ti possa rubare la dama per qualche minuto?  >>.
Improvvisamente la voce di Bill risuonò cristallina alle spalle dei due ragazzi.
<<  Certo fratello! Mi stavo giusto chiedendo quando ci avresti onorati della tua presenza! Sono ore che non ti si vedeva in giro ... Io vado a bere qualcosa, intanto ...  >>.
Tom lanciò un sorriso ad Andrea ringraziandola per aver ballato con lui e si allontanò.

Ed infine Andrea dovette voltarsi.
Bill stava davanti a lei in tutta la sua considerevole altezza; un metro e ottantacinque di pura semplice, elegante bellezza, che sembrava quasi rifulgere di luce propria, ma forse quello scintillio era dovuto a quel piccolo sorriso quasi timido che gli incurvava le labbra o quella che sembrava scaturire dai profondi occhi ambrati o forse ...
-  ... Forse sono quelle due maledette lineette di febbre che ti porti addosso da una settimana che hanno fatto contrasto con lo Champagne che hai bevuto e che ti stanno dando le allucinazioni! ...  -.
Concluse tra sè e sè, abbassando lo sguardo e cercando di ottenere un' espressione meno imbambolata di quella che sentiva di aver avuto di fronte al ragazzo fino a quel momento.
Il suo sguardo si posò sul proprio seno troppo stretto in quel maledetto vestito e poi sui fianchi, troppo larghi ...
-  ... Perchè mai ho accettato di indossare questa specie di guaina insopportabilmente stretta? Bill può tranquillamente contare tutti i miei rotoletti ad uno ad uno ... Cameriere! Prego! Una pala per scavare una profondissima fossa, grazie! ...  -.


Bill osservava il capo chino della ragazza, trovando perfetto quel colore che ne esaltava gli occhi e la pelle chiara, ed il vestito che fasciava le innegabili curve del suo corpo, chiedendosi se al tatto fossero morbide come apparivano agli occhi.
Di sicuro erano piacevoli da guardare, così come le spalle nude e candide e le mani dalle lunghe unghie perfettamente laccate di un sensuale rosso sangue che spiccavano sulla pelle bianca.
Sembrava maledettamente a disagio ed impacciata e questo lo intenerì, e gli permise di rendersi conto che, dopotutto, lui stesso non si sentiva poi molto più sicuro di lei.
Fin troppo abituato a sentire elogi sulla sua bellezza, ora si disse che poco gli importava di quello che mezzo mondo pensava di lui.
Aveva visto sè stesso riflesso negli occhi trasparenti di lei e si era piaciuto.
Per quella che, forse, avrebbe potuto definire la prima volta, si era sentito soddisfatto di sè, del suo aspetto, di ciò che vide.
E decise.
Si tolse la giacca del suo completo di pelle nera e la posò sulle spalle di lei.
<<  Vuoi venire con me?  >>.
Le chiese porgendole la mano, cercando negli occhi grigi di lei che si erano sgranati sul suo, la risposta a quella domanda.
Sperandola positiva.
-  ... Dì di sì ...  -.

-  ... Devo dire di sì? Devo seguirlo? ... Voglio seguirlo? ...  -.
La sua parte irrazionale, inascoltata per l' ennesima volta, le suggerì che, sì, voleva seguirlo, e che poco le importava dove volesse portarla.
Si fidava istintivamente di lui.
<<  Daccordo ... Dove andiamo?  >>.
Bill si lasciò sfuggire un sospiro soddisfatto ed un sorriso.
<<  Vedrai ... Sorpresa! Chiudi gli occhi!  >>.
Sembrava un bambino troppo cresciuto, non era più il leader della famosa rockband, era un ragazzo normale, con una nota allegra nella voce.
Andrea chiuse obbediente e giocosa gli occhi, accettò la sua mano con  qualche remora e si lasciò guidare su per delle scale strette.
Poi un rumore sordo e una folata di aria fredda la fecero trasalire.
Mosse ancora alcuni passi e quasi aprì gli occhi quando sentì la mano di lui abbandonare la propria e posizionarsi alle sue spalle.
Poi, quella voce che avrebbe riconosciuto tra infinite altre voci vibrò nel silenzio della notte, troppo vicina al suo orecchio.

<<  ... Apri gli occhi, adesso ...  >>.

Erano sul tetto dell' edificio, davanti a lei una ringhiera su cui posò le mani, vacillando appena in preda alle vertigini.

<<  ... Se guardi giù potrai vedere che non siamo poi così distanti dalle luci di Berlino e se guardi sù ... Ti accorgerai che che siamo ad un solo passo dalle stelle ...  >>.

La voce bassa di Bill l' aveva raggiunta accompagnata dal vento gelido di quella notte tersa e stellata.
Lui era alle sue spalle, le mani posate sulla ringhiera, le braccia tese a racchiuderla senza sfiorarla in qualcosa che non era un abbraccio ma che per lei ne aveva quasi lo stesso calore, il petto ad un soffio dalle sue spalle, che mitigava il freddo, impedendogli di raggiungerla.
Erano in alto, Bill l'aveva trascinata fino lassù tenendola per mano dicendole che dal posto in cui erano diretti lo spettacolo dei fuochi artificiali che avrebbero invaso il cielo di Berlino sarebbe stato anche migliore.
E lei lo aveva seguito.
Terrorizzata dalle altezze, come sempre, ma lo aveva fatto.
Adesso in attesa della mezzanotte, restarono così, in silenzio ...  

Sospesi tra Terra e Cielo, come in volo, sospesi tra i Sogni e la Realtà ...

Lei sentiva  il profumo di ciliegia dei capelli di Bill, perfettamente sparati per aria in quella cresta nuova eppure perfetta, sentiva il tepore che emanava il suo corpo così vicino, quello stesso tepore che sentiva sul viso, in perfetta disarmonia con il freddo pungente che le tirava la pelle.
E poco dopo il suo stesso viso assunse un colore azzurro e poi argentato.
Un sibilo sottile aveva annunciato quell' esplosione di colori nel cielo nero punteggiato di stelle,ma lo stesso ne venne colta di sorpresa, con un piccolo sobbalzo ed immediatamente i suoi occhi si riempirono di quello scintillio e sulle labbra le si dipinse un sorriso un po' infantile.
Fin da bambina aveva amato i fuochi d' artificio, quell' esplosione di luce e colore ...
Li trovava quasi magici.
Poi, crescendo, aveva imparato che, del resto, non erano che esplosioni di luci che sorprendono e durano poco ...
Dopo rimaneva la cenere ...

Un po' come per i momenti felici della vita ...
Improvvisi, inaspettati e che restano indelebili nella memoria ...


Mentre, sperando di non essere vista, volgeva lo sguardo sul viso di Bill, che adesso aveva una sfumatura dorata e scintille di quell' ultima esplosione negli occhi scuri puntati verso l' alto e sulla pelle candida e perfetta, pensava esattamente a questo ...
Al fatto che, quell' istante, sarebbe rimasto impresso nella sua mente per molto tempo, che l' avrebbe aiutata a dimenticare il sapore della cenere ...
Quella cenere che stava in basso, laddove c' era anche Fabrizio ad aspettarla, là dove era la sua vita ...
No, non sarebbe potuta rimanere così sospesa a mezz' aria ancora a lungo, quel mondo, quello dei Sogni, ad un passo dalle stelle, come aveva detto Bill, non era il posto giusto per chi, come lei, aveva un corpo, un pesante fardello che la trascinava giù ...
Buona parte di quel fardello se lo era scelta lei ...
Mentre quello che stava vivendo adesso glielo aveva dato Bill, mentre le porgeva la mano quella prima volta al colloquio, mentre gliela aveva porta poco prima invitandola a salire...

Presto lei avrebbe dovuto restituirglielo, avrebbe dovuto lasciarla, quella mano, avrebbe dovuto tornare con i piedi per terra ...
Ma adesso non voleva pensarci.
Voleva solo perdere lo sguardo in quel cielo illuminato da mille colori, senza pensare a nulla.
Istintivamente, senza una reale volontà di farlo, posò piano la nuca sul petto di Bill, beandosi della sua altezza che la faceva sentire così piccola per la prima volta nella sua vita ...
Sempre grossa e sgraziata, lui riusciva a far emergere anche la sua delicatezza e di questo gli era grata ...  

<<  Buon Anno Andrea ...  >>.

Bill si fece cogliere di sorpresa da quel primo boato nel cielo, mentre i capelli adesso corvini della ragazza racchiusa tra le sue braccia che pure la sfioravano appena, avevano assunto dei sottili riflessi azzurri e argentei come quel primo fuoco d' artificio esploso in cielo.
Era troppo concentrato su di lei, sulle schiena di lei ad un solo soffio dal suo petto, troppo preso nel tentativo di mitigare un po' quel vento freddo che gli colpiva la schiena, cercando di impedirgli di raggiungerla.
Aveva voluto portarla lassù perchè sapeva che da quella postazione privilegiata lo spettacolo sarebbe stato anche più emozionante, e la vide, quella emozione, sul viso di Andrea.
Sembrava una bambina, lo sguardo affascinato, gli occhi grandi ...
Aveva smesso di osservare lo spettacolo pirotecnico nel cielo per osservare lo spettacolo altrettanto gradevole che le offrivano i pensieri di lei che le passavano, mutando rapidi, sul viso.
Gli parve ad un tratto che l' espressione di lei si fosse rabbuiata, come se un pensiero poco felice l' avesse colta all' improvviso.
-  ... Cosa succede Andrea? Cosa è che mi tieni nascosto? ...  -.
Poi improvvisamente si riscosse.
-  ... Bill! Lei non ti deve alcuna spiegazione ... Non hai alcun diritto di sapere cosa si celi dietro quello sguardo fin troppe volte tristemente consapevole di qualcosa che non ti riguarda ...  -.
Lo stesso il ragazzo avrebbe voluto sapere, poter fare qualcosa ... Ma cosa? ...
Di nuovo il viso di lei parve tornare sereno, la vide rilassare le spalle e la sentì appoggiare la testa sul suo petto.
Quella lieve pressione e il sorriso che intravide sul suo volto lo intenerirono, sentirla contro di sè, quella ragazza che si credeva talmente enorme e sgraziata e che, adesso, gli sfiorava a malapena il mento con la testa, solleticandogli la punta del naso con i morbidi capelli sfuggiti all' elegante chignon, profumati di cannella, lo fece sentire bene ed incredibilmente consapevole.

Consapevole di tutto e di niente.
Consapevole del corpo di lei, della sua morbidezza, consapevole del suo stesso corpo, del suo cuore che batteva rapido e consapevole del fatto che forse lei poteva sentirlo, consapevole delle parole di sua madre ...
Consapevole della bellezza di quella notte, di quell' attimo luminoso e perfetto che non avrebbe dimenticato tanto facilmente ...
Si era chinato su di lei, aspirando ancora quel caldo profumo, le aveva avvicinato le labbra all' orecchio, resistendo a stento alla tentazione di baciare la sua pelle fredda, di scaldarla con le sue labbra e le aveva sussurrato all' orecchio.

<<  Buon Anno Andrea ...  >>.

Lui non aveva mai pronunciato il suo nome per intero, apostrofandola sempre con una serie di nomignoli che lei apprezzava ma ...
A lei piaceva il suo nome e si rese conto di amarlo pronunciato da quelle labbra che le aveva sfiorato appena e distrattamente l' orecchio.

Aveva chiuso gli occhi, stretti, pregando che quella lacrima che aveva sentito nascere decidesse di rimanere lì, nei suoi occhi e non decidesse di scivolare sulla sua pelle sciupandole il trucco e tutto il lavoro che aveva fino a quel momento fatto per restare con i piedi ben ancorati al suolo.
Quella lacrima, se anche fosse stata una sola, avrebbe vanificato tutti i suoi sforzi.
E lei non poteva permetterselo.
Attese un solo istante sperando che la sua voce non tradisse nulla di ciò che dentro di lei, quella semplice frase aveva scatenato, quella confusione che imperversava, padrona di ogni suo respiro, poi gli rispose.

<<  Buon Anno Bill ...  >>.

Il ragazzo accolse quella piccola esitazione di lei con sentimenti contrastanti.
Forse non lo aveva sentito, forse, l' ultimo boato aveva sovrastato le sue parole, forse non aveva voluto sentirle ...
-  ... E perchè mai, Bill? Le hai solo augurato un buon Anno, dopotutto è quello che si fa a Capodanno no? ... Sei solo un paranoico ...  -.
E, mentre ancora si stava arrovellando in quei pensieri sciocchi ed inconcludenti, l' aveva sentita.
La voce della ragazza era soffice, forse appena incrinata da qualcosa che lui in quel momento non seppe identificare ma che lo colpì dritto al petto.
Era stato un suono dolce quello che aveva raggiunto ed accarezzato le sue orecchie e lui non aveva saputo resistere.
Aveva staccato le mani dalla balaustra ed aveva avvolto le braccia attorno alla vita di lei.

Improvvisamente, quella morbidezza che Bill stava appena assaporando, gli occhi chiusi, il viso sui suoi capelli, gli venne strappata via, bruscamente.

Andrea si era mossa rapida, in maniera quasi meccanica, ma non c' era nulla di meccanico in quello che aveva sentito.
C' erano le braccia di quel ragazzo che la stringevano dolcemente.
Non c' era aggressività nè desiderio di possesso in quell' abbraccio quasi timido, solo un senso di protezione che lei aveva avvertito immediatamente...
E calore...
Un tepore che consolava il cuore ...
-  ... Smettila Andrea! E' semplicemente il contrasto del freddo polare di questa notte col calore del suo corpo ...  -.  
Il calore del suo corpo, quel corpo da gatto, androgino, sottile e che pure la aveva immediatamente fatta sentire terribilmente indifesa e desiderosa di essere protetta ...

Protetta da cosa, non credeva di saperlo ...
Sebbene qualcosa dentro di lei cercasse di uscire, di attirare la sua attenzione che lei teneva ostinatamente, costantemente, diligentemente impegnata in altro ...
Le cose, quando cercava di osservarle dal di fuori di sè stessa, sembravano piuttosto semplici : era una semplice ragazza che si era ritrovata a lavorare per delle rockstar per un periodo della sua vita e lo stava facendo per migliorare la sua situazione finanziaria, per poter sistemare la propria vita che avrebbe condiviso con il suo compagno.
Insomma, un piccolo sacrificio da affrontare per il proprio futuro.

Ma ...

Ma lei non era al di fuori di sè stessa nè le era mai stato semplice riuscire ad osservarsi con il giusto distacco.
Lei era maledettamente dentro sè stessa.
Sempre.
Soprattutto per quello che riguardava i propri sentimenti.
Soprattutto in questo momento strano ed inaspettato che stava vivendo.

E, a guardarla dal suo punto di vista, così maledettamente interno, le cose stavano un po' diversamente : era una semplice ragazza che si era ritrovata a lavorare per delle rockstar per un periodo della sua vita, per un caso fortutito ...
E questo non aveva semplicemente migliorato la sua situazione finanziaria, ma la aveva messa davanti a sè stessa, la stava costringendo, giorno dopo giorno, ad affrontare qualcosa che, fino ad allora aveva tenuto nascosto da qualche parte dentro di sè...
Per pigrizia, per poca grinta e convinzione ...
Per comodità ...
Per paura ...
Qualcosa dalla quale, a cinque mesi di distanza dalla prima volta che se la era trovata di fronte, tentava invano, ma tenacemente, ancora di scappare.

Esattamente come fece adesso.

Si strappò da quell' abbraccio come se a toccarla fosse stato del fuoco vivo e non le semplici braccia calde e accoglienti di quel ragazzo che adesso la osservava un po' frastornato da quel gesto brusco, addolorato, forse, dal repentino movimento di rifiuto.
Preoccupato.

Preoccupato perchè lei, per sottrarsi a quell' abbraccio, si era discosta velocemente da lui, inciampando nel breve strascico dell' elegante abito da sera che, sebbene fosse corto, non lo era abbastanza da impedirle di calpestarlo maldestramente e di prendere una storta, perdendo l' equilibrio precario che aveva mantenuto a stento per tutta la sera, su quei tacchi chilometrici.

<<  Maledizione! ... NO ... No, non ti preoccupare, sto bene ...  >>.
Disse prontamente, allungando una mano verso la ringhiera per rimettersi in una perlomeno dignitosa posizione eretta, e l' altra davanti a sè, bloccando Bill che si stava avvicinando a lei per aiutarla in quella apparentemente difficile missione.
Ma lei si sarebbe catapultata giù dalle scale facendole col sedere piuttosto che permettergli di avvicinarsi di nuovo, pericolosamente a lei ...
<<  Lascia che ti aiuti a rialzarti ... Torniamo di sotto se non ti va di rimanere qui con me ... Bastava che me lo dicessi, comunque. Non era necessario che ti rompessi una gamba, sai?  >>.
<<  Io non mi sono rotta nessuna gamba, per tua informazione e ...  >>.

Bill, senza riuscire a trattenere uno sbuffo stizzito, scosse il capo, appoggiando nuovamente le spalle alla ringhiera, incrociando le braccia sul petto in un involontario gesto di difesa ed osservando un punto al di là della ragazza che, maldestramente, cercava di rimettersi in piedi e di aggiustarsi addosso quel vestito di raso, controllando che tutto fosse al suo giusto posto.
-  ... Alla faccia della ragazza intelligente ... Credevo la capisse l' ironia quando se la trovava davanti ... Maledizione, Bill! Ma che ti prende? ...  -.
Gli prendeva che il gesto brusco della ragazza lo aveva colto di sorpresa, gli prendeva che il suo rifiuto lo aveva ferito più di quanto fosse disposto ad ammettere, sebbene fosse decisamente più vicino alla verità, o per lo meno ad ammetterla con se stesso, di quanto lo fosse lei.

Rifiuto ...
Era uno dei ragazzi più desiderati della sua generazione, era venerato come un Dio, era preso a modello, ogni suo gesto, ogni sorriso, ogni sguardo era ripreso e rivisto in slowmotion da centinaia e centinaia di ragazzine eppure ...
Eppure, quella parola, quel "rifiuto", lo sentiva aleggiare sempre attorno a sè, come un fantasma, lo seguiva come un' ombra che, malvagia, gli ripeteva sussurrando all' orecchio, dentro la sua testa :

"  Non sei nessuno, Bill Kaulitz ...
... NESSUNO ...
E quando te ne renderai conto, quando ti renderai conto che l' amore di tutte quelle ragazzine è volubile quanto il volo leggero di una rondine, che così come ti hanno elevato quaasi a Dio ti riaffosseranno, quando capirai che stai camminando su un filo sottile, di seta pregiata e lussuosa ma pur sempre sottile ...
Allora capirai e tornerai ad essere ciò che sei sempre stato : un signor nessuno ...
Anzi peggio ...
Allora eri il ragazzino da evitare, buono solo per essere maltrattato e preso in giro ...
Eri quello strano, quello diverso, quello che attirava l' attenzione, in un modo o nell' altro ...
Ma quando tornerai ad essere nessuno non farà più scalpore la tua immagine, non attirerà più lo sguardo dei curiosi, non scandalizzerà più nessuno ...
Sarai semplicemente un essere ignorato da tutti e privo di qualsiasi interesse ...
Diventerai un ombra anonima in mezzo alla folla ...
E sarà dura allora, non è vero, Mister Popolarità? ... ".

Una risata malvagia, una fitta alle tempie, il desiderio di urlare, il desiderio di sbugiardare quella voce ...

Perchè in quel momento, poco gli interessava che il mondo intero si scordasse di lui ...
Avrebbe potuto sopportarlo se, in cambio, lui avesse potuto ignorare  e dimenticare quella fitta sottile ed insistente di dolore che lo aveva colto davanti allo sguardo quasi spaventato e di rifiuto che lei gli aveva regalato pochi istanti prima.
Un regalo che avrebbe volentieri fatto a meno di ricevere.
Sapeva di essere tutt' ora odiato tanto quanto era amato ...
Sapeva che per ogni ragazzina che lo adorava c' erano decine di persone che lo detesatvano ...
E cominciava a valutare con maggiore attenzione e scetticismo anche l' affetto che riversavano su di lui ...
Ma con Andrea ...
Sapeva che era una loro fan, ma aveva davvero creduto che fosse diversa, che, forse, fosse davvero sincera, per la seconda volta, da quando la conosceva ...
E adesso?
Adesso si trovava davanti una ragazzina cocciuta che sfuggiva il suo sguardo e rifiutava persino di sfiorargli la stramaledetta mano che avrebbe potuto aiutarla ad arrivare in fondo ale scale, fino alla sala, in maniera decorosa.

Si stava stufando, il suo caratterino un po' pungente e un po'capriccioso stava lentamente facendosi spazio dentro di lui.  
-  ... E che cavolo! L' ho solo abbracciata! E cosa avrò mai fatto di così terribile? Cazzo! Sembra quasi che abbia tentato di violentarla! Forse mi avrà confuso con Tom ...  -.

Andrea, ignara dei molteplici, dolorosi, fastidiosi pensieri che si erano affacciati rapidi alla mente del ragazzo, si era morsa la lingua.
Aveva risposto automaticamente a tono alle parole pungenti e sarcastiche del ragazzo, ma poi era riuscita ad alzare lo sguardo su di lui per un istante, quel tanto da farle intravedere un' ombra di delusione in quei begli occhi nocciola che scintillavano nell' oscurità di quella terrazza, quasi più buia adesso a causa dell' esplosione di luce che la aveva illuminata fino a pochi minuti prima.

Adesso Bill si stava dirigendo, vagamente impettito e indispettito, verso la porta che dava sulle scale dalle quali erano giunti.
-  ... Dovrei mollarti qui a gelare ...  -.
<<  Ti mando su il tuo Gustav  >> Sottolineò velatamente ironico
<<  Ad aiutarti a scendere, visto che io ed il mio fisichino non sembriamo ispirarti fiducia a sufficenza ...  >>.
Si voltò e sparì dalla vista della ragazza prima che avesse il tempo di rispondere, lasciandola con un palmo di naso e molti pensieri confusi a rincorrersi come criceti su una ruota, senza mai giungere da nessuna parte.

 

<<  Dov'è Andy? Era con te ...  >>.
-  ... Sì era con me, ma evidentemente non ne aveva tutta questa voglia ... E poi, non sono mica la sua balia, io!  -.
Ecco cosa avrebbe voluto rispondere a quella rossa impertinente che le si era avventata contro come un fulmine a ciel sereno senza quasi dargli il tempo di posare il perfetto, lucido stivale sulla moquette blu.
<<  Sì ma credo che ora sia il turno di Gustav di andare da lei ... E la riporti giù, visto che si è presa una storta colossale  >>.  
<<  Una cosa, colossale, scusa? Come ha fatto? E perchè l' hai lasciata lassù da sola invece di portarla giù? Avresti dov ...  >>.  
<<  Non avrei dovuto niente! Volevo aiutarla ma, a quanto pare, lei non voleva essere aiutata da me! Che vada qualcuno che le ispiri più fiducia no?  >>.
Nadia si trattenne a stento dal mollare uno schiaffo su quel bel visetto pallido.
A trattenerla era solo la paura di un pubblico linciaggio sulla pubblica piazza da parte di un' infinità di ragazzine isteriche.
-  ... Ha vent' anni ... E non ha capito proprio nulla ... Caro il mio Kauliz, se vuoi farmi credere di non aver fatto niente, sbagli tattica... Ti si legge in faccia che qualcosa hai combinato ... Ora resta solo da capire di cosa si tratta ...  -.
<<  Vado a recuperarla ...  >>. Disse.
<<  Lascia ... Se ha davvero bisogno di una mano per scendere è meglio che vada io ...  >>. Georg.    
-  ... Ehhh, certo! ... Perchè mai ho pensato a Gustav ... E' Georg l' uomo dai pettorali d' acciaio ... Basta Bill! Vatti a prendere da bere e lascia perdere tutto il resto ... Stai diventando fin troppo acido ... Maledizione! E intanto Andrea lassù si starà congelando ...  -.
<<  Che vada chi vi pare, basta che qualcuno vada ... Fa freddo lassù ...  >>.
Nadia gli si rigirò ringhiando come una belva inferocita.  
<<  Lo so che fa freddo! Sei stato tu a mollarla là come una scema ... Tu sei ...  >>.
<<  Io sono cosa, sentiamo! ...  >>.
Adesso Bill e la ragazza già alta di suo e coadiuvata dai tacchi alti che si era concessa anche quella sera, facendo quasi sfigurare David, si stavano fronteggiando.
Due trasparentissimi e furiosi occhi verdi fissi in un paio di stranamente ombrosi occhi nocciola che non accennavano ad abbassarsi.  
Dave recuperò la ragazza, spintonando in malo modo Georg.  <<  Valla a prendere, dai!  >>.
Poi lanciò uno sguardo deciso a Tom che si affrettò ad avvicinarsi al fratello e a condurlo verso il grande, lucido bancone dell' elegante bar.  

<<  Nadia ... La devi smettere di essere sempre così testardamente protettiva nei confronti di Andrea ... Questo non la aiuta ...  >>.
<<  Certo! Perchè invece la aiuterà molto di più essere perennemente messa sotto pressione da tutti voi e confusa da quel ... Guarda, lasciamo perdere che è meglio! Non ho voglia di litigare con te!  >>.
La rossa si era voltata con aria di sufficenza, dando all' uomo la chiara impressione che non lo ritenesse all' altezza di parlare di certe cose.
E questo David non riusciva ad accettarlo ...
La afferrò per un polso facendola voltare verso di sè.
<<  Parliamone, invece ... Cosa ti da il diritto di credere che la colpa sia esclusivamente di Bill? Cosa ti fa credere che, qualsiasi cosa sia successa, e ti ricordo che non sappiamo ancora nulla, sia successa per causa esclusiva di Bill? ...  >>.
Nadia vedeva rosso, nessuno poteva permettersi di fare certe allusioni sulla sua amica ...  
<<  Ecco cosa me lo fa credere ... Ti frequenta da anni ... E' evidente che ha subito troppo la tua influenza!  >>.
Poi si voltò e si allontanò da un basito David, un famosissimo manager di una delle band più famose che si era appena sentito accusare di non sapeva bene nemmeno lui cosa, che adesso osservava la schiena della ragazzina che lo aveva lasciato lì come un idiota ...
-  ... Fantastico ... Buon anno, Dave ...  -.
Pensò con malcelato sarcasmo, svuotando d'un fiato un sottile calice di champagne preso al volo dal vassoio di un cameriere che era passato accanto a lui in quel momento.

Andrea era rimasta sola sul tetto del grattacielo, seduta accanto alla ringhiera, alla quale appoggiava le spalle coperte solo dalla leggera giacca di Bill, fissando il punto preciso in cui era sparita la schiena del ragazzo e che adesso presentava ai suoi occhi solo la porta di metallo grigia.
La fissava così intensamente da sentirsi lacrimare gli occhi.
-  ... Perchè è questo che ti sta riempiendo gli occhi di lacrime, vero? Non le stupide allusioni di quel ragazzino, no? ...  -.
Certo.
Era ovviamente quello il motivo.

I fuochi d' artificio, la magia di quei colori e di quel momento, il calore del corpo del ragazzo, quel suo gesto talmente improvviso da lasciarla smarrita e stupita ...
Non centravano nulla ...
Nulla.

L' improvviso aprirsi della porta e la voce vagamente ansiosa di quello che riconobbe immediatamente come Georg, la fece sobbalzare.
-  ... Ha mandato su la G sbagliata ...  -.
-  ... Che pensiero idiota! Georg non è sbagliato ...  -.
Stava delirando e si chiese se fosse un bene o un male.
<<  Georg ...  >>.
La sua voce era flebile, evidentemente il corpo di Bill non era bastato per evitarle di prendere freddo.
-  ... Ma non è certo colpa sua se tu sei talmente spessa che non è riuscito a proteggerti ...  -.
Stava decisamente delirando.
<<  Andy! Sei impazzita! Fa un freddo terribile qui e siete saliti senza cappotto! ... A volte mi chiedo chi di voi due sia più incoscente ... Senza contare Tom, che in questo caso se la è scampata! ... Ma ti sembra il caso di stare qui a guardare il panorama? E' una cosa maledettamente stupida e ...  >>.
<<  Hagen ... Soffro di vertigini, per cui, credimi, stare qui a guardare il panorama era davvero l' ultimo dei miei desideri, per lo meno non da sola ... Ho un mal di testa feroce e se la maledetta caviglia non mi facesse maledettamente male, sarei scesa molto prima ... Aiutami ad alzarmi e ... Fallo in silenzio se ti riesce ...  >>.
Georg si chinò sulla ragazza e le cinse la vita con un braccio, aiutandola a rialzarsi.
<<  Avresti potuto farti aiutare anche da Bill sai? ... Sì, è gracile ma mi pare che tu non sia poi così pesante ...  >>. Disse il ragazzo corrugando la fronte mentre la tirava in piedi senza troppi sforzi.
<<  Hagen ... Cosa te ne saresti fatto di un cantante strosciato? Nulla direi ... Quindi taci e portami di sotto che sto morendo di freddo ...  >>. Rispose sarcastica lei.

<<  Potresti smetterla di chiamarmi Hagen?  >>.
<<  Potresti smetterla di dire cavolate?  >>.
<<  Non sono cavolate Andy ... Continui a reputarti nella maniera sbagliata ...  >>.
Erano arrivati, discutendo, in fondo alla scala fino al salone.
<<  Io mi reputo come mi pare e piace! Sono l' unica che possa farlo, chiaro? Nessun' altro ha questo diritto, solo io! E non sarai certo tu ad impormi cosa devo o non devo pensare di me o di qualsiasi altra cosa è chiaro?  >>.
Aveva alzato troppo la voce.
No.
Aveva berciato come un' aquila.
E adesso molti occhi erano puntati su di lei.
Nadia le si avvicinò preoccupata e le posò una mano fresca sulla fronte, scottava.
<<  Andrea ... Non stavi bene già da un po' ... Avresti potuto evitare di andarti ad arrampicare sul maledetto tetto per vedere i maledetti fuochi d' artificio!  >>.
La ragazza corvina le posò la fronte bollente sulla spalla.
<<  Erano bellissimi Nadia ... I più belli che io abbia mai visto, credimi!  >>.

Nadia avrebbe voluto prenderla a schiaffi.
Forse per sfogare quelli che non aveva potuto sfogare su Fabrizio, quando Andrea le aveva raccontato del pessimo Natale che le aveva fatto passare.
Forse per sfogare quelli che non aveva potuto sfogare su Bill, subito difeso da David, poco prima.
Forse per sfogare quelli che non aveva sfogato su David stesso, chissà per quale assurda ragione.
Ma non potava farlo.
Era la sua Andrea, nessuno la capiva meglio di quanto la capisse lei, nessuno poteva sapere quanto poco centrassero i fuochi d' artificio con le luci ed i colori che ancora si riflettevano nello sguardo febbricitante della ragazza tra le sue braccia.
<<  Gustav ... Puoi chiamare un tassì ed aiutarmi a caricarla in macchina? La porto a casa ...  >>.
<<  Ti accompagno io ...  >>. David si era fatto avanti.
<<  Non ne ho bisogno!  >>. Rispose la rossa piccata.
<<  Qui non si tratta di quello di cui hai bisogno tu ... Si tratta di quello di cui ha bisogno Andrea ... Ed io ...  >>.
Quelle ultime due parole erano rivolte solo a lei e solo a lei fu dato di sentirle.
Touchè.
Si stava comportando come una perfetta egoista e non poteva permetterselo, lo sapeva bene.
<<  Daccordo ... Vado a prendere le nostre giacche ...  >>.
Sedette Andrea su un divanetto e si allontanò svelta.

Bill si allontanò assieme a Tom dal banco del bar dove erano stati fermi fino a quel momento e, assieme ad un imbronciato Georg, ancora evidentemente offeso dalle parole dure che gli aveva rivolto la ragazza poco prima, si diresse accanto al tavolino dove era appoggiata Andrea per ascoltare David che li aveva richiamati.
<<  Io accompagno le ragazze a casa ... Voi resterete ancora un po', almeno un' ora ...  >>.
<<  Un' ora? Dave sei impazzito?  >>.
Tom prese a lagnarsi.
<<  No, non sono impazzito, sono il vostro manager e so cosa è meglio fare ... Bill, Georg! Toglietevi dalla testa e soprattutto dalla faccia qualsiasi cosa vi siate detti con Andrea ... Domani qualche giornaletto di poco conto potrebbe scrivere che la nostra interprete era ubriaca e che ha litigato con due dei Tokio Hotel ... Potrebbero mettere in giro voci idiote su eventuali relazioni, su eventuali discordie all' interno del gruppo ...  >>.
<<  DAVE! Ha solo l' influenza!  >>.
Gustav era vagamente intontito dalle parole dell' uomo e preoccupato.
<<  Io lo so e tu lo sai, Gustav ... E lo sanno Bill, Tom e Georg ... Ma quei paparazzi qui fuori non lo sanno ... E non metterei la mano sul fuoco su tutti i camerieri che hanno assistito alla scena ... Sono camerieri, sebbene ben pagati ... Certe offerte in denaro possono farti vedere e riferire cose che non hai visto e che non andrebbero riferite ...  >>.
Gustav annuì in silenzio, improvvisamente consapevole della realtà.
<<  Bene, vedo che ci siamo chiariti ... Per cui state qui più tempo che potete, sorridete e cercate di deviare l' attenzione da quello che è appena successo ... E sorridete ... Sorridetevi tra di voi e sorridete a chiunque capiti sulla vostra strada, chiaro? Adesso vado ... Ci vediamo più tardi ... Magari rimango alla depandance e vedo se è il caso di chiamare un medico ... Anche se dubito che poco dopo la mezzanotte di Capodanno qualcuno si muova per un' influenza ...  >>. Sospirò.

Il viaggio in macchina sembrava proseguire silenzioso.
<<  Ci sono cose che è meglio evitare in pubblico, Nadia ... Credevo che tu lo avessi capito ...  >>.
Disse piano David.
<<  Io non sono un automa, David, io non sono ... Maledettamente automatica, sai? Non mi posso accendere e spegnere a comando ... Bill mi ha fatto proprio incazzare! Perchè io dovrei essere una persona matura mentre lui può permettersi di comportarsi come un ragazzino e mollare Andrea da sola e ...  >>.
<<  Perchè hai ventisette anni quasi, Nadia, perchè SEI una donna e una persona matura ... Perchè Andrea NON è più una bambina, ha ventiquattro anni ... Perchè Bill E' un ragazzino, come hai detto tu ma ...  >>.
Non gli permise di terminare la frase.
<<  Stando a quello che hai detto, la colpa è mia perchè non so comportarmi come dovrei e di Andy solo perchè è più grande di Bill? In definitiva l' unico giustificabile è quel cantante capriccioso e viziato che ti sei andato a pescare, non è così?  >>.
Cercava di non urlare per non svegliare Andrea.
David avrebbe voluto fermare la dannata auto e prenderla a schiaffi.
-  ... No, Dave ... Vorresti fermare la dannata macchina e baciarla e magari, se sul sedile posteriore non ci fosse Andrea con un febbrone da cavalli, vorresti fermare la dannata macchina, baciarla, e poi fare l' amore con lei ...  -.
Erano pensieri sciocchi data la situazione, ma non riusciva ad evitarseli.
Adorava quella scintilla di rabbia che brillava sul fondo di quegli occhi trasparenti.
Adorava quella donna, tutto di lei :
la sua follia, la sua intraprendenza, la sua irrequietezza, la sua sensualità celata sotto l' arroganza ...
La amava.
Non c' erano altre spiegazioni per cui potesse sopportare tutto questo oltre alla sua vita già abbastanza complicata.

Adesso doveva terminare quel discorso.
Posteggiò l' auto davanti all' entrata della depandance e prese Andrea tra le braccia, portandola fino al suo letto cercando di non svegliarla.
Nadia era ancora silenziosa mentre si accingeva a spogliarla e ad infilarle il pigiama, per poi richiamarlo accanto al letto della ragazza.
<<  Quello che stavo cercando di dire poco prima è che Bill è ancora un ragazzino ...  >>.
Tese la mano in avanti come a voler fermare il fiume di parole poco gentili che lo avrebbe travolto.
<<  Lo è, Nadia ... Che a te vada bene oppure no ... Che noi lo vogliamo oppure no ... E deve crescere, e deve sbagliare per farlo, e deve sbattere il naso e stare anche male ...  >>.
Nadia sospirò mentre si dirigeva alla cucina per prendere uno strofinaccio immacolato e una bacinella di acqua fredda dove immerse anche una generosa dose di cubetti di ghiaccio.
Si allontanò dal lavandino volgendosi verso l' uomo che l' aveva seguita.
<<  Lo so ... So che bisogna sbagliare e soffrire per crescere ... Ma gli sarei grata se riuscisse a farlo senza coinvolgere Andrea ... Lei ha già avuto la sua buona dose di errori e di sofferenze ... Ha pagato ...  >>.
Abbassò lo sguardo al pensiero del giovane uomo che la attendeva a Milano.
<<  ... E sta pagando ancora ...  >>.
<<  Credo di avere intuito la situazione che la aspetta in Italia e ti assicuro che non ho detto nulla a nessuno delle mie personali congetture ma ... E' una sua scelta, Nadia, come quella di aver deciso di accettare di lavorare per noi ... Saresti ingiusta, e lo sai, se accusassi qualcuno di averla obbligata ad accettare questo lavoro ... Tu stessa ne eri entusiasta no? E per quello che riguarda Bill ... Posso dirti che non è da un giorno che sta crescendo, ossia pagando per le sue scelte ... Lo fa da sempre ... Egoisticamente posso solo dirti che a me non dispiace affatto che, in qualche modo ancora poco chiaro a tutti noi, Andrea sia coinvolta ...  >>.
Nadia sussultò.
Non poteva credere che David stesse mettendo Bill dvanti ad Andrea, ma poi capì.
Era quello che avrebbe fatto anche lei, era quello che lei stessa desiderava.
Che quel cucciolo di fenicottero crescesse e soffrisse, se credeva, ma che lasciasse in pace Andrea.
Era stata contenta sì che Andrea accettasse quel lavoro, che si allontanasse da Milano, che finalmente sorridesse ma ...

Forse aveva un po' sottovalutato tutto il resto.

Adesso sedevano silenziosi ai lati del letto di Andrea, cambiandole la pezza bagnata sulla fronte, spesso.
La febbre sembrava essere salita.
Uno scalpiccio sospetto davanti alla porta li fece trasalire e, una volta andati ad aprire si ritrovarono davanti i quattro ragazzi, con delle espressioni stanche e tirate sui volti.
<<  Come sta?  >>.
<<  Ha la febbre ancora alta Gustav, ma sta dormendo ... Questo va abbastanza bene no?  >>.
Cercò di sorridere Nadia al ragazzo che la osservava preoccupato.
Bill si era intrufolato in camera della ragazza, aveva sfiorato il fazzoletto sulla fronte di lei, scottava.
Lo prese, lo immerse in quell' acqua gelida, rabbrividendo appena al contatto con il liquido freddo, poi lo strizzò e lo posò nuovamente sulla fronte di Andrea che si lasciò sfuggire un sospiro.

Nadia non potè fare a meno di lasciar emergere un sorriso sulle sue labbra.
Era una maledetta pertica crucca, viziata e capricciosa ma ...
Speva avere dei gesti così innocentemente gentili, tali da mandarla in confusione.
Richiamandolo con un piccolo colpo di tosse, discreto, si volse verso i ragazzi osservandoli.
<<  Siamo anche in troppi qui, sarebbe meglio che voi andaste a letto, sembrate stanchi ...  >>.
<<  Posso restare un pochino?  >>.
La voce di Bill giunse improvvisa e forse un filo infantile dalle spalle della ragazza che, senza nemmeno rendersene conto, si era ritrovata ad annuire.
<<  Daccordo, ma solo se questi altri se ne vanno a nanna ... Domattina potrete venire tutti a vedere come sta ...  >>.
I ragazzi, sebbene le loro espressioni fossero ancora abbastanza preoccupate, annuirono e si diressero in silenzio verso casa, non prima di aver avvisato Bill di andarli a chiamare, se fosse stato necessario.
Una volta soli nella sala della depandance e assicuratasi che Bill si fosse chiuso la porta della camera di Andrea alle spalle, Nadia si rivolse a David.
<<  Credo che dovresti andare anche tu ... Me la posso cavare benissimo anche da sola, adesso ... Grazie per averci accompagnate ...  >>.
L' uomo era basito.
Lo stava mandando via?
<<  Credo ... Credo che io e te non abbiamo ancora finito di parlare ...  >>.

" Io e Te" ...
Che suono meraviglioso avevano quelle tre semplici, piccole parole.
Che suono meraviglioso avevano tra le labbra di David.
Che suono meraviglioso avevano nella consapevolezza che stava parlando di loro due.
Ma Nadia si era chiesta un po' troppe volte tra sè e sè, quella sera, se le cose tra loro fossero davvero giuste come lui le aveva dipinte, come lei le aveva credute ...

<<  David ... Credo che io e te ...  >>. Deglutì a fatica.
<<  Non abbiamo più altro da dirci ... Credo ... Credo che dovremmo prenderci una lunga pausa di riflessione, sai? ... Tu hai questo tour da organizzare e io ... Credo che non appena Andrea si sarà ripresa tornerò in Italia ... Per vedere come procede il lavoro, per ... Aggiustare certi lati della mia vita che ho un po' trascurato in questi ultimi tempi ...  >>.
L' uomo la guardava senza capire.
Senza voler capire.
<<  Mi stai ... Mi stai lasciando, Nadia? ... E' questo che stai facendo? E' questo quello che vuoi? ...   >>.
<<  Qui non si tratta di quello che voglio io ...  >>.
Lo prese un po' in giro, cercando di scacciare quel senso di vuoto che la stava invadendo.
<<  Qui si tratta di fare la cosa giusta per ... Per noi ... Per tutti ... I ragazzi hanno bisogno di te, di tutte le tue energie, di tutte le tue attenzioni, soprattutto Bill ...  >>.
David spalancò gli occhi e la bocca.
<<  E' per questo? E' per la sciocca discussione che abbiamo fatto su Bill e Andrea?  >>.
Non voleva crederci, ma non stentava a farlo.
Nadia amava quella ragazza più di quanto amasse sè stessa.
<<  Non fare quella faccia David ... Quello che hai detto prima è giusto ... Devo permettere ad Andrea di sbagliare da sola, se vuole ... E finchè starò qui non potrò evitarmi di difenderla a spada tratta ogni volta che lo riterrò necessario ... Perciò è meglio che io me ne vada ... E per quello che riguarda te ... Noi ... Diciamo che non sono brava a gestire i conflitti di interesse ...  >>.
Sorrise poi si volse allontanandosi da lui.

Bill, involontariamente, chiuso nella stanza di Andrea, non aveva potuto fare a meno di sentire le parole che si erano scambiati Nadia e David.
Si stavano lasciando ed era colpa sua.
Colpa del fatto di aver mollato Andrea sul tetto da sola e fatto arrabbiare la rossa quella sera ...
Eppure non capiva cosa centrasse Andrea in tutto quello.
Avrebbe voluto uscire fuori e urlare a quella squinternata di non prendersela con David, di prendersela con lui ...
Ma sapeva, e lo sapeva anche prima di aver sentito lo scambio di battute tra i due, che David lo avrebbe comunque sempre difeso a spada tratta.
Non che gli permettesse di fare sempre quello che gli paresse ma lo difendeva sempre davanti agli altri, anche quando rasentava l' indifendibile.
Poi, una volta da soli, gli avrebbe fatto una ramanzina di un' ora e mezza, magari avrebbe mantenuto un atteggiamento freddo e distaccato per un po' ma questo non gli avrebbe impedito di difenderlo davanti a tutti gli altri.
Per questo mise a tacere la sua parte istintiva e non mosse piede da quella stanza.
-  ... Inoltre ... Tu non dovresti aver sentito quella discussione, Bill ...  -.
E poi aveva delle cose a cui pensare.
Cose alle quali aveva già pensato durante il resto del tempo che aveva passato alla festa, mentre sorrideva come un idiota, cosa che suo fratello non aveva mancato di fargli notare, a tutti coloro che gravitavano, anche solo per un istante, nel suo campo visivo.
Ripensava a quella mezz' ora passata sul tetto con Andrea, a quegli attimi che gli erano parsi perfetti, a quella sensazione di chiarezza che aveva percepito dentro di sè, sebbene fosse durata solo qualche fuggevole istante.
A quei fuochi d' artificio e all' odore di cenere e polvere da sparo che era rimasta nell' aria dopo, quando lei si era allontanata in quel modo da lui, come se sfuggisse ad una fiera, come se avesse paura di lui.
-  ... Cazzo ... Lo so che ha un ragazzo, una storia seria e tutto il resto, ma ... Mica ho fatto nulla di male ... Faceva freddo e la ho appena abbracciata ...  >>.
Giusto.
Nulla di male.

Adesso la fissava, pallida e stanca tra le lenzuola color sangue che aveva comperato solo una settimana prima, in una sessione di shopping proprio con lui, i neri capelli corvini non più lunghi come quando l' aveva conosciuta che si posavano sulla federa vermiglia ...
I tre colori risaltavano terribilmente l' uno con l' altro, ferendogli gli occhi anche nella penombra della stanza.
Anche adesso avrebbe desiderato abbracciarla ...
-  ... Ma non ho mica fatto nulla di male, no? ...  -.

L' entrata di Nadia nella stanza lo distrasse dai suoi pensieri e lo spinse ad allontanare i profondi occhi caldi d' ambra dalla ragazza stesa inerme nel letto davanti a lui ...
<<  Senti ... Vai a prendere dell' altra acqua fresca, per favore e poi ... Riposati un po' ... Andrea dorme e dovremmo farlo anche noi ...  >>.
Nadia attese che Bill, stranamente obbediente e remissivo tornasse con l' acqua, poi posizionò la salvietta fresca sulla fronte di Andrea ed infine si sedette accanto a Bill sul piccolo divanetto davanti al letto della ragazza.

Bill si torturava le mani, senza staccare lo sguardo dalla ragazza addormentata, tendendo le orecchie al suo respiro leggermente affannato.
Si sentiva maledettamente in colpa.
<<  Nadia ... Mi dispiace per prima, io ...  >>.
La rossa lo interruppe, senza voltarsi, mantenendo lo sguardo a sua volta fisso sul copriletto dell' amica, continuando a vedere solo il volto affranto di David davanti a sè.
<<  Non fa nulla, Bill ... I fuochi le sono piaciuti molto ... Volevi fare una cosa carina per lei e la hai fatta ... Ma le cose non vanno sempre come noi le avevamo progettate o ... Sperate ... Non importa ... Sapeva di non stare bene, è stata incoscente ma non è una stupida ... Avrà avuto le sue ragioni ... Io lo so ...  >>.
Finalmente spostò lo sguardo in quello mesto e attento del ragazzo al suo fianco.
Le si strinse il cuore.
Andrea aveva ragione, Bill riusciva ad apparire un fragile cucciolo a volte.
Come in quell' istante, con il senso di colpa dipinto sul bel viso tirato dalla stanchezza e dalla preoccupazione.
<<  Non è colpa tua ...  >>.

Il silenzio cadde di nuovo tra di loro.
<<  Bill ? ...  >>.
<<  ... Sì?  >>.
<<  Buon anno ...  >>.
Gli sorrise lei.

<<  ... Anche a te, Nadia ...  >>.


Ed eccoci qui ...
Capitolo di Capodanno che lascia un po' di amaro in bocca ma ... Perdonatemi ... Infondo ci sono anche dei Bei momenti, no? n______________n (me Vi sorride ruffiana... X°D!)
Nient' altro....
Spero che Vi piaccia! E adesso a Voi :


Layla : Anche tu convinta che debba mollare Fabrizio? ... O_____o'' ... ANCHE IO!!!! X°D!
Sono contenta che ti sia piaciuto il Natale in casa Kaulitz/Trumper!
Simone ... Niente da fare... Certe mamme hanno un ... Settimo senso, e con quei due cicloni, Simone si è organizzata per l' Ottavo! X°D!
n_________________________n
Eccoti il capitolo di Capodanno! Spero ti piaccia^^ E ne approfitto, per  Augurarti un Felice 2O1O!  Grazie di tutto e AUGURISSIMI!!!!

NiceGirl : Contenta di trovarti!
GRAZIE degli auguri, ne approfitto per fartene altrettqanti ed augurarti un Ottimo Anno Nuovo!
Grazie per i complimenti, spero che anche questo ti piaccia^^!
A presto^^!!!!

Cassandra : ... Ebbene, dato che il tempo stringe anche qui, cercherò di rispondere alla tua, attesa e graditissima, recensione esattamente come tu me la hai lasciata!^^
David & Nadia = A me questi due piacciono da morire assieme, e sono anche il primo rapporto che cerco di affrontare in maniera differente dal mio solito ... Chissà cosa ne uscirà fuori ... Comunque penso che tu abbia prprio preso il punto : i due vivono la rapidità dell' evolversi del loro rapporto in maniera differente e, già in questo capitolo, Nadia pare riflettere e prendere delle decisioni in proposito ... ç___ç ... Ho idea di cosa debbe succedere ma non so assolutamente come ... staremo a vedere ... T________T''
Fabrizio & Andrea = Coppia che pare essere tenuta assieme dalla paura e dalla volontà di non ammettere o capire di aver sbagliato tutto di Andrea e dall' orgoglio di maschio (assolutamente idiota T.T') di Fabrizio ... Quando lei finalmente prende, almeno parzialmente, in mano le cose ... Anche io ho fatto partire una ola solitaria per la mia Andy! n_______n
Pranzo in famiglia =  Potrei dire molte cose, ma io e Te abbiamo parlato, sai ... Quindi, cambiando necessariamente qualche cosa, di sicuro qui c'è un po' di me .... Detesto le cose "dovute" T____T''' ... La frase della mamma ... Bhè, ci voleva dopotutto, no?
Natale in casa Kaulitz/Trumper = Ho letteralmente ADORATO scrivere quella parte che è quella che forse ho curato di più (assieme all' arrivo a Berlino di Andrea, tassista annesso!) ... Io, come posso appurare anche Tu, immagino un Natale classico e tranquillo per i Gemelli, qualcosa che li riporti alla realtà, fatta di regali piccoli ma pieni di affetto, attenzione e umorismo! (Tom in mutande è stato un piccolo regalo che mi sono fatta da sola! così come le frecciatine di Andy! n__________n)
E le risposte di Bill, volte sì, come dici Tu, a difndere Andrea, ma forse in maggior modo, a proteggere ancora inconsapevolmente forse, sè stesso dall' idea di "perdere la loro interprete" ... E Simone ... mi serviva qualcuno che fosse appena un filino (X°D!) più lungimirante di Bill e di Andy (sebbene, forse... Tom ... Mhà!)
Abbraccio = Ecco qui che ho accontentato la Gemellina in questo capitolo di Capodanno, sebbene non porti a nulla di buono, alla fine Q__________Q ... Mi sa tanto che ci vorrà ancora un po' per avere un contatto un po' più "fisico" tra i nostri due baldi giovini!
Per concludere, sappi che io NON voglio la Geme sintetica (nè con le recensioni nè tantomeno con i suoi capitoli! ù.ù! ) ... Al contrario! Non smetterei mai di leggere quello che scrivi! Fosse anche la lista della spesa! X°D!
GRAZIE COME SEMPRE, PER ESSERCI, SEMPRE!
Ne approfitto per farti gli Auguri per uno scintillante 2O1O... per quello che mi riguarda, il mio si preannuncia bene, soprattutto grazie a quello che assieme abbiamo "seminato" in questo 2OO9 ... *______________________* ( e l' occhio Billoso dice tutto, anche quello che non saprei come dire!).
A presto!^^

E ALLA FINE A TUTTI QUELLI CHE HANNO INCONTRATO QUESTA STORIA ED HANNO DECISO DI SOFFERMARVISI, A CHI LA SEGUE, O LA HA INSERITA TRA I PREFERITI ...
A TUTTI VOI CHE SIETE PARTE INTEGRANTE DEL MOTIVO PER CUI SCRIVO (oltre che per "mero" piacere personale che mi regala tanto) GRAZIE ...
E SPERO DAVVERO CHE QUESTO 2O1O CHE ORAMAI CI OSSERVA DA DIETRO L' ANGOLO, PRONTO AD INIZIARE, SIA DAVVERO SPLENDIDO, PIENO DI SOGNI, SPERANZE, SODDISFAZIONI...
E CHE POSSIATE ACCOGLIERE I PICCOLI, GRANDI DOLORI CHE POTREBBERO ARRIVARE, CON UN SORRISO E LA CONSAPEVOLEZZA E LA FORTUNA DI AVERE QUALCUNO AL VOSTRO FIANCO, ESATTAMENTE COME PER ME!  *_________________________*...
GRAZIE ANCORA E AUGURI!!!!
   
 
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