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Autore: pikkola_cullen94    01/01/2010    5 recensioni
che cosa sarebbe successo se bella...abbandonata da edward decidesse di diventare un vampiro? e se dopo tre anni si riincontrassero? BETATO DA:ChucBassina
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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17 capitolo BUON ANNO!!!!!!!!!!!!SVEGLI??? BEH IO SONO NEL LETTO, A POSTARE QUESTO CAPITOLO SCRITTO GIA DA TANTO...
Eccomi di nuovo con il continuo del capitolo!! Vi ho tenuto sulle spine eh...! Prima però i ringraziamenti:

Chanellina94: Grazie mille dei complimenti...spero che continuerai a leggere la mia ff e a recensire mi piaccioni i tuoi "Papiri" hihi kiss
Hermy4ever: Grazie mille anche a te un bacio! grazie anche agli altri che hanno recensito!!! kiss
E naturalmente la mia toty che legge sempre le mie ff con tanta pazienza!!!! Grz amu!

EDWARD CULLEN
I mesi appena passati erano stati mesi...piatti. Il tempo scorreva per forza d'inerzia, veloce senza preoccuparsi, di ciò che si portava dietro. Niente. Il niente viveva dentro di lui. Vi aveva preso posto, tranquillo e pacato e lo faceva vivere di semplice routine. Erano passati ormai tre anni dall'ultima volta che i suoi occhi avevano incrociato quelli di cioccolato, ed ora aveva uno stramaledetto bisogno di lei. Lo turbava, scoprirsi così debole, sopratutto nei confronti di un umana. Ma lei non era una semplice umana, lei era la sua dolce e fragile Bella, impacciata e goffa quanto stupenda...
Tredici Marzo, un altro giorno di nubi e pioggia incessante, si presentò all'alaska. Edward Cullen smise di fissare le piccole goccie di pioggia che scorrevano lente sul vetro della stanza, si volto sentendo qualcuno arrivare, le mani nelle tasche del pantalone classico begie che aveva indossato quella mattina, accompagnato da un poullover bianco che aderiva perfetto al suo corpo scolpito. La ragazza lo fissò per qualche istante, ammaliata, come un serpente fissa il suo incantatore.
-"Edward...non pensavo di trovarti qui...mi dispiace per quella partita di scacchi di stanotte...il tempo a casa di Ambra è sembrato volare"
Ambra Coleman. Lo incurisiva quella ragazza. Non aveva mai trovavto una persona capace di trattenere Tanya a chiacchierare per così tanto tempo.
-"Qual'è il suo vero nome?" chiese improvvisamente tornando a fissare la pioggia.
-"Come?" Tanya era presa da altri pensieri,lui li ascoltò e sorrise.
-"Beh immagino che Ambra sia solo un diminutivo, o un soprannome, qual'è il suo vero nome?" ripetè. Tanya si avvicinò, ma ad Edward bastò ascoltare i suoi pensieri. /Non le ho mai chiesto molto del suo passato, pare 
turbarla molto quest'argomento, ne tantomeno le ho chiesto se quello fosse il suo vero nome...per me è Ambra e basta/lesse un grande rispetto in quei pensieri, quasi devozione. Ne rimase ancora piu sorpreso.
-"Le vuoi bene..." non era una domanda, ma solo una constatazione, Tanya annui seria. /Dal primo momento che l'ho incontrata,ho sentito un forte moto d'affetto nei suoi confronti...e poi è impossibile, non volerle bene! Tutta la sua famiglia l'adora...sospetto anche che suo fratello sia innamorato di lei..." Voltò il viso. Amore. Che parola insensata e frivola. Aveva provato tanto amore e lo provava ancora, ma non aveva portato altro che distruzione nella sua vita!
-"Beh buon per lei..." Tanya scosse la testa /L'amore non è qualcosa che rientra nei canoni di Ambra/ sorrise.
-"Troppo selvaggia?" alzò un sopracciglio Tanya parve infastidita da quelle parole, o meglio amreggiata, poi parlò.
-"No. Troppo ferita dalla crudeltà delle cose..." Gli posò una mano sulla spalla per un breve istante, e sparì su per le scale. Sospettò per qualche strano motivo, che la colpa del cattivo umore di Tanya fosse propio lui. Sapeva che le stava facendo solo del male, stando li con lei, senza poterle dare l'amore che lei desiderava. Ma aveva bisogno di cambiare aria, di vivere in un posto che non sapesse di lei. Sentì il telefono squillare, rispose senza verificare chi fosse.
-"Pronto?"
-"Ed..." una voce squillante, lo chiamò, sorrise, era la sua sorella preferita.
-"Alice. Dimmi"
-"Indovina? Ho appena avuto una visione che mi diceva che Carlisle tra poco deciderà di venir a far visita alla famiglia di Tanya e penso che a lui si unirà tutta la famiglia! Em non sta piu nella pella da qundo glielo detto" sorrise.
-"Quand'è che arrivate?"
-"Tra pochissimo, abbiamo l'aereo alle 10! per le 14 in punto siamo li da voi" Non dieide il tempo ad Edward di rispondere, staccò la chiamata. Lui sospirò, tornò ad osservare il maltempo infinito.
Piu tardi...Tanya era in piedi, affianco alla porta, lo sguardo raggiante.
-"Sei sicuro di non voler venire? E quasi un anno che non lì vedi Esme sarebbe felice che tu l'andassi a prendere all'aereoporto!" Si infilò il soprabito nero. Edward scosse la testa
-"No grazie...Esme sarà felice di vedermi ugualmente anche vedendomi qui" le sorrise mesto, Tanya perse le speranze ed afferrò la sua borsa.
-"Carmen...kate...Elezar..." sussurrò semplicemente i loro nomi. Un istante dopo, i tre appavvero al suo fianco, pronti per uscire, salutarono con un cenno Edward e partirono, diretti all'aereoporto.
Un altra giornata di ozio si  prospettava dinnanzi ad Edward, guardò il suo riflesso nella vetrata, si passò una mano fra i capelli, cercando di sistemarli. In realtà cercò di sistemare, non solo i capelli, ma tutto se stesso. Sapeva quanto facesse male ad Esme, vederlo in quello stato, si preparò ad una recita perfetta. Per prima cosa decise di andare a caccia, per far scomparire le bruciature nere da sotto gli occhi, sintomo di trascuratezza. Salì in camera, indossò il cappotto blu, per non bagnare il poullover, e veloce,uscì.
La piggia incessante, gli bagno il viso, strinse gli occhi, e si avviò verso la sua volvo scintillante.
Non aveva intenzione di restare fuori per molto, ma nonostante tutto, non riusciva a non premere il suo piede sull'accelleratore, fino ad arrivare al limite. Tutto fuori diventava pius sfocato, l'adrenalina cresceva...i suoi pensieri, non piu così presenti.
Cacciò. Poi decise di tornare a casa, dalla sua famiglia. Osservò l'orologio, era in ritardo di appena tre ore, così accellerò di nuovo.
Quando entrò in casa, tutta la famiglia era riunita nel grande salone. La prima a corregli incontro, fu Alice, come al solito sempre piu esuberante. Dopodichè, tutti i Cullen si apprestarono a salutarlo felici finalmente di rivederlo. Esme lo strense a se per quasi un minuto e lui dovette allontanarsi, per interrompere l'abbraccio.
La giornata passò lenta. Troppo lenta, per i gusti di Edward. Non faceva altro che sorridere ai suoi genitori, e nonstante avesse letto il dubbio che stesse fingendo, nei loro pensieri , continuò a farlo.
Finalmente il tempo sembrò accellelare, e prendere una strada senza curve che lo rallentassero, incominciò a scorrere veloce, fino a quando la luna non fece capolino tra la coltre di nubi. Capì che era arrivato al limite, la sua recita era durata otto ore di fila, si alzò dall'enerme divano nero, tutti lo osservarono.
-"Stasera la luna è bellissima...credo che farò propio una passeggiata"Disse sorridendo raggiante, nessuna traccia di felicità trapelava dai suoi occhi.Senza dar tempo a nessuno di controbbatere, corse fuori, deciso a fermarmi davvero lontano.


Al riparo da qualsiasi sgaurdo, finalmente si fermò.Incominciò a passeggere, il passo, quasi umano. La foresta, gli aveva sempre dato una senzazione di protezione, con i suoi alberi alti e secolari, così fragili fra le sue mani. Arrivò al limite della foresta, si fermò ad osservare il panorama, migliaia di case, negozi, edifici, raccolti tutti uno di fianco all'altro, quasi ammassati in un piccolo spazio. Gli era sempre piaciuta quella visuale, dalla collina tutto sembrava piu piccolo.
Qualcosa lo distrasse, il rombo di un auto, ancora molto lontana, qualche chilometro. Si fermò ad ascoltare, per un solo istante il dubbio che sua sorella fosse uscita a cercarlo, si infilò nei suoi pensieri. Intanto l'auto continuava ad avanzare, a scorrere veloce e silenziosa, sulla strada ghiacciata e scura, che delineava il perimetro della collina. Era troppo per un umano. Troppo alta la velocità, troppo oscurata la strada, troppo ghiaccata e piena di curve. Avanzò silenzioso, fino ad arrivare sulla strada fredda. Restò immobile ad ascoltare ogni minimo rumore, e poi...poi la vide. Veloce, agile, volare in quella notte fredda e innevata. Era un auto bianca, sportiva. Un modello, non ancora in circolazione, costosa e con un aspetto felino. Le rifiniture delle porte e del tettuccio, color oro, i vetri oscurati. Ma non gli ci volle molto, per infiltrarsi nell'abitacolo dell' auto e scorgervi chi ci fosse. Improvvisamente però tutto divenne piu lento e incredibilmente rumoroso. Percepì perfettamente i passi di un qualche animale, che correva veloce, dall'altro lato della foresta, il rombo caldo e soffuso del motore dell'auto, le leggere note che riempivano l'abitacolo, il ticchettio delle sue mani sul manubrio, a ritmo della melodia. E lei, i capelli, che riflettevano il rosso, la leggera frangia che le copriva la fronte, se lo scostò un pò dagli occhi, con un leggero movimento della testa, poi aprì il finestrino, i capelli le volarono indietro, la sentì sospirare. Vide i suoi occhi, e per uno strano scherzo del destino, se li immaginò color cioccolato. Sbattè le palpebre, al posto del cioccolato, c'era l'oro, liquido e intenso. Non seppe perchè, ma le sue labbra le osservò per ultimo. E poi ebbe la conferma, che nel suo labbro superiore, leggermente piu grande del labbro inferiore, ci fosse la chiave di tutto.
Il suo corpo non reagì, rimase lì ad osservarla, bisognoso, di averla dinuovo dinnanzi ai suoi occhi. Non è Bella! continuava a ripetersi, è troppo diversa da lei, ma per qualche strano motivo rimase lì ad osservarla, e rise, amaro triste e malinconico, quando al posto dei pensieri di quello strano vampiro, ci fosse solo il vuoto. Poi l'atmosfera tutto intornò cambiò, si voltò ad osservarla di nuovo. La sentì parlare al telefono, con un sussurro, poi l'auto accellerò di nuovo, scomparendo dietro l'ennesima curva. Edward sentì il telefono squillargli nella tasca dei pantaloni, fu seriamente tentato, di lasciarlo perdere e inseguire la ragazza....poi vide il numero, Carlisle. Rispose.
-"Carlisle?"
-"Edward, filgiolo, corri a casa, c'è un urgenza ho bisogno del tuo aiuto" Questa volta fu la preoccupazione, a dominare i suoi pensieri, nonostante tutto, però, una piccola parte di lui, non potè restistere dal pensare...Finalmente ti ho trovata...
  
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