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Autore: Cassandra    01/01/2010    4 recensioni
Studi per una futura fic. In questo caso, analizzo Merlino durante il suo primo periodo a Camelot (o almeno ci provo).
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
- Questa storia fa parte della serie 'What if ...'
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Riflessioni


Ti passi la mano fra i corti capelli neri mentre tenti di regolarizzare il respiro. Per qualche istante, gli occhi azzurri guizzano da un lato all'altro della stanza adattandosi all'oscurità.

Per un lungo attimo, non riesci a ricordare dove ti trovi. Hai bisogno di qualche minuto per ricordarti che non vivi più ad Eldor ma a Camelot, la deliziosa città dove tua madre ha deciso di spedirti per proteggerti da sé stesso e dalle amorevoli cure dei tuoi compaesani. Vorresti poter dire che il loro astio è immotivato, ma in realtà comprendi le loro ragioni. In te c'è sempre stato qualcosa di strano, qualcosa che ti impedisce di essere come loro per quanto ci provi. Persino tua madre, per quanto non lo ammetterebbe mai, teme i tuoi poteri perchè tu, a differenza di qualsiasi altro essere umano, non hai mai avuto necessità di studiare la magia. Per te fare incantesimi e spostare gli oggetti con il pensiero non è molto diverso dal respirare.

Scherzo della natura ... mostro ... figlio del demonio …

Quante volte ti hanno apostrofato con questi titoli o hanno preteso di vedere il tuo ombelico per assicurarsi che non fossi il diavolo?

Quante volte se la sono presa con tua madre per aver accolto quel bambino abbandonato accanto al vecchio pozzo? Lei, vedova, senza nulla, un'estranea che si vociferava essere una nobildonna ripudiata dalla sua stessa famiglia.

No, anche se Unith ti manca terribilmente e, contro il buonsenso si ostina a chiamarti figlio, è meglio per lei non averti fra i piedi. Forse, se tu riuscissi a vivere senza usare la magia, potresti tornare a Eldor, vivere tranquillamente con lei e con il tuo unico amico, Will.

Sospiri, tristemente consapevole che non ci riuscirai mai. Non l'ammetteresti con nessuno comprendendo che tua madre e Gaius si spaventerebbero ancora di più sapendo quante volte hai tentato di comportarti come una persona 'normale'. All'inizio sembra funzionare ma dopo pochi giorni senza magia inizi a sentirti incompleto ... il tuo potere preme dall'interno del suo corpo, ruggisce sempre più forte finché non esce autonomamente, normalmente davanti a un folto pubblico o mettendo in pericolo quanti ti stanno accanto.

No, meglio che nonostante i divieti di Gaius continui a usare la magia di nascosto d'altronde, cosa sei senza i tuoi poteri? Solo una nullità, un individuo senza uno scopo di cui ben pochi sentirebbero la mancanza.

Guardi nuovamente fuori dalla finestra rendendosi conto che manca poco all'alba: tanto vale alzarsi ed affrontare l'ennesima giornata come servo di quell'asino sbruffone di Artù.

Con movimenti rassegnati, inizi a dedicarti al tuo suo sport mattutino: la caccia agli abiti che ogni sera, immancabilmente sparpagli per la stanza.



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