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Autore: chaplin    02/01/2010    7 recensioni
Quello era Paul McCartney, sicuro!
Carly Spencer e' una fan degli anni Sessanta e Ottanta - e soprattutto dei Beatles - che vive nel ventunesimo secolo, in mezzo alle mode che governano la mente della generazione degli anni Zero (i pantaloni aderenti, i soliti cantanti di MTV, etc). Il suo personale sogno di poter vedere tutti e quattro i Beatles uniti e' un sogno che, ovviamente, non si avverera' mai (almeno nella sua attuale vita). Ma un giorno... La mia prima fic sui Beatles, spero vi piaccia :D
Genere: Generale, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, George Harrison, John Lennon , Paul McCartney , Ringo Starr
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Rubber Soul.'
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1 gennaio 2010 – ore 12:05
Capodanno. La sera precedente, il bimbetto tredicenne della 15b aveva sparato dei botti per strada con i propri amichetti, causando gravi danni ai poveri timpani del nostalgico Sam Spencer. Bimbi immaturi dallo spirito distruttivo, diceva lui.
Intanto, Carly aveva passato il capodanno meno scatenato di tutta la sua vita: uno spumante stappato e il dvd di Evan Almighty* con Morgan Freeman e Steve Carell. Quando il figlio del protagonista nomino' John Lennon, a lei prese un colpo. E da quel momento inizio' a chiedersi cosa stavano facendo Jane e socie, quindi sarebbe andata a trovarle il giorno dopo. Quindi, armata di pollo avanzato, suono' al campanello della casa 14b – senza spaventarsi alla voce di Bono, ormai c'era abituata.
Rispose un George sorridente e pulitino, che stranamente era piu' lucido di lei.
“Hey, Carly!”
“Ehila'.. Buon anno nuovo!”
“Grazie, anche a te...” poi senti' un'odore invitante, “Cos'e` quello?”
“Un regalo da me, mamma Jo e papa' Sammy!” e arrossi'.
George sorrise: “Grazie.. troppo gentili,” poi, arrossendo, “Ehm.. ti farei entrare, ma la casa e' ridotta maluccio!”
“Oh, non m'importa!” esclamo' Carly, “sicuramente la mia stanza e' ridotta peggio.”
“Impossibile,” e ridacchio', facendola entrare in casa.
Mah.. Accettabile. Nell'aria c'era puzza di alcool, una maglietta era malamente appesa sul lampadario. Nel salotto c'erano vestiti e calze qua e la, Ringo dormiva sul divano con la bocca aperta, mentre John stava seduto in un angolo, con la testa china, addormentato pure lui. I muri erano bagnati e ancora gocciolavano.
In confronto, la mia stanza e' il paradiso in terra, disse tra se e se Carly, annuendo a vuoto.
“Errh... che (cazz..) avete fatto, ieri sera?!”
“Diciamo.. un po' di tutto,” disse George, facendole l'occhiolino.
“Paul ha deciso di iniziare la dieta. John si e' fatto degli strani programmi ambientalistici, quindi da domani non utilizzeremo piu' sacchetti di plastica..” un sospiro, “Il professore ha dormito da noi, ieri sera ha spruzzato birra dappertutto, con l'idrante.”
Carly fece una faccia seriamente disorientata, mentre George rideva, tranquillo. Per terra giaceva il famoso idrante, che perdeva ancora, lasciando una pozzanghera.
Carly sospiro'.
“E dov'e` Paul?”
Ecco, in questo caso, avrebbe voluto/dovuto tapparsi la bocca. Lei arrossi' violentemente.
“C-cioe'! Non l'ho ancora visto... Q-quindi...”
George la scruto' con malizia. Ma a che sta a pensare, questo?!
“Dorme anche lui, ma nel cesso. Ieri e' stata una serata strana.” e, cosi' dicendo, apri' la porta del cesso, scoprendo un McCartney addormentato seduto sul coperchio del water e la testa appoggiata sul muro a destra. Aveva solo i jeans addosso, cosa che faceva pensare al fatto che forse la maglietta appesa sul lampadario era sua.
A Carly vennero seri dubbi, ma prima di quelli, ebbe un attacco di svenimento alla vista del suo “idolo” che dormiva dentro il cesso.
“Ehm... Carly?”
La voce di George la sveglio' dallo strano sogno ad occhi aperti. Lui sventolava la mano davanti al suo naso.
“Puoi aiutarmi a pulire la casa, per favore? Non credo che posso farcela, da solo.”
“C-certo! Anche se, secondo me, dobbiamo spostare.. Paul.. dal bagno.”
Cesso,” la corresse lui, “Comunque li' si sta benissimo, non sai quante volte ci ho dormito la' dentro.. profumiamo questa stanza con l'Arbre Magique – a questa dichiarazione, Carly storse il naso – ma alla fine non serve molto, tanto noi caghiamo nel bagno di sopra, nella stanza di Paul.”
E, mentre parlava, George l'aveva condotta in salotto, risistemando l'idrante in un angolo morto e togliendo la buccia di banana dal televisore. Carly lancio' una prima occhiata verso Ringo, poi verso John.
“Non dovremmo spostare almeno lui? Quell'angolo non sembra molto comodo...”
George si gratto' la testa, “In effetti... okay, ma prima sveglialo.”
Carly annui' e si avvicino' a John, un po' intimorita. Sembrava che dormisse in pace, non voleva disturbarlo. Quindi, cerco' di non toccarlo in alcun modo, voleva svegliarlo con delicatezza.. insomma, delicatezza, si'.
“Psst!”
“Mmh..” mugugno', “Ti prego, non svegliarmi.. no, non scuotermi, lasciami dove sono...”
Carly alzo' gli occhi al cielo. Ecco, ora persino canticchiava.
“SVEGLIA!” urlo' lei, mollandogli una leggera botta sulla testa.
“AHIA! Male...” sai che male, ti ho solo sfiorato... “okay, okay.. mi sveglio.. mamma.”
Carly alzo' un sopracciglio. Mamma?!
“No, accidenti, non sono tua mamma! Sono Carly! Carly Spencer!” urlo'.
John apri' lentamente gli occhi, richiudendoli appena vide la luce dietro la figura di lei. Poi sorrise.
“Ah.. scusa...” poi il sorriso si trasformo' in una smorfia triste, “Sai.. mi manca.”
“C-chi... ti manca?” chiese Carly, abbassando un po' il tono. Pensava di averlo spaventato.
“...mia mamma.” disse ancora, John, mantenendo una voce da bambino. Carly si morse il labbro, oh mio dio, ora che faccio?
“Oh... non lo sapevo...” in effetti si era dimenticata che Lennon aveva perso la madre, “ehm.. mi dispiace..?” mormoro' lei.
“Mi vuoi.. abbracciare?” chiese ancora John, sempre con gli occhi chiusi. Stavolta Carly fu certa di vedere una lacrima.
Carly si guardo' alle spalle, tutta rossa. George stava raccogliendo i rifiuti in un sacchetto nero e non si era accorto di niente, perche' si era messo ad ascoltare musica con le cuffie. Allora sospiro' e lo strinse a se, e lui fece lo stesso, singhiozzando.
In quel momento, mentre George fischiettava scuotendo la spalla di Ringo, John, sempre con gli occhi chiusi, allontano' Carly da se per poi avvicinarsi al suo viso. Carly divenne rossa, anche piu' rossa di prima. Oddio oddio oddio! Che mi vuole fare?!
La bacio' sulla bocca.
Carly, dapprima, rischio' la morte seria. Cerco' di allontanarlo da se, spingendolo, ma alla fine si arrese e lo lascio' fare. Si sarebbe staccata appena lui si sarebbe stancato.
Non aveva mai visto John Lennon in quello stato, con i capelli appiccicati sul viso e gli occhi gonfi. Inoltre doveva ammettere che non era cosi' male fare...
In quel momento arrivo' Paul, con le mani gocciolanti.
“Geo, hai un asciugamano? Devo...”
Non riusci' a finire la frase perche' li vide. E non fu affatto una bella sorpresa.
Carly si volto', spalancando gli occhi dallo spavento. Paul la osservava, con la maglietta di nuovo addosso e con la faccia apparentemente spaesata. Carly gli rivolse un sorriso sforzato e, lasciando il pollo avanzato per terra, scappo' via.
“Hai finito di svegliare John, Carly?... Carly?”
George si tolse le cuffie e si accorse che la ragazzina era scomparsa.
“Paul, hai visto Carly, per caso?” chiese al bassista che era appena arrivato in camera, spegnendo il lettore MP3.
“Non l'ho vista passare.. comunque, hai un asciugamano? Devo asciugarmi le mani.” disse Paul.
George fece spallucce e ando' a prendere un panno in cucina.


Dopo una mezz'ora, John sbadiglio' e si mise a stiracchiarsi per svegliarsi.
Dalla cucina usciva un odore incalzante al risveglio, Paul era seduto sul divano, scrivendo sul quadernetto.
“Ehi, che scrivi sul tuo diario segreto, amica mia?”
Paul, in tutta risposta, gli lancio' addosso un cuscino e gli mostro' la lingua.
John rise, stropicciandosi gli occhi.
“Non ti sarai offeso mica?”
“Stai tranquillo... pensi che mi offenderei?”
“Uhm, sinceramente parlando...”
Quel giorno, i cuscini volavano tutti in direzione di John.
“Accidenti, calmati giovanotto! Sei un po' nervosetto oggi, eh!”
“E tu modera i termini, bella addormentata.” disse, acido, “Potevi svegliarti prima.”
John lo ignoro' e fece un sonoro sbadiglio.
“Un attimo,” e si succhio' il labbro inferiore, “le mie labbra sanno di burro cacao.”
Paul sghignazzo', “Chi e' la femminuccia, ora?”
“Non mi metto il burro cacao, imbecille.” disse lui, e si alzo', barcollante, “Devo aver baciato qualcuno.”
Paul si volto' verso di lui di colpo.
“Spero solo che non sia tu.” disse lui, guardando Paul con gli occhi socchiusi.
“Ti piacerebbe... Non ti ho.. baciato, scordatelo!” esclamo' Paul, e fece il broncio.
Due risatine arrivarono dalla cucina; se avrebbe potuto, Paul avrebbe lanciato un cuscino al chitarrista e al professore.
Il ritornello di With or Without You fece prendere un colpo a Paul: il campanello.
“John, sei un idiota. Cambia il tono del campanello nel normalissimo rumore di un campanello!”
“Ma cosi' non c'e` divertimento, Paulie,” disse John, tirandogli la guancia, “ora vado ad aprire.”
Quando John apri' la porta, riacquisto' lucidita' - ma rimase anche scioccato - vedendo una ragazza sfrecciare spedita verso l'interno della casa.
“Fanciulla! Chiedi prima di entrare!” strillacchio' John.
Ringo, in cucina, indietreggio' con la sedia. Stavolta era pronto per prendersele.
“Richard,” oh oh. Quando lo chiamava cosi' c'era seriamente da preoccuparsi, “Mi sta bene se mi hai mollata da sola come una scema nella notte di Capodanno.. ho guardato quel film con Penelope Cruz e Tom Cruise. Pero' il primo giorno dell'anno, penso lo dovresti passare con la famiglia.. non credi?”
Ringo era teso, pronto per lo schiaffo che non arrivava. Meg lo guardava mordendosi il labbro, con l'eye-liner sbavato. Non parlava con rabbia, solo con rancore.
“Mi sono sentita una merda, Ritchie.” continuo', trattenendo “Ero li' come un'allocca a guardarmi attorno, Guy e' in vacanza e non so il numero di telefono della sua casa in Svizzera, non avevo un fico secco da fare.”
“Mi.. mi dispiace...”
“Ora ti vedo in questa topaia a passare il primo giorno del decennio con dei cretini. Noto proprio il tuo rispetto verso di me.”
“Meggie, pensavo fossi arrabbiata con me, non volevo litigare..” inizio' Ringo.
“Trovati una scusa migliore, questa non funziona” disse Meghan, offesa, e chiuse il discorso, andandosene via come era entrata.
Ringo si tiro' uno schiaffo sulla fronte. Ecco, ora e' arrabbiata davvero.
John avrebbe voluto urlarle qualcosa dietro, ma vedendo che piangeva, rinuncio'.





*: titolo originale di Un'impresa da Dio, per chi non sapesse :D io NON sapevo: l'ho trovato su wikipedia XDD

Ed ecco un nuovo capitolo con varie (inutili) citazioni di attori/film XD
Non mi sono dilungata molto, ma e' un capitolo semi-utile alla trama (finalmente!)... Spero vi sia piaciuto :D
“Ti prego non svegliarmi.. no, non scuotermi, lasciami dove sono...” ← eehm.. XD
Ora la smetto e ringrazio chi recensisce e chi legge!

Marty_youchy: eh no eh, non se fa XDDD pero', personalmente, anche a me l'idea piace.. XD

Zazar90: gia', ma a me piacciono un po' tutti di quelli che ho sentito di loro *_* l'idea dello spazzolino non e' propriamente mia, ammetto XD e pure io stimo il padre -gh-

The Night Before 1965: eh gia', a Paul tutto si perdona (asd).. Sono felice che il padre sia piaciuto *__* e buon anno!

ovviamente buon anno a tutti (che ripeto in continuazione, anche nel capitolo precedente XD) e.. basta, penso o_o
  
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