Bienvenus
au Moulin Rouge!
Capitolo
VII
Il gelo
totale si venne a creare nella sala, tutti in trepidante attesa. Volevano
sapere come avrebbero reagito i due “capi” di Grifondoro e Serpeverde, ma alla
fine nessuno si stupì delle proteste da parte del principe delle serpi.
Neanche la
Grifondoro era particolarmente entusiasta, ma di fronte ad un ordine da parte
di quella che era a tutti gli effetti la sua professoressa preferita, non poté
fare altro che salire sul palco e spazientita aspettare che il suo compagno si
decidesse ad imitarla.
“Mi
dispiace professoressa, ma non sono ancora riuscito a prepararmi su quella
canzone. Non posso cantare oggi!” disse con tutta la sfacciataggine e il sangue
freddo tipico dei Malfoy.
“Oh
davvero signor Malfoy? Beh allora la imparerà insieme a tutti i nomi
dell’archivio del signor Gazza...” la velata minaccia della
professoressa di passare ore e ore a riordinare un archivio umido e puzzolente,
in compagnia dell’inquietante e insopportabile custode, con tanto di gatta, sembrò
risvegliare Draco che sbuffando si avviò verso il palco con riluttanza, dove
Hermione lo aspettava con un ghigno di soddisfazione stampato sul viso.
“Ci hai
provato Malfoy...” gli sussurrò lei, non tentando neanche di nascondere il tono
soddisfatto della sua voce.
“Sta
zitta mezzosangue!” ringhiò il biondo, mentre lei continuava a sorridere
tranquilla e quanto mai compiaciuta della figura fatta dal Serpeverde.
Dopo un
primo momento di ilarità e scompiglio tra le file di compagni presenti per lo
spettacolo la professoressa fece un cenno agli alunni sul palco e Hermione fece
un respiro profondo concentrandosi sulla canzone che stava per cantare.
“basta!”
il richiamo riportò l’intera sala all’ordine “preparatevi!” e con quell’ultimo
ordine si diresse verso il grammofono in un angolo dell’aula, facendo partire
la musica.
Un
insistente bussare alla porta, fece bloccare la musica dopo poche note.
I ragazzi
videro comparire la testa del professor Vitious, che guardava l’insegnate di
trasfigurazione con aria quasi costernata.
“Perdona
la mia intrusione Minerva, ma Albus desidera vederti il prima possibile nel suo
ufficio!” disse con voce alta e sicura nonostante la sua espressione e
soprattutto la sua stazza.
La
McGranitt non disse nulla, si limitò ad annuire per poi lanciare un’occhiata di
ammonimento ai ragazzi e seguire il collega fuori dalla stanza.
“Bene io
me ne vado!” il biondo con le mani in tasca si voltò e si diresse tranquillo
verso le quinte per scendere dal palco.
“Malfoy!
Atten…” ma Hermione non riuscì a finire la frase che il biondino era già
sparito.
La
ragazza allarmata si avvicinò al punto dove Draco era scomparso e, guardando in
basso, lo trovò a tenersi la testa, dolorante.
”Malfoy
tutto bene? Ti sei fatto male? Stavo per avvertirti della botola ma non ho
fatto in tempo, mi dispiace… fatti aiutare!” dalla voce della riccia traspariva
una nota di preoccupazione e anche nei suoi occhi Draco poté leggere un senso
d’ansia e d’apprensione. Rimase senza parole per un attimo… la Granger era
seriamente preoccupata per lui? Solo Blaise, Pansy e… e sua madre si
preoccupavano per lui… che diavolo le prendeva?! Si riscosse dai suoi pensieri
e lanciandole un’occhiataccia, le rispose per le rime, ignorando palesemente la
gentilezza della Grifondoro.
“Sto bene
Granger! E comunque potevi anche avvertirmi! L’hai fatto apposta ammettilo!”
disse il biondo tirandosi su, da solo, sedendosi sul palco.
Lo
sguardo di Hermione si indurì, diventando freddo e distaccato.
“Io ho
provato ad avvertirti Malfoy, ma tu come al solito hai fatto di testa tua,
arrogante Serpeverde dei miei stivali!”
La
ragazza inviperita, girò i tacchi, raggiungendo il proscenio dove si sedette
con le braccia incrociate.
“Si è
fatto male?” chiese Blaise avvicinandosi a lei, consapevole che se fosse andato
dal biondo ci avrebbe guadagnato solo una rispostaccia.
“No...”
rispose funerea “Purtroppo!” aggiunse subito dopo lanciando occhiatacce a
destra e a manca. “Il suo regal fondoschiena non ha subito alcuno danno! Come
la sua ineguagliabile educazione!” continuò con acidità la riccia.
“Non lo
sopporto Blaise! Io mi preoccupo per lui e lui che fa? Mi tratta come una pezza
da piedi! Lo odio, quel borioso arrogante, furetto!”
“Granger
come sempre sei gentile e simpatica nei miei confronti!” disse il biondo
sedendosi accanto alla Grifondoro che lo fulminò con lo sguardo, girandosi
verso il moro Serpeverde con il chiaro intento di ignorarlo.
Ma non
resistette alla tentazione di togliergli quel fastidioso ghignò dalle labbra e
rispose a tono.
“Malfoy
io mi comporto di conseguenza alle tue azioni… sei tu che sei sempre maleducato
e sgradevole… anche quando ti offro il mio aiuto!”
“Oh
aiutarmi, certo! Come potrei accettare il tuo aiuto? Sei una mezzosangue
dopotutto…” Draco aveva risposto con tono scherzoso, il più scherzoso possibile
mantenendo comunque la sua proverbiale alterigia, ma guardando Hermione negli
occhi vide un’ombra scura attraversare i suoi occhi, segno che non aveva colto
quella vena, seppur sottile, di ilarità, presente nel suo tono di voce.
In quel
momento entrò trafelata la McGranitt, facendolo girare di scatto.
“Su
forza! Non perdiamo altro tempo! Voi due sul palco, Come What May!” esclamò
indicandoli.
Hermione
si alzò imitata subito dopo dal biondo, mentre Blaise lasciava il palco il più
silenziosamente e discretamente possibile.
Il
biondo, mentre si metteva in posizione, la sentì aggiungere a bassa voce.
“Hai
ragione, come potresti accettare l’aiuto di una mezzosangue? E io che mi
preoccupo pure!” e con lo sguardo basso la vide raggiungere il centro del
palco.
Si
accorse solo dopo del tono leggermente dispiaciuto della Grifondoro e
probabilmente se ne accorse anche Blaise, dedusse Draco, dallo sguardo minaccioso
che gli aveva rivolto.
Raggiunse
la riccia al centro del palco, sistemandosi proprio davanti a lei, che, notò
con stupore Draco, continuava a sfuggire al suo sguardo. Non fece in tempo a
dirle nulla che la musica partì.
Never knew I could feel like this…
‘Ok forse
mi dispiace... forse. Però lo faccio sempre… la chiamo in continuazione
mezzosangue… perché deve prendersela? E poi perché si preoccupa per me? Chi
diavolo gliel’ha chiesto? Ok che mi ha fatto piacere che si sia preoccupata ma…
dannazione! Non faccio che prenderla in giro e lei mi aiuta?! Centro che chi la
capisce è bravo!’
Season may change… winter to sprign,
But I love you...
Till the end of time...
‘Mi viene
da ridere! Io che canto canzoni d’amore alla Granger!! Veramente buffo, io che
non mi sono mi innamorato, io che non conosco neanche il significato della
parola amore! Al massimo potrebbe farlo Blaise…’
Continuarono
a cantare, guardandosi negli occhi, senza in realtà vedersi veramente, persi
com’erano, ognuno nei propri pensieri.
Il
Serpeverde si accorse che la riccia cantava meccanicamente, quasi priva di
emozioni, quando, pochi giorni prima aveva dimostrato di saper esternare bene i
suoi sentimenti.
‘Bah…
certo che la Granger è proprio strana!’
˜– s —™
Due
giorni e ancora non riuscita a farsi passare il dispiacere per al rispostaccia
di quel Serpeverde inutile!
Ogni qual
volta i loro due gruppi si incontravano Hermione cercava di cambiare strada,
lasciando perplessi tutti i suoi compagni.
E la situazione
non era diversa neanche per il principe di Serpeverde.
I
continui sguardi Blaise avevano il potere di farlo spazientire e irritare come
non mai, e l’incessante fastidio che sentiva poco sopra la bocca dello stomaco
non era d’aiuto.
“È solo
il tuo senso di colpa che si fa sentire Draco, non stai per morire tranquillo.
Basterà chiedere scusa a quella santa donna di Hermione!” diceva il suo
presunto migliore amico, facendo arrivare al sua pazienza a livelli
esorbitantemente alti.
Fino a
quel giorno Grifondoro e Serpeverde non avevano avuto lezioni in comune, e
l’imminente ora di trasfigurazione stava per vedere le due classi del settimo
anno verde-argento e rosso-oro nella stessa stanza.
Quando
Draco entrò nel regno della McGranitt vi trovò già seduta, al primo banco
Hermione, affiancata da Lavanda Brown che imperterrita ciarlava delle cose più
futili, nonostante la Granger si dimostrasse disinteressata all’argomento.
Fece per
mettersi al suo solito posto, all’ultimo banco, vicino alla finestra, quando
uno strattone lo costrinse a continuare fino al secondo banco, proprio dietro
la riccia Grifondoro.
L’artefice
di tutto ciò? Ovviamente Blaise che con finta aria impegnata, rovistava nella
sua borsa dei libri, alla ricerca di solo Merlino sa cosa.
Hermione
impegnata com’era a ignorare Lavanda e a ripassare la lezione del giorno, non
si accorse del biondino che continuava a fissarle la nuca indeciso se sperare
che si girasse e si accorgesse di lui, o che la sua presenza passasse
inosservata per il resto delle due ore.
Alla fine
mandò al diavolo la sua decisione e si concentrò in un ripasso riparatore
dell’ultimo minuto.
Preso
com’era stato a pensare a quella dannata Mezzosangue, il giorno prima non era
riuscito a studiare neanche una riga delle pagine assegnate dalla McGranitt.
Quando
quest’ultima entrò, la Granger si voltò a salutarla con un sorriso, alzandosi
in piedi, come tutti, e nel girarsi si trovò faccia a faccia con un certo
biondino di sua conoscenza che con tutta la nonchalance possibile, evitò il suo
sguardo, mentre il tarlo che aveva preso la residenza nel suo stomaco, si
impegnava ancora di più per dargli fastidio e far sentire al sua presenza.
Com’era
possibile una situazione del genere? Diamine lui era Draco Malfoy, nessuno
poteva alterare il suo stato d’animo senza il suo permesso, e la Granger, ne
era sicuro, non lo aveva avuto.
Due
estenuanti ore dopo gli alunni di settimo di Grifondoro e Serpeverde si
trascinavano fuori dall’aula di trasfigurazione finalmente liberi di tirare un
sospiro di sollievo, dato che le lezioni per quel girono erano finalmente
finite.
L’unica
che, come al solito, si tratteneva ancora in classe, chiedendo gli ultimi
chiarimenti alla professoressa, era Hermione, inconsapevole della lunga attesa
che stavano sopportando i suoi amici, e non.
Con la
scusa di aspettare Blaise, che aspettava Hermione, Draco si trattenne più del
dovuto fuori l’aula di trasfigurazione, impaziente di poterle rivolgere la
parola, anche solo per insultarla.
Non
sapeva spiegarsi il modo in cui stava ragionando in quell’ultimo periodo. Aveva
sviluppato una sorta di radar per la Grifondoro che gliela faceva individuare
anche in mezzo a tutti gli studenti della scuola. E quando la trovava,
cominciava a comportarsi più odiosamente del solito. Se n’era accorto anche
lui, da quando aspettava la gente, no non la gente, si corresse mentalmente, da
quando aspettava Hermione fuori da un’aula per venti minuti solo per
ricordarle quanto lo infastidisse respirare al sua stessa aria?
Quando la
ragazza uscì lo trovò lì, accanto al suo migliore amico, con un’aria
corrucciata, pensierosa, come di chi si sta rendendo conto, per la prima volta,
che l’acqua è bagnata.
Cercò di
ignorarlo, per quanto si possa ignorare Draco Malfoy, quando lui le rivolse una
delle solite battutine, rispondendogli a tono, senza trattenersi più di tanto,
raggiungendo a passo svelto Harry e Ron, in compagnia di Michael Corner,
lasciandolo con la rispostaccia a metà, per nulla soddisfatto di quello
scontro.
Blaise la
raggiunse e nel farlo gli rivolse uno sguardo pieno di dispiacere, come se lui
sapesse cosa lo tormentava, mentre lui non era capace neanche di capire che era
tormentato.
Ignorò il
suo migliore amico, ignorò la battutina “cattiva”, e tra virgolette perché la Donnola
non era mentalmente capace di una battutina tagliente, tantomeno cattiva, e
ignorò anche, sebbene con uno sforzo maggiore, il braccio di quel Corner sulle
spalle della riccia, per dirigersi a passo svelto verso i suoi dormitori, verso
la sua camera di caposcuola, pronto ad insonorizzarlo e sfogare, con qualche Schiantesimo,
la rabbia e frustrazione che sentiva dentro. Che poi, perché diavolo sentiva
rabbia e frustrazione?!
“Hermione
finalmente! Perché ci hai messo tanto?” chiese Ron con un tono quanto mai sollevato.
“Non
avevo capito un paio di passaggi, e me li sono fatti rispiegare dalla
professoressa McGranitt… ma voi? Come mai siete ancora qui?”
“Michael
ci doveva parlare e tra una chiacchiera e l’altra siamo ancora qui!” rispose
sorridete Harry, dando una pacca sulla spalla al Corvonero.
“Oh
scusate non sapevo mi steste aspettando, andiamo dai, che ho fame e il libri
pesano più del solito!” esclamò ignorando lo sguardo di fuoco che sentiva sulla
schiena, mentre Michael le metteva un braccio sopra le spalle.
Che poi…
chi diavolo poteva guardarla con così tanta intensità? E poi… perché?
Arrivati
alla torre, i tre Grifondoro fecero accomodare il compagno nella sala comune,
buttando malamente in un angolo le borse strapiene di libri.
“Vuoi
qualcosa da bere Michael?” chiese gentile Ron mentre prendeva una burrobirra da
un piccolo frigorifero, sapientemente incantato per poter funzionare anche
all’interno di Hogwarts.
“E
quello?” chiese stupito il moro.
“Oh… Fred
e George l’hanno portato qui una volta per farsi spiegare da Hermione come
funzionasse e ce l’hanno lasciato dato che era troppo piccolo e a loro serviva
molto più grande, e la nostra cara Hermione l’ha modificato. Quando la
McGranitt viene a controllare che non ci siano alcolici in sala comune basta
mettere tutto qui dentro e renderlo invisibile, dato che è un oggetto babbano
all’esterno, non reagisce all’Accio della professoressa! Finora non ci ha mai
beccati!” spiegò tranquillo Harry, passandogli una bibita fredda al punto
giusto.
“Non è
geniale?! È stata tutta un’idea di ‘Mione!” esclamò il rosso scompigliandole i
capelli e sorridendo.
“È
meraviglioso! Me ne procurerò uno per la nostra sala comune, e tu Hermione mi
dovrai assolutamente spiegare come hai fatto! Lo voglio anch’io!”
“Certo
Michael, ma non so dove troverai un frigorifero! Sai è un oggetto babbano e non
so fino a che punto tu…” lasciò la frase in sospeso. Corner era un purosangue,
non gli interessavano al superiorità del sangue o roba simile, ma non era neanche
un appassionato di babbanologia!
“Tranquilla
Hermione, ho le mie fonti, io!” rispose con un sorrisetto misterioso e un
occhiolino che la fecero ridere.
“Cosa
dovevi dirci Michael?” chiese dopo qualche altra chiacchiera il rosso,
ricordandogli il motivo per cui era lì.
“oh già,
quasi dimenticavo!” esclamò battendosi una mano sulla fronte “questa sera
abbiamo organizzato una festa nella nostra sala comune, abbiamo già preparato
tutto, è veramente impossibile che i professori ci scoprano! Abbiamo invitato
praticamente tutti! Cioè no, non tutti, possono entrare solo quelli del settimo
anno, ma verranno studenti di tutte le case, Serpeverde e tasso rosso
comprese!” spiegò emozionato, abbassando al voce vedendo un primino avvicinarsi
a loro.
“Come
farà tutta quella gente a entrare in una sala comune?” chiese stupito il rosso.
“Mai
sottovalutare un Corvonero!” rispose enigmatico Corner sorridendo. “verrete
vero”? chiese ancora speranzoso.
“Ma certo
Michael, a che ora dobbiamo essere lì?” parlò entusiasta al riccia, stupendolo
non poco. Fino all’anno prima, al primo sentore di festa, l’attuale caposcuola
correva a riferirlo a chi di dovere, e ora non si preoccupava neanche di
protestare un po’?
Cercando
di dissimulare la sorpresa per le parole della riccia, spiegò loro il metodo di
arrivo che avevano studiato per non destare sospetti, per poi ricevere la
conferma della loro presenza.
“Allora
ci si vede sta sera!” salutò uscendo dal ritratto della signora grassa che
protestava per l’interruzione del suo solito riposino pomeridiano.
Ricordi
il nostro patto? Per domani abbiamo venti centimetri sulla pozione Polisucco!
Sto già impazzendo all’idea! T.T
Riva
est del Lago Nero, ore 18. Ti aspetto lì!
Harry
‘Oh
cavolo… e ora che scusa mi invento??? Diamine non posso andare da lui… sono
fritta, sa la nostra parola d’ordine quell’idiota di Blaise gliel’ha detta
l’altra sera per farlo entrare a bere qualcosa, quindi non ci metterà nulla a
venirmi a cercare. Cazzo e adesso? Che faccio?’
Questi
tranquilli pensieri affollavano la mente di una Serpeverde a caso, quanto mai
preoccupata per l’imminente incontro con il salvatore del mondo magico.
“Pansy?
Tutto ok? Sei pallida!” esclamò preoccupato Zabini, accovacciandosi davanti a
lei per poterla guardare negli occhi.
“No,
Blaise non sto per niente bene!!” esclamò con voce acuta, cercando di
regolarizzare il respiro.
“Vuoi che
ti porti da Madama Chips? Forse è meglio, dai andiamo appoggiati a me se non ce
al fai a camminare...” l’espressione sicura del moro la fece preoccupare ancora
di più. Se l’avesse portata da madama Chips lei non sarebbe potuta andare da
Harry!
“No, no
Blaise, tranquillo, è solo un calo di zuccheri improvviso, ora vado nelle
cucine e mi faccio dare una cioccolata calda, poi vado a fare pozioni…” spiegò
cercando di essere il più convincente possibile.
Conosceva
il suo compagno e amico, quando si intestardiva su qualcosa, non c’era verso di
smuoverlo.
“Sei
sicura?” le chiese dubbioso, scrutando attentamente i suoi occhi e il viso.
“Si
Blaise, non ti preoccupare per me, vai all’allenamento!” esclamò sforzandosi di
sorridergli, per avvalorare la sua tesi.
Lei stava
bene, almeno fisicamente, perché mentalmente… tutto un altro paio di maniche.
Il suo
cervello ancora non riusciva a crederci, e il suo cuore era ormai partito per
la tangente.
Lei,
Pansy Parkinson, figlia di uno spietato Mangiamorte, traditrice del suo sangue,
e membro dell’ordine della fenice, aveva uno pseudo appuntamento con Harry
Potter!!
E poco
importava che fosse il salvatore del mondo magico, coraggioso e orgoglioso, con
tanto di bel fisico, aggiunse il suo lato più materialista, era stata la sua
dolcezza e gentilezza ad averla conquistata.
Una delle
cose che più aveva temuto, infatti, era stata quella di non essere accettata
nell’ordine della fenice, e in effetti molti, anche tra quelli più adulti,
soprattutto loro, li avevano tenuti d’occhio per un bel po’ prima di riuscire a
fidarsi completamente. Per qualche settimana erano rimasti a Grimmuld Place,
senza la possibilità di fare nulla, comunicare con qualcuno, se non
sorvegliati, e senza la possibilità di prendere parte alle riunioni e sapere
gli ultimi sviluppi sulla guerra, nonostante Silente continuasse ad affermare
che su di loro si poteva contare.
E tra i
pochi, cha quasi subito avevano creduto al loro voltafaccia, considerandoli
solo come vittime di una guerra ingiusta, c’era stato Harry. Forse era stata
solo la fiducia sconsiderata verso silente, o forse si era semplicemente fidato
di loro e del suo istinto, ma a lei non importava. L’aveva accettata ed
aiutata, senza chiederle nulla in cambio, offrendole senza remore la sua
amicizia. E questo, per lei, Serpeverde, cresciuta nella freddezza e nell’odio
tipica di una famiglia come la sua, contava più di qualsiasi altra cosa.
‘Oddio
sono anche in ritardo! Speriamo non se ne vada!’
Arrivò
trafelata, in una mano la borsa dei libri, nell’altra un cioccolata calda in
equilibrio precario. Davanti a lei il lago, sul quale si specchiava il sole,
cominciando al sua lenta e inesorabile discesa verso le profondità della terra,
dietro di lei la foresta proibita, mai più inquietante e oscura di quel
momento.
Intorno a
lei, il nulla più assoluto. E con nulla, intendeva proprio nulla, e a meno di
non essere stata tanto mentecatta da sbagliare posto… beh Harry non l’aveva
aspettata ed era già andato via.
“Pss… Hei
Pansy! Muoviti, vieni!!” in un primo momento credette di avere le
allucinazioni, ma quando vide al testa di Harry sbucare da nulla si riscosse e
si affrettò a raggiungerlo.
“siamo
fuori orario. I professori non ci vogliono così vicini alla foresta e al lago
dopo le sei… meglio evitare problemi no?” disse allegro sorridendole, facendo
raggiungere al cuore della piccola Serpeverde velocità da record.
“certo…”
balbettò, arrossendo per la vicinanza alla quale erano costretti dato la scarsa
superficie che riusciva a coprire il mantello dell’invisibilità di Harry.
“Non ero
mai stato uno di questi… cosi… è veramente una cosa stranissima!” sussurrò, per
non farsi sentire, mentre un tasso rosso del secondo o terzo anno, passava lì
vicino senza neanche girarsi a guardarli.
“Già, è
strano, ma mi ha salvato più volte da incontri ravvicinati con Piton e Gazza,
evitandomi un sacco di punizioni!” ribatté sorridente il moro accomodandosi
nello stretto spazio, facendo entrare in contatto le loro gambe, sfiorandole la
mano senza volerlo.
“Scusa,
non volevo!” l’imbarazzo e il silenzio che si vennero a creare furono così
densi che si potevano quasi sentire.
“Forse
non è stata una grande idea…” aggiunse subito dopo il Grifondoro notando la
scomodità della ragazza e il colorito acceso delle sue guance.
“Oh, no!
Non fa nulla! È stato veramente carina la tua idea, mi è piaciuta molto,
dobbiamo solo fare un paio di modifiche!” esclamò sorridente con un ghigno
stampato in faccia.
Prese la
bacchetta e con un gesto sicuro e una formula appena sussurrata, ingrandì lo
spazio sotto il mantello, senza però scoprirli.
“Ma… ma
come hai fatto?” chiese stupito Harry, notando che lo spazio a loro
disposizione prima, si era almeno triplicato.
Non era
grande quanto una stanza, neanche come uno sgabuzzino forse, ma erano comodi,
avevano una discreta libertà di movimento e non dovevano tenersi tutti i libri
in braccio, con il continuo timore che uscissero dal mantello.
“È lo
stesso incantesimo che si applica sulle tende da campeggio, o sulle borse da
signora troppo piccole!” spiegò con una scrollata di spalle, riportando alla
mente i ricordi di una coppa del mondo di quidditch piena di allegria, in
compagnia dei Weasley di Hermione e di Cedric, anche se forse poteva andare a
finire meglio.
Si
riscosse in fretta dai suoi pensieri, tornando al presente, scacciando, aiutato
dai grandi e profondi occhi di Pansy, quei ricordi tristi e dolorosi.
“È
geniale!”
Continuarono
a parlare per un bel po’, cambiando argomento senza curarsi d seguire un filo
logico. Ridevano e scherzavano come due vecchi amici, incuranti del presente e
del mondo che li aspettava fuori dal mantello.
Quando
verso le sette, la luce del sole sparì del tutto, lasciandoli praticamente al
buio, capirono che era ora di iniziare a studiare, ma neanche il passare veloce
del tempo, riusciva a renderli più seri, composti e meno loquaci.
Quando
un’ora dopo, sentirono gli otto rintocchi, che annunciavano l’inizio della cena
e la chiusura definitiva del portone di Hogwarts capirono che era davvero ora
di rientrare.
“Mi ha
fatto molto piacere fare i compiti con te Harry” bisbigliò quasi timorosa la
ragazza, separandosi di qualche passo, facendo per tornare nei sotterranei,
pregando dentro di sé che il Grifondoro la fermasse e le chiedesse di fermarsi
ancora un po’ a parlare.
“Anche a
me Pansy, mi sono divertito davvero tanto!” sorrise e quelle ultime parole
rimasero a mezz’aria per qualche minuto.
‘perché
diavolo non riesco a mettere quattro parole in croce e dirle che…
“Beh… ora
devo proprio andare, la biblioteca chiude tra meno di mezz’ora, non ci tengo a
tenermi tutti questi libri in camera. Potrei sembrare una secchiona e rovinare
per sempre la mia reputazione!” esclamò la Serpeverde, sospirando di delusione,
incamminandosi verso i suoi dormitori per posare la borsa, allontanandosi
sempre di più da lui.
“Vuoi che
ti aiuto? Se vuoi ti posso accompagnare!” rispose preoccupato lui, ignorando il
suo tentativo di smorzare la tensione.
Ammutolita
dalla reazione spropositata del Grifondoro, si ritrasse appena, mentre il suo
cuore dentro di lei si inteneriva fino all’inverosimile.
‘Oh mio
dio, che carino!’ esultò la sua mente, mentre gli occhi iniziavano a brillare.
Lo vide
avvicinarsi sempre di più, pronto a prenderle la borsa stracolma di libri,
mentre le gambe cominciavano a tremare.
Neanche
prima si era sentita così! Cosa diavolo le prendeva?!
Chiuse
gli occhi per un istante e quando li riaprì se ne ritrovò un paio verdi
smeraldo, incredibilmente vicini, molto più vicini di quanto si era aspettata.
‘Oh mio
dio adesso mi bacia!!!’ esclamò la sua mente, collegando quella vicinanza
inaspettata ad un desiderio che solo adesso si decideva a venire alla luce.
‘Oh
diamine, a pranzo ho mangiato al zuppa di cipolle… magari adesso ho l’alito
cattivo!! Oddio adesso che faccio?! Oh mio dio, oh mio dio…’
“Vieni
dammi qua!” esclamò interrompendo i suoi pensieri al limite della pazzia.
“Cos…
cosa?” balbettò sentendo una mano del ragazzo prenderle la tracolla,
caricandosi del peso dei libri.
I suoi
sogni vennero infranti, e forse le fu risparmiata la tremenda figura dell’alito
cattivo, ma la delusione fu talmente tanto che non riuscì a controllarsi.
“Ti ho
detto che non importa! Ce la faccio da sola, grazie! Ci vediamo domani a
lezione, buonanotte!” esclamò risentita, voltandosi di scatto, e scendendo in
tutta fretta le scale, senza curarsi del peso della borsa che la sbilanciava
facendola quasi cadere, non fosse stato per l’intervento di un certo moro
Serpeverde.
“Che ti
prede Pan?” chiese inarcando un sopracciglio.
“Nulla!
Che diavolo dovrebbe prendermi secondo te, eh? Nulla non mi prende nulla!!”
esclamò furibonda, riversando la sua delusione, trasformandola in ira, sul
primo malcapitato, che si rivelò essere il povero Zabini.
Rimase
sbigottito di fronte alla sua reazione e quando finalmente raggiunse il piano
giusto, si sorprese di trovarsi davanti un Harry Potter come pietrificato, che
guardava le scale che conducevano ai sotterranei con gli occhi sgranati e la
mano ancora protesa.
“Che ti
prende Harry?” chiese, ripetendo le parole dette pochi secondi prima alla
compagna, sperando vivamente in una reazione diversa.
“Nulla…
non, non mi prende nulla… solo… no niente. Ci vediamo…” le parole quasi
identiche lo lasciarono in preda alla confusione più totale, e mentre si
dirigeva in Sala grande dopo la sua rilassante doccia post-allenamenti, non
poté non chiedersi che altro doveva succedere quel giorno.
‘Perché
sono tutti impazziti all’improvviso? Potevano almeno avvisare!!’
Spazio
Autrici:
emmm..vediamo
..Heilig è rimasta incinta, Foxina è finita in prigione, ci hanno rapite gli
alieni, Lord Voldemort ha fatto irruzione in casa nostra e ha cercato di
estorcerci i segreti dell’elisir di lunga vita che Flamel ci aveva confidato,
utilizzando la maledizione Cruciatus, il veritaserum,gli schiopodi spara
coda..Nagini…emm..i capelli unti di Piton…aAAAAAA non abbiamo nessuna scusa per
questo enorme ritardo se non la nostra poca ispirazione, speriamo che possiate
perdonarci e che continuiate a seguire la storia. Cercheremo di essere molto
più puntuali e rapide ^^ sperando che questo capitolo vi sia piaciuto, vi
salutiamo e vi auguriamo anche Buon anno, un po’ in ritardo!
Kimly: Eh si , la vendetta di Hermione è
stata spietata , è la sua parte Serpeverde che è uscita fuori xD comunque
speriamo che il capitolo ti piaccia anche se non succede molto, Draco ed
Hermione devono ancora capire…ci scusiamo per l’ enorme, gigantesco ,
stratosferico ritardo e speriamo che ci seguirai ancora =) un bacio
Alby4ever: ti chiediamo perdono per
l’immenso ritardo, ci vergogniamo immensamente e ti ringraziamo per i complementi sperando che continuerai a seguirci , un
bacio!
Anna96:grazie mille per tutti i bei
complimenti^^ ti consigliamo vivamente di vedere Moulin Rouge, è un film
bellissimo con una colonna sonora fantastica anche se è possibile che in quest’anno che non abbiamo
aggiornato tu lo abbia visto ma se non lo hai fatto, beh te lo consigliamo! A
proposito di questo ci scusiamo per l’enorme ritardo e speriamo che continuerai
a seguirci! Un bacio
Erigre:
Grazie ^^ sei
gentilissima, i complimenti ci fanno sempre molto piacere! Ci scusiamo per il
grosso ritardo, sperando che ci seguirai ancora! Un bacio
Blackgress: ma ciao! Ovviamente per i
Malandrini sappiamo benissimo che intendi soprattutto Remus U.U (ti conosco
bene mia cara!) speriamo che questo capitolo ti piaccia, scusandoci per
l’enorme ritardo.Un bacioooo!
Stellabella:siamo felici che le vendette ti
siano piaciute ma per un po’ i nostri eroi si daranno una calmata xD devono
concentrarsi sulle prove dopotutto ;) ci scusiamo per il ritardo…è davvero
grave ma speriamo che continuerai a seguirci, un bacio!
Veranatalie:Ciao, ti ringraziamo molto dei
consigli , infatti in questo capitolo abbiamo lasciato perdere le vendette e ci
siamo concentrate di più sui pensieri di Draco. Anche noi adoriamo quel musical
e nei prossimi capitoli inseriremo di certo più prove e faremo più riferimento
al musical J
speriamo che ci seguirai ancora , nonostante il nostro tremendo ritardo. Un
bacio
Avril96:grazie mille per i complimenti,
speriamo che questo capitolo ti piaccia, abbiamo deciso di concentrarci sui
pensieri del bel biondino.ci scusiamo per l’enorme ritardo e speriamo che
continuerai a seguirci, un bacio!
Saluti
Foxina&Heilig