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Autore: sweetnight    04/01/2010    0 recensioni
La città di Seattle è minacciata da una serie di misteriose uccisioni ad opera di un pericoloso killer. Bella è una poliziotta molto brillante, una donna temeraria e intelligente che riesce sempre a scovare il colpevole. Ma sembra che in questo caso abbia bisogno dell’aiuto di qualcuno che se ne intende parecchio, proprio come lei; peccato che i loro punti di vista siano sempre completamente differenti…. Ma del resto l’unione fa la forza. Come si metteranno le cose allora?
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era davvero sconvolgente. Se fossi stata debole di stomaco non avrei resistito neanche un secondo a contemplare la scena!

Il corpo di quell’uomo era straziato: lungo tutto il corpo vi dei erano tagli; alcuni profondi, altri superficiali, mentre alcuni addirittura erano dei veri e propri scalvi, tanto che la pelle si presentava dilaniata e a brandelli. Da queste ferite, però, non era uscito molto sangue, perché probabilmente erano state inferte alla vittima dopo la sua morte.

Il decesso sembrava essere stato causato da una lama affilata, non ancora identificata, che aveva reciso la gola della vittima facendola morire sul colpo.

Non c’erano impronte sul corpo dell’uomo, né su altri oggetti presenti in casa: l’assassino doveva aver fatto le cose per bene.

Il cadavere si trovava in cucina, disteso per terra, in una posizione scelta di proposito, doveva essere stato l’assassino a posizionarlo in quel modo.

La cosa che più mi dava da pensare era il fatto che sembrava che tutti i tagli presenti sul quel corpo seguissero uno schema preciso: sulle braccia si alternavano i tagli superficiali e quelli profondi, così come sulle gambe; invece, sul viso, sulle mani e sul petto dell’uomo erano presenti i tagli più pesanti, come se l’assassino volesse cancellare l’identità della vittima o i suoi lineamenti e quindi il suo aspetto.

I miei colleghi, Tyler e Janny, erano sconcertati quanto me.

Purtroppo nel nostro lavoro, per quanti anni possano passare e per quanta esperienza si possa avere, non si riesce mai ad abituarsi a stragi del genere!

Di solito le motivazioni che spingono una persona a compire atti tanto crudeli, vanno dalla vendetta alla gelosia oppure vi sono casi in cui queste persone sono affette da malattie mentali.

Ad ogni modo molte persone innocenti vi finiscono in mezzo, con conseguenze a volte molto disastrose: per esempio, molti bambini rimangono orfani di padre o di madre, una famiglia viene messa sull’astrico, genitori che soffrono per la perdita di un figlio e via dicendo…

Fatto sta che ogni caso c’è qualcuno che soffre e a volte la cosa peggiore è che non si sa con certezza se alla fine si avrà un po’ di giustizia.

 

 

Dopo aver esaminato nei minimi dettagli la dinamica del delitto e aver appuntato le informazioni necessarie per indagare, cercammo la signora delle pulizie, la donna che per prima aveva visto il cadavere e chiamato la polizia, per interrogarla.

Trovammo la signora seduta sulle scale che davano nel ballatoio che portava all’abitazione dell’uomo ucciso.

Povera donna! Aveva gli occhi gonfi e il viso arrossato, sicuramente aveva pianto.

Ci avvicinammo lentamente; Tyler e Janny si scambiarono un’occhiata e poi guardarono me: volevano che fossi io la prima a parlare; così poggiai una mano sulla spalla della signora e poi cominciai a parlarle:

“signora, salve; siamo del dipartimento di polizia di Seattle, unità investigativa, vorremmo farle qualche domanda, se la sente?” le chiesi dolcemente

“si, certo. Che cosa volete sapere?” rispose lei con un fil di voce

“come si chiama signora?”

“Linda Howard”

“faceva le pulizie in casa del signor Bright da molto tempo?”

“oh, sì! Credo che orami siano passati quattro anni dalla prima volta che cominciai a lavorare per lui. Si fidava di me, eravamo in buoni rapporti, sapete…era una persona così gentile…” la voce della signora Howard fu rotta dal pianto. Si era davvero affezionata al suo datore di lavoro. Ci voleva più tatto del previsto.

“ci dispiace tanto – disse Tyler – vuole continuare la conversazione in un altro momento?”

“oh, no, no! Scusatemi, è che sono ancora sconvolta, voi capite…”

“ma certo, non si preoccupi.” La rassicurò Janny

“bene, dunque – ricominciai io – lei lavorava regolarmente a casa del signor Bright, può dirci quando di preciso?”

“bè, una volta a settimana, ogni mercoledì mattina. Lunedì però il signore mi chiamò per spostare le pulizie a giovedì, cioè oggi, perché ieri aveva altro da fare…”

“le aveva, per caso, detto di cosa si trattava?”

“no. Era una persona molto riservata”

“capisco. E ha notato qualcosa di strano nel comportamento del signor Bright ultimamente?”

“no, non direi. È sempre stato tutto normale”

L’interrogatorio non ci portava da nessuna parte, ed evidentemente la signora Howard e il signor Bright erano in buoni rapporti lavorativi, ma niente di più; io e i miei colleghi ci guardammo e annuimmo: stavamo pensando la stessa cosa.

“bene, per adesso può bastare signora, la ringraziamo. Tuttavia si tenga a disposizione”

“senz’altro”

“ah, tenga questo – le porsi il mio bigliettino da visita – non esiti a chiamare nel caso le venga in mente qualche altro particolare”

“certamente”

“le auguriamo una buona giornata.” E dopo averla salutata, andammo via per ritornare al dipartimento a riorganizzarci le idee.

 

 

“ah, ragazzi! Davvero un bel rompicapo!” disse Tyler, appena fummo tornati al dipartimento…

“infatti…coraggio, rimbocchiamoci le maniche! Bella, credo che sia meglio recuperare ogni informazione su questo Bright, che ne dici?” propose Janny

“perfetto. Dovremmo cercare di ricostruire gli avvenimenti della giornata del delitto, inoltre dobbiamo scoprire le sue abitudini, il luogo dove lavorava…” mentre parlavo, cominciai a scrivere una lista sul mio blocco

“poi, penso sia il caso di avvisare i suoi parenti, e fare qualche domanda per indagare sulla sua vita personale, in modo da scoprire se in passato, o di recente, ha avuto qualche lite…” disse Tyler

“sono d’accordo. Dovremmo informarci su chi erano i suoi amici e sarà opportuno interrogare anche i suoi colleghi di lavoro e i suoi vicini di casa” dissi riflettendo

“non sappiamo per ora l’ora del decesso, aspetteremo il referto del medico legale; purtroppo ci vorrà un po’ siccome il caso richiede l’autopsia, inoltre dovremmo anche aspettare le analisi della scientifica…” aggiunse Janny

“aspetteremo; ora sarà meglio darci da fare: Tyler controlla la fedina penale di Bright, vediamo se era una persona in regola; Janny, tu comincia ad individuare e trascrivere i nomi dei colleghi di lavoro di Bright.” Tyler e Janny annuirono

“io farò delle ricerche per scoprire chi era quest’uomo”

“ho il presentimento che quest’indagine andrà per le lunghe” sospirò Tyler

“sempre a lamentarti eh?” lo rimproverai

“se ci muoviamo, per stasera avremmo già abbastanza informazioni su questa persona, così potremmo fare una lista per programmare gli interrogatori e seguire una pista. Su, possiamo farcela!” ci spronò Janny, lei era così, sempre piena di grinta

“così si fa! Ben detto Janny!” approvai

“da dove prendete tutta questa voglia di fare?” ribatté Tyler;

io lo guardai in modo non molto carino…

“andiamo, va! Prima che Bella ti spari!” esclamò divertita Janny, mentre portava via Tyler dal mio ufficio.

L’avrei ringraziata: certe volte Tyler era davvero insopportabile!

 

 

 

  
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