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Autore: sweetnight    04/01/2010    0 recensioni
La città di Seattle è minacciata da una serie di misteriose uccisioni ad opera di un pericoloso killer. Bella è una poliziotta molto brillante, una donna temeraria e intelligente che riesce sempre a scovare il colpevole. Ma sembra che in questo caso abbia bisogno dell’aiuto di qualcuno che se ne intende parecchio, proprio come lei; peccato che i loro punti di vista siano sempre completamente differenti…. Ma del resto l’unione fa la forza. Come si metteranno le cose allora?
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ragazzi vi dico in anticipo che non me ne intendo molto di cose poliziesche ma mi è venuta quest’ispirazione all’improvviso e allora mi sono messa a scrivere, spero che vi piaccia almeno un po’. BACI BACI la vostra sweetnight!

 

 

“Altre scartoffie mia cara!” mi disse Janny, una mia collega d’ufficio, mentre con un tonfo faceva atterrare sulla mia scrivania una montagna di carte.

Sapevo che quella era un’altra di quelle giornate….

Ogni volta, dopo aver risolto un caso, era sempre così.

Si trattava di riempire rapporti su rapporti, che contenevano e descrivevano i vari dettegli fondamentali per completare il quadro generale del caso. E quella parte del mio lavoro proprio non mi andava giù; io preferivo l’azione, il pericolo!

Ok! Forse una persona con tutte le rotelle al loro posto non avrebbe mai fatto un ragionamento del genere, ma era da sempre che sapevo che il mio cervello non funzionava come quello di tutti, eh eh eh!! Eppure l’ispettore capo me lo diceva sempre: “Isabella tu hai delle capacità straordinarie! Se non avessimo te, ogni volta, a gestire le indagini, non ne verremmo mai a capo!”

In pratica ero considerata una specie di geniaccio con un fiuto speciale adatto a scovare i criminali!

Ma ero contenta.

Fin da piccola ero decisa a voler intraprendere la carriera di poliziotta detective, mi era sempre piaciuta l’idea fare qualcosa di buono per le persone, proteggerle, e dopo tanto impegno riuscii finalmente a raggiungere il mio obiettivo.

Ricordo ancora la faccia sconcertata di mia madre, Reneè, quando le annunciai che mi sarei iscritta all’accademia di polizia appena finite le superiori, e la scenata isterica che ne seguì, secondo la quale lei avrebbe dovuto convincermi a “rinsavire” e infine a cambiare idea.

Quando poi, la mia cara mammina, dopo aver pianto tutte le sue lacrime, si era rassegnata, pensai che finalmente avrei potuto starmene in pace, ma sbagliavo: una sera, prima che potessi chiudermi in camera mia con la scusa che avevo da fare, come facevo tutte le sere con lo scopo di evitare il suo sguardo sconsolato e implorante, lei m’inchiodò e disse che dovevamo parlare.

Così mi diedi la pena di ascoltare per un’ora i suoi vaneggiamenti e purtroppo per me dovevo accettarne le conseguenze che sarebbero seguite.

Conclusione: dovevo darle la possibilità di telefonarmi per circa tre, quattro volte ogni giorno, di portarmi sempre il pranzo, non potevo certo mangiare le schifezze della mensa, e bla bla bla…

Fatto è che alla fine acconsentii, così almeno potei seguire l’addestramento senza dover avere sulla coscienza un cuore di mamma spezzato!!!

Fu un periodo duro e faticoso quello dell’addestramento, perciò ci misi tutto l’impegno di cui ero capace, non era certo da me arrendermi! Peccato che anche la mia pazienza venne messa a dura prova: infatti in quel periodo mia madre riuscì ad interpretare il ruolo del genitore morboso e invadente alla perfezione!

Comunque erano passati diversi anni da allora, mia madre aveva accettato l’idea e si era tranquillizzata; ma ciò che più contava era il fatto che in tutto quel tempo ero riuscita a risolvere diversi casi, tutti con successo, guadagnandomi la stima e la fiducia dei miei superiori e dei miei colleghi.

Amavo gettarmi a capofitto in un’indagine, recarmi sulla scena del crimine, analizzare tutti i dettagli, passare in rassegna i referti della scientifica, interrogare i possibili sospetti…

Poi tutto diventava più eccitante se dovevo inseguire un malvivente che tentava di fuggire, oppure se affrontavo una sparatoria… sono cose pericolose non lo nego, ma ogni volta che mi trovavo in queste situazioni sapevo sempre cosa fare, mi sentivo nel mio elemento. E poi caspita! Quante scariche di adrenalina! Non vedevo l’ora che ci fosse di nuovo un po’ di movimento. Ovvio che non volevo ci fossero casi di assassinii o cose del genere, ma qualche piccola indagine mi sarebbe stata utile, almeno non sarei stata tutto il giorno in ufficio!

Janny piombò di nuovo nel mio ufficio depositando altre carte sulla scrivania, proprio mentre stavo pensando che ultimamente era tutto tranquillo…

“ah Bella, ci sarebbero questi da controllare” molto tranquillo

“e pure questi!” decisamente troppo tranquillo!!!

“ooooh, che noia!!!” esclamai!

“non dirlo a me! Pensa che di scartoffie da sistemare io ne ho il doppio delle tue!!” rispose sconsolata Janny

“non t’invidio proprio…”

“e vorrei anche vedere!”

“possibile che da un po’ di tempo a questa parte non ci sia nulla di meglio da fare?”

“sempre ansiosa di buttarti in situazioni pericolose, eh?” disse sogghignando Tyler, un altro mio collega che era entrato nel mio ufficio intromettendosi nella conversazione

“bè, mio caro, non tutti siamo fifoni come te!” risposi ridacchiando alla sua fracciatina

“ah! Io sarei un fifone?! Devo ricordarti simpaticona che se tu non fossi entrata nella polizia a quest’ora saresti una serial killer!”

“può darsi! Ma credimi: non saresti certo tu ad arrestarmi, al massimo ti faresti sparare!” sghignazzai mentre Janny se la rideva a crepapelle

“contegno, ragazzi, contegno! Altrimenti vi ciocco una nota di demerito!” sbottò l’ispettore capo  che in quel momento era entrato in ufficio, probabilmente richiamato dal chiasso che facevamo.

“allora… cercavo proprio voi signori. A quanto pare dovrete entrare di nuovo in azione: c’è stato un omicidio, il luogo del delitto è un’abitazione situata tra la Mile Road e la 167; sembra che la vittima sia un uomo di circa 35 anni” proseguì l’ispettore, mentre noi tre seguivamo con attenzione, e io prendevo appunti sul mio blocco

“per adesso non si hanno molte informazioni, stanno aspettando noi, ci hanno appena chiamato. Intanto che vi recate lì ragazzi, noi del dipartimento chiameremo la scientifica per un primo sopralluogo.”

“da chi è stato dato l’allarme, signore?” domandai

“dalla donna delle pulizie, sembrava sconvolta, ma ha accettato di mettersi a nostra disposizione; fatele delle domande, ma mi raccomando usate tatto. Ah… detective Swan era sott’inteso che la missione spetta a lei condurla”

“farò del mio meglio signore”

“non ne dubito. Ora andate e cercate di raccogliere più informazioni che potete”

“certo, signore” rispondemmo tutti e tre all’unisono

“bene Bella, sembra che il tuo desiderio sia stato esaudito” disse Janny dopo che l’ispettore capo se ne fu andato

“già, ma purtroppo c’è di mezzo un innocente che ha perso la vita, avrei preferito un caso di rapina”

“comunque sarà meglio darsi una mossa. Dobbiamo andare” disse Janny

“su, attiva il cervello Bella, così tu risolvi il caso e noi guardiamo!” scherzò Tyler, probabilmente per alleggerire l’atmosfera

“ma sicuro!” sbottai sorridendo

“io sono d’accordo con Tyler!” confermò Janny

“invece vi dico io quello che farete: ora voi due spiritosoni muovete le chiappe e spremete le meningi! Non abbiamo tempo da perdere, c’è un’indagine da svolgere!”

“sissignora!” esclamarono in coro Janny e Tyler mentre uscivamo svelti dal mio ufficio e ci dirigevamo all’automobile.

Niente più scartoffie, un caso d’omicidio da risolvere: per me, la poliziotta detective Swan, era ora di entrare in azione!

  
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