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Autore: Nisi    01/07/2005    27 recensioni
Chi di voi non ha avuto una compagna di classe ricca, bella, con un sacco di uomini ai suoi piedi e mortalmente stronza? Io sì! Se anche voi l'avete avuta in classe e l'avete detestata, leggete questa fiction. Se siete voi quelle belle, ricche e stronze, NON leggete questa fiction perchè vi succederanno delle cose davvero brutte. Dedicata a tutti coloro che pensano che crescere NON sia facile.
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando nonna Ada guarda con aria critica l’orologino microscopico con il cinturino nero che porta al polso e dice:”L’è ura d’andà a cà – è ora di tornare a casa”, tutti in casa Belotti tirano il famigerato sospiro di sollievo.

Per cui anche Sara sospira di sollievo, come le altre due componenti della famiglia.

Anche lei, quando c’è nonna Ada, è tesa. Ma per ragioni diverse da quelle di Roberta (lei non l’ha mai beccata con nessuno… meno male!).

La nonna ha la rara capacità di farle delle domande personali a bruciapelo, che per il 99,99% delle volte la colgono totalmente impreparata nel dare la risposta più consona, che sarebbe:”Ma fatti gli affari tuoi”.

Però, concordate anche voi, che sarebbe meglio non rispondere così alla nonna Ada, non è carino… a prescindere dal fatto che nonna Ada farebbe meglio a farseli per davvero gli affari suoi.

Sara non è una persona particolarmente ermetica, lei gli affari suoi, se ha voglia, li racconta pure. Ma, accidenti, vuole avere voce in capitolo nella scelta della persona alla quale spiattellare tutto.

Vivere in un paese è bello, puoi andare in giro in bici, non c’è troppo traffico, però ha i suoi punti a sfavore, il classico rovescio della medaglia.

In genere, sono appunto le vecchiette come nonna Ada, che dicono che la testa non è più quella di una volta, ma che nonostante ciò, sono in grado di registrare, ricordare e classificare pettegolezzi, con una memoria sull’ordine dei gigabytes! E non ci sono virus che tengano!

Per non parlare degli alberi genealogici: quando assisto alle conversazioni di parenti anziane parlano di persone che sono le figlie delle sorelle delle cognate delle zie del nonno del cugino.

Poi magari si dimenticano di pagare la bolletta della luce, ma le cose importanti non gli sfuggono mai.

Diciamo che fanno passare un individuo al setaccio, soprattutto quelli di sesso femminile.

Affermare che la CIA avrebbe da imparare dai loro metodi strappainformazioni, non mi sembra francamente esagerato.

Ce la vedete nonna Ada impegnata in un interrogatorio in un carcere americano di massima sicurezza, con tanto di vestitino nero e veletta in testa e corona del rosario in mano? Io sì. credo che sarebbe capace di far confessare a qualsiasi delinquente anche quello che mangia abitualmente a colazione e quante volte va in bagno in capo ad un giorno.

Ma analizziamo scientificamente i metodi utilizzati, in maniera imparziale e distaccata.

A seconda dell’età cambia la domanda:

Dall’anno e mezzo (spero sia giusto… quand’è che un pupo impara a parlare?), la domanda è “Vuoi più bene alla mamma oppure al papà?” .

Una domanda simile è passibile di denuncia al tribunale. E’ ovvio che al 99% la risposta sia: alla mamma! Ed il povero papà? Come ci rimane quando sente il suo pargolo dire alla vecchietta pettegola che vuole più bene alla mamma? Fossi un papà , mi sentirei defraudato!

Non c’è l’ente protezione papà al quale appellarsi?

Il pargolo cresce ed entriamo negli anni della scuola, per cui la domanda cambia “Ti piace andare a scuola” oppure “Va bene la scuola?”

Questa domanda non è totalmente innocente, in quanto se tu sei un disastro a scuola, la domanda in questione ricorda alla tua mamma (o chi per lei…) che sei un disastro a scuola, poi quella si innervosisce e se la prende con te.

Arriva l’adolescenza, un periodo delicato e sinceramente davvero poco poetico. Quelli che dicono:”Beata adolescenza” hanno una memoria a brevissimo termine, oppure sono passati dall’infanzia direttamente alla maturità.

Siccome sono una donna, parlo dal punto di vista delle donne.”Ma sei già diventata signorina?”, è la domanda di rito, (vedi capitolo sopra) mentre queste gentili creature ti fanno scivolare lo sguardo addosso in cerca di fianchi arrotondati e di seni già sbocciati.

Dai 15 ai 22 anni, cioè che ti chiedono è “Ma tu ce l’hai il ragazzo?” (vedi ancora capitolo precedente).

E se una fosse lesbica? O se non riuscisse a trovarne uno decente? E’ umiliante rispondere sempre di no. Ciò implica (per loro) il fatto che tu abbia “qualcosa che non va”. Se la tua età sfora verso i 25 anni, cominciano con la domanda supplementare e cioè: quando ti sposi.

Domanda quanto mai insidiosa… ragazzi che non ti vogliono sposare, ragazzi che non vuoi sposare TU, la convivenza, sono fatti mai presi in considerazione e trattati con la dovuta delicatezza.

Quando sei bell’e che sposata, ti illudi che ti lascino finalmente in pace. Ed invece NO! Comincia la tortura peggiore:”quando fai un bambino?”

E qui sono mazzate perché ti può accadere di scoprire che tu un figlio non lo vuoi fare manco sotto tortura, che non ami veramente l’uomo che hai come compagno per cui farci un bambino assieme non è l’idea migliore che ti possa venire, che non riesci tu o che non riesce lui, che ci sono problemi di lavoro, di soldi, di famiglia, di diavolo a quattro.

E poi, quando scodelli il tal famoso pupo ti chiedono quando gli farai un fratellino…

Poi non so più come finisce perché le mie amiche al massimo hanno avuto un bambino e basta, per cui per le fasi successive di indiscrezione sono totalmente all’oscuro.

Mi riservo di riaggiornare questa lista in seguito.

Comunque, queste fasi vengono date per scontate e sono un vademecum jolly di frasi di circostanza, di grande aiuto, secondo qualcuno, quando proprio non si sa cosa dire.

Permettetemi di parlarvi di una mia carissima amica di infanzia.

Lei non si vuole sposare, ma convive felicemente e pochi mesi fa ha dato alla luce una deliziosa bambina.

Nel corso di una serata in pizzeria tra donne, quando ha detto che aveva una piccolina, una signora le ha chiesto:”Non sapevo ti fossi sposata?”

In effetti la mia amica non si è MAI sposata.

La mia linguaccia biforcuta, mi ha fatto prendere da parte la mia amica ed io, sghignazzando peggio di Draco Malfoy, le ho detto:”Ma sei una stronza, ti sei sposata e non mi hai invitata al tuo matrimonio?”

La stessa amica mia, una settimana dopo aver partorito la mia nipotina, dopo notti insonni, rigurgiti ed innumerevoli pannolini in condizioni impronunciabili, si è sentita chiedere dalla solita vecchietta (naturalmente in mezzo alla piazza centrale del paese), quando avrebbe messo in cantiere il fratellino per la frugola.

Inutile dire che la mia amica è stata presa da un fortissimo impulso di chiudere la bocca alla cara nonnina utilizzando un pannolino già diffusamente trattato dalla figlioletta.

A parte che, ho notato per esperienza personale che si sanno più cose se ci si fa i propri affari: la gente sa che non parli e la tua sete di notizie è appagata, in quanto le persone si fidano di te e ti raccontano la storia della loro vita, da quando sono caduti dal seggiolone, fino a quando hanno messo la dentiera.

Tutto questo panegirico, per arrivare al disagio di Sara nel sentirsi porre certe domande indiscrete.

(ma Sara non si deve lamentare: un’altra mia amica si è sentita chiedere dalla nonnina di 90 e più anni se fosse ancora vergine. Ovviamente, non lo era più da un pezzo; nonostante ciò, il cuore della nonna pare abbia retto senza troppi problemi! La nonnina sta bene!)

* * *

Roberta è in cucina a lavare i piatti.

Giulia è barricata in cameretta e sta leggendo il manga di Jenny la teppista… ehm, Jenny la tennista.

Micro e Sara si spaparanzano sul divano del soggiorno.

Le luci sono basse, Sara non ha acceso il lampadario, bensì il faretto sistemato in un angolo della stanza.

La stanza è calda ed accogliente, con i quadri naif alle pareti e le foto sue e di Giulia di quando erano piccole.

Il grappolo d’argento è ormai nella sua scatola, a riposo fino alla prossima visita della nonna Ada.

Micro fruga nello zainetto e tira fuori un Cd.

“Tieni, Ala, ascolta questo!” e porge il CD alla sua amica che comincia a girarselo tra le mani.

Copertina bianca, con due uomini stilizzati sulla destra. “Moon Safari” mormora Sara inserendo il CD nello stereo ed una musica d’atmosfera invade la stanza, mentre Beth Hirsch sussurra dolcemente le parole della canzone.

Micro sta finendo la sua porzione di budino al cioccolato con i biscotti imbevuti nel caffè.

Lo adora, e Roberta cerca di prepararglielo tutte le volte che sa che Micro passerà da quelle parti.

Sara guarda la maglietta che indossa Micro: per una volta, non si tratta di una t-shirt dei Korn.

L’immagine sul petto di Micro rappresenta la schermata finale di Windows XP:

ARRESTA IL SISTEMA.

Le personali convinzioni di Micro, fanno chiaramente intendere che in quel caso, la frase riportata sull’indumento del ragazzo, non si deve interpretare come il comando di spegnimento del PC.

Improvvisamente, Micro si mette a ridacchiare:”Allora, è questa l’adorabile nonnina…”

Sara gli lancia uno sguardo truce:”Si, molto adorabile…”

Micro la guarda comprensivo:”Solita domanda?”

La bocca di Sara si piega in un broncio che non le è solito:”Oh, tutte le sante volte che la vedo è sempre la stessa storia:”Sara, ce l’hai il ragaSSO?” Sara imita la vocetta della nonna Ada in modo sorprendente. “Poi, quando le rispondo no, lei mi chiede: perché? Ma cavolo, se lo sapessi perché, vedrei di rimediare, no?”

Micro ridacchia ancora:”E se le rispondessi di sì anche se non è vero?” propone lui.

Sara si rabbuia ulteriormente:”Non oso farlo, mi farebbe le menate sulla prova d’amore e robe simili…”

“Allora, Ala… che hai fatto, oggi?” chiede pigramente Micro dopo averle accarezzato un braccio in segno di solidarietà.

“Sono andata da un’amica…” risponde evasiva Sara “Ma tu, piuttosto? Com’è andata con Manuela?”

Micro arrossisce in maniera tenerissima ed alza le spalle:”Beh, l’ho trovata vicino al comune, poi non è stata bene, l’ho portata a casa mia perché era più vicina e….” si interrompe lui con un sospiro beato.

“E…” lo incoraggia Sara con un sorriso che mostra tutti i denti.

“Abbiamo parlato…” spiega con un sorriso scemo Micro.

Sara conosce quel sorriso: è lo stesso sorriso beota che Micro fa, ogni volta che si fa le canne.

Il problema che di canne, Micro non se ne è fatta neanche una, per cui Sara gli sorride intenerita.

“E’ una ragazza dolcissima, vero?”

Micro annuisce, un po’ imbarazzato. Lui con le ragazze ci ha sempre saputo fare, ma non si è mai trovato in quella condizione di adorare la madre di Manuela (che non ha mai incontrato), solo per il semplice fatto di averla partorita. E’ un po’ in imbarazzo, è la prima volta che con una ragazza ci vuole anche chiacchierare, sentire quello che pensa, oltre che attentare direttamente alla virtù della stessa.

Micro dentro di sé riflette che Manuela è un miscuglio ideale tra Sara e le ragazze irlandesi: affetto, complicità ed amicizia unite ad una irrefrenabile voglia di scoprire il suo corpo in lungo ed in largo.

Sara lo guarda ancora e decide che Micro è irrimediabilmente cotto.

In un attimo di pucciosità, Sara attira Micro vicino vicino e gli fa appoggiare la testa sulla propria spalla.

Lo invidia un po’: non ha mai provato, lei, una cosa del genere, non sa ancora cosa vuol dire farsi trasportare da un sentimento così forte.

Magari un giorno succederà anche a lei…

“Hey, Ala…” domanda Micro dopo qualche minuto.

“Dimmi…” alita lei.

“Chi è l’amica che hai incontrato oggi?” chiede lui oziosamente.

“:…mmmmhhh. Non la conosci” Sara sente che il segugio Micro si è messo al lavoro.

“E chi te lo dice? Chi è?” Non è da Sara essere evasiva con lui e questo lo mette automaticamente sul chi vive.

“La chiamano Hardware, ma il suo vero nome è Loretta”. Risponde Sara, puntando lo sguardo verso la lampada.

“Siii, ho capito chi è. Ma da quando la conosci?” vuole sapere Micro.

“Da questa mattina”. Spiega Sara con una punta di imbarazzo.

“E siete diventate così amiche da passare la giornata assieme?” ora Micro la guarda dubbioso. Tutta questa storia non gli quadra.

“No… diciamo che abbiamo uno scopo comune” Sara si asciuga le mani sui jeans mentre Micro si raddrizza e si mette seduto sul divano.

“Quale scopo, Sara?” domanda Micro gentilmente.

“Jessica. Vogliamo vendicarci di lei” e Sara lo guarda in faccia con aria di sfida, mentre sente con disagio che gli occhi azzurri di Micro la fissano e lui tace.

Dopo qualche minuto di silenzio, Micro le chiede:”Ma ne sei proprio sicura?”

Sara sbotta:”Certo che ne sono sicura. Non sei stato tu quello che diceva che dovevo reagire? Ora reagisco!”

Micro scuote il capo:”Ala, io intendevo di non farti più ferire da quello che dice quella strega, non che devi vendicarti”

Sara si alza dal divano, allarga le braccia e poi le fa ricadere lungo i fianchi:”Ma per me è la stessa cosa! Come faccio a non farmi ferire? Vendicarmi è l’unica soluzione possibile”.

“Mmmhhh, non ne sono convinto, Ala… la vendetta è un piatto che si consuma freddo… tu ne sei capace?”

Nel frattempo, Micro si è alzato, posa la coppetta del budino sul tavolo e si infila il giubbotto.

“Ala, davvero… pensaci bene a quello che stai facendo” Le parole di Micro le entrano da una parte e le escono dall’altra.

Ormai Sara è in ballo e deve ballare.

Micro le da un buffetto sulla guancia e con un sorriso la saluta prima di infilare la porta e lasciarla sola in salotto con una coppetta di budino vuota ed un CD nello stereo.

* * *

Ma buongiorno!!!! Che si dice?

Grazie per le recensioni, sono felice che questa storia sconclusionata vi stia facendo ridere.

Piccolo spazio pubblicità per una ff che sto scrivendo assieme all’egregia dama gilraen, nella sezione originali commedia. A firma Nisi e Gilraen. Dateci una leggiucchiata e diteci cosa ne pensate. Thanks.

Ringrazio particolarmente i seguenti recensori:

Blanche: Non ho aggiornato molto presto, ma spero sia valsa la pena di aspettare…

Kannuki: Oh, anche mia mamma l’accoppiata vincente Confidenze ed Intimità… Te lo ricordi: vicende vissute una donna racconta??? Non ti preoccupare per quando sono venuta… In questo capitolo analizzo il fenomeno in maniera capillare.

Marochan: accidenti, tra nonne e zie siamo proprio messi male!!

MaryLu: tutta la mia solidarietà… e tu pensa a quella cavolo di foto della mia prima comunione e piangi con me!

Gilraen: cara socia… Bella la scenetta della nonna. La cosa triste è che dappertutto succedono le stesse cose, solo che vengono mischiate in maniera differente… come i bastoncini dello Shanghai!

Yeran: piacere di conoscerti e grazie di cuore per l’ispirazione: a seguito della tua recensione, ho cambiato il titolo del capitolo precedente… alla faccia di De Amicis!

Mewina: no, non conosco tua nonna… è che i personaggi di questo tipo sono tutti desolatamente simili… e di conseguenza passibili di prese per il c…

Klaretta: niente Ada? Peccato abbiamo il magazzino pieno. purtroppo devo darti assolutamente ragione. A presto Damynex: sei fortunata a non avere una nonna così. ora, da brava, vai in chiesa ed accendi un cero per quelli che una nonna così se la sono ritrovata tra capo e collo.

Kisa: mi hai fatto morire TU dal ridere, quando mi hai parlato dei party abusivi nel cimitero, Riciclerò! C’è una ragione per la quale lo scorso capitolo è stato tagliato, ora puoi capirlo… Comasca? Oddio: la storia tragica della mia vita è stata con uno delle tue parti. Mi dici in un orecchio di dove sei?

MaryJane: per te vale lo stesso discorso di Damynex! Fila subito!

Maho: Ciao cara, finiti bene la scuola e lo sclero? Ehm, ora che mi ci fai pensare, mi sono dimenticata di scrivere che queste nonnine sono per la maggior parte delle volte molto razziste. Accidenti, fenomeno generalizzato, dilagante a macchia d’olio!!!

Sindy90: Ah, ho capito.. mi rendo conto di non avere inventato: proprio niente: mostrare foto imbarazzanti è dunque un malcostume estremamente diffuso. Uffa!

Valina89: anche io mi sono divertita ad immaginare Micro nell’inferno di Dante… allo scopo, ho dovuto consultare un sito internet che spiegava i vari gironi infernali. Non si smette mai di imparare!

Diddlina4ever. Ciao, molto piacere di fare la tua conoscenza. Come va? Spero che ti piaccia anche questo capitolo di “approfondimento”. A presto!

Asuka Soryu Langley: Hey, ci si rivede anche qui! Ciao! Mmmhhh sospetto chiare origini venete, o sbaglio? La parola moroseto ti ha tradito. Non me ne parlare! Si, è vero, te lo dicono sempre, di come tu ti sia fatta grassa (meno male che in quei momenti mi ricordo di essere pacifista e di aborrire i kalashnikov!), soprattutto te lo ricordano quando mangi qualcosa (anche l’insalata…) o cielo!

Piccolakana: lo scorso capitolo non finiva più, ma avevo un sacco di cose in testa da scrivere, per cui. Micro è un uomosensuale tenerissimo. Ahahahahaha

Luana80. tu il mio incubo peggiore? Naaaaa! Definire incubo colei che mi sta predisponendo un fanclub, che mi recensisce e sopporta le mie divagazioni? Sei troppo dura con te stessa, cara!!!!

The Lost Arch Angel: la tua nonnina è un tesorino. Non è che ce la dai da clonare?

MaryJane – il ritorno: mah, ti lascio indovinare. Ti basti sapere che non scrivo niente per caso (mamma quanto sono seria!!!)

Driger: allora ti aspetto. Dimmi il giorno e l’ora… è comoda per te la provincia di Milano?

Baci baci

Ah, un’ultima cosa! se vi piace Anna dai Capelli Rossi, ci sono un po’ di storie da leggere: una è la mia traduzione e le altre sono le storie scritte da Kirby. È da poco che scrive, ma secondo me vale la pena leggere qualcosa di suo.

   
 
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