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Autore: manamalfoy    05/01/2010    1 recensioni
Harry Potter e il Preside di Hogwarts Albus Silente sono riusciti a sconfiggere Voldino nel combattimento al Ministero della Magia. Purtroppo Bellatrix Lestrange ha ucciso comunque Sirius Black, ma la carneficina che comincia nel sesto e finisce nel settimo libro non ha, per grazia dell'autrice [*O*], mai avuto luogo. Vorrei sottolineare che questa ff non tiene ASSOLUTAMENTE CONTO dei fatti accaduti in quei libri, siamo in un universo alternativo. Il settimo anno ad Hogwarts del nostro maghetto sta per cominciare...[Pairing: Draco/Harry; Ron/Hermione...per cominciare...ce ne sono altri, leggete e scopriteli!]
Genere: Commedia, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC, Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ron parcheggiò con cura l'auto nel capannone in cui suo padre teneva tutta la sua roba babbana. Harry saltò giù scaricando il suo baule con non poca fatica. La sua condotta dell'ultimo periodo lo stava spossando lenamente. A dire il vero, Ron non si sarebbe affatto sorpreso se Harry fosse svenuto lì, in quel momento.
Trascinarono la roba in casa, dove Molly Weasley stava preparando una colazione che avrebbe sfamato tutti gli Alpini d'Italia.
Harry sperava che almeno lì, in mezzo a gente che gli voleva bene e che non lo trattava solo come uno schiavo, sarebbe riuscito a mettersi in sesto. L'anno prima non era riuscito ad andare da loro, Zio Vernon l'aveva obbligato a mettergli a posto tutta la casa perchè lui era scomparso per un po', rapito dai maghi giornalisti che lo consideravano il salvatore del mondo. E non a torto. Però l'anno ad Hogwarts e il calore che tutti i suoi amici gli davano lo aveva fatto stare molto meglio. Anche perchè se non fosse stato meglio sarebbe stato già morto per denutrizione da un pezzo.
Molly lo abbracciò, quando lo vide. Harry sorrise, stringendo a sua volta la mamma del suo migliore amico, e carpendo un po' del calore che la donna emanava.
Alle volte credeva di poter vedere una specie di alone attorno alle persone, ma non sempre, e non con tutti. C'era qualcuno in particolare, che emetteva una luce più forte degli altri...Harry scacciò quel pensiero. L'abbraccio di Molly Weasley lo fece sentire decisamente meglio.
Si sedette a tavola e rubò uno scone ancora caldo, attendendo l'arrivo degli altri componenti della famiglia Weasley. Tutti.
Oh, no, pensò Harry. Si era completamente dimenticato di Ginny, maledizione! Cosa le avrebbe detto? "Oh, scusa Ginny, mi spiace davvero, ma non sei proprio di mio gusto..." Certo, sarebbe andato incontro a morte certa. Sarebbe stato più facile pestare una zampa a Fuffi e uscirne illeso. Ginny era una strega potente. E questo piccolissimo particolare era innegabile.
-ALLORA? WEASLEY VOLETE DECIDERVI A SCENDERE? LA COLAZIONE E' PRONTA DA UNA VITA!- gridò Molly, amplificandosi la voce con l'incantesimo Sonorus. Harry si coprì le orecchie. Era talmente concentrato su quello che avrebbe dovuto dire a Ginny che non si era nemmeno reso conto di essere già al terzo scone e che la nausea non gli era ancora venuta.
-Ciao Harry!- disse una voce femminile alle sue spalle. Harry deglutì l'ultimo boccone girandosi con il cuore in gola. Giusto appena sotto il pezzo di pasta. Non era Ginny, per fortuna. Era Hermione.

Ginevra Weasley era ancora nella sua stanza, ma non dormiva. Stava dando qualche biscottino ad Edvige, che, come da previsione di Harry, era andata a cercarlo alla Tana.
La rossa era inquieta. Per 15 lunghissimi anni aveva atteso il signor Potter, per 15 lunghissimi anni lo aveva sognato ogni notte e fissato ogni giorno, ascoltando sognante suo padre raccontare la leggenda del bambino sopravvissuto, incredula che proprio Ronald, il suo insignificantissimo fratello, fosse diventato il suo migliore amico, terrorizzata ogni volta che lui le si avvicinava. Ogni santo giorno si svegliava un'ora prima del dovuto e stava per quell'ora intera davanti allo specchio lisciandosi i capelli, facendosi le sopracciglia, pulendosi il viso, truccandosi in modo impercettibile (di modo che i professori non lo notassero) solo per cercare di essere più bella, più alla sua altezza. E il mondo le crollò addosso quando Harry disse di essere finalmente riuscito a conquistare l'eterea e soprattutto inutile Cho Chang. Voleva morire. Solo morire. Ma poi, l'anno prima, Harry improvvisamente notò che anche lei faceva parte della famiglia Weasley. Che la piccola e ricoperta di efelidi sorella di Ron esisteva. E forse che anche alcune delle efelidi erano sparite. Ma non magicamente. No, aveva usato un vecchio rimedio che si era rivelato funzionante: impacchi di crema di latte. E pensare che l'aveva sentito da un film. Il più conosciuto ed importante film d'amore della storia del cinema. Via Col Vento. Che alla fin fine rimaneva solo uno stupidissimo e fasullo film. Invece la cura aveva funzionato ed Harry se n'era accorto. L'aveva presa per mano, le aveva detto quanto era diventata bella...e lei, naturalmente, c'era cascata. Aveva mollato Dean Thomas per lui e lui...lui era stato con lei per un po', avevano fatto l'amore, ma poi un giorno lui, proprio lui, San Potter, le aveva detto che no, non c'era null'altro che potessero fare, non potevano più stare insieme. Lei si era maledetta, aveva maledetto Via Col Vento, Cho Chang, persino Hermione. E Romilda Vane e Katie Bell e Angelina Johnson e Lavanda Brown. Calì Patil e anche Fleur Delacour e sua sorella Gabrielle. Persino Pansy Parkinson. Aveva maledetto tutte le donne che gli erano state vicino, nell'ingoranza su quale in realtà potesse essere la malfattrice.
Così restava lassù, seduta sul letto con le gambe raccolte al petto, cercando di farsi più piccola possibile. Cercando di scomparire.
-Dai sorella, scendi. Abbiamo fame.-
-No, Fred, non ho fame, mangiate pure senza di me.-
Non aveva detto a nessuno che Harry le aveva spezzato il cuore. Anche perchè si era stufata di essere la piccolina di casa, quella sempre indifesa, sempre da proteggere. Era diventata una strega di straordinaria potenza, nel caso i suoi fratelli e genitori non se ne fossero ancora accorti. Anche lei aveva combattuto contro Voldemort e i Mangiamorte, quella sera al Ministero.

Harry continuava a mangiare, sotto lo sguardo compiaciuto di Molly, Ron e Hermione.
Ron staccò un attimo gli occhi dall'amico e guardò quella che avrebbe dovuto essere la sua ragazza e che invece non l'aveva nemmeno minimamente considerato.
-Hermione, potrei parlarti un attimo in privato?-
-No, Ronald, almeno non finchè non avrai finito tutti i compiti di Pozioni.-
Perchè era diventata così fredda nei suoi confronti? Non aveva fatto nulla per meritarsi tanta cattiveria in fondo...Non era stato bocciato in nessuna materia...solo in Pozioni era indietro, ma non era tutta colpa sua. Piton non si era addolcito nemmeno dopo la caduta di Lord Voldemort, dannazione! E poi aveva ricevuto Accettabile, in fondo. Non Troll.
-Eddai, Hermione.-
-No.-
-Ora basta! Ho detto che ti voglio parlare e parleremo, capito?-
Da dove l'aveva tirato fuori tutto quel coraggio? Ron stesso non se ne capacitava. In ogni caso scollegò il cervello dai muscoli e prese Hermione per un polso, obbligandola a seguirlo di fuori, sulla panchetta che stava sotto al porticato.
L'afa era terribilmente pesante, persino a quell'ora della mattina. Solo Harry non sembrava avvertirla e continuava a mangiare vestito con i pantaloni lunghi e la camicia. Ron, dal canto suo, cercava di non esplodere dal caldo e di tornare di un colorito che non fosse tuttuno con la sua chioma.
-Adesso mi spieghi perchè diavolo ce l'hai con me questa volta.-
-Ronald Weasley. Io non sono tua mamma, capito? Quindi mi sono scocciata di doverti sempre incitare a fare i tuoi compiti e a studiare e a mettere in ordine la tua stanza e a lavare i tuoi vestiti. E, tanto per la cronaca, mi sono anche stufata di doverle fare io, queste cose, quando tu sei troppo svogliato per darmi retta.- sibilò lei. La sua voce era un sussurro. Hermione è proprio il mio esatto opposto, pensò Ron. Sempre calma e posata, non alzava mai la voce, nemmeno quando era furente. Era questa la cosa che più lo spaventava di lei. Quando era molto arrabbiata e voleva fartelo capire, sussurrava, in modo che tu dovessi avvicinarti sempre più e quando eri alla sua portata, spesso e volentieri ti tirava uno schiaffo violentissimo. Sempre se quel ""tu" era riferito a Ron o Harry e non alla Bulstrode o a Tiger e Goyle. Anche perchè Hermione avrebbe usato la bacchetta, in quei casi. Era troppo intelligente per giocare col fuoco con persone più alte e più grosse di lei.
Ron però non si fece incantare questa volta e restò ben piazzato a gambe divaricate e braccia conserte, guardandola dall'alto in basso, perchè lei, invece, si era seduta fissandolo imperiosamente negli occhi.
-Ciao ragazzi!-
Ron si voltò. Per una volta che stava riuscendo ad avere la meglio su Hermione dovevano interromperlo! Ma non fece neanche in tempo a dire "crucio", perchè il proprietario di quella voce, insieme con altri due ragazzi, stava correndo a perdifiato in mutande per buttarsi nel lago e farsi una nuotata. Hermione chiuse lentamente le palpebre e si massaggiò una tempia, con fare sarcastico. Ron tornò a guardarla.
-Hermione, ascoltami MOLTO attentamente, perchè non lo dirò più. Ho capito che tu ti stai ancora vendicando per le mille volte che ti ho dato della secchiona lunatica rompiscatole, e so anche che continuerai ad libitum.-
Hermione alzò un sopracciglio. Ronald che parlava in latino fuori dai duelli e dalle ore scolastiche?
-Sì, ho detto ad libitum, e per tua informazione so anche cosa significa. E' proprio questo che volevo spiegarti, nell'ultimo anno E MEZZO. Per amore tuo mi sono messo a studiare e leggere e informarmi in quasi ogni campo, magico e babbano, per essere al tuo stesso livello e non sembrare un tasso scemo ogni volta che usciamo con qualcuno che è alla tua altezza e sa come parlare. Non voglio più che le nostre conversazioni si limitino a "Oh, Ronald, studia Incantesimi mentre mi passi il sale grosso per la pasta" o che si svolgano quasi interamente a letto. Voglio che da ora in poi tra me e te si intavolino discussioni reali e sensate. Se vuoi parlare di politica, di libri, di musica o anche solo del tempo, fallo. Io VOGLIO che tu lo faccia, perchè a dire la verità mi sono proprio rotto del cipiglio scocciato che metti ogni volta che sbaglio un passato remoto. Ora li so tutti a memoria. CONTENTA?-
Hermione scattò in piedi, allibita da tanto ardore. Ron aveva davvero fatto questo per lei?
-Ron io...-
-Che c'è, vuoi interrogarmi? Fallo, sono pronto. Sono preparato su tutto. Tranne che su Pozioni. Per quello...credo proprio che avrò bisogno di qualche ripetizione!- esclamò, mentre lei lo abbracciava felice.
Ronald Weasley aveva davvero cominciato a salire gli scalini che si era costruito nella buca che aveva scavato dopo aver toccato il fondo, con lei. Sorrise del suo gesto e rimase per qualche secondo con le braccia a mezz'aria, senza sapere cosa fare. Alla fine decise di appoggiarle delicatamente sui suoi capelli che odoravano di menta, inspirando quel profumo che, alla fine, era un po' anche suo.
Sapeva benissimo che non avrebbero mai smesso di litigare. In fondo il loro rapporto era così. Diciamo che è una cosa nostra, disse a se stesso. E lui, in fondo in fondo, adorava quella loro cosa.


Ed eccoci giunti finalmente al terzo capitolo xD l'ho scritto d'un fiato a notte fonda. Grazie Dodo per la recensione! E scusate per averlo copiato due volte, mi succede spesso ultimamente. E' un problema della tastiera e non ho ancora capito come metterlo a posto xDD Chiedo perdono se è breve o fa schifo, ma come ho detto prima l'ho scritto dalle 2 alle 3 e mezza di ieri notte xDDD
Ringrazio Lolitosa e Skitty1 per avere aggiunto anche loro questa ff tra i preferiti!
  
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