Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: fabiomason    05/01/2010    0 recensioni
Hikari, è una ragazza di 15 che abita a Tokyo, mezza città la stima pe Mizuumi, il suo antico antenato che uccise migliaia di vampiri per proteggere il Giappone, anche se lei non crede per niente ai vampiri. Ma si dovrà ricredere quando scoprirà che lei è la prescelta per continuare il lavoro del suo antenato, e cosi, hikari inizierà una avventura per sconfiggere i vampiri con una misteriosa falce cattura-demoni. Ambientato nel Giappone contemporaneo, una storia che mescola, amore e azione.
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2

 

“Signorina Itomi?”, la voce della professoressa mi sciolse dallo stato trance che mi aveva incatenata , confusa risposi distrattamente “ehm … si?”.

La professoressa dai suoi occhiali a mezza luna mi scrutò “parlami delle  gilde del demonio”.

Con un leggero sbuffo mi alzai dal banco per iniziare quella noiosa storiella utile per l’insonnia, odiavo le ore di religione, le consideravo inutili, specie se avevamo una professoressa troppo appassionata alla materia, per quanto io pensavo fosse noiosa.

“Le gilde del demonio sono tre, Gémissement, Loran ed Homusho, i Gémissement sono la collera, sono le bestie più vicine al demonio e temibili, i Loran invece sono i nomadi, la specie che esegue gli ordini del demonio in incognito e sono dispersi nelle fondamenta della terra, gli Homusho sono i bugiardi, tentano di vivere come noi e si ribellano alla loro natura”.

La professoressa mi scrutò ancora una volta dai suoi occhiali a mezza luna, capì che non avevo intenzione di continuare e annuì in senso d’approvazione.

Perché proprio a me? Certe volte penso che era meglio se fossi nata in una famiglia sconosciuta invece di ricevere comportamento e  sorrisi falsi da quasi tutta Tokyo.

L’ora finì velocemente per mia fortuna, presi la sacca e mi voltai verso la porta come tutti i miei compagni.

“Hikari Itomi?” speravo che non fosse proprio quella voce, mi girai  ed eccola di nuovo là a guardarmi , oggi non voleva darmi tregua.

“Gradirei più attenzione nelle mie ore di lezione” sbuffai, ancora una volta “Mi scusi professoressa, e solo che ultimamente sono molto … stanca” la professoressa si alzò e si mise a guardare la finestra, poi si volto verso di me “Una ragazza come te dovrebbe prestare molta più attenzione a queste lezioni , cerca di essere più attenta nelle prossime lezioni , puoi andare.”.

Rimasi zitta e me ne andai verso il corridoio , avevo altro a cui pensare , cose ben più importanti , le mie mani tremavano ancora , era impossibile , pensavo di essermi ripresa , ma non ci riuscivo , avevo paura per l’operazione di mio fratello , Sciocca, non devo pensare subito al peggio, ma non riuscivo a non pensare se qualcosa sarebbe andato storto.

Con le lacrime agli occhi presi un fazzoletto dal taschino della gonnella  e  mi pulì , “Dopo tutto è un trapianto di cuore “ la maggior parte sopravvive , pensai , ma cosa potevo pensare? Non ne sapevo nulla sui trapianti, tanto meno su quelli di cuore.

Alzai lo sguardo cercando di non pensarci, poi vidi lui, si avvicinava sempre di più verso la mia direzione con un sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia.

“Hikari!” alzò la mano per salutarmi, non odiavo Shin, è uno dei miei amici più cari , ma ultimamente era pesante , ma guardare il suo sorriso splendente mi dava sempre allegria , un’ottima persona contro le paranoie mentali.

“Hai programmi per Sabato?” mi voltai verso di lui , i suoi capelli biondi mi accecavano gli occhi , erano lunghi fino alle spalle , in confronto , i miei capelli nero corvo potevano essere comparati ad una scopa.

“Non saprei, devo vedere, ultimamente ho troppo da fare, compiti ed altro …” cercai di restare sul vago , non volevo ferirlo.

“Ah, okay ,  poi avvisami per la tua decisione” il sorriso a trentadue denti non era scomparso per fortuna , continuammo a camminare , in un silenzio che stava per cadere in un imbarazzo collettivo.

“La pazza di religione continua a…” lo zittì subito rispondendogli “Si , è una cosa incredibile , è veramente pesante e noiosa , non capisce che a me non me ne frega niente della sua materia , questo e il secondo anno di scuola che ho lei per insegnante di Religione ma ancora non ha capito che  a me non me ne frega della mia storia , e non ha ancora capito che sono atea”.

“Dovresti dirlo a tua madre” rispose Shin in tono di sfida verso la pazza di religione, “Mia madre? Oh per carità, mia madre è ancora peggio della Professoressa Itsume, non vogliono staccarsi dal passato, è assurdo, e poi credono al demonio, agli angeli ecc. ci mancano solo le fatine dei boschi” Conclusi con un sospiro.

Lui mi guardò come se fossi una pazza, avevo perso le staffe.

Ci avvicinammo all’aula di Algebra , due splendide lezioni di Algebra ci aspettavano , ero così felice che potevo benissimo spararmi con una pistola alla tempia.

Shin non osò entrare oltre la porta dell’aula “Io taglio, di che mi sono sentito male e sono … andato a casa”, lo guardai ancora una volta, sembrava convinto, annui ed entrai dentro l’aula, il professor Green , un americano venuto ad insegnare in Giappone , mi guardò torvo.

Mi sedetti al mio solito posto, l’ultimo in fondo all’angolo a destra, dove vi era una grande finestra con una mensola in cui appoggiavo il gomito.

Le due ore furono estenuanti , sembravano non finir mai.

Non ero concentrata sulla lezione, ma sulla pazza insegnante che ancora una volta non mi lasciava respirare, perché ancora pensava a cose di 100 anni fa se non più? Se pensava che un giorno sarei diventata una mietitrice si sbagliava altamente.

Rimasi pensierosa per tutta la lezione, solo l’entrata di un nuovo ragazzo nell’aula riuscì a distogliere l’attenzione dai miei pensieri, era un ragazzo alto, con i capelli neri corvo, come i miei, il suo corpo era pallido e i capelli facevano contrasto, finalmente il “belloccio americano” come lo chiamavano le mie compagne, era arrivato.

Il professor Green non gli disse nulla , odiava i ritardatari , non gli concedeva nemmeno il tempo delle spiegazioni , si avvicinò verso l’unico banco libero , e quale non poteva essere se non il mio?

Si sedette e rimase zitto, i capelli gli coprivano gli occhi, per tutta l’ora non ci scambiammo uno sguardo, era arrivato da circa una settimana e non ricordavo nemmeno il suo nome , non aveva legato con nessuno , durante il cambio di ora se ne stava da solo con un ragazzo del Quarto anno.                                                                                 

 “Scusa” mi voltai sorpresa, sapeva parlare “Mi puoi prestare una penna?” intravidi dai suoi capelli l’occhio sinistro castano scuro, muta presi la penna blu di scorta che tenevo nell’astuccio e gliela porsi, con una risposta bassa quasi come un sussurro, ricominciai a buttarmi nei miei pensieri.

“Scusa” ancora “Ma quei libri sono di Anne Rice?” disse puntando il dito verso il mio zaino aperto.

Mi ero completamente dimenticata di quei libri, li avevo iniziati a leggere un paio di giorni fa, ma la polvere stava vincendo contro la mia curiosità.

“Ehm si” risposi disinteressata, comparve un timido sorriso sulle sue labbra “Posso?” indicò ancora una volta lo zaino “Ehm certo” risposi silenziosamente per non farci scoprire dal professor Green , estrasse 3 libri delle cronache dei vampiri ed uno dalla saga delle streghe Mayfair.

Guardo la copertina del libro delle streghe Mayfair, ma scartò subito l’idea di aprirlo , invece , era molto interessato dai tre libri delle cronache dei vampiri.

Iniziò a fissare la copertina di Il vampiro Marius , poi passò a fissare Intervista col vampiro , infine arrivò all’ultimo libro , Scelti dalle tenebre.

“Ti piace la mitologia dei vampiri?” mi rispose , “Ultimamente leggo molto … e mi sono capitati in mano questi libri … sono stanca dei libri dei maghetti” fece una risata soffocata per non farsi scoprire dal Professor Green.

“E a te?” risposi con un sorriso, era incredibile , ero riuscita  a parlare con la statua  , o meglio ,  Anne Rice ci era riuscita.

“Mi piacciono molto, più che altro e mio padre che mi costringe a leggere questi libri, è uno scrittore e quindi pensa che siano libri scritti molto bene, anche mio padre sta scrivendo un libro sui vampiri

“E così a tuo padre piace la mitologia dei vampiri” rispose con un sorriso meno timido dell’altro “Beh si … ne è affascinato , la mia famiglia si è trasferita più volte per la sua passione , esplora tutti i luoghi in cui ci siano leggende relative ai succhia sangue” rispose infine sarcastico , feci una risata soffocata , “Quindi vi siete trasferiti qua per questo …” , rispose con un lungo sospiro “Si , certe volte odio mio padre , nel momento in cui ho stretto amicizia a scuola o con amici , decide di trasferirsi, sembra fatto apposta” chiuse la risposa  con un altro sospiro , poi un suono proveniente dal piano sopra di noi , la campanella della salvezza.

Chiusi la cartella con cura rimettendo dentro tutti i libri, quando mi rialzai, lui era già sparito , ma poco mi importava ero riuscita  a parlare con la statua , mi corressi di nuovo , Anne Rice ci era riuscita , ma di sicuro io ero riuscita fare un’altra cosa , a trovare un nuovo amico.

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: fabiomason