Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |       
Autore: Anshiko    01/07/2005    3 recensioni
La protagonista è una ragazza come tante altre, a cui un incontro strano cambierà la vita... Ma siamo sicuri che non sarà lei a cambiare la vita a lui? Mia prima fic "seria" ^^'' Spero vi piaccia... Forse l'idea è un po' sfruttata, ma spero di riuscire a dargli quale tocco originale in più ^^
Genere: Avventura, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Passarono alcuni giorni di calma assoluta, in una settimana intera Axel non si era più fatto vedere e Sumire era partita per M

 

 

Passarono alcuni giorni di calma assoluta, in una settimana intera Axel non si era più fatto vedere e Sumire era partita per Milano come aveva anticipato ai figli.

In fondo, non era tanto diverso da quando c’era, visto che di solito la vedevano solo per poche ore al giorno per colpa del lavoro. La mattina aveva raccomandato ai figli di stare attenti, di chiudere il gas, serrare le finestre, non aprire agli sconosciuti e tutti gli avvertimenti del caso. Soprattutto, Lucas avrebbe dovuto rientrare presto, visto che Elie era a casa da sola, ma il ragazzo, sicuro di essere visto solo dalla sorella, aveva alzato il dito medio in segno di dissenso. Alle nove del mattino la donna era già in autostrada.

«Vai a scuola?» disse il ragazzo guardando i cartoni del mattino

«No. Non mi va»

 «Fa quel cazzo che vuoi, ma ti avviso che questa settimana starai da sola, vado con degli amici in montagna»

Lo guardò preoccupata «Eh? E io? Mi lasci da sola? E se muoio? Mi rapiscono o mi sento male?! La mamma ha detto-»

«In culo quello che ha detto. Non sono il tuo babysitter. Non ti dico di stare in casa, di andare a scuola o altro. Che vuoi di più?» Ogni volta le ripeteva la stessa cosa: per lui la libertà che le concedeva era la cosa più bella che poteva darle.

«Ok, e quando vai

Ci pensò un attimo e disse «Oggi, torno domenica, prima della mamma. Naturalmente sai che per lei io sono qui»

Non gli rispose, non avrebbe detto niente. Chi se ne fregava se stava da sola, i soldi li aveva e non aveva bisogno di suo fratello. Poi se lui si divertiva era meglio. Lucas si alzò, andò a preparare la valigia e dopo mangiato se ne andò. Ora era sola, per una settimana intera.

 

Lunedì pomeriggio, il tempo era sereno e alla tv non davano nulla d’interessante, era la giornata perfetta per andare a fare una passeggiata. Ma Elie non sapeva chi chiamare. La sua migliore amica, Akemi, aveva il ragazzo e da un po' di giorni non si vedevano neanche, perciò non era riuscita neppure a raccontarle di Axel. Il pensiero del ragazzo le fece venire in mente che era passata una settimana dal loro primo incontro. Lo sconforto che provò fu interrotto del suono del campanello.

«Chi è?» chiese guardando dallo spioncino, ma non riuscì a vedere chi era perché una rosa rossa tappava la visuale. Aprì e il ragazzo che le sorrise la fece infuriare. «Che cazzo vuoi? È da una settimana che non ti fai sentire e sinceramente speravo di non dover più vedere la tua brutta faccia…»

Prima che potesse richiudere la porta, il ragazzo era già entrato in casa e dirigendosi verso la cucina, prendendo un vaso per il fiore disse «Non fare così, ho capito di aver sbagliato e voglio rimediare» si girò verso di lei e sfoderò il suo sorriso migliore.

 «Il solito cazzone…» pensò «Io faccio quello che mi pare e piace! Senti Rei, è inutile che fai il finto tonto, te l’ho già detto chiaro e tondo due sabati fa» l’immagine del ragazzo che la spingeva sul letto e iniziava a spogliarla contro il suo consenso le fece venire un senso di disgusto che le impedì di continuare a guardarlo «a me non importa di quello che hai fatto con le altre ragazze, io scopo quando e con chi mi pare. Se non ti sta bene non me ne frega un cazzo. Tu hai cercato di fottermi e quando ti ho respinto mi hai dato della stronza

L’ultima parola era sta pronunciata con tutta la rabbia che aveva in corpo, tuttavia Rei non si scompose, anzi si avvicinò e fece per prenderle la mano, ma Elie si tirò indietro. «Capisco come ti senti, ma ho capito che ho sbagliato, avevo bevuto troppo quella sera, lo sai, non pensavo quello che dicevo… Certo, avevo voglia di farlo con te, ma non pensavo che te la saresti presa così tanto se avessi provato a…» L’indecisione del ragazzo le fece venire sempre più voglia di buttarlo, fuori di casa «…a convincerti»

Lei esplose «Convincermi?! Ma sei scemo? Tu mi volevi scopare e basta! E' inutile che cerchi delle scuse, non voglio più stare con te e non voglio più vederti! Cosa credi, che non sappia che in questa settimana ti sei visto con Sae? Cos’è, te l’ha data troppo presto e ora ti sei già stufato? Esci subito di qui!» Lo spinse verso la porta, ma contano che lui era un metro e ottantacinque per settanta chili di muscoli, non ebbe il risultato sperato. Non si era mosso di un millimetro.

«Sei così impulsiva… Con Sae era un gioco, invece tu sei diversa»

«Certo che sono diversa, io non la do al primo che viene!»

Il ragazzo sbuffò e si diresse verso la porta «Non sai quello che ti perdi…»

«E' proprio perché lo so che non voglio stare con te!» Sbatté la porta con tutta la forza che aveva e andò a sedersi sul divano con un senso di vuoto nel cuore. Era un bel ragazzo, palestrato e divertente, ma stronzo. Ecco la conclusione che tirò fuori.

 

«Che faccia… Sembri in procinto di piangere da un momento all’altro»

Quella voce poco familiare, ma profonda, che veniva dalle sue spalle, la vece girare di colpo e gli occhi le si riempirono di lacrime, quasi senza ragione. Lui era lì, appoggiato allo stipite della porta con le mani in tasca. Una maglia nera a collo alto faceva risaltare i pettorali e gli addominali, un paio di jeans grigi coprivano quasi completamente il collo dei stivali neri. I capelli mossi erano scompigliati come sempre e il sorriso appena accennato scomparve appena le vide le guance solcate dalle lacrime

«Hei! Che ho fatto? Perché ora piangi?!» fece un passo in avanti ed Elie si rimise a sedere normalmente, dandogli le spalle e mettendosi a piangere sommessamente con la mani davanti al viso. «Dai… So benissimo perché piangi, certo che quel Rei era proprio strano… Io non mi sarei mai arreso al suo posto!» i singhiozzi si fecero più intensi, al che Axel si avviò verso la cucina continuando a parlare «, sai che ti dico? Mi pare strano anche il fatto che io sono arrivato qui proprio in questo momento e tu non mi chiedi niente…» arrivato al tavolo estrasse la mano destra dalla tasca e sollevò dolcemente di qualche millimetro la rosa dentro al vaso, come si tiene un bicchiere per il vino, e, continuando a conversare, la guardò e la rosa appassì in un attimo, diventando da rossa a nera, per poi trasformarsi in cenere e cadere dalle dita del diavolo dentro al vaso e sul tavolo.

Tornò in soggiorno e si sedette vicino alla ragazza che aveva quasi smesso di piangere. «Perché… Non sei venuto prima?» gli chiese senza alzare lo sguardo da terra

«Perché avevo da fare e poi preferivo lasciarti da sola. Tanto non è successo niente in questa settimana»

Lei non rispose e per un po' rimasero in silenzio, seduti uno accanto all’altro.

«Posso… Posso sapere cosa hai fatto?» gli chiese.

«Mm… diciamo che ho avuto del lavoro da fare» rispose alzandosi e avvicinandosi alla finestra.

«Ah giusto, rubare, uccidere e poi cosa fai nel tempo libero?» disse ironicamente.

«Scopo»

La risposta così immediata e seria la lasciò atterrita

«Allora, che si fa?» il ragazzo interruppe il silenzio «Esci stasera?»

«No»

«Mm»

Altri minuti di silenzio passarono.

«E tu che fai stasera?» gli chiese con indecisione, per paura che le rispondesse che doveva uscire con qualche ragazza.

«Pensavo di uscire con te, ma se tu non vuoi, fa lo stesso» si alzò e si diresse verso la camera della ragazza «vorrà dire che troverò qualcosa di divertente da fare» continuò guardando con la coda dell’occhio se Elie lo seguisse, cosa che lei fece subito.

« se sei venuto apposta per uscire non posso rifiutarmi, chissà quanta strada hai fatto!» disse ironicamente «ma dove vai?»

«A vedere se nell’armadio hai qualcosa di decente da metterti»

«Eh? Ma sei fuori?! Guarda che nessuno mi batte in quanto a look! Dimmi dove andiamo e vedrai che mi vestirò come conviene» l’espressione orgogliosa di lei lo fece ridere.

«Il posto è un segreto. Torno verso le nove. Mi raccomando!» le strizzò l’occhio e sparì.

Il cuore di Elie prima vuoto, adesso era colmo di gioia. Le era bastato vederlo per pochi minuti per sentirsi meglio, si era anche già dimenticata di Rei. Adesso doveva pensare a cosa avrebbe fatto con Axel.

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: Anshiko