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Autore: Be Mine    06/01/2010    6 recensioni
"...Perché dovevo essere condannato ad amarlo se non avrebbe mai meritato l’amore che tanto mi affannavo a soffocare?
Perché Roy Mustang doveva essere l’unica calamità in grado di sconvolgere il mio cuore di pietra?

Perché doveva starsene lì, in quel momento, con quel vestito, come stesse aspettando me, da…da sempre?"

A noi, che speriamo sempre le cose cambino: finché cambiano davvero, ma non come immaginavamo.
Genere: Romantico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A tutte le donne che hanno sempre voluto il meglio e che quando poi si sono rese conto che il meglio era accanto a loro, l’hanno perso per mera stupidità.

E a tutti gli idioti fissati con la linea, il fisico e la palestra.

Una piccola contraddizione personale, ma la vita ne è piena.

 

 

Silk

 

 

 

È facile capire come nel mondo esista sempre qualcuno che attende qualcun altro, che ci si trovi in un deserto o in una grande città.

E quando questi due esseri s'incontrano e i loro sguardi s'incrociano, tutto il passato e tutto il futuro non hanno più alcuna importanza. Esistono solo quel momento e quella straordinaria certezza che tutte le cose, sotto il sole, sono state scritte dalla stessa mano, la mano che risveglia l'Amore e che ha creato un'anima gemella per chiunque lavori, si riposi e cerchi i propri tesori sotto il sole, perché se tutto ciò non esistesse non avrebbero più alcun senso i sogni dell'umanità.

 

 

L'ALCHIMISTA P.COELHO

 

 

Non avrei mai pensato di innamorarmi di te.

Nonostante ciò che dicevo di pensare, in fondo sapevo che eri l’unico.

Ma di qui ad innamorarmi…

 

Ti guardavo attraverso gli specchi o i vetri delle finestre, perché così mi sembrava di non potermi perdere nel tuo sguardo: e chissà come, quando mi voltavo, i tuoi occhi incontravano da subito i miei.

Ti osservavo in lontananza, certo che non potessi vedermi, ma non sono mai stato bravo a dire le bugie…nemmeno a me stesso.

Mi ero accorto fin da subito che quello che succedeva quando ti vedevo non era una cosa comune, come la tristezza del vederti andare via salutando con la destra stretta alla mia: perché tu mi hai sempre e solo salutato così, per galanteria, educazione, rispetto…Eppure, quante volte avrei voluto buttare tutto all’aria e urlarti di fermarti? Gettarti le braccia al collo, poi sarei potuto anche morire, non avrebbe importato…

Una persona nella mia posizione non può fare di queste cose, mi dicono, eppure continuo a pensare che se solo il mondo fosse un po’ più giusto avrei potuto dire senza mezzi termini che ero innamorato di te. D’impulso, e poi…basta.

 Magari mi avresti sorriso enigmatico come sempre, e avresti continuato per la tua strada.

 O forse no.

 

 

 

Stringi a te quel che resta della tua esistenza, pezzi in frantumi di un mondo devastato.

Cammini ritto, e la seta ti carezza il viso: una normale cravatta non ti si addice, e lo sai; solo seta, attorno al tuo viso, candida seta e bottoni luccicanti.

Procedi senza paura, senza gettare occhiate a destra o a sinistra, e dopo i primi dieci passi sembri tirare un sospiro.

 

Abbassi lo sguardo: ed io sono lì, sono sempre stato lì. Ma non hai voluto mai vedermi.

 

E un giorno mi hai chiamato in disparte, facendomi tremare l’anima: si, mi hai chiamato in disparte per pugnalarmi al cuore.

 

-Edward, non dirlo a nessuno…ma  tra un mese mi sposo-.

 

Ecco, pensai, un uomo con l’orgoglio al posto del cervello: e magari un giorno vorrà anche mostrarmi le foto dei suoi figli, invitarmi a cena, presentarmi a qualche sua giovane e nubile cognata.

Fino a che punto si può esser ciechi?

…tanto ciechi da ignorare la donna che ti ama e protegge da una vita e il ragazzo che per te darebbe volentieri la sua, di vita.

 La vedo accanto a me e in un certo senso la invidio: riesce ad essere così bella e indifferente anche in una situazione del genere…

 La sua mano guantata sguscia sopra la mia, tenendola stretta, mentre -senza che me ne accorgessi- stavo quasi per strappare un lembo dei pantaloni della divisa.

Lo sposo aveva capricciosamente richiesto ai membri dell’esercito di indossare le divise da parata, e io non facevo eccezione: l’oceano blu degli invitati avvolgeva la piccola chiesa come per soffocarla in una morsa color cobalto.

 

-Ed, vorresti uscire un secondo?- Disse lei d’improvviso.

 

Vidi lo sguardo vuoto dello sposo seguirci, mentre ci avvicinavamo all’uscita.

 

-Ascoltami- disse afferrandomi il volto fra le mani -Lui per te non è una ricchezza, quindi non è nulla-.

E a quelle parole, l’orgoglio non riuscì più a trattenere le lacrime.

 

-Tenente…Io lo so, lo so molto bene...

Io…ah…

 Ma allora perché anche lei sta piangendo?-

 

-Ed…mi dispiace, ma devi…- sospirò profondamente, chiudendo le palpebre.

 

-Ed, la sposa: ha un cancro al seno, morirà fra meno di un anno-.

-U…un anno?-

 

-Si, per questo il colonnello ha acconsentito alle nozze.

Lui non è capace di legarsi a nessuno.

Ti prego, non piangere…

 Asciugati il viso ed entra lì dentro: dimostragli che non hai bisogno di lui-.

 

-Tenente io…io non sono come lei, non ce la faccio…-

Perché ero nato così dannatamente debole?

 

-Neanch’io sono come me stessa, ma combatto per esserlo, perché se non lo facessi lo perderei per sempre-.

Ecco, l’avevo fatta piangere: anzi, l’avevamo fatta piangere.

Quell’uomo e il suo egoismo: allora perché non potevamo non amarlo?

Perché ogni volta che cercavo di dimenticarlo ricompariva col suo sorriso, con la sua camminata fiera e le spalle larghe?

Perché dovevo essere condannato ad amarlo se non avrebbe mai meritato l’amore che tanto mi affannavo a soffocare?

Perché Roy Mustang doveva essere l’unica calamità in grado di sconvolgere il mio cuore di pietra?

Perché doveva starsene lì, in quel momento, con quel vestito, come stesse aspettando  me, da…da sempre?

 

 

 

-Scommetto vorresti star bene come me in un vestito del genere, eh, Acciaio?-

Stai bene?

-Colonnello…io sono più il tipo che guarda cosa c’è dentro il vestito-

Si…beh, direi che non è male nemmeno quello.

-Scommetto che tutte le donne in questa stanza vorrebbero essere al posto della sposa…e chissà, forse anche qualche uomo. Ahahah-.

Perché sei così freddo: reagisci!

-Beh, per lei tutto fa brodo, no?-

Questa volta non starò al gioco.

-In realtà sono sempre stato tipo da scegliere le mie prede-.

Non vuoi proprio capire, eh…

-Si, ma a furia di selezionare, non rimane più molta scelta…-

Non hai mai voluto vedermi…

-E forse è per questo che non ho mai visto quello che di meglio mi circondava.

Ma, stanne sicuro, la prossima volta non sbaglierò-.

 

 

Fine

 

 

 

 

C’è un detto, che mi è venuto in mente scrivendo: “scarta scarta e finisci nello scarto”.

 La tristezza è devastante…Ma la speranza non puo’ terminare: in fondo ogn’uno sa che è così. Qualcuno la chiama illusione, e gli uomini sono molto bravi a procurarne.

 

Grazie a chi leggerà o recensirà, o entrambe le cose.

Ah, e grazie a Fedu e alle sue per le di saggezza sugli uomini. Alla sigaretta in due XD.

 Un bacio.

 

Credits: né i personaggi di Fullmetal Alchemist né la citazione da "l'Alchimista" mi appartengono, ma sono proprietà esclusiva degli aventi diritto. Nell’usufruirne non vi è da parte mia alcuno scopo di lucro.

 

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