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Autore: mamogirl    08/01/2010    2 recensioni
Anche la più forte e duratura delle amicizie può andare incontro a difficoltà, specialmente quando, spinti dalla rabbia, ci si rinfaccia frase e parole di cui ci si pente poi amaramente. E' difficile chiedere scusa ma si é pronti ad affrontare tutto quando il destino decide di metterti di fronte alla più dura delle prove?
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Got a million reasons to run and hide

I don’t blame you for being scared

If I could change the stories ending to me and you.


 

*********

 

 

Nick Carter era letteralmente distrutto.

Erano solo le otto di sera e l’unica cosa che aveva in mente di fare era buttarsi sul letto e comparire davanti al mondo solamente la mattina seguente.

Quando aveva deciso di provare la strada da solista, sapeva che sarebbe stato difficile ma non si era mai reso conto quanto. Tutti gli occhi erano puntati su di lui, ogni minima parola veniva soppesata, analizzata e riportata in un modo che nemmeno lui riusciva a comprendere come potesse essere uscita dalla sua bocca.

In quei momenti sentiva la mancanza di Kevin, l’uomo a cui bastava una sola alzata di sopracciglio per mettere in silenzio un’orda di giornalisti.

Era in quei momenti, quando aveva bisogno di essere confortato e rassicurato, che sentiva maggiormente la loro mancanza. Anche se, ora, aveva più bisogno di avere Brian al suo fianco: solo lui sembrava in grado di riuscire a comprendere il vortice intricato dei suoi pensieri e bastava una semplice battuta per farlo sentire subito meglio.

Fosse stato tutto più semplice…

Si chiuse la porta della camera d’albergo alle spalle, si tolse la giacca non preoccupandosi di dove sarebbe finita e andò a sedersi su una sedia vicino alla finestra.

Non sapeva nemmeno in che stato si trovava in quel momento, si ricordava di essere in Europa ma la nazione e la città non avevano importanza. Negli ultimi anni aveva fatto il giro del mondo almeno una quindicina di volte, i paesaggi ormai sembravano confondersi l’uno con l’altro.

E così non poteva esimersi dal ripensare ai vecchi tempi, quando per ammazzare il tempo lui e Brian si rinchiudevano in camera sfidandosi ad innumerevoli battaglie con i videogiochi.

Già… i bei vecchi tempi. Quando ogni cosa sembrava così semplice, quando parlare tra loro non comportava silenzi imbarazzanti o scuse campate in aria. Quando poteva riferirsi a Brian come il suo migliore amico.

Tutto era successo così velocemente, una spirale disastrosa che aveva completamente rovinato qualsiasi cosa vi entrasse in contatto.

Ogni minimo dettaglio di quella giornata era scolpita nella sua mente, pronti a ritornare a galla non appena ebbe abbassato le barriere che duramente aveva cercato di costruire.

 

***********

 

“Ragazzi, dite qualcosa. Urlate, insultatemi ma non rimanete a fissarmi come se fossi un criminale!” aveva quasi pregato Nick, alternando lo sguardo verso ognuno dei suoi amici. Per ultimo, aveva cercato di decifrare l’espressione di Brian ma era impossibile da comprendere visto che teneva la testa abbassata.

“Nick, che cosa vuoi che ti diciamo? Vuoi la nostra approvazione? Vuoi che ti diamo una stretta di mano, complimentandoci per la tua mossa da persona matura?” gli chiese Kevin.

“Lo so, Kev, lo so che abbiamo un nuovo album da incidere.”

“Davvero? Sembra invece che tu te ne sia dimenticato!” esclamò A.J., alzandosi dalla propria sedia ed andando ad appoggiarsi contro la parete.

“Avresti dovuto dircelo. Avremmo potuto posticipare il tutto e darti il nostro supporto.” Aggiunse Howie, come sempre cercando di riportare la pace nel gruppo.

“Mi hanno obbligato a tenere tutto sotto segreto.” Rispose Nick, ben sapendo che era una futile scusa.

Dopo qualche altro minuto di discussione, Nick si accorse che l’unico che non aveva ancora proferito parola era Brian. Era rimasto silenzioso, seduto sulla sua sedia con lo sguardo fisso sul tavolo. Era soprattutto da lui che voleva rassicurazioni. Lui era il suo migliore amico, era sempre stato dalla sua parte. Aveva un bisogno disperato della sua approvazione.

“Bri… tu cosa ne pensi?” gli chiese titubante.

Brian non rispose anzi, era come se non avesse proprio sentito la domanda.

“Bri, per favore…”

“Da quanto tempo lo stavi progettando?” fu tutto quello che disse, il tono di voce assolutamente piatto.

“Brian, non ha importanza.” Gli rispose, alquanto sconvolto negli occhi di Brian un sentimento che aveva visto solo una volta: la rabbia.

“Rispondimi. Da quanto tempo?”

Nick cercò con gli occhi un minimo di supporto da parte degli altri compagni ma anche loro erano alquanto sorpresi dall’atteggiamento di Brian. L’ultima volta che l’avevano visto perdere la sua consueta calma era stato durante l’ultima riunione con i loro ex-manager, durante il quale lui aveva tirato fuori tutta la sua delusione per come l’avevano trattato.

“Circa due mesi.” Rispose Nick, abbassando lo sguardo.

“Due mesi.” Ripeté a bassa voce Brian, quasi più a se stesso che rivolto a qualcun altro. “Due fottutissimi mesi!” urlò la seconda volta.

“Cugino, dai, non peggiorare la situazione…” cercò di intervenire Kevin ma Brian gli lanciò un’occhiata che lo fece immediatamente bloccare.

“Bri, ascoltami. Se avessi potuto fare di testa mia tu saresti stata la prima persona a cui avrei chiesto aiuto. Maledizione, sai quanto ci tengo al tuo giudizio!”

“Se… Nick, con i se e con i ma non si va avanti. In due mesi hai avuto mille occasioni per dirmi che cosa ti stava succedendo. Invece mi hai mentito giorno dopo giorno. E sai che questo non posso accettarlo.”

“Perché te la stai prendendo così personalmente? Si tratta solo di un disco, anche se per me è maledettamente importante.”

Brian si alzò dalla poltrona ed andò accanto alla finestra: in realtà, non gli importava granché del panorama che poteva osservare ed infatti il suo sguardo rimase fisso sul riflesso della figura di Nick. E gli vennero in mente tutte le notti in cui lui ritornava in hotel tardi, stanco morto ed ogni suo tentativo di sapere dove era stato risultava essere solo uno spreco di fiato.

“Quindi… registravi le canzoni di notte? È per questo che tornavi tardi e non raccontavi dove o cosa stavi facendo?” gli chiese. Nick non rispose ma annuì semplicemente con un cenno del capo.

“Io…” incominciò a dire ma si ritrovò la voce rotta dalla delusione. “Nick. Mentre tu eri in quel maledetto studio di registrazione, hai solo una vaga di idea di quanto io fossi preoccupato? Non sapevo dove ti trovavi, non sapevo come rintracciarti e non sapevo che cosa ti stava succedendo. Ho seriamente pensato che fossi finito in un brutto giro di amicizie. Ogni sera tremavo quando suonava il telefono perché avevo paura che fosse la polizia o l’ospedale che mi avvertiva di averti arrestato o che tu eri stato ferito o peggio.”

Nick accusò il colpo in silenzio, realizzando solo in quel momento il vero motivo per cui Brian era così arrabbiato con lui.  “E non solo non hai avuto il coraggio di dirmelo in questi due mesi ma sono stati i tuoi manager ad informarci che tu non saresti stato presente alle registrazioni del nuovo album!”

Nick sapeva di aver sbagliato nel fidarsi totalmente dei suoi manager ma il suo orgoglio ferito non poteva permettere a nessuno di trattarlo come un bambino.

“Visto il melodramma che stai mettendo in scena, credo di aver fatto bene a non dirti niente.” Gli disse, cercando di apparire calmo.

Kevin, Howie ed A.J. non sapevano che cosa dire o fare: la scena davanti ai loro occhi era qualcosa a cui non erano mai stati abituati. Per diamine, si stava parlando di Brian e Nick, il duo indistruttibile! Ed invece ora sembravano tutto fuorché migliori amici.

“Oh… quindi adesso la colpa sarebbe mia? Diavolo, Nick, ma non riesci mai a prenderti la responsabilità delle tue azioni?”

“E tu devi sempre giudicare qualsiasi cosa faccia? Tu sei sempre il bravo ragazzo, quello che pensa sempre prima di agire mentre io sono il combina guai, colui che non pensa mai a cosa sta facendo! Beh, Brian, è ora di darci un taglio con questa sceneggiata.”

“Almeno io cerco di non rovinare tutto il lavoro fatto dagli altri. Nessuno ti sta dicendo che non dovevi fare questa cosa e se non fossi stato così tremendamente codardo, avremmo cercato un modo per risolvere il tutto. Ma no, tu devi pensare prima a te stesso piuttosto che a noi. Hai sempre messo il tuo bene prima di quello del gruppo.”

“Sapevo che saremmo arrivati a questo punto. Sapevo che avresti riportato a galla questa storia. Solo perché tu hai voluto fare il supereroe non significa che a me, o ad uno degli altri, non interessi niente del gruppo.” Disse Nick, sapendo perfettamente che la sua frase avrebbe centrato il bersaglio. Brian non rispose ma gli altri tre ragazzi potevano vedere quanto le parole di Nick l’avessero ferito. Visto che Brian sembrava non rispondere, Nick continuò.“Non mi avresti dato ascolto. Esattamente come stai facendo in questo momento.”

“E quando non lo avrei fatto? Avanti, quando diavolo non ti avrei dato ascolto?” gli domandò Brian, riuscendo in qualche a modo a rispondergli.

Nick stava per ribattere qualcosa quando Kevin si frappose fra i due ragazzi.

“Ora stiamo esagerando. Cerchiamo un attimo di calmarci prima che volino parole che, sicuramente, poi ve ne pentirete.”

Nick e Brian sembravano due pugili entrambi sconfitti. Riparare quel danno nella loro relazione avrebbe richiesto molto tempo.

Dopo un lungo momento di silenzio, fu Brian a parlare.

“Sai Nick… forse hai ragione. E’ tempo che inizi a pensare a me stesso invece che solo ai bisogni del gruppo.”

E con quest’ultima frase, uscì dalla stanza, sbattendo così forte la porta da far cadere l’orologio e ridurre il vetro in mille pezzi.


 

***********

 

 

 

Ecco il primo capitolo. Ovviamente, é implicito che tutto quanto é frutto della mia immaginazione! Ringrazio tutti coloro che hanno dedicato anche un solo minuto a leggere il prologo, per me é già una piccola vittoria aver ritrovato l'ispirazione e la voglia di scrivere dopo quasi due anni di inattività (Grazie BSB e Brian per riavermi ispirata! Quando si dice il potere della musica...) e sapere che a qualcuno possa interessare le cavolate che vengono partorite dalla mia pazza testolina, é una soddisfazione!

@Kia: mia betareader, non potevo non dedicarti questa storia, tenendo conto che ogni volta mi devi riportare sulla retta via dopo che mi perdo sulla strada AROK!!

 

Buona continuazione con la lettura (Non vi preoccupate, appena termino questa storia tornerò ad aggiornare Shattered, dato anche il fatto che il secondo capitolo é già quasi terminato!) e: ALRIGHT!

Cinzia

   
 
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