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Margherita - Chrysanthemum
leucanthemum
I
tempi cambiano, decisamente cambiano.
Nel
passato –e con passato si intende qui l’epoca medioevale- le dame erano assai
più spocchiose di adesso. Si concedevano a fatica ai loro prodi cavalieri, i
quali, spesso tornati da una santa crociata o dall’uccisione di un drago, mal
percepivano il liliale bisogno di purezza delle loro amate.
Tutte
ligie a un rigido codice d’onore, le fanciulle, avviluppate in improponibili
vestitoni di broccato e di martora, assistevano ai tornei e concedevano a
malapena un casto bacio al pover’uomo che risultava vincitore di quelle
affascinanti prove di destrezza.
Si
dedicavano alla preghiera, al ricamo e, talvolta, se erano proprio emancipate,
alla lettura di testi edificanti. Insomma, se ne stavano decisamente sulle
loro.
Fatto
sta che, pur essendo così schive, per il darwiniano principio della
conservazione della specie le nostre dame dovevano pur avvicinarsi ai signori
uomini; e, una volta che l’amore veniva autenticato e suggellato, il fortunato
cavaliere apponeva sul proprio scudo due margheritine.
Le
margherite, ci pensate, simbolo dell’amore –casto, puro e onorevole,
naturalmente- tra dama e militante!
Niente
da stupirsi, dunque, se poi i sopra citati cavalieri presero l’abitudine di
mettersi a sfogliare le margherite per scoprire i reali sentimenti della donna
nei loro confronti: probabilmente, il confronto con compagni più latin
lovers, già dotati di margherite sullo scudo, portò presto quelle
giovani menti a concepire un nesso tra la margherita e la corresponsione del
sentimento.
Ecco
dunque l’eredità: ora chiunque può cogliere una piccola, dolce margheritina da
terra, accarezzarla per bene tra le dita sognanti, e mettersi meticolosamente,
munito di pinzette e con la precisione di un orologiaio svizzero, a estirpare i
singoli petali della bianca corolla.
-
M’ama, non m’ama, m’ama…-
Dopo
una trentina di strappi, il cavaliere del Medioevo -o l’adolescente romantico
del Duemila, poco importa- si accorge che mancano due petali, e lui ha appena
pronunciato la locuzione “Non m’ama”.
Un
rapido –si fa per dire- calcolo, e nella mente persa nei meandri dell’amore si
fa strada l’orrenda quanto incontrovertibile verità: la dama non lo ama.
Pianti,
tristezza e stridor di denti colpiscono dunque il malcapitato, che non pensa
manco per un istante alla scarsa valenza del proprio intervento divinatorio.
Ma
perché diavolo, cavaliere uccisore di draghi (o giovane discodipendente dalle
movenze sinuose), devi dipendere da una semplice margherita?
Largo
alla libertà, orsù: non farti piegare dal crudele responso!
E
comunque, se proprio non t’ama… Beh, fattene una ragione. Non è mica colpa
della margherita, no?
Scusatemi, scusatemi e scusatemi ancora. Questa volta non per il ritardo, ma solo per la stupidità. ^^
Il lavoro del mio neurone ha raggiunto livelli basici, mi scuserete… Scrivere questo piccolo orrore semicomico non mi è costato più di dieci minuti. Capirete bene quanto valga, ma vi prego: non uccidetemi. XD
E fatemi sapere se almeno un sorriso sono riuscito a strapparvelo. Ne basta uno, ma quelli di pietà non valgono, naturalmente. XD
Io sono scemo, me ne rendo perfettamente conto, ma mi sono quasi divertito a scrivere questa scempiaggine. J
willHole, sorrisoni (un pizzico imbarazzati)^^