La vetrina sfavillante
attira tutti i passanti che si
avvicinano, curiosi, come mosche attirate dal miele e intrappolate
nella fitta
tela del ragno.
A te in realtà non importa, Akane.
Sì, perché nei tuoi sei anni non hai mai desiderato un vestito come quello di Kasumi.
Non hai mai avuto interesse ai negozi di vestiti e accessori o, ancora peggio, agli indumenti rosa.
Forse il tuo unico elemento di vanità potrebbe essere l’acconciatura: pettinare i capelli è l’unico vezzo davanti allo specchio che ti concedi.
La vanità è la tela del ragno che ha catturato quei tanti, e tu ne hai assaggiato un po’ di quella tela per anni, continuando a passare la spazzola nella folta e lunga chioma.
Quel fiocco ti sta proprio bene, ma non lo ammetteresti mai, nemmeno a te stessa.
È una pettinatura comoda per gli allenamenti; e dopo, averlo detto, ti vergogni anche un po’: è una scusa così banale…
Ma vedendo il tuo riflesso nello specchio devi ammettere che Kasumi ha fatto proprio un ottimo lavoro.
Peccato che non sia durato
a un laccio, e il duro lavoro di
tanti anni si riduce drasticamente: ora la chioma è di nuovo
corta.
Avresti voglia di urlare, ma la lotta interiore dilaga;
cos’è, infondo, la
vanità? Te lo sei mai chiesto, Akane? O hai solo preferito
tirartene fuori con
frasi fatte?
In realtà quel
vezzo era tutto ciò che ti restava, l’unico
sprazzo di femminilità.
Ma, in fondo, lo sai: forse è
meglio
così.
NB: In realtà a non piaceva, ma Frà ha tanto insistito... (vedi: minacciata di morte)