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Autore: Milla Nafira    08/01/2010    1 recensioni
Dal cap. 11:
-Ti avevo detto che sarei venuta stanotte-. Rispose la ragazza. -Avevo capito, pensavo solo che saresti venuta un po’ prima-. Disse il biondo, mentre entrambi andavano verso il balcone della Torre. -Sai, volendo, ti potrei togliere diversi punti-. -Stronzo…-. Fece lei, sorridendo dolcemente, pur sapendo che lui stava scherzando e avvicinando le sue labbra a quelle del ragazzo. -Rispetto a stamattina, quando dicevi che non potevamo nemmeno essere amici, abbiamo fatto progressi…-. Le mormorò Draco in un orecchio, non appena si staccarono. Passò qualche minuto, in cui i due si tennero stretti stretti sotto le stelle, senza parlare, Jennifer con la testa poggiata sulla spalla di Draco, i lunghi, lisci capelli scuri che scivolavano lungo il suo braccio. Lui la guardò: era fantastica, così. Niente divisa della scuola, niente stemma e colori del Grifondoro, che la rendevano così distante da lui, semplicemente jeans e maglietta. Malfoy pensò a come sarebbe stato se fosse stata sempre così: niente Grifondoro, niente Serpeverde, senza Hogwarts, senza rivalità tra famiglie, e soprattutto senza una cazzutissima guerra che andava distruggendo, devastando anche anime innocenti “…come sua zia!”. Pensò a come sarebbe stato se la sua morte non fosse già stata decisa, se avesse avuto davanti a sé ancora tutta una vita, se loro due fossero stati due semplici ragazzi innamorati. --- la mia prima fic: se vi piace, COMMENTATE!!!
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Lacrime di speranza'
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Cap. 16-Ancora guai prima delle vacanze

Era mezzogiorno, e tutti gli studenti erano in Sala Grande a pranzare. A dire la verità, non proprio tutti. Draco dormiva. Jennifer dormiva accanto a Draco. Intanto in Sala Grande un’infuriata McGranitt cercava di scoprire il colpevole di quanto accaduto quella notte.

-Uh…che ore sono?-. Balbettò Jennifer tra gli sbadigli nello svegliarsi, rendendosi conto che stava parlando da sola, visto che il bel biondino sdraiato accanto a lei aveva ancora gli occhi chiusi. La ragazza gli sfiorò la fronte con una mano. Era ancora calda. Decise di non svegliarlo.

“Mancano ancora tre ore all’inizio delle lezioni del pomeriggio” pensò Jennifer tirandosi su. “Vado a farmi vedere in Sala Grande, visto che sono sparita tre ore fa e non mi sono più rifatta viva”.

La Sala Grande non era più stracolma di gente, quando Jennifer arrivò, molti dovevano aver già terminato il pranzo, in compenso i suoi amici erano ancora tutti seduti alla tavolata del Grifondoro. La sedicenne li raggiunse e si sedette accanto a Ginny, che la salutò con entusiasmo. Gli altri la guardarono con un pizzico di sospetto ma la accolsero ugualmente: qualche secondo di imbarazzo regnò nel gruppo.

-Dove sei sparita dopo la lezione di Hagrid?-. Le domandò Harry.

Merda! Jennifer non era pronta per l’interrogatorio. -Oh-. “Inventati qualcosa!”. -Mi sono sentita poco bene e sono tornata in camera-. Fece infine con un’alzata di spalle. Hermione e Ginny, che probabilmente volevano farle qualche domanda su dove aveva passata la notte ma non volevano farlo davanti agli altri, le rivolsero un’occhiata sospettosa. Serena sorrise maliziosamente.

-Non sai la scena che ti sei persa!-. Esclamò quest’ultima dopo qualche secondo, per rompere il silenzio, visto che nessuno si decideva a farlo. Jennifer la guardò mentre, affamata, mangiava della carne sopravvissuta a quel simil-festa barbarica che avveniva ogni qual volta gli studenti mangiassero dopo una mattinata di lezioni. Il suo sguardo pareva vagamente incuriosito, mentre la sua mente andava più che altro a chiedersi se Draco, quando si fosse svegliate, avrebbe avuto fame.

-La McGranitt ha sclerato di brutto per una cosa successa stanotte-. Continuò la biondina, noncurante del disinteresse dell’amica. Questa, accorgendosi di avere gli occhi di tutti i suoi amici puntati addosso, si senti quasi costretta a chiedere: -Perché, cosa è successo?-.

-Pare che un serpente sia entrato nel dormitorio dei Corvonero-. Jennifer per poco non s’ingozzò con un boccone di carne. -E un piccoletto del primo anno- continuò Serena. -Un certo…-. Si fermò un attimo a pensare. -…McDonald-. Sentenziò infine, annullando le scarse, per non dire nulle, speranze di Jennifer. -Ha iniziato ad urlare, svegliando tutti, così sono accorsi anche degli insegnanti, e hanno capito che il serpente era stato creato con un incantesimo, probabilmente un Serpensortia, e che era stato stregato per rincorrere McDonald-.

-La McGranitt ha detto che per questo genere di incanti non è necessario essere rettilofoni-. Specificò Hermione.

-Per fortuna-. Bofonchiò Harry: non sarebbe stata la prima volta che la colpa veniva attribuita a lui per storie di un pazzo che comandava i serpenti…

-Ah-. Fu tutto ciò che disse Jennifer come commento all’accaduto, destando ancora più sospetti nei compagni. “Io prima o poi lo ammazzo!” pensò la ragazza.

-Ma dovevate sentire la McGranitt-. Intervenne Ginny, ridendo, anche per alleggerire un po’ l’atmosfera. -Appena scoprirò chi è l’autore di questo pessimo scherzo, saranno guai per lui!-. La rossa imitò la vecchia professoressa nella voce e nei modi, provocando le risate di tutto il gruppo comprese quelle, un po’ forzate, di Jennifer. -Era incazzata nera!-. Aggiunse, ancora tra le risate.

-No, davvero-. Fece Ron, che ancora stava mangiando. -Secondo voi chi è stato?-.

-Chi vuoi che sia stato, un Serpeverde!-. Gli rispose prontamente Harry. -Sono gli unici che potrebbero divertirsi facendo scherzi idioti a bambini del primo anno solo per spaventarli!-.

Jennifer si rabbuiò ancor di più e Serena, seduta di fronte a lei, le lanciò uno sguardo d’intesa. -Tu lo sai chi è stato, e l’ho capito anch’io-. Mormorò questa alla sua migliore amica, mentre gli altri ancora ridevano sguaiatamente sull’accaduto.

*

-Sei andata ad assicurarti che i tuoi amichetti non abbiano denunciato a sua scomparsa?-. Provocò Malfoy, come forma di saluto, all’entrata di Jennifer nella stanza.

Questa ignorò bellamente la demenza del suo ragazzo e lo guardò un po’ storto: -Hanno scoperto la storia del serpente-. Lo informò.

Draco scoppiò in una fragorosa risata, sotto lo sguardo sconcertato di Jennifer. -Ma che hai da ridere?-. Chiese, iniziando a ridere a sua volta: era bello vederlo così, ridente, spensierato, come avrebbe voluto vederlo sempre ma come, ne era consapevole, anche lei era solo raramente.

-Tanto mica sanno che sono stato io!-. Sorrise Draco.

-Se è per questo, lo scopriranno presto-. Commentò Jennifer, anche lei con un sorrisetto.

-Comunque non sapranno mai che tu eri con me e la colpa su di te non ricadrà-.

-Si, invece-. Ribattè lei, ma senza smettere di sorridere. -Ma non fa niente. Va bene così-. Se la cosa divertiva Draco, non sarebbe stata lei a rovinare quel momento. Non le importava se avrebbe perso qualche punto, neanche tutti i rubini della sua clessidra potevano valere quanto un attimo di leggera felicità passato con Draco. Lo amava. Anche se era uno scemo che insultava un ragazzino e gli scatenava contro un serpente.

-Ehy-. Fece all’improvviso Jennifer, sdraiata sul letto con la testa appoggiata sulla spalla di Draco. -Hai fumato?-. L’odore di fumo nell’aria le era arrivato.

-Ecco, mi pareva!-. Esclamò lui, sfoderando poi uno dei suoi ghigni migliori. -Solo una sigaretta, non farmi prediche. Per una non succede niente-. Jennifer arricciò il naso in un‘espressione contrariata, ma non aveva voglia di sgridarlo. Stava troppo bene, in quel momento, lì con lui. Lo amava, anche se era così bacato da fumare quando aveva la febbre.

-Non dico niente. Non fumarne più, però-. E lo baciò sulle labbra. Lui scosse la testa e sorrise. La amava. Anche se non avrebbe mai avuto il coraggio di dirle quelle due parole. Anche se lei lo criticava ogni volta che faceva qualche cazzata.

Jennifer guardò Draco addormentarsi di nuovo, con un’espressione addolcita dipinta sul viso. Lo amava, anche se era un Serpeverde. Anche se era un Mangiamorte. Anche se insultava i suoi amici Mezzosangue. Lo amava, anche se erano in guerra e prima o poi li avrebbero uccisi.

**

Era mezzanotte passata e Jennifer, cominciando a sentire una fame incredibile, uscì dalla stanza per andare in cucina a rubare qualcosa. Camminando, decise che prima avrebbe fatto una sosta sulla Torre di Astronomia: aveva bisogno di pensare un po’. Uscita sul balcone della Torre si accorse che, avendo indosso solo un pigiama, stava per congelare, ma si appoggiò ad una parete e, sedendosi, strinse le gambe nelle braccia, per tenersi un po’ di caldo senza doversene andare da lì.

Mentre se ne stava lì rannicchiata a pensare, sentì un rumore di passi che salivano le scale. Sperò vivamente che fossero Ron o Hermione che facevano il controllo notturno, altrimenti addio punti. Sempre accucciata contro il muro, trasalì nel rendersi conto che quelli non erano né Prefetti, né Caposcuola, né insegnanti: cinque figure incappucciate arrivarono sul balcone. Col respiro mozzato e il cuore in gola, Jennifer tentò di fare il meno rumore possibile nel rannicchiarsi in un angolo. Funzionò per qualche secondo, dopodichè una delle figure incappucciate si rivolse a lei.

-Tu-. La indicò con l’indice affilato di una mano pallida. Era la voce di una donna. -Lui dov’è?-. Jennifer capì al volo di chi parlavano e capì chi erano quegli individui. Evidentemente avevano cercato Draco e, non trovandolo, avevano capito tutto, anche se Jennifer non riusciva a spiegarsi come. La ragazza avrebbe voluto gridare, dire che non sapeva di chi parlassero, anche combattere, ma per la paura la voce le si fermava in gola, senza nemmeno riuscire ad arrivare alle labbra.

-Rispondi!-. La donna era infuriata. Jennifer emise un flebile lamento e grosse lacrime cominciarono a scorrerle lungo le guance. Non si mosse dall’angolo dov’era rannicchiata. Era terrorizzata.

-Rispondi, maledizione!-. Urlò la figura. -Crucio!-. La ragazza cominciò a dimenarsi per terra, gemendo per il dolore, tra le urla. La tortura finì prima di quanto si aspettasse.

-Non so…non so di chi parlate-. Riuscì a pronunciare con voce flebile e impaurita.

-Si che lo sai, dannazione! Malfoy, Draco Malfoy!-.

-Non so dov’è! Davvero, io non lo so!-. Riuscì a gridare Jennifer tra le lacrime. Aveva riacquistato un po’ di coraggio. Cercavano lui. Forse per fargli del male. Loro erano cinque e lei solo una. Loro erano adulti e lei una ragazzina al sesto anno. Loro erano Mangiamorte e lei una piccoletta impaurita. Non poteva fermarli, ma forse poteva cercare di rallentarli. A terra, il corpo dolente, portò una mano sotto la maglietta del pigiama, dove sapeva di tenere nascosta la Bacchetta.

La donna se ne accorse e dovette capire le sue intenzioni prima che la mano della ragazza riuscisse ad arrivare sotto la maglietta. -Cruc…-.

-Ferma-. Una voce nota, profonda e tranquilla bloccò quella donna.

-Sa dov’è il ragazzo, Severus!-. Esclamò lei, l’unica delle cinque figure che finora aveva parlato o agito. -Sa, e non parla!-.

-Con tutto il rispetto, Bella, credo che abbiate trovato la ragazza sbagliata-. Riferì Severus Piton, gettendo solo una fugace occhiata verso la studentessa che aveva riconosciuto. -Questa è una giovane Grifondoro-.

-Lei sa!-. Strillò la donna che Jennifer capì essere Bellatrix Lestrange, Mangiamorte ancora ricercata per l’omicidio di suo cugino Sirius Black.

-Credo di essere la persona adatta per scoprirlo-. Fece col solito tono di voce impassibile Piton, poi puntò la Bacchetta verso Jennifer: -Legilimens!-.

Jennifer si sforzò di pensare a lui, ce la mise tutta, ma la magia era più forte della sua resistenza. Immagini e ricordi attraversarono la sua mente, mentre lei era consapevole che stavano attraversando anche quella di Piton. Studio con Hermione, una giornata a casa Weasley, il bacio con Draco sotto la luna, un abbraccio con Luna Lovegood, poi ancora Draco, la notte di sesso appena trascorsa, lui che dormiva con la febbre, il loro litigio di quella mattina. Jennifer tremò al pensiero che non l’avrebbe mai più rivisto, che non avrebbero mai più fatto sesso, che non avrebbero mai più litigato e non riuscì a sopportare il dolore di pensare a come avrebbe reagito lui. Finalmente quello scroscio di ricordi finì, e Piton la guardò con aria schifata. Fissò il suo professore con occhi colmi di lacrime, cercando di farle sembrare di rabbia e non di paura.

Jennifer si rese conto che Piton non aveva comunque capito dove si trovasse Draco e, pur nella consapevolezza che sarebbe stata uccisa a momenti, il pensiero che lui fosse, momentaneamente, al sicuro la rese un po‘ meno impaurita all‘idea di morire. Se avesse potuto esprimere un ultimo desiderio, avrebbe scelto quello.-Cosa aspetti, uccidimi-. Sibilò tra i denti la ragazza, piano, tanto che solo Piton la sentì. -Io non parlerò. Uccidimi-.

Piton le rivolse di nuovo uno sguardo disgustato e poi si rivolse alle cinque figure: -Non sa niente-. Annunciò, sempre calmo. Jennifer era incredula. Cercò di tirarsi su: -Stupeficium!-. La donna la schiantò, facendola sbattere violentemente contro la parete di pietra. Non svenne, ma cominciò a sanguinare abbondantemente alla testa.

-Il Marchio brucia, Bella, Lui ci chiama. Al ragazzo non possiamo pensare ora-. Severus Piton, la bacchetta stretta in mano, scesa veloce le scale seguito dai cinque Mangiamorte.

Jennifer rimase lì, distesa a terra, esausta, sconcertata, incapace di alzarsi a causa del dolore che la Cruciatus e lo Schiantesimo le avevano procurato, mentre la macchia di sangue intorno al suo capo andava espandendosi sul marmo bianco della pavimentazione della terrazza.

Ad un tratto vide una figura avvicinarsi e in cuor suo pregò non fosse ancora uno di loro. Sicuramente non era l’unica persona che avrebbe potuto desiderare di vedere.

-Dirie!-. Esclamò il ragazzo, la voce profonde e grave. Era Zabini. Blaise Zabini. Il ragazzo le si inginocchiò accanto e provò a sollevarle la testa. Il sangue di Jennifer gli macchiò tutta la mano e il polso. Jennifer, nel dolore e nelle lacrime, per un momento si chiese come mai lui la stesse soccorrendo.

-So tutto di te e Draco-. Fece Zabini, pensando ad un modo per uscire da quella situazione. -Ma che ti è successo?-.

Jennifer non fu sicura di aver capito bene, nella testa che le scoppiava, la prima affermazione del Serpeverde, e ci mise un po’ per capire la domanda e rispose. -Sono…sono stati loro.-. La sua voce uscì flebile, roca, meno di un mormorio. -Volevano sapere dov’era Draco-.

Zabini la guardò. Pensò che probabilmente suo padre era tra i Mangiamorte che avevano fatto irruzione nel castello, pensò che loro due erano contro in quella guerra e che lei era una Grifondoro. Poi pensò che lei era una ragazzina indifesa in una pozzanghera di sangue, ripensò a quando se l’era scopata nella capanna del Guardiacaccia, pensò che era la ragazza del suo migliore amico, e decise che non poteva lasciarla lì. Jennifer sembrava una candela che andava spegnendosi. Blaise la prese tra le braccia e la sollevò, noncurante di tutto il sangue che dal corpo della Grifondoro gli finiva addosso. Come aveva fatto Draco pochi mesi prima, quando l’aveva Schiantata nell’ufficio della McGranitt.

-Zabini…-. Mormorò Jennifer, la sofferenza che le si poteva leggere nella voce tremante. -Non mi portare da lui-. Non voleva che qualche Mangiamorte potesse seguirli, e dovette raccogliere tutta la lucidità che le restava per fare questa richiesta.

-No-. Rispose il ragazzo. -Ti porto in Infermeria-. Con passo rapido e quella ragazza tra le braccia, era lì che stava andando, camminando nei corridoi con come unica illuminazione la fioca luce della lanterna che si era messo in tasca per avere le braccia libere.

-No…-. Cercò flebilmente di opporsi lei. Non volendo andarci, cercò di sollevarsi. Fu uno sforzo troppo grande in quel momento e, tra le braccia di Blaise Zabini, svenne.

****

-Non l’hai difesa!-. Un ragazzino biondo urlava contro un uomo.

-L’ho difesa. Come potevo-. Replicò questo gelido.

-L’hai lasciata lì. Non l’hai soccorsa-. Piangeva. Draco Malfoy piangeva, incredibile. Ma tanto nessuno l’avrebbe visto, all’infuori del suo insegnante.

-Il mio compito non è proteggere quella. E’ proteggere te-. Severus Piton pareva arrabbiato.

-Perché?-. Gli urlò il ragazzo.

Un’aula deserta, piccola, poco distante dall’Infermeria dove Jennifer stava distesa su di un lettino, priva di sensi da ormai più di ventiquattro’ore. Era notte. Erano venuti i Medimaghi del San Mungo a curarla, e nessuno aveva osato chiedere cos’era successo, tanto era evidente.

-L’ho promesso a tua madre-. La distaccata risposta dell’uomo.

-Proteggi lei-.

-Dannazione, alla tua vita non ci tieni?-. Gli urlò Severus Piton.

-Certo che ci tengo!-. Le grida di Draco superavano quelle dell’altro. -Ma non ho speranze di continuarla a lungo. Lei sì!-.

-Io devo proteggere te-. Ribadì l’uomo. -Devo mantenere salva la tua vita-.

“Ma è lei la mia vita”. Avrebbe voluto rispondere il giovane Serpeverde. Proprio come gli aveva detto lei la notte in cui avevano fatto pace. Ma il grande Draco Malfoy non avrebbe mai detto una simile smanceria.

-Non so se riuscirò a farlo anche con la sua-. Concluse Piton.

-Mantieni la promessa fatta a mia madre, se devi-. Il tono di voce di Draco era gelido. -Ma se ci sarà bisogno di scegliere, salva lei. Se lei muore avrai comunque infranto il Voto Infrangibile-.

Severus Piton dentro di sé sussultò, pur rimanendo alle apparenze gelido e impassibile come sempre. Malfoy gli stava facendo capire che si sarebbe suicidato, nel caso fosse successo qualcosa alla Dirie?

*

Draco Malfoy rientrò nella stanza dell’Infermeria, dopo essersi asciugato le lacrime. Blaise Zabini stava appoggiato al muro, con un’aria angosciata. Su sedie di legno, pian genti mentre stringevano le mani di Jennifer, c’erano Serena Linderwendie e Ginny Weasley. Ora sapevano tutto di ciò che c’era tra Draco Malfoy e Jennifer. Sforzandosi di non ricominciare a piangere, Draco si sedette sul letto accanto a quello di Jennifer. Ginny lo guardò colma di rancore.

-Lo sai che è tutta colpa tua, vero?-. Chiese sprezzante Ginny al biondo. Malfoy le rivolse uno sguardo che si sforzò di far apparire carico di superiorità ma che risultò più che altro colpevole.

Dentro di sé abbattuto, sentì lo stomaco contrarsi e sensi di colpa riaffiorare, come succedeva più o meno ogni dieci minuti nelle ultime ore. -Sta’ zitta, schifosa Weasley. Non è colpa mia-.

-Si, è colpa tua!-. Gli gridò la rossa saltando in piedi. Le occhiaie le solcavano il viso sotto i grandi occhi castani. Era dalla scorsa notte che stava lì, pregando che la sua amica si riprendesse, e aveva dormito si e no un’ora. -E’ colpa tua, se quei figli di puttana dei tuoi amici Mangiamorte l’hanno ridotta così!-. Ginny stava sfogando tutta la sua rabbia, senza mascherare il disprezzo che provava verso Malfoy. Serena si limitava a stare in silenzio, scossa di tanto in tanto da violenti singhiozzi. -E tu saresti innamorato di lei?-. Fece Ginny Weasley con un’espressione schifata dipinta sul bel viso. -Non credo proprio, perché se non fosse che tu sei un gran bastardo, la ragazza che dici di amare ora non sarebbe qui, in un lettino a lottare per la sua vita!-.

Draco si sentì una merda, ancora più di prima: tutto ciò che lui pensava, quella ragazzina glielo stava urlando. Sentì la rabbia scoppiargli nel petto e sfoderò la bacchetta puntandola verso la Weasley.

-Draco, no!-. Gli urlò Zabini.

Si sentì un mugolio provenire da Jennifer. Draco ritrasse svelto la bacchetta, tutt’e quattro i ragazzi si radunarono attorno al letto, stretti. La ragazza si rigirò sotto le coperte e socchiuse gli occhi, ridotti a due fessure perché non più abituati alla luce. Li aprì lentamente e tentò di sorridere ai quattro ragazzi, rendendosi conto, dopo qualche minuto, dell’accaduto. Nel farlo sentì una fitta di dolore da un angolo della bocca al centro della guancia, dove c’era una ferita.

-Mi sono già ripresa?-. Mormorò, la voce bassa e tremula.

-E’ successo la scorsa notte-. L’unico che riuscì a parlare fu Zabini, il meno coinvolto. Non che non gliene fregasse niente, ma più che altro gli importava come ragazza di Draco. Ciò che lo preoccupava di più, visto che il mattino che stava per arrivare sarebbero tornati a casa per le vacanze di Natale,era cosa sarebbe successo a casa sua scoperto che aveva soccorso la ragazza.

-Si è ripresa? Tutti via,svelti, tornerete dopo-. Con voce burbera, Madama Chips cacciò via i ragazzi che, con qualche protesta, andarono. Draco non si mosse di un millimetro.

-Sei forse sordo, signor Malfoy?-. Ribadì l’infermiera, guardando poi Jennifer. -Per me può restare-. Mormorò questa con un filo di voce.

-Bene-. Fece Madama Chips. -Non sei costretto ad andartene, ma siediti e stattene buono mentre le medico le ferite-. Draco eseguì e stette a guardare mentre la donna disinfettava le cicatrici sul viso della sua Jennifer.

-Col tempo si rimargineranno tutte le ferite-. Fece soddisfatta la donna alla fine del suo lavoro. Poi, prima di ritirarsi aggiunse con voce serie e stranamente comprensiva, rivolta a Jennifer. -Ovviamente, io potrò curarti solo quelle del corpo-. E se ne andò. Jennifer iniziò a piangere.

-Se non vuoi più vedermi, va bene-. Fece Draco.

-Certo che ti voglio-. Sussurrò la ragazza tra le lacrime.

-Guarda come sei ridotta per colpa mia-. Malfoy scosse la testa, schifato da sé stesso.

-Non è colpa tua-. Cercò di protestare Jennifer, la voce ancora smorzata dalla stanchezza e il corpo indolenzito dal dolore.

-Allora non hai capito un cazzo!-. Fece lui alzando la voce, poi regolò il volume. -Hai rischiato di morire perché stai con me-.

-Ma senza di te sarei già morta-.

*

La mattina seguente, al binario dell’Hogwarts Express poterono baciarsi solo di sfuggita prima di andare ognuno nel proprio scompartimento, di ritorno a casa nelle vacanze di Natale.

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Hello, eccomi cn 1 altro chap abbastanza lungo!!!

K v ne pare??

Dirò la verità, mi è disp k il problema + grande nn siano + le sigarette, ma prima o poi sarebbe cmq dovuto succedere.

Passiamo ai ringraziamenti.

OnlyHermione: grz xara sxo k ank qsto cap ti sia poiaciuto e k recensirai!

mattiuzza: Draco ha paura di ferirla e ank di xderla x se stesso dicendole la verità e inoltre si, è un po superficiale, visto k nn si rende conto k dovrebbe cmq essere sincero con lei. . Il fatto dll febbre dai, fa tenerezza da malato xD. Ank x Jennifer aprirsi è dura ma ci sta provando….sxo k apprezzerai qsto capitolo.

A presto (sxo)

Milla

   
 
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