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Autore: dawn_summers90    09/01/2010    0 recensioni
Ciao a tutti! Questa è la mia prima storia, la dedico a tutte voi! Mi scuso già in anticipo se non la aggiornerò spesso ma sono un po' presa con l'università! La storia prende spunto da alcuni romanzi famosi, il mio intento non è copiarli ma creare una base per poi iniziare una storia del tutto inventata da me. Spero che vi incuriosisca... Buona lettura e tante recensioni! Rossana viveva con loro da quando i suoi genitori erano morti in circostanze misteriose. Dopo tanti anni ho capito il significato di quella frase...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima che potessi capire che cosa stesse accadendo una voce a me non sconosciuta mi ordinò di allontanarmi all’istante. “ Vattene via, ora!” mi ordinò Alan “ Dove dovrei andare? Questa è casa mia non hai alcun diritto di dirmi cosa fare! E poi perché?” incalzai io “ Sono qui” ribattè . Quella frase mi gelò il sangue e capii immediatamente a cosa o meglio a chi si riferisse lo zio di Rossana. La mia mente iniziò a cercare il motivo di quella inaspettata visita e subito lo trovò: erano riusciti a capire che io facevo da tramite per lei. Ero ancora indeciso sul da farsi quando Alan mi scaraventò lontano dalla porta di casa e con il gesto della mano eseguì molto probabilmente un incantesimo che mi fece crollare nel sonno più profondo. Non so quanto tempo trascorse prima del mio risveglio, ma quando aprii nuovamente gli occhi mi ritrovai in un posto che non avevo mai visto. Le pareti della stanza in cui ero stato portato erano di color ocra, al centro del soffitto pendeva uno stravagante lampadario di art nouveau che attirò subito la mia attenzione. Decisi di alzarmi dal divano di pelle sul quale ero sdraiato per continuare l’esplorazione della casa. Alla mia destra una grande scala conduceva al piano superiore. Con coraggio posai la mano sullo scorrimano impolverato e misi il piede destro sul primo gradino. Nel giro di pochi secondi arrivai a destinazione. Un grande corridoio mi invitò a proseguire: immediatamente fui circondato da numerose stanze le cui porte erano in legno chiaro. Non riuscii a trattenere la mia curiosità e ne aprii una. L’aria polverosa che si respirava al suo interno mi solleticò il naso e fui sul punto di starnutire, era buia e non si riusciva a distinguere nulla di essa o degli oggetti che conteneva. Con la mano sfiorai l’interruttore dell’elettricità nel vano tentativo di illuminarla ma qualcuno fu più veloce di me. “ Finalmente ti sei svegliato! E vedo anche che sei in forma!” mi disse una donna di mezz’età sorprendendomi alle spalle. Aveva un’espressione molto amichevole e i suoi modi di fare erano quasi materni, infatti mi prese sottobraccio e mi fece uscire dalla stanza. “ Salve, io sono..” provai a presentarmi ma lei sorridendomi mi precedette “ Tom, sì lo so caro, piacere di conoscerti. Io sono Mrs Tonkins ma puoi chiamarmi Joanne!” mi disse. “ Piacere Joanne! Io vorrei scusarmi, mi sono svegliato qui ma non so il perché, né chi mi ha portato. Ora tolgo subito il disturbo” dissi per congedarmi ma ancora una volta mi prese il braccio e mi sussurrò dolcemente all’orecchio: “ Non ti preoccupare, ti stavamo aspettando già da un po’ sai? Alan ti ha portato qui dopo l’inconveniente accaduto stamattina a casa tua. Stai tranquillo, qui sei al sicuro!” “ La ringrazio ma vorrei capire cosa è successo: io non ricordo nulla, mi sono semplicente risvegliato qui, cosa volevano da me?” “ Non sono io quella a cui devi chiedere spiegazioni, vieni con me in cucina, ti preparo una buona tazza di thè e ti presento qualcuno che potrà soddisfare le tue richieste” Decisi di non fare storie e la seguì, in fondo avevo bisogno di qualcosa di caldo per rifocillarmi e una tazza di thè era quello che mi serviva. Entrammo nella cucina: era un’esplosione di colori, l’angolo cottura era grande e decorato da piastrelle color senape con bordi marroni, una grande isola con il lavandino erano al centro della stanza e un tavolo di marmo grigio era abbellito da un luminoso vaso di girasoli . Joanne mi fece cenno di sedermi davanti alla tazza fumante che mi aspettava. Incominciai a sorseggiarne il contenuto stando attento a non scottarmi, quando la mia attenzione fu catturata dallo sbattere della porta d’ingresso.
  
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