Amici? Una bella parola trovate?
Nome per definire chi ci vuole bene, a cui vogliamo bene e che vogliamo intorno, perché
ci rendono felici.
Tutti possono vantarsi di avere amici, ma quanti
possono essere sicuri che dietro quello sguardo amichevole, non si nasconda
rancore o disprezzo.
Quelli sono falsi amici certo, molti li allontanano,
altri, se li tengono vicini, non perché sono stupidi ma per rendersi conto
quando attaccheranno.
C’è il detto, tieniti stretti gli amici, ma ancora
più stretti i nemici.
Certe persone nemmeno possono dire di avere amici, o
perché con il loro carattere li hanno allontanati, oppure perché sono stati
emarginati da persone che si credono superiori, ma invece a volte sono i più
insicuri.
E’ la legge della natura, vince il più forte, ma non
voglio parlare di questo.
Io sono quel tipo di persona che non voleva amici,
ma sono arrivati come una ventata di aria nei polmoni, non li ho rifiutati, li
ho presi come venivano, non mi volevano a male o almeno non tutti.
Ma ho dovuto pian piano liberarmene, alcuni se ne
sono andati di loro spontanea volontà, scoprendo la persona che ero, altri ho
dovuto cacciarli, farli uscire dalla mia vita a forza, per sempre.
Mi rammarico, ho bei ricordi, così li custodisco
gelosamente, fantasticando di quanto ancora avremmo potuto fare insieme.
Intorno a me adesso ho gente, si avvicinano per
avere la mia amicizia, ma per loro non ha il valore che può avere per me.
Altri fanno bene a tenersi in disparte, intimoriti
da me e da quello che porto sulle spalle, un destino maledetto.
Nella mia corta vita ne ho passate di tante, ma
perché mi viene privato anche di questo?
Devo darmi la colpa come ho fatto con i miei, devo
incolpare altri se non ho più amici? Sarebbe egoistico, non da me.
Sono sempre stata generosa con tutti, donando anima
e corpo, per cosa poi? Per non avere niente in cambio? Perché mi voltassero le
spalle alle prime difficoltà?
Lo scudo che adesso mi sovrasta intorno non è
indistruttibile, se fossi più forte, più prepotente, riuscirei a sopravvivere,
ma è quello che voglio veramente?
Continuare così? Perché poi, solo per il fatto di
esistere?
Esistere, non è vivere e me ne sono resa conta
quando ho varcato le soglie di questa casa-prigione.
Uno può vivere una vita intensa, agevole, per
ritrovarsi un giorno in punto di morte e guardarsi intorno e non vedere
nessuno. Rendersi conto in quel modo che avrebbe voluto essere amato e amare,
ma troppo tardi ormai, doveva fare le sue scelte prima.
Una vita vissuta a
metà, l’incubo di ogni uomo, non il mio perché io a differenza di loro ho
ricordi e mi aggrappo ad essi nei momenti più duri.
Ciao!
Eccomi qua, siamo arrivati al terzo capitolo, credo
che lo aggiornerò spesso poiché ho altri capitoli pronti. Si può dire che sono soddisfatta
di questa storia, anche se per ora non è successo niente, ma vedrete, vedrete...
perciò continuate a seguirmi!
Ringrazio per la
recensione...
darkrainbow: sono felice che t’interessi e spero che sarà così
ancora per moooolto tempo, almeno finché non finisce la storia!!
Un bacio a tutti voi e
ricordate...
La letteratura,
quando getta
via la propria anima,
trova il
proprio destino.
La
letteratura, quando getta via la propria anima, trova il proprio destino.
Giorgio Manganelli, La letteratura come menzogna