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Autore: mamogirl    10/01/2010    1 recensioni
Anche la più forte e duratura delle amicizie può andare incontro a difficoltà, specialmente quando, spinti dalla rabbia, ci si rinfaccia frase e parole di cui ci si pente poi amaramente. E' difficile chiedere scusa ma si é pronti ad affrontare tutto quando il destino decide di metterti di fronte alla più dura delle prove?
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“I’ve been walking round inside a haze

Hiding from the ghost of yesterday

Feels like I’m barely breathing.”

                              

 

 *********

 

 


Dopo essere riuscito a prenotare un biglietto per il primo volo, Nick incominciò a recuperare lo stretto necessario per poter partire immediatamente.

Grazie al cielo non aveva ancora disfatto la sua valigia e quindi non avrebbe perso tempo nel cercare di infilare tutta la sua roba in una borsa. Doveva solamente recuperare l’indispensabile per il bagno e poi poteva anche lasciare la camera.

Brian sarebbe stato orgoglioso di lui vedendo che non aveva ridotto la stanza in un campo di battaglia, pensò fra sé e sé mentre ricontrollava se non avesse lasciato in giro nient’altro.

“Nick, ti ho portato il programma per domani.” La voce del suo manager lo riportò alla realtà, strappandolo dai ricordi dei vecchi tempi.

“Non si usa più bussare?”

“L’ho fatto. E per ben tre volte ma, a quanto pare, non mi hai sentito.”

“Scusami. Ho un po’ di cose per la testa.” Rispose Nick mentre cercava il modo di dire al suo manager che partiva e non sapeva quando sarebbe tornato.

“Comunque, come ti stavo dicendo, ho la tua agenda per domani. Solite robe: mattina interviste alle radio, poi qualche firma alle fan e pomeriggio a registrare un programma televisivo. Credo che sia una sorta di American Idol.”

“Logan… io sto partendo per l’America.”

“Bella battuta, Nick.”

“Non è una battuta. Ho il volo esattamente tra un’ora.”

“Non puoi farlo. Hai dei doveri, credevo che li conoscessi. Non è solo divertimento il tuo lavoro.”

“Lo so, Logan. Ma il mio migliore amico è ricoverato in ospedale ed io devo essere al suo fianco.”

“Il tuo migliore amico? Stiamo parlando della stessa persona che non si è presentata a nessuno dei tuoi concerti oppure che non ha detto nemmeno una parola carina sulla tua carriera? È lui il tuo migliore amico? Bella scelta!” Logan stava per aggiungere qualche altra parola ma non ne ebbe mai il tempo visto che si ritrovò spinto contro il muro, la mano destra di Nick stretta attorno al suo collo.

“Non osare parlare di lui in quel modo!” nonostante il tono della voce era basso, negli occhi di Nick fiammeggiava la rabbia.

“Scusami, Nick.” Disse, sperando di riuscire a calmare il ragazzo non appena questi lo liberò dalla presa delle sue mani.

“Cancella tutto quello che avevi programmato per la settimana. Ti chiamerò poi per farti sapere quando sarà di ritorno.”

“Non puoi farlo, Nick. Stiamo parlando della tua carriera. Il mondo della musica non è più quello di una volta, non puoi fare affidamento solamente della tua fama come membro dei Backstreet Boys. Senza promozione, il tuo album sarà un fallimento.”

“Sai cosa? Non mi importa un fico secco. Credi che potrò essere il Nick Carter divertente ed affabile con tutti sapendo che Brian è dall’altra parte dell’oceano, magari in fin di vita ed io non sono al suo fianco? Ci siamo già passati ed è un’esperienza che nessuno di noi vuole rifare.”

“Brian è un uomo adulto e comprenderà il motivo per cui non sei potuto correre al suo capezzale.”

Nick non lo stava più ascoltando. Sapeva che stava semplicemente cercando di salvare il suo lavoro ma era letteralmente stanco di essere considerato semplicemente come una macchina fabbrica soldi rispetto che ad un essere umano.

“Logan, potrai dire tutto quello che vuoi ma la realtà dei fatti è che io fra un’ora sarò sull’aereo per il Kentucky e non mi fermerai.”

“Stai rovinando tutto.”

“No. Stavo per rovinare qualcosa di più importante che un semplice album.”

 

 

*********


 

Il viaggio in aereo era stato lungo, anche troppo. E, sfortunatamente, durante il volo non si poteva usare il telefonino quindi non poteva mettersi in contatto con Kevin in modo da tenersi informato sulle condizioni di Brian. Anche se, a dir la verità, Kev non aveva detto niente nemmeno la prima volta che aveva chiamato.

Così la sua mente era ritornata indietro nel tempo, a come la sua amicizia con Brian era nata, passando per come erano diventati inseparabili fino ad arrivare all’ultimo stadio.

E’ proprio vero, pensò fra sé, che riesci a comprendere l’importanza di una persona quando sei sul punto di perderla.

Ed, ironia della sorte, era già la seconda volta che arrivava tanto così da perdere il suo migliore amico.

 

*********

 

Era un giorno di pausa, evento assai unico quanto raro visto che i loro manager avevano il potere segreto di riuscire ad infilare cinque spettacoli in due giorni.

Giorno di riposo solitamente significava tempo per poter rilassarsi e per lui quello comportava un’unica attività: basket. Ma non riusciva a trovare Brian da nessuna parte: quando si era svegliato quella mattina, era subito corso nella camera dell’amico ma di lui nessuna traccia.

Mentre camminava lungo il corridoio che portava alla reception, Nick incominciò a pensare che era da qualche settimana che Brian si comportava in modo strano. E la cosa più preoccupante era che in tutto quel periodo non aveva fatto battute, ogni volta che cercava di farsi aiutare a fare uno scherzo agli altri ragazzi, rispondeva che era stanco.

Arrivò nella hall dell’hotel e, esattamente come previsto, non vedeva da nessuna parte un ragazzo con i capelli corti castano chiaro, occhi azzurri ed un sorriso idiota stampato sul viso.

Dove diavolo poteva essersi cacciato? Incominciò a guardarsi in giro, cercando di capire dove poter cercare il suo amico. Vide alcuni ragazzi, vestiti in tuta da ginnastica, entrare da una porta di vetro alla sua destra. Ed uno di loro aveva in mano una palla da basket.

Bingo.

Campo di basket e Brian erano una cosa sola e Nick si sentì del tutto uno stupido a non aver pensato immediatamente a quella soluzione.

Ed infatti, eccolo lì, seduto per terra, le mani che stringevano il suo inseparabile pallone.

“Frick!” lo richiamò dai suoi pensieri mentre si sedeva accanto a lui. Brian alzò lo sguardo ed ancora una volta Nick si chiese che cosa stava passando il suo amico.

“Nick, c’è una cosa che devo dirti.”

“Per prima cosa, potresti dirmi dove sei sparito! Avevamo in programma una battaglia al Nintendo ed invece non ti ho trovato.”

“Avevo un appuntamento.”

“Leighanne è qui?”

“No.”

“Hai incontrato qualche altra ragazza? Cavoli, B, non ti facevo così latin lover!”

“Ma sentilo… ho sempre avuto più ragazze di te, Frack.”

“Certo. Contaci.”

“Non era un appuntamento galante, Nicky. Avevo una visita medica.” Nick all’inizio pensò di aver capito male. Da quando Brian era entrato nel gruppo, ogni anno prendeva un giorno di riposo per poter tornare in Kentucky e sottoporsi ai consueti esami per verificare che il suo cuore fosse a posto. 

“Ma… non l’hai già fatta?” gli chiese, ricordando che esattamente due settimane prima aveva preso l’aereo insieme a Kevin per tornare in Kentucky.

“Sì ma volevamo avere un secondo parere.” Rispose Brian, non togliendo lo sguardo dal campo di basket. Aveva deciso di raccontarlo per primo a Nick ma ora stava per rimpiangere la sua scelta. Pensava che confessarsi con il suo migliore amico sarebbe stato più semplice ma invece era tutto più difficile. Nick era giovane e non poteva mettergli sulle spalle il peso della sua situazione. Gli aveva sempre raccontato lo stretto necessario, non volendolo impaurire o preoccuparlo troppo riguardo la sua salute.   

“Bri, mi stai spaventando. Che cosa succede? E’ il tuo cuore?”

Brian annuì semplicemente. Ancora non riusciva nemmeno a lui a credere quello che stava succedendo. Era stato come un fulmine a ciel sereno e che stava sconvolgendo i piani di tutti. Erano nel bel mezzo di una tournée soldout in tutte le tappe e lui avrebbe dovuto chiedere ai suoi compagni di interrompere tutto.

“Nick, devono operarmi.” Gli rispose Brian quasi in un sussurro. Un’operazione a cuore aperto. Il solo pensiero bastava a farlo rabbrividire.

“Cosa? Quando? Perché?”

“Rimane fuori chi e come, sicuro di non volerli aggiungere?” cercò di scherzare il ragazzo, alzando il volto in modo che Nick potesse vederlo sorridere, anche se era ben lontano da quello che usualmente gli illuminava il viso.

“Come fai a scherzare su queste cose?”

“Devo Nick. Altrimenti rischio di impazzire perché, sinceramente, non riesco a capire perché tutto questo stia accadendo. E proprio adesso: non mi sono mai sentito così in forma e sentirmi dire che invece dentro di me qualcosa non va è letteralmente sconvolgente.” Era la prima volta che Brian si apriva così totalmente su quel discorso, solitamente quando qualcuno cercava di chiedergli qualcosa, alzava le spalle e rispondeva che era solamente grazie a Dio se era ancora vivo.

Nick si sedette accanto all’amico e, non sapendo come dimostrargli il suo conforto, gli mise semplicemente un braccio attorno alle spalle. Brian teneva lo sguardo basso, le mani attorno alla testa, alla disperata ricerca di un qualsiasi segnale che gli dicesse che era tutto uno scherzo, che il suo cuore era più forte di quello che volevano fargli pensare.

“Ho paura, Nicky.”

“Anch’io.” Rispose Nick. “E questa situazione fa schifo, lasciamelo dire.”

“Su questo non ci sono dubbi.”

“Perché ti devono operare?”

“Il cuore si sta ingrandendo.” Rispose. “Dicono che è a causa del mio stile di vita… il troppo lavoro, lo stress, le poche ore di sonno e le cattivi abitudini alimentari.”

“Io direi più il fatto che non mangiamo quasi mai. Non abbiamo mai il tempo!” rimasero un minuto in silenzio, con Nick che cercava di assorbire la notizia.  “Quando?”

“Il prima possibile anche se questo non corrisponde all’idea di Lou. Il suo prima possibile corrisponde a dopo il tour ma… potrei non arrivarci.”

“Stai scherzando, vero?”

“Secondo te, scherzerei su questo? No, maledizione! È una possibilità, comunque. È il cuore, se si ferma lui, addio Brian!”

Nick non sapeva che cosa dire: quali sono le frasi da usare quando il tuo migliore amico ti dice che potrebbe morire? Qual è il gesto più giusto da fare? Un semplice abbraccio? Una pacca sulle spalle quasi a voler sottolineare che tutto sarebbe andato per il verso giusto?

Non si era mai trovato in quella posizione, maledizione. Era sempre stato il contrario, era sempre stato Brian a prenderlo da parte e consolarlo!

Così Nick fece l’unica cosa che sapeva che avrebbe aiutato Brian: gli passò la palla da basket mentre si alzava in piedi.

“Frick, questo significa che riuscirò a batterti almeno una volta a basket?”

 

*********

 

Ripensare a quel giorno portava ancora tutto il groviglio di sentimenti ed emozioni che aveva provato nel sentire la frase “devo operarmi”. Per giorni, aveva seguito il suo amico come un’ombra, preoccupato che in qualsiasi momento gli potesse venire un attacco di cuore; le sue notti erano perseguitate da incubi in cui Brian si sentiva male durante uno dei loro concerti e nessuno poteva far niente per aiutarlo. Non aveva nemmeno compreso il motivo per cui nessuno degli altri ragazzi avesse mosso una sola obiezioni quando Brian gli aveva informati che l’operazione sarebbe stata posticipata al primo periodo di vacanza che avrebbero concesso loro.

Riflettendoci a mente fredda, Nick non poteva non rabbrividire riascoltando nella sua mente il tono completamente freddo con il quale li aveva informati, come se stesse raccontando una noiosissima lezione di storia invece che qualcosa che lo interessava direttamente. Era rimasto ferito dal loro comportamento, dalla mancanza di compassione e di interessamento nelle sue condizioni. Sì, si erano comportati da bastardi egoisti, sul dizionario avrebbero dovuto aggiungere i loro nomi nella definizioni di egoismo. Oh certo, erano stati tutti sempre attenti a controllare che dormisse, che prendesse le medicine che gli avevano prescritto e che mangiasse regolarmente ma non lo avevano sostenuto nei momenti più importanti, quando si era trovato a lottare contro i loro manager che volevano fargli posticipare per l’ennesima volta l’operazione.

Nick aveva capito che era stato in quel momento che Brian aveva incominciato a distanziarsi da lui… anzi, da tutti: se ne stava sempre da solo, quando Leighanne non era con lui e se qualcuno di loro si avvicinava, sorrideva semplicemente e si inventava qualche scusa per non scambiare parola.

L’avevano ferito ed abbandonato nel momento peggiore, quelli in cui si dovrebbe dimostrare l’importanza di un legame.

Ma non questa volta.

No, non avrebbe ripetuto lo stesso errore. Sarebbe stato al suo fianco, che lui lo volesse o meno.

 

 

 

 *********

 

 

 


Ve lo avevo promesso! Eccovi il terzo capitolo! ^__^ 

In questo periodo sono davvero un vulcano di idee ma vi prometto di concludere questa storia. Dovrebbero mancare uno/due capitoli ma sono quelli più difficili e la settimana che sta per iniziare sarà un pochino piena di impegni ma cercherò di finirla!

 

AlRight!

Cinzia

 

   
 
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