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Autore: maryku    10/01/2010    4 recensioni
I killer. Gente spietata che uccide per soldi. È il loro lavoro e lo fanno. Non devono avere esitazioni, ogni errore, seppur minimo, potrebbe essergli fatale. Se li scoprono finiscono in galera, o in alcuni paesi gli riservano addirittura la morte, per questo preferiscono usare soprannomi quando lavorano.
Falco Rosso sa fare bene il suo lavoro. Lui è il migliore. Ma non sempre le cose vanno come vorresti se ti trasformano in una ragazza e ti devi mischiare a delle adolescenti di un liceo femminile...
Genere: Azione, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Happosai, Ranma Saotome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo, con un nuovo capitolo, il primo del 2010. Forse ve li avevo già fatti, ma rinnovo a tutti gli auguri di buon anno! Non ho molto da dire, questa volta, quindi mi sa che vi lascerò subito al capitolo.
Buona lettura.

Capitolo 5

Segreti complicati

5° capitolo: Biscotti?

Ranko lanciò un’occhiata all’orologio. Erano passate solo le prime tre ore, ancora una e ci sarebbe stata la meravigliosa, incredibile, magnifica pausa pranzo. Secondo lei avrebbero dovuto dare il premio Nobel per chi aveva inventato la pausa pranzo, era la cosa migliore che faceva a scuola.

Suonò la campanella. Il professore di giapponese, che a Ranko per ora sembrava normale, salutò la classe e se ne andò.

Si stiracchiò sul banco, come se si fosse appena svegliata; effettivamente, quello che faceva lì era quasi dormire. Falco Rosso aveva studiato moltissime cose: durante tutti quegli anni aveva fortificato corpo e mente per riuscire a diventare un bravo killer, e stava diventando il migliore, ma c’era ancora qualcosa che gli sfuggiva. L’inesperienza della sua giovane età era moderata dalla conoscenza che aveva acquisito grazie agli insegnamenti della madre e dei precettori che gli aveva mandato Happosai – d’altronde discendeva da una famiglia di killer. L’unica cosa sulla quale aveva davvero dovuto faticare era stata la tecnologia. Cellulari, computer e quant’altro di elettronico per lui erano quasi un mistero, all’inizio, ma con un grandissimo sforzo era riuscito a diventare esperto anche in quel campo. Proprio per questi motivi si annoiava a morte a stare a scuola. Era sicuro di sapere tutto ciò che gli avrebbero rispiegato.

- Ranko, vieni con noi. Adesso dobbiamo lasciare l’aula – Akane la chiamò e le fece cenno di seguirla. Lei si alzò, anche se un po’ titubante. Se avevano educazione fisica si sarebbe trattenuta dall’esibirsi in mirabolanti tecniche, evitando esibizionismi inutili, anche se ormai sapevano che non era propriamente debole.

Le seguì, guardandosi attorno. La scuola restava un posto da cui voleva fuggire, non tanto per lo studio, quanto per quel senso di oppressione che sentiva trasudare da tutti i muri, colorati di un beige spento, quasi come se potessero sotterrarla e annoiarla ancora di più. Rabbrividì.

Ma presto avrebbe capito che c’era una cosa ancora peggio del senso di oppressione che sentiva. Qualcosa che gli avrebbe fatto definitivamente odiare Happosai che l’aveva mandato lì.

 

Ranko guardò il pacco di farina posto sul tavolo davanti a sé come se fosse una bomba pronta ad esplodere, di un modello che lui non sapeva disinnescare. Un incubo.

Se non ci fossero state tutte le sue compagne di classe e la professoressa certamente sarebbe andata via scaraventando quel pacco per terra, rifiutandosi di fare ciò che doveva fare; oppure avrebbe riso e urlato al tempo stesso per l’ironia della situazione. Un’ironia che non le piaceva per nulla.

Se i suoi colleghi avessero saputo questa cosa lo avrebbero preso in giro a vita.

Falco Rosso a economia domestica.

Si era mai visto un killer che andava a economia domestica con delle sedicenni? Che cercava di cucinare dei biscotti?

Credeva proprio di no…

E, sfortuna delle sfortune, le avevano detto che doveva indossare un grembiule, così non si sporcava.

Oh, sì, odiava Happosai con tutto il cuore. Per sua fortuna non erano tutti di colore rosa confetto, come piaceva alle ragazze, ma ce n’erano anche alcuni rossi. Aveva fatto uno scatto incredibile per prenderne uno prima delle altre, così da sembrare meno ragazza, e addio al non essere esibizionisti.

L’unica piccolissima, infinitesimale, microscopica fortuna era che stava vicino ad Akane, precisamente al tavolo a sinistra del suo, quindi poteva approfittarne per chiederle aiuto, consigli o semplicemente per scambiare due chiacchiere da ragazze. Anche se non era sicuro di esserne in grado…

Ma prima di tutto doveva iniziare. Non poteva parlare senza aver fatto nulla, o la professoressa si sarebbe arrabbiata, e lei non voleva altri guai. Ne aveva fin troppi per conto suo, un’altra persona che ce l’aveva con lei non ci voleva proprio.

Riguardò la farina, sua nuova acerrima nemica. Svuotò tutto il pacco dentro un contenitore, apparentemente sicura di ciò che stava facendo. Lesse la ricetta sul libro che, incredibilmente, le era stato mandato il giorno prima con lo zaino. E si accorse di aver sbagliato dall’inizio.

Non doveva mettere la farina, prima doveva sbattere le uova!

Sospirò. Già aveva sbagliato. Però poteva migliorare! E, al massimo, avrebbe chiesto aiuto alla professoressa.

Guardò il pacco, ormai completamente vuoto. Poi guardò il contenitore. Osservò tutto il tavolo, ma c’era soltanto quella ciotola… E lei aveva bisogno di qualcosa per poter sbattere le uova.

Aveva l’impressione che quello che stava pensando fosse sbagliato, ma non indugiò a rifletterci ancora e versò la farina dal contenitore al pacco. Inutile dire che il tavolo divenne una distesa di bianco, e il suo grembiule da rosso divenne rosa per l’effetto della farina, il che la fece infuriare ancora di più.

Ranko guardò il suo operato come se non fosse stata lei a farlo. Nel pacco non c’era quasi più farina. E lui si definiva un esperto di arti marziali? Non sapeva nemmeno mettere la farina in un pacco!

Irritata, decise di andare avanti anche se non aveva tutta la farina. Lesse di nuovo la ricetta, e mise qualche uova nel contenitore, senza romperle né contarle. Cominciò a sbatterle, i gusci si ruppero, ma il suo operato non sembrava male. In fondo, non era così difficile cucinare. Versò e girò insieme alle uova la poca farina che era riuscita a rimettere nel pacco. Aggiunse gli altri ingredienti, sempre con la dovuta attenzione, cioè aggiungendoli a casaccio.

A un certo punto si fermò, credendo di sbagliare, e guardò l’impasto che secondo il libro adesso avrebbe dovuto avere una forma omogenea, morbido ma non troppo.

Nelle sue mani, invece, vedeva soltanto una cosa molliccia tendente al grigio chiaro, in cui si vedevano anche pezzi di gusci d’uova. Provò a stenderlo sul tavolo col mattarello, ma si appiccicò tutto all’utensile e al tavolo.

Scoraggiata, decise che avrebbe chiesto aiuto alla professoressa. Non poteva continuare così.

All’improvviso le arrivarono degli schizzi di qualcosa sulla faccia. Si pulì il viso, poi si girò a sinistra. Quello che vide la lasciò completamente basita. Akane stava mescolando l’impasto con una tale irruenza da farlo schizzare dappertutto, il tavolo era completamente sottosopra e lei sembrava non curarsene, mentre la professoressa la fissava con sguardo vacuo, come se fosse abituata a quello spettacolo e oramai avesse rinunciato a cambiare qualcosa.

- Professoressa… Scusi, mi potrebbe aiutare un attimo? – chiese, cercando di non pensare più all’incredibile spettacolo che stava dando Akane.

- Sì, Ranko… Come mai l’impasto è grigio? – le chiese la professoressa, notando lo strano colore.

- Ho cercato di fare qualcosa, ma è venuta molliccia,  e… - biascicò qualche scusa, stavolta non era annoiata, ma furiosa con se stessa per non esserci riuscita. Be’, almeno non era quella che si faceva notare di più.

- Ho capito, è la prima volta che cucini dei biscotti. Ti aiuterei volentieri, ma c’è una persona ne ha più bisogno di te… Quindi vediamo se c’è una tua compagna brava che è disposta a darti una mano. Ragazze, qualcuna di voi può aiutare Ranko? – chiese la professoressa. Le compagne fecero finta di essere attente a cucinare, nessuna di loro si fece avanti.

- Avanti, un po’ di aiuto per la nuova compagna!

- Posso aiutarla io - disse Aiko, sorridendo. Ranko non sapeva bene perché, ma aveva una brutta sensazione.

- Brava Aiko, io nel frattempo aiuterò Akane – con un sospiro tornò dalla ragazza, che nel frattempo aveva schizzato così tanto l’impasto che nel contenitore ne era rimasto ben poco.

- Ma Akane fa sempre così? – chiese Ranko, osservando con un po’ di soggezione la professoressa che le spiegava, sicuramente per l’ennesima volta, come si facevano i biscotti.

- Adesso è migliorata – rispose semplicemente Aiko. Osservò l’impasto con occhio critico, e Ranko sperò che non facesse battutine.

- Hai messo poca farina.

- Era finita!

- Potevi chiederne altra…

- Davvero? – chiese,  non del tutto convinta. Lui era abituato a non chiedere mai aiuto, durante gli allenamenti e se gli si rompeva qualcosa l'aggiustava semplicemente. Ma non aveva mai finito la farina… In realtà non l’avevo mai usata. Né aveva mai cucinato.

- Sì… Ma come mai l’hai finita?

- L’ho dovuta rimettere nel pacco perché prima si dovevano sbattere le uova, e non avevo altri contenitori.

- Se chiedevi, ti davano anche quelli… – disse, un po’ sconcertata. - Ranko, hai mai cucinato? – aggiunse poi.

- In realtà... No.

- Adesso si capisce tutto! Facciamo così, ricominciamo tutto da capo. Tu cucini, e io ti correggo.

- Ok... – un po’ riluttante, anche perché non era sicura che avere a che fare con Aiko portasse a qualcosa di buono, prese le uova.

- Perché ne prendi cinque?

- Cosa?

- Hai cinque uova in mano.

Ranko guardò le sua mani. In effetti era vero, aveva cinque uova, ma che importava?

- E allora? Servono per i biscotti.

- Sulla ricetta c’è scritto che ne devi metterne quattro, non cinque – le indicò il ricettario, dove c’era scritto “ingredienti”.

- Allora non le devo mettere a caso!

- Oh cielo… Siamo a questi livelli! – scosse la testa per togliersi l’espressione stupita dal viso. Ranko si sentì ferita sull’orgoglio, ma non disse nulla. Sapeva, purtroppo, che cucinare non era una cosa per cui era portata.

- La prima cosa da fare è leggere gli ingredienti e prepararti tutto l’occorrente secondo il ricettario. Non hai letto i numeri che ci sono scritti?

- Pensavo che non fossero importanti… - Ranko arrossì per la vergogna. Mai si era sentito così sconfitto e umiliato. Per di più da un’assurda sedicenne!

- Rompi quelle quattro uova e sbattile – le comandò, senza aggiungere altro.

Ranko guardò le altre compagne. Ne vide una mentre rompeva le uova, e capì il meccanismo. Non sembrava difficile. Prese un contenitore pulito, ruppe le uova e non fece cadere nemmeno un pezzo di guscio. Già, bastava sapere la tecnica.

- Caspita… Non avevo mai visto nessuno rompere così le uova  - Aiko la guardò mentre le sbatteva con velocità. Rimase qualche minuto a fissarla, poi la fermò.

- Sì, così va bene. Adesso pesa la farina.

Con il suo aiuto, Ranko riuscì a fare un impasto morbido ma non troppo, quasi come quello che descriveva nel libro.

- Non è male. Adesso fai le forme per i biscotti e poi mettili nel forno.

Le spiegò velocemente che sotto la teglia doveva mettere la carta da forno, il resto era scritto sul ricettario. Le disse di procedere e continuò ad osservarla.

Ranko si guardò per l’ennesima volta in giro. Le sue compagne davano le forme più strane ai biscotti: cuori, stelle, animali, semplici cerchi e motivi geometrici. Però non erano mai troppo complicati.

Prese un po’ d’impasto e cominciò a modellarlo, Aiko ridacchiò.

- Scusa, dimenticavo che non hai mai cucinato… Devi prima stendere l’impasto, poi puoi usare le forme che sono accanto a te.

- Ancora non mi spiego come hai fatto a capire che non ho mai cucinato… - sbuffò la rossa.

- Conosco solo una persona che riesce a essere terribile in cucina nonostante ci metta tutta la sua buona volontà, ed è un caso unico. Tu, invece, sei la semplice ragazza che non ha mai preso in mano gli attrezzi da cucina. Adesso stendi l’impasto.

Ranko credeva di sapere a che persona si riferisse, ma non chiese. Avrebbe voluto spaccarle la testa per quel semplice ragazza, anche se non sapeva più se per la prima o la seconda parola, ma decise che non era il caso, dato l’aiuto che le aveva dato. Fece come le aveva detto la compagna e si sbrigò a dare una forma ai biscotti. Voleva finire il prima possibile.

- Ti sono venuti bene – commentò senza enfasi. Però le sorrise. Ranko pensò, per la prima volta, che quella ragazza non fosse tanto male… Per poi pentirsene subito. Non doveva affezionarsi a nessuno! Nessuno! O sarebbe stato più difficile andarsene e fare ciò che doveva fare. Il suo obiettivo era uno e uno soltanto. Recuperò la freddezza che aveva perso per colpa della novità. Cucinare gli aveva ricordato di quando imparava cose nuove, imparare gli era sempre piaciuto. Però adesso doveva essere il più distaccato possibile.

Mise i biscotti nel forno, sotto l’occhio attento di Aiko, e sospirò. Finalmente aveva finito!

- Bene, qui abbiamo fatto. Appena suona tirali fuori dal forno – la lasciò con un altro sorriso.

Ranko si rilassò per qualche secondo, poi si pulì il grembiule rosso, sporco di farina e di qualche altro ingrediente. Non era stato così terribile cucinare, se si escludevano la confusione, il dover essere comandata da una sedicenne, la vergogna a dover indossare un grembiule, l’essersi resa ridicola davanti alla professoressa e ad Aiko e il vedere quanto Akane era goffa e quanto sarebbe stato difficile esserle amica se nemmeno poteva chiederle aiuto in qualcosa.

Oh, no… l’idea che le era venuta era misera, impossibile e alquanto vergognosa. Era come dare un pugno enorme al suo orgoglio.

No, non sarebbe caduto così in basso. Quindi...

Aveva deciso: imparare a cucinare per insegnarlo ad Akane e avvicinarsi a lei sarebbe stata una delle ultime cose che avrebbe fatto, se proprio tutte le sue altre idee non fossero andare a buon fine.

Inconsciamente, girò il viso verso di lei. Stava facendo delle forme assurde con l’impasto.

Ranko si chiese, semmai avesse attuato la tattica di imparare a cucinare, se sarebbe riuscita a insegnarlo a quel caso disperato, più di lei, che vedeva di fronte a sé.

Non ne era del tutto sicura…




Altro capitolo. Come avevo già detto, per un po' parlerò della loro giornata tipica... Almeno in questo capitolo. Per il prossimo, chissà!
Adesso, i soliti ringraziamenti a chi commenta, mette fra preferiti o seguite e anche a chi solo legge e le risposte ai commenti!

akane_stars: Sì, anche su efp gli autori hanno bisogno di riposo! XD Non so se hai notato, ma cerco di mettere almeno un aggiornamento al mese... Però non so se riuscirò a continuare con questo ritmo. Per ora ho l'ispirazione, ma potrebbe andarsene da un momento all'altro ^^''''  Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo!!
Riccardo: Anche a me sta simpatica Ranko, nonostante io stessa abbia detto che sia un killer... Akane appare simpatica? Ne sono felice! Poi, se lo dici tu, vuol dire che è davvero simpatica! XD Chissà se questo ti è piaciuto... Che ne dici di Ranko col grembiule?
Stephany345_chan: Come hai letto, Ranko qui non ha molte occasioni per diventare amica di Akane. Lei è in difficoltà, Akane più di lei... Che fare? XD stiamo ancora in alto mare per l'amicizia fra le due, ma vedrai: nel prossimo capitolo ci sarà qualche sorpresina.
Akane25:  Mi fa piacere sapere che consideri i personaggi IC!  Il rapporto fra Ranko e Akane in questo capitolo non si evolve, ma nel prossimo chissà... XD Spero che ti sia piaciuto! Buon anno in ritardo!
Kuno84: Prima che Falco Rosso si innammori di Akane ne passerà molto tempo, ma l'amicizia potrebbe nascere anche prima! ^^  Spero di non contraddirmi, ma potrebbe succedere. Però non arriverebbe a essere pubblicato, spero... XD
Tiger eyes:  Spero che non ci siano altre incongruenze di trama... Sono la cosa che mi riesce più difficile togliere. ^^'''  Le ripetizioni vedrò di levarle al più presto, per quando riguarda il fatto della tecnologia mi ritrovo d'accordo con te. Volevo dare a Falco rosso qualche difetto, oltre ai suoi soliti, ma forse ho esagerato...  Vedrò di correggere il capitolo precedente al più presto, però già in questo capitolo ho cambiato le cose. E la bidella... Non sapevo che le scuole giapponesi non ne avessero... Colpa mia. ^^'''  Però credo che ormai la lascerò lì...

Detto questo, ci vediamo al prossimo aggiornamento!


   
 
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