Videogiochi > Final Fantasy VII
Segui la storia  |       
Autore: LunarBlade Valentine    10/01/2010    1 recensioni
Come ha fatto il Vincent del gioco a diventare il Vincent di AC? E poi come e quando ha sviluppato l'amicizia con Marlene che si vede nel film?
[Ambientata un anno prima di Advent Children e dopo il gioco.]
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cid Highwind, Marlene Wallace, Tifa Lockheart, Vincent Valentine
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Advent Children
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Catharsis - Parte Uno



Sono sveglio.

Ancora.

Dio, che mal di testa. Posso non svegliarmi, per piacere?

No? Ah, vabbè.

Aaaahia.

Almeno ora riesco a pensare. L’altra… notte? Non ho la più pallida idea di quanto tempo sia stato privo di sensi, stavolta - dicevo, l’altra notte è stata alquanto movimentata. La mia mente è come uno strato sottile di burro spalmato su un toast enorme.

Comincio a sentire le voci nella stanza. Forse se fingo per molto tempo di dormire diverrà realtà. Mi devono somministrato ancora dei farmaci, e probabilmente è meglio così. Al posto del mio cervello c’è un grosso blocco di marmo. Mi sento come se mi avessero fustigato. Le mie palpebre sono come sigillate con la colla vinilica, e il mio cuore pulsa battiti pesanti e affaticati.

Le voci appartengono a Cid, Tifa e a un’altra persona che non riconosco. La mia mente sconquassata ha bisogno di qualche istante per trasformare le sillabe fugaci in parole.

“–così?” chiede Tifa. Dal tono sembra impensierita. Che c’è che non va? Sta bene? C’è stata un’esplosione a Midgar…

Tocca alla voce sconosciuta. “Penso che si sia trascinato così per un paio di giorni.” Si riferisce a me? “Si è trattato di una febbre piuttosto forte, ma l’abbiamo fermata in tempo.”

Non penso che Tifa e Cid abbiano chiamato un dottore. Non quando sanno benissimo quanto li disprezzi. Probabilmente è solo una persona ben informata in medicina. Deve essere così. Non l’avrebbero mai fatto. Inoltre, io sto bene.

“Starà bene.” Visto?

Sono lieto che loro siano sani e salvi. Io… credo di essere stato un po’ in pena per loro.

“… Credo sia anche disidratato… e… e che soffra di PTSD.”

Tifa trattiene il respiro. Perché? Cos’è 'sta PTSD? È contagiosa?

Ma lei è preoccupata per me?

Mi spiace.

Cid grugnisce. Oh, se sei un medico, vattene via. Smettila di dire cose che capisci solo tu. Smettila di parlare. Smettila di ricordarmi da cosa sono appena scappato. Non parlare. Non parlare di me, di quanto sono stato debole. Non rovinare quello che ho adesso gettando luce sulle ombre del mio passato.

“Il suo corpo è stato alterato… artificialmente, non so se mi spiego… Non sono nemmeno certo che… sia più completamente umano.”

Quest’uomo è un medico, vero? Dio, fammi morire. Anzi, dammi solo la forza di ucciderlo. Mi piace questo posto. Fammici restare.

Ti prego.

“Ne eravate a conoscenza? È accaduto di recente?”

“No!” esclama Tifa, rispondendo a entrambe le domande. Sembra profondamente sconvolta. Fantastico, pezzo di idiota- come se non avesse già abbastanza problemi!

“Penso sia sveglio.” esordisce Cid.

La mia smorfia deve averlo messo in allerta. Non voglio vedere come mi guarderanno.

Costringo comunque i miei occhi ad aprirsi. È inutile.

Non voglio vedere la paura o la pietà nei loro occhi.

Nel peggiore dei casi, parto stanotte. Posso sparire. Non mi troveranno mai. Correrò ai più lontani confini del Pianeta – mi costruirò una casa nella neve e ammazzerò a randellate cuccioli di foca per placare la mia ira.

Tifa ha incisi nei suoi incantevoli lineamenti l’apprensione più cupa. Cid sta torturando una sigaretta non accesa. La terza persona è vestita come un dottore. Lo odio.

Me ne frega di quanto paffuto e bonario possa essere: a un camice bianco assocerò per sempre quel viso scarno e chiazzato. Dio, allontanatemelo!

“Via.” gli dico. Forse ‘dire’ non è il verbo esatto; ‘ringhiare’ rende meglio l’idea.

“Signore, lei non dovrebbe-”

Via!” abbaio, quasi alzandomi dal letto.

‘Non ti incazzi mai’, Tifa? Concedimi di mostrarti un’esibizione della mia collera. La mia vita si sta sgretolando attorno a me. Come posso finire ancora più in basso di così?

Il medico si scambia degli sguardi con Tifa e Cid. Non guardarli - vattene e basta! Via, prima che ti vengano altre idee brillanti. Tifa annuisce e lui si richiude la porta alle spalle. Mi siedo per bene.

No, me ne infischio che sei tutto un dolore, corpo, te lo giuro.

Sono stanco di tutto. Stanco di essere buttato a destra e manca come se la mia opinione non contasse.

Sono stanco, stanco, stanco di persone che giocano con la mia vita, che mi dicono dove andare e come essere.

Non.

Ne.

Posso.

Più.

Lasciate che sia io, per una volta in tutta la mia vita, a prendere il controllo. Comincerò da adesso. Spiegherò le mie ragioni nel modo più chiaro possibile, e poi probabilmente me ne andrò.

Il dottore tornerà. Devo prendere un po’ di vantaggio.

Li fisso torvamente senza nemmeno vederli realmente; sono troppo arrabbiato.

Prima guardo l’uno, poi passo all’altra. Sanno quanto odi i dottori. Ne sono pienamente consapevoli. L’avevo spiegato a sufficienza. Non ho questo corpo perché l’ho voluto io. Sono certo che anche il membro più cretino dell’AVALANCHE avrebbe potuto immaginare come me lo sono procurato, anche se non nei particolari. Neanche il frutto della loro più fervida e perversa immaginazione potrebbe paragonarsi a com’è stato davvero. Hojo non mi ha strappato solo l’umanità, ma anche la dignità. Mi ha strappato ogni possibilità di stringere rapporti con gli altri, e sono impotente di fronte ai suoi poteri.

Sento gli eventi più recenti della mia vita attraversare di corsa come un bambino ribelle che scappa dalla madre i fragili corridoi da poco ricostruiti della mia autostima mentre le pareti cedono. Sono crollato. Ho pianto. Ho perso la mia dignità, la mia forza, il mio tempo. Ancora sento la sconfitta negli occhi - quella sensazione appiccicosa e gonfia che si prova quando si piange, quel saporaccio in bocca. Probabilmente loro lo sanno già.

L’hanno capito. È tutta colpa loro. Se mi avessero semplicemente lasciato nella bara, se non mi avessero fatto desiderare di diventare qualcosa di più di quello che sono… Non mi sentirei così!

L’occhiataccia da ‘Approccio alla Vincent’ funziona con Tifa, che quasi rimpicciolisce visibilmente di fronte alla mia furia, ma mai con Cid.

“Ma che vuoi?” domanda sulla difensiva.

Tifa mi fissa e basta. È spaventata; non la biasimo. Sono incazzato nero con voi. Non so perché mi avete tradito. Non lo so davvero. Pensavo…

Vorrei urlare con tutto il fiato che ho nei polmoni, ma non lo faccio, ovviamente.

Credo di starmi facendo male in questa posizione. Quasi ogni singola cellula del mio corpo sta protestando, ma non ho alcuna intenzione di mostrarmi ulteriormente debole di fronte a loro, visto i guai che mi ha portato - ingannato per ben due volte in una. Anche i miei polmoni mi disapprovano ad ogni respiro. Non saprei se è la rabbia pura a darmi questa sensazione, o se si tratti di un sintomo di questo dolore.

Che cos'ho io? Suppongo potrei illustrare fin nei minimi dettagli le mie ragioni, ma so che sarei troppo furioso per dire quel che intendo veramente. Sono troppo livido per non dire cose di cui poi potrei pentirmi.

“Oh, no, non lo farai.” Cid mi guarda minaccioso, come se l’avessi offeso. “Adesso non ti ritirerai nel tuo guscio di m&$#@ dopo aver spaventato a morte quel poveretto. Ora parli, dovessi anche spremerti di bocca le parole.”
Tifa cerca di protestare, ma lui la blocca.

“L’abbiamo svegliato alle cinque del mattino e l’abbiamo fatto precipitare qui, Tifa! Ci stava facendo un favore! Non aveva alcun diritto di gridargli in quel modo!”

“Nessun diritto!” mi ritrovo a ribattere. Mi spiace, ma non posso starmene qui seduto e tenermi tutto! Non ne posso più di gente che mi dice quello che dovrei fare, dove dovrei andare, cosa dovrei sentire. La mia voce si sta incrinando. Mi fa male tutto.

Nessun diritto? Voi non avevate nessun diritto di farlo venire.” Praticamente sto parlando a denti digrignati. Una parte di me vorrebbe tacere, ma non riesco a contenere la rabbia. Temo dirò troppo.

Perché se ne devono sempre andare tutti? Perché vengo sempre lasciato indietro, tradito?

Perché?

…mia madre…

…mio fratello…

…Aleonde…

…Lucrecia…

Ma che ho da perdere, a questo punto?

“Non importa quanto grave fosse la mia condizione. Chi se ne frega se stavo morendo. Quelli che fanno la sua professione mi danno la nausea con la loro ipocrisia. Ti guariscono un giorno e ti uccidono il successivo!”

Sto tremando e ho paura. Tanta paura di quel tavolo, e di quelle siringhe e di quegli odori. Voi non avete idea… Nascondi la tua rabbia, Vincent, è quello che sai fare meglio. Cid dice, “Parole toccanti, dette da un Turk di #&;%$.”

Stronzo insopportabile! Aggiungi pure l’insulto all’ingiuria. Che c’entrano i miei anni da Turk? Prosegue, “Noi non siamo esattamente grandi amici dei Turk, sai? Hanno provato ad ucciderci più di una volta! Da quel che ho sentito hanno rapito la fioraia e l’hanno spedita ad Hojo! Hanno fatto a pezzi il Sector Seven - ucciso centinaia di persone - pensi che i Turk ci piacciano? Che vogliamo avere qualcosa a che fare con loro? No! Ma quando mai noi abbiamo giudicato te per quello che loro hanno fatto!”

Non so cosa risponderti qui, Cid. Hai ragione, e per questo ti odio. Ma sono ancora arrabbiato. Non è la stessa cosa. No. Le loro morti non mi hanno fatto piacere; non li ho torturati solo per vederli contorcersi. Non l’ho fatto per un mio beneficio diretto. Non è la stessa cosa.

Ma tu non capisci–

Che cosa?” muggisce con evidente frustrazione, “Non pensarlo solamente- dillo, schifoso asociale!”

“Tu non capisci!” grido quasi, e chino la testa perché ora devo per forza spiegarmi. Ho perso di nuovo! Ho ceduto alle lacrime e al dolore! Non sono forte come Tifa – sono una delusione! Mi ci metto da solo in queste situazioni. È stata la mia debolezza che le ha rese possibili allora e adesso. Non sono nemmeno stato capace di andare a cercarli a Midgar. E se fosse successo loro qualcosa? Ne sarei rimasto… devastato.

Io voglio stare con voi, ragazzi. Non voglio stare da solo.

Se Tifa lo venisse a sapere mi volterebbe le spalle perché non sono forte quanto lei vorrebbe. Non posso più fare nulla… Il dottore tornerà con altri del suo rango e renderanno il mio incubo realtà. Mi porteranno nell’inferno terrestre e non mi lasceranno mai andare finché la mia anima non lascerà finalmente il mio corpo, e allora lo stesso inferno mi apparirà come una gradita sospensione delle sofferenze.

“Voi non capite.”

C’è un momento di silenzio, poi Cid ricomincia a ringhiare.

“Allora diccelo, stupido. Noi non possiamo leggere in quella c@$$# di mente che ti ritrovi, sai.”

Mi copro la faccia con la mano buona per cercare di non tremare più, per calmare i miei nervi. Non voglio che loro vedano che sto tremando, o che sono terrorizzato. Non voglio che loro vedano che sono un codardo. “Mi strapperanno pezzo per pezzo per scoprire quello che ha fatto.” Riesco a controllare la mia voce un po’ di più solo nella parte successiva. “Non sono abbastanza forte per rifare tutto da capo. No.” Prendi un bel respiro, Vincent, non far tremare così tanto la tua voce. “Mi toglieranno la mia libertà e quel che rimane della mia umanità. Mi sezioneranno come se non fossi nulla più che un mostro…” Inspira lentamente, non singhiozzare. “Mai più- non voglio che accada mai più.” Ecco. L’ho detto. Andatevene pure se volete. Guardatemi dall’alto se vi fa star meglio.

Ho preso tutto, adesso anche casa mia.

Casa? Per caso l’ho appena chiamata casa? Credo che lo fosse. ‘Ti accorgi del valore di una cosa solo quando la perdi.’ come diceva spesso Aleonde. Mi è piaciuto stare sull’Highwind. Mi è piaciuto trascorrere del tempo con Tifa. In questi giorni riesco persino a tollerare Cid.

Questo mondo aveva un ottimo potenziale, a differenza del sogno, ma io ho mandato tutto a monte. Ho voluto osare, sognare di riuscire a ricostruirmi una vita, ho voluto credere di poter impedire che Tifa e Cid scoprissero chi sono veramente e cosa ho passato.

Quasi ne sono lieto. Sono lieto di non tenermi più questo peso nella testa. Non ho più bisogno di preoccuparmene. Come il proiettile che mi ha attraversato il torace: qualunque cosa accada ora, almeno sanno la verità.

Una parte del mio cervello sta ancora piangendo, pregando che qualsiasi cosa succeda, loro non mi abbandonino. E se mi sbagliassi come al solito?

“Noi…” comincia Tifa. Ho paura di quello che potrebbe dire. “Noi ci prenderemo cura di te.”

Si prenderanno… cura… di me?

Abbasso la mano e volto lentamente la testa verso di lei.



Note dell'autrice: Percepite quella sorta di sensazione liberatoria? Voglio che Vincent si sfoghi completamente. Lasci andare le paure o le affronti. Come dice il proverbio, piove sempre sul bagnato, giusto? Povero Vince.
Le parole “ti proteggeremo” dovrebbero rivelargli una prospettiva che non ha mai considerato - che può contare sugli altri. Finora non l'ha mai fatto.
Aleonde, comunque, era (nel mio mondo) il suo vecchio leader quando era un Turk. La loro relazione era peculiare. Vincent lo vedeva come una sorta di figura paterna, e ad Aleonde piaceva stuzzicarlo ed era segretamente molto orgognoso della sua intelligenza e del suo acume. È stata la prima persona che abbia provato ad aiutarlo e a dargli una vera possibilità. Che sia morto o meno lo lascio al possibile sequel, dato che stavo pensando di trattare del passato di Vincent in modo diverso da come popolarmente descritto.
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento e che vogliate leggee la Seconda Parte di Catharsis sabato prossimo!

NdT: … DX Se ce la faccio, metto anche la seconda parte di Catharsis stasera.
Scusate il ritardo immenso DX
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy VII / Vai alla pagina dell'autore: LunarBlade Valentine