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Autore: chaplin    11/01/2010    8 recensioni
Quello era Paul McCartney, sicuro!
Carly Spencer e' una fan degli anni Sessanta e Ottanta - e soprattutto dei Beatles - che vive nel ventunesimo secolo, in mezzo alle mode che governano la mente della generazione degli anni Zero (i pantaloni aderenti, i soliti cantanti di MTV, etc). Il suo personale sogno di poter vedere tutti e quattro i Beatles uniti e' un sogno che, ovviamente, non si avverera' mai (almeno nella sua attuale vita). Ma un giorno... La mia prima fic sui Beatles, spero vi piaccia :D
Genere: Generale, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, George Harrison, John Lennon , Paul McCartney , Ringo Starr
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Rubber Soul.'
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1 gennaio 2010
Erano le venti di sera ed era il momento di cenare.
John ritorno' con due belle pizze ai funghi per lui e George – che si mangiava le mani dalla fame – e una bella focaccina calda di Recco, da una focacceria italiana in fondo alla strada. Paul, invece, si era accontentato di un'insalata comprata al supermercato – quelle su cui facevano pubblicita' stupide.. Bonduelle, penso.
“Avanti, Paulie, fai pena!” esclamo' John, “Cioe', sembriamo dei mostri! Tu mangi solo due foglioline di insalata e noi due pizze?! Per caso volevi toglierci la fame?!”
“Non urlare, John!” urlo' Paul. “Voglio fare la dieta, e le vostre pizze.. Non.. mi tentano! No no e ancora no!” parlava come un personaggio dei fumetti. Mancavano solo gli occhi a cuore all'odore dei funghi e.. ecco la reincarnazione dei cartoni sui Beatles.
“Stai sbavando sul tappeto, Paulie! Quindi levati un po' piu' in la', che mi e' costato un occhio!” e John, cosi' dicendo, lo spinse un po' piu' in la'.
“Io non sbavo sul tappeto!” poi, abbassando un po' il tono, “Insomma, questa dieta la voglio prenderla sul serio... voglio davvero perdere un paio di chili.”
George fece un lungo sospiro, “Avanti, Paul. Hai le guance paffute, le donne adorano mordicchiare le guance paffute! Pensaci, se perdi le guance paffute, avrai meta' delle donne che gia' ti rincorrono!” Un buon ragionamento.
“Meglio per me, cosi' meta' della bava sul tappeto, e meta' dei cadaveri.” disse, convinto, John.
“Ma che diavolo te ne frega a te di questo tappeto del.. Mmmh! E tu, George, da quando parli cosi'?!”
George, alla domanda, rimase sinceramente dubbioso e inizio' a pensarci su. John invece fece un gran sorriso da schiaffi.
“Avanti, ancora credi a quelle scemenze che ti ho detto il mese scorso? Che ingrassi? Scherzavo!”
“Molte volte non scherzavi quando mi dicevi che scherzavi e molte volte scherzavi quando dicevi che non scherzavi.. Ormai la fiducia - fece le virgolette - in te l'ho persa.” bisbiglio' Paul, cercando di imitare un tono minaccioso, guardandolo di sottecchi con rabbia. John fischietto'.
“Ooh, persino la fiducia?” e gli alzo' la maglietta, con un ghigno.
“Ehi! Ma allora la vuoi davvero la guerra!!” e lo prese per il cappuccio della felpa. George alzo' la mano in tempo, con la faccia terrorizzata.
“Ho detto: niente guerra, ne' in superficie.. ne' in acqua!” per poi aggiungere, sottovoce, “Povero me..”
“Si', ma prima mi apposta nel cesso per farmi dormire – George si mise a fischiettare, innocente – poi mi ruba la ragazza...”
“Aspetta aspetta? Quando ti avrei rubato la ragazza?!” chiese John, accigliandosi, “Non ti ho mai fatto una cosa simile! Forse tu mi hai rubato le ragazze, ma io non l'ho mai fatto, perche' le donne hanno sempre preferito te.. quindi...”
“Wo wo wo.” disse George, a meta' strada tra il ragioniamo! e il terrorizzato. “Ora.. si mangia!”
In quel momento, Paul stava per allungare le mani per strozzare John alla Homer Simpson ma, per fortuna di Johnny, squillo' il cordless. John, riacquisto' serenita' appena senti' il trillo allegro del telefono e rispose con un gran sorriso.
“Siamo quattro ragazze indifese a Liverpool; Aiuto! Aiuto!” strillacchio' lui, appena rispose.
George si volto' un secondo, “Perche', dov'e` il professore?”
“Il professore e' a casa, e' John che fa lo scemo!” disse Paul, crollando per terra, con le gambe all'aria.
“Ehm... John?”
La voce dall'altra parte della cornetta era fine e insicura. Oh, Carly, la quindicenne (?) svampita.
“Esatto, ma no no. Non interrompermi quando parlo: chiamami James. James Bond. Bang bang..”
Carly, quando John rispose, corrugo' la fronte... eh?!
“O-ok, non importa.” disse, schiarendosi la voce, rossa in viso.
“Ma come conosci il nostro numero?” chiese John.
“Ah.. me l'ha dato George.. nel caso mi perda dentro la mia stanza - grazie della tua vasta considerazione della mia intelligenza! - e non abbia nessuno da chiamare..” balbetto' Carly. “Comunque, per stamattina...”
John stette con l'orecchio teso, curioso. Cos'era successo, quella mattina?
Aveva vaghi ricordi; il sapore di burro cacao...
“Per.. Sta-stamattina...” Carly si morse il labbro. Cacchio! Come glielo dico che.. si', che.. Eppure lui e'... si', Carly Spencer era in crisi.
In quel momento Paul si avvicino' a John. “Chi e'?”
Lui tappo' con il pollice il microfono.
“La bambolina quindicenne!” e gli fece un'occhiolino. Paul trasali'.
“Un attimo! Chiedile se.. le sembro grasso!” e ritorno' a sedersi sul divano, pallido come un cencio. Stava per dirgli E poi ha sedici anni!, ma ci rinuncio'.
John lo fisso' male. “Avanti, Paulina. Ti sembra il momento?”
“Un attimo, da dove arriva 'sta Paulina?!” arrossi' di colpo, riusci' facilmente a riprendersi, “Ok ok, chissene. Chiediglielo!”
“Mmmh, ok, testa di latta!” allora fece un gran sorrisone. Carly, intanto, si stava sciogliendo dalla vergogna.
“Sta-sta-sta-staaa.. stamattina! Ecco io e te abbiamo.. c-ci siamo...”
“Taglia corto piccola, ho una cosa da chiederti!” esclamo' John, cambiando atteggiamento con lei.
Il nervosismo dentro Carly svani' in un secondo.
“E.. cosa?”
Si', se non ne parlava probabilmente non se lo ricordava.
Oppure, seconda possibilita': se lo ricordava e stava per chiederle se lei.. ci stava. Oddio, non avrebbe saputo proprio come rispondergli.
Da una parte c'erano gli occhi verde bosco di Paul che scintillavano sotto le luci e il suo sorrisone tenero, le sue guance paffute.. Dall'altra parte invece c'era John, con quella sua stranissima forza di attrazione (carisma?), due stupendi occhi nocciola, labbra sottili e.. morbide?!
“Ecco, volevo chiederti...” inizio' John, “Se..”
“Se..?!” incalzo' Carly, ansiosissima.
“Se.. Paul e' grasso.” disse John, con un sorriso che Carly non poteva vedere. Ma era intuibile.
Carly ebbe un secondo di pace interiore indescrivibile.. pensava di aver raggiunto il Nirvana.
“Ecco..” disse, con la voce sottile, “Secondo me.. no. Ha un po' di pancia, ma tutti hanno quel minimo di pancia! Quindi penso che non sia grasso, anzi..” poi inizio' a parlare con voce piu' stridula, “Non ha bisogno di fare diete! Ora.. Ciao!”
John alzo' le sopracciglia appena senti' tu-tu. Aveva.. messo giu'.
“Pssst! A-allora? Che dice?!” chiese Paul, sussurrando. Ma che bisogno c'era di sussurrare?
“Ha... messo giu'.” disse John. Paul sbuffo', scocciato. “Pero' ha detto che..” uffa, se glielo dico non fa piu' la dieta! E addio divertimento! “Uff! Ha detto che non hai bisogno di fare diete e sei perfetto cosi'!”
Paul spalanco' gli occhi dallo stupore, con la bocca aperta.
Poi lo stupore divenne shock. Shock divenne rabbia. Rabbia divenne.. okay okay!
“Nghh...” mugugno'.
“Paul, qualcosa non va?” chiese John, tra il divertito e il.. preoccupato. “Allora?”
Paul scoppio':
“UAAAAAAAAAAAAH! COSA?! IO NON SONO GRASSO?!”
Grido' proprio addosso a John, che si mise a riparo dietro il divanetto.
“Non urlare, Macca!” sussurro' lui, spaventato – o terrorizzato, come preferite.
“Tu, brutto bastardo: mi hai ingannato.” disse con tono minaccioso, piu' rilassato di prima - o meglio, almeno ora non voleva spaccare qualcosa. “Ora vedrai che ti faccio la prossima volta, oh si' che vedrai!”
In quel momento arrivo' George con le pizze in mano. Paul si volto', arrabbiato. Mancava ancora poco che ringhiasse. George, comprensibilmente, fece un passo all'indietro.
Paul si alzo' e poso' le pizze per terra, sfilandole dalle mani di George – lui cerco' di stringere le pizze il piu' possibile, salvo ricordarsi che poi si schiacciavano e le pizze schiacciate sono le meno buone – e apri' la scatola.
Prese due pezzi di pizza, sotto gli occhi di George.
“Ehi, le pizze no!” si lamento' lui.
“Questi me li magno io! TIE'!!” e ando' a rifugiarsi dentro il cesso, di cui sbatte' la porta con forza.
John e George rimasero a guardarsi, in silenzio.
“Non fare quella faccia.. secondo me, il nostro bassista ha qualche rotella fuori posto.” sussurro' John, toccandosi la tempia con il dito indice. George annui', con un sopracciglio alzato, come se stesse ascoltando un'interessante lezione di vita.
In quel momento, il ritornello della famosa canzone degli U2 sovrasto' la stanza, facendo andare letteralmente di matto Paul. Basta! Basta! Basta! BASTA!
“CAZZO JOHN! QUELLA CAMPANELLA LA CAMBI, OPPURE...”


Piu' tardi, per fortuna, Paul riusci' a raggiungere il Nirvana. (non nel vero senso della parola)
John stava sdraiato sul letto a cantare ignaro “All You Need Is Love” mentre Paul leggeva un libro sui Rolling Stones, ignaro anche lui, si'.
Ad un certo punto, Paul abbasso' il libro dal naso e aggrotto' la fronte.
“John.. Certe volte, sei un cretino.” disse, tranquillo.
John continuo' a cantare, stavolta con voce piu' stridula. Quando la canzone fini', lui gli sorrise. “Si', lo so.”
A quel punto, Paul sorrise e mise il libro sui Rolling Stones sotto il letto, prese il guanciale e lo lancio' dritto contro il naso di John.
Lui se lo becco' in pieno, facendo ridere come un deficiente il bassista, soddisfatto di aver fatto qualcosa di male all'amico. John gli fece la linguaccia, prese il cuscino da terra e se lo mise sotto la testa, fischiettando un altra musichetta.
“Ehm..”
John si volto'.
“Si'?”
“Ecco..” arrossi', “Mi restituisci il cuscino? Non riesco a dormire senza.”
John sghignazzo' come fa un vecchietto e glielo lancio' addosso.





Ecco il nuovo capitolo, con molta fatica u.u Mi scuso per i ritardi, e' che c'e` di mezzo la scuola u.u
Arrivero' con un seguito piu' decente, prometto.. un giorno XD
Un'unico spoiler che vorrei dare e' che al prossimo capitolo.. ricomincia la scuola XD quindi questa storia e' rimasta un paio di giorni indietro, a differenza della prima volta in cui ho iniziato a scriverla! XD
Ringrazio tutti quelli che recensiscono e leggono.. si', ancora XDDD

Marty_youchy: Beh, me lo chiedo pure io XD sisi', anche io sarei svenuta, mi sa XDDDD Carly sta guarendo, mi sa.. -sisi- XD

Zazar90: Siii I'm Only Sleeping *_* XD la mia casa, in quel giorno, era paragonabile a quella di loro XD ma non avevo ne' Ringo sul divano ne' Paul in bagno, uffa t.t XD

Clafi: oddio, ora ho paura XDDD neppure io ce l'ho.. T_T XDDDDDD

Kiru: Il nesso temporale penso che lo spieghero' in seguito.. verso il finale :D gia', poverino Paul, chissa' come c'e` rimasto o.o Grazie per il commento :D

Laban: eh gia', anche se a me piacciono un po' tutte le canzoni dei Pink Floyd XD Grazie per il commento! :D

The Night Before 1965: quella scena intenerisce anche me.. (tu che l'hai scritta? XD) Comunque la citazione esiste, un po' di tempo fa' avevo visto quel film in televisione.. un po' strano XD
  
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